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giovedì 19 dicembre 2024

Recensione di "La piccola libreria dei segreti" di Jenny Colgan

Buongiorno a tutti amici e bentornati tra le pagine virtuali del mio blog! Tra gelo, pioggia e cioccolate calde, ci stiamo avvicinando al Natale. Qualcuno avrà inevitabilmente assunto lo spirito del Grinch, qualcun altro quello festaiolo e amorevole che caratterizza questo periodo, ma di fatto ci apprestiamo tutti - chi più, chi meno - a trascorrere le feste tra luci colorate, pranzi e cene in famiglia, passeggiate nelle stradine addobbate e, riservato a chi sa pattinare, sulle piste ghiacciate.

Era il 5 gennaio 2024 quando, entrando nella libreria Mondadori di un centro commerciale non distante da casa, mi perdevo a sfogliare pagine di storie dalle copertine innevate. L'occhio mi era caduto sul libro di Jenny Colgan, "La piccola libreria dei segreti", e nonostante avessi trascorso delle feste da dimenticare e un Natale tra ospedali e disperazione, ho deciso di acquistarlo. "Per il prossimo Natale" mi sono detta. "Voglio recuperare un po' di quella magia che non ho vissuto".

Quel Natale è arrivato e "La piccola libreria dei segreti" mi ha fatto compagnia, facendomi sognare di essere a Edimburgo, dove l'atmosfera tipica di "Harry Potter" conferisce quel tono incantato alle case dal tetto di ardesia, alle librerie che si susseguono, alle numerose salite e discese che diventano candide.


Trama: Quando il grande magazzino della cittadina scozzese in cui vive chiude i battenti, Carmen si ritrova all’improvviso senza lavoro, con pochi soldi in tasca e nessuna valida alternativa. Sua sorella Sofia le offre un’opportunità che potrebbe fare al caso suo: c’è una piccola libreria nel centro storico di Edimburgo che è a corto di personale. Carmen potrebbe trasferirsi temporaneamente a casa di Sofia, nella stanza degli ospiti, e vedere come va. Per Carmen non è facile prendere una decisione: chiedere aiuto non è mai stato il suo forte e accettarlo proprio da sua sorella, così diversa da lei, le pare una sconfitta. Però il tempo stringe e le opzioni scarseggiano, così un mese prima di Natale Carmen arriva nell’innevata Edimburgo e inizia a lavorare nella storica libreria del signor McCredie. Non sa ancora che la libreria è sommersa dai debiti e le vendite natalizie sono l’ultima possibilità per scongiurare la chiusura… A complicare le cose ci sono Blair e Oke, due clienti davvero speciali, che confondono i suoi sentimenti e si contendono il suo cuore. Carmen sa bene che servirà ben più di un miracolo per salvare la piccola libreria – e il suo cuore – ma forse questo Natale potrebbe riservarle una dolce sorpresa...


Manca poco a Natale, ma Carmen si ritrova improvvisamente senza un lavoro. I grandi magazzini in cui faceva la commessa da anni hanno chiuso le porte e lei non sa davvero cosa ne sarà del suo futuro. E' sua sorella Sofia - la sempre perfetta Sofia, avvocato, infallibile, ammirevole, etc. etc. - ad offrirle un impiego piuttosto "disperato": risollevare la libreria di un suo cliente che sta miseramente fallendo.
Carmen non è certa di accettare: si tratterebbe di trasferirsi a Edimburgo, a casa di Sofia, mentre sua sorella è incinta e ci sono tre nipotini, che non sa nemmeno come si chiamino, cui forse dover badare. La fredda Edimburgo, una città per turisti che offre ben poco...
Carmen, infine, accetta, ma la situazione è peggiore di quel che avrebbe immaginato: la libreria del sig. McCredie è un deposito di qualsiasi cosa, i vetri sono talmente impolverati che è difficile pure guardare al suo interno; in più, sua sorella Sofia l'ha relegata nello scantinato e non nella comoda stanza degli ospiti.

Foto di 세혁 장 da Pixabay

Carmen si fa forza e, un passo dopo l'altro, inizia a far risorgere la libreria, rendendola confortevole, accogliente, soprattutto natalizia. E insieme a quel luogo dimenticato, risorge anche il suo animo chiuso in una scatola di rancori infantili e di invidia: prova a comprendere sua sorella, fa amicizia con i nipotini (soprattutto la piccola Phoebe, che è adorabile e somiglia incredibilmente a lei), ne ascolta i consigli.
Persino il sig. McCredie riesce a cambiare, esce dal guscio di vergogna in cui si era volontariamente rinchiuso da una vita a causa della sua nascita che, sì, nasconde un segreto.
In tutto ciò, non può mancare l'amore... perché ci sono ben due uomini che non possono fare a meno di Carmen: uno è il famosissimo Blair Pfenning, personaggio televisivo, autore di libri; l'altro è Oke, un giovane professore universitario che si occupa di alberi, ma non sa nulla del Natale.
Per chi batterà il cuore di Carmen? Ma soprattutto, riuscirà la nostra protagonista a dare una svolta alla sua vita?


Sono contenta di aver letto "La piccola libreria dei segreti". Cercavo un libro che portasse con sé l'atmosfera del Natale e, finalmente, l'ho trovato. Una lettura leggera, incantata, a volte ironica, classicamente sotto i fiocchi di neve. Unica annotazione: il titolo. Il segreto ci sta sicuramente, ma non è il tema principale del libro. E infatti il titolo originale è "The Christmas Bookshop". Non smetterò mai di comprendere le traduzioni "creative".

Vi aspetto alla prossima recensione e, mi raccomando, prendete con voi un libro: a Natale è d'obbligo (insieme a una cioccolata calda!).

sabato 28 marzo 2020

Recensione di "Chiaro di luna a Manhattan" di Sarah Morgan

Buonasera a tutti, amici! Come al solito, non sono scomparsa (dove potrei andare in questo periodo?), ma ho sempre troppe cose da fare tutte insieme. Da metà febbraio gestisco anche un altro blog, riguardante la tutela del patrimonio culturale, per non dimenticarci di quello sulle creazioni mie e di mia sorella... siamo a quota 3 e portare avanti tutto ciò, insieme alle rispettive pagine Facebook e al mio lavoro, inizia a diventare complicato. 24 ore non mi bastano più! In compenso non ho tempo per pensare, il che è forse un bene in questo momento.

Passiamo alla mia ultima lettura. Dopo "Tu, mio" di Erri De Luca, "Siviero contro Hitler" di Luca Scarlini e "Vincent, mio fratello" di Elisabeth Van Gogh, sono tornata a un genere più romantico e rilassante.


Trama: Harriet Knight è sempre stata timida e riservata, ma da qualche tempo questo aspetto del suo carattere ha iniziato ad andarle stretto. Così, decisa a risolvere il problema una volta per tutte, stila un elenco di cose che in condizioni normali non farebbe mai perché la terrorizzano, e sfida se stessa a metterle in pratica. Una al giorno per tutto il mese di dicembre, dal Ringraziamento a Natale, che per concludere in bellezza festeggerà senza la sua famiglia. Ma quando una delle migliori clienti della Bau Rangers, l'agenzia di dog-walking che gestisce insieme alla sorella Fliss, è costretta ad allontanarsi da New York per qualche tempo e a lasciare Madi, la sua esuberante spaniel, a casa del fratello, Harriet si ritrova a dover aggiungere un'ulteriore prova di coraggio alla sua già lunga lista: vedersela con l'arrogante e scorbutico dottor Ethan Black e l'inaspettata alchimia che si è subito creata tra loro. Prima di incontrare Madi, Ethan era convinto di essere abituato al caos, ma quel minuscolo cane è assolutamente impossibile da gestire. L'unico modo per sopravvivere è procurarsi una dog-sitter che se ne occupi al posto suo ventiquattr'ore su ventiquattro, e ingaggiare Harriet a tempo pieno è senz'altro la soluzione più semplice. Lo è molto meno fare i conti con ciò che quella giovane donna suscita in lui. Sotto i raggi argentei della luna che illumina Manhattan è facile sentirsi audaci e concedersi di sognare, ma Harriet saprà affrontare la sfida più grande? Riuscirà a gettare al vento la cautela e ad aprirsi all'amore?


Ho scoperto solo ora, dopo averlo terminato, che era il 6° libro di una serie, anche se il volume di per sé è indipendente. Lo acquistai verso novembre 2018, in un clima che iniziava ad essere piuttosto natalizio e romantico, all'interno della mia libreria Mondadori di fiducia. Era rimasto indietro e, avendo tempo, ho preferito dargli priorità.

Harriet Knight è una ragazza molto riservata, dalla spiccata timidezza che, al mondo d'oggi, costituisce quasi un handicap. Si tratta della tipica persona che va più d'accordo con gli animali che con le persone. Harriet, infatti, gestisce insieme a Fliss, sua sorella gemella, un'agenzia di dog-sitting e per lei il benessere dei cani costituisce il suo obiettivo primario.



Il guscio, da cui non è mai riuscita ad emergere, sembra improvvisamente mostrare qualche crepa, proprio quando Harriet stessa decide di mettersi alla prova. È stufa di sentirsi protetta da suo fratello e sua sorella, stufa di non fare alcune cose perché ne ha troppo timore. Nascono così le "Sfide di Harriet": consistono nell'affrontare a tutti i costi qualcosa che non farebbe mai e poi mai. E nella lista rientra anche andare ad appuntamenti con uomni incontrati online.
Harriet colleziona tre delusioni di fila, tanto che l'ultima esperienza la fa fuggire gettandosi dalla finestra del bagno di un ristorante all'interno di un secchione dell'immondizia e slogandosi una caviglia. L'incidente la condurrà al pronto soccorso dove, nella mischia di persone, si troverà faccia a faccia con due occhi azzurri appartenenti a un medico sexy, premuroso e... arrogante. Ma quest'ultima qualità la scoprirà solo quando, la sorella del Dr. Sexy, alias Ethan Black, decide di lasciare il cane a suo fratello e di affidarlo alle cure della dog-sitter più richiesta di Manhattan: Harriet.
Ethan è bravo nel suo lavoro, ma non ci sa fare con le persone, men che meno con gli animali. Madi, lo spaniel di sua sorella, non lo fa dormire la notte ed è costretto a chiedere aiuto ad Harriet, proponendole di andare a vivere da lui in quel periodo.
Harriet non l'ha mai fatto prima... sarebbe come convivere con uno sconosciuto. La cosa la terrorizza, ma proprio questo decide di farla rientrare tra le "Sfide di Harriet".
È così che, tra una cioccolata calda, una zuppa di pollo, biscotti fatti in casa e le passeggiate sotto la neve di New York, che Harriet ed Ethan entrano più in confidenza. Harriet riuscirà a lasciar libera la se stessa rinchiusa nel guscio sicuro ed Ethan scoprirà un sentimento mai provato, nemmeno nel suo precedente e fallimentare matrimonio che, però, stavolta lo terrorizza alquanto.


Harriet mi è stata subito simpatica, forse perché riflette talmente tanto me stessa che sono riuscita a immedesimarmi. Come dicevo, la timidezza, al giorno d'oggi, è considerata un'invalidità. Nessuno ha voglia, né la pazienza di stare in compagnia di una persona timida, provocando in quest'ultima ulteriori problemi di socializzazione. Lo so, purtroppo, per esperienza. E questo "problema" inizia già a scuola, quando gli stessi insegnanti non fanno altro che accentuare quale sia il tuo carattere davanti ai compagni (che non vedono l'ora di prenderti di mira), raccomandando sempre ai genitori di far "aprire il proprio figlio".
Harriet, oltre ad essere timida, diventa balbuziente sotto stress, a causa di un episodio della sua infanzia, il che - come prevedibile - aumenta esponenzialmente la sua incapacità di socializzazione. Eppure Harriet è una ragazza molto dolce, forte e determinata sotto quella scorza che nessuno ha mai avuto il coraggio di rimuovere.
Ethan è il mio ragazzo ideale: alto, moro, occhi azzurri, gentile, passionale, ironico, adora la lettura e ha la casa piena di scaffali colmi di libri. Che volere di più? Lo avevo definito arrogante? Forse solo in principio, ma nemmeno troppo. Piuttosto non si fida facilmente delle persone, nonostante il suo lavoro lo porti a prendersi cura di loro.
È un ottimo osservatore e ha una capacità che tutte le donne desiderano (motivo per cui è quasi un personaggio di fantasia): sa ascoltare.
"Chiaro di luna a Manhattan" è una storia molto carina, scorrevole, tipicamente natalizia (lo so che ho sbagliato il periodo di lettura), ambientata nella magica New York innevata e tra le spettacolari montagne del Vermont. Una storia per riflettere, ma anche per isolarsi dalla quotidianità, immaginando altre atmosfere, sentimenti rassicuranti e... dolci, proprio come un "pasticcino alla panna montata".


Vi lascio con qualche citazione:

«Da bambina, le piaceva immergersi nelle pagine di un libro e perdercisi per ore e ore. Quando leggeva, non solo si lasciava alle spalle la propria vita, ma entrava in quella di qualcun altro. Spesso perdeva la cognizione del tempo e non si accorgeva del calare della sera. Se si faceva troppo buio per leggere, accendeva una torcia e continuava sotto le coperte, per non disturbare sua sorella che dormiva nel letto accanto. Si portava il libro a scuola. Quando le cose diventavano difficili, il peso dello zaino la confortava. L'aiutava a tenere a mente che il libro era lì, ad aspettarla. Spesso, durante la giornata, ne sentiva i bordi sfregare contro la coscia, come a ricordarle della sua esistenza. Era come avere vicino un amico che le diceva: Sono ancora qui e più tardi potremo stare insieme


«Non si poteva obbligare qualcuno ad amare. Non funzionava così.»


«Non puoi scegliere chi amare, ma puoi scegliere di essere sincero.» 






sabato 20 gennaio 2018

Recensione di "Baciami sotto la neve di New York" di Catherine Rider

Buonasera a tutti lettori! Come state? Oggi ho scelto un sabato pomeriggio di relax, che ogni tanto è salutare. Niente libri di archeologia (sfogliati di mattina), niente pc, niente rumori, solo un buon romanzo a farmi compagnia.
Ho quindi terminato la lettura di “Baciami sotto la neve di New York” di Catherine Rider. Lo avete letto? Intanto ecco la copertina e la trama.



È la vigilia di Natale all’aeroporto JFK di New York. Charlotte è una studentessa inglese, in attesa del suo volo verso casa. Ha passato il peggior semestre della sua vita e non vede l’ora di lasciare a terra il malumore. Anthony è un newyorkese DOC e sta aspettando la sua ragazza per farle una sorpresa. Quello che non sa è che sta per essere lasciato, proprio in mezzo alla folla. Quando il volo di Charlotte viene cancellato a causa di una bufera, la ragazza si rassegna a trascorrere la notte in giro, in compagnia di Dimentica il tuo ex in dieci semplici step, il libro che ha appena acquistato al duty free, e di Anthony, che proprio non se la sente di tornare a casa. I due trascorreranno insieme la notte, chiacchierando e cercando di riprendersi dalle loro sconfitte sentimentali. Pian piano, grazie all’incanto della neve e alle luci magiche della città, la sofferenza lascerà il posto a qualcosa di nuovo nei loro cuori. Ma una corsa in metropolitana potrebbe impedire loro di rivelare quello che provano davvero: riusciranno a ritrovarsi prima che il volo di Charlotte parta per sempre?


E' appena passato quel magico momento dell'anno in cui le lucine, il calore delle vetrine, gli addobbi verdi, rossi e dorati fanno sì che ognuno di noi percepisca una nota di colore in più rispetto agli altri 364 giorni: il Natale.
A Roma è difficile che nevichi. Accade raramente e di solito verso febbraio, non di certo a dicembre, quando un clima più umido che freddo si impadronisce della città. Ma a New York è diverso. Chi ha un animo con un pizzico di romanticismo ha sempre desiderato vedere la Grande Mela durante il periodo natalizio: la neve a Central Park, la cioccolata calda nei locali, i giganteschi negozi pieni di gente, le strade illuminate.
Per Charlotte però la Vigilia di Natale sta diventando il giorno peggiore di sempre: ha chiuso con il ragazzo che amava e che l'aveva solo presa in giro, senza corrispondere i suoi sentimenti. Ogni angolo di New York le ricorda Colin e, avendo terminato il periodo di scambio, vuole tornare immediatamente in Inghilterra, lasciando negli USA il cuore infranto. La sua sfortuna non è però finita qui perché il suo volo viene rimandato al giorno successivo, causa tempesta di neve.
Disperata, si aggira per l'aeroporto con un libro in mano intitolato “Dimentica il tuo ex in dieci semplici step!”, quando assiste a una scena.
Anthony sta aspettando la sua ragazza con un mazzo di rose rosse tra le mani, ma le cose non vanno come sperato. Maya infatti si abbraccia con un altro ragazzo... che non è lui. E Anthony viene lasciato durante la Vigilia di Natale.


Due cuori spezzati al JFK di New York si sono appena incrociati. Charlotte non vuole andare in un triste albergo e Anthony non ha voglia di tornare a casa. I due non sanno che la loro storia è appena iniziata, che da un mix di eventi nefasti sta per nascere qualcosa di ben più importante. Seguendo i “dieci piccoli step” indicati dal libro, Charlotte e Anthony renderanno la notte della Vigilia indimenticabile, esplorando insieme la Grande Mela e stabilendo un legame che mai si sarebbero aspettati. 

Ho letto alcune recensioni e ho avuto la stessa impressione di altre lettrici su questo romanzo sbirciando la quarta di copertina: non pensavo si trattasse di uno young adult, ma di un romanzo in cui i protagonisti fossero più adulti. Avevo già immaginato una storia sul modello "Before we go" con Chris Evans (ehm ... ehm...), ma mi sbagliavo.


Charlotte sta terminando il liceo, mentre Anthony è forse più grande di un annetto. Questa è stata già una prima delusione. La seconda, che interessa tutta la storia, è il loro innamoramento lampo e il fatto di voler dimenticare in sole poche ore il sentimento che provavano verso i precedenti partner, il che li fa apparire esattamente per ciò che sono: due ragazzini dalle idee poco definite e immaturi. Mi è sembrato più paradossale di un cartone Disney vecchi tempi.
E' chiaro fin da subito che tra Charlotte e Anthony accadrà qualcosa in più della semplice amicizia, ma è veramente tutto così assurdo che non sono riuscita a immedesimarmi in nessuno dei due protagonisti. Un punto a favore riguarda certamente l'ironia e il racconto di alcune scene che risultano decisamente divertenti, ma nulla di più.
La nota “tragica” viene inserita nel racconto avanzato, pur non servendo a rendere più maturo l'intero romanzo. Con un unico aggettivo potrei descrivere, tuttavia, il rapporto che nasce tra i due ragazzi: tenero. Perché c'è tenerezza negli sguardi, nelle incomprensioni, nel rischio che due adolescenti (o quasi) vivono... sono emozioni che, con l'età, si perdono, dissolvendosi.
“Baciami sotto la neve di New York” è comunque un racconto leggero, carino nel complesso, ma adatto a una fascia d'età giovane (12-18 anni), di certo non alla mia. 


E adesso il nuovo romanzo mi attende già sul comodino. Si tratta di "La lettera segreta" di Chloé Duval. Lo conoscete? La trama e la copertina mi ispirano tanto... speriamo si riveli all'altezza delle mie aspettative. Buona serata e buona domenica!

lunedì 8 gennaio 2018

Recensione di "La piccola libreria di New York" di Miranda Dickinson

Buongiorno amici! E' lunedì 8 gennaio, il primo dopo le feste... e tutto ricomincia: scuola, lavoro (per chi è fortunato ad averlo), ricerche, attività. Le lucine che avevano avvolto magicamente ogni cosa iniziano a scomparire - complici le varie persone con spirito da Grinch sparse per il mondo - e quel clima ovattato, quasi da fiaba, svanisce lentamente, lasciando spazio a gennaio.
Il primo mese dell'anno dovrebbe perciò dare un'impronta a tutto il resto. C'è persino chi scrive una lista di buoni propositi... ho pensato anche io di farla, ma di tenerla per me. In fin dei conti, ci sono speranze e obiettivi che hanno un carattere assolutamente personale. A volte il web fa sfuggire di mano la bellezza dell'essere riservati, esternando tutto a tutti come se fossimo delle star di Hollywood. Credo solo, che molto genericamente parlando, mi riprometto di pensare più a me stessa, cercando la felicità e imboccando (spero) la strada giusta per una volta nella mia vita.
Concetti che si era prefissata anche Bea dopo aver deciso di lasciare Otis Greene. Di cosa sto parlando? Del romanzo che ho "vissuto" durante le vacanze di Natale. Si tratta di "La piccola libreria
di New York" di Miranda Dickinson e eccovi la trama:


Quando il suo ragazzo la lascia per l’ennesima volta, Bea James, proprietaria di una libreria a Brooklyn, prende una decisione. Basta uomini, basta cuori infranti, basta dolore. Il suo lavoro le piace e i libri l’hanno sempre salvata, l’importante sarà riuscire a stare lontana dall’altro sesso. Jake Steinmann, uno psichiatra che viveva a San Francisco, è pronto a ricominciare, dopo la fine del suo matrimonio. D’ora in poi ci sarà un unico amore nella sua vita: New York. Bea e Jake si conoscono a una festa in cui sono gli unici single, e quando parlano si trovano d’accordo su una cosa: nessuno di loro due vuole avere alcun genere di relazione sentimentale. Ma la città ha altri piani per loro…


Se dovessi definire questo romanzo con qualche parola, direi "speranza" e "possibilità": speranza di poter cambiare e ricominciare; possibilità di sbagliare in libertà e di vivere ancora.
Dopo una grande delusione d'amore, Bea James prende una decisione: niente più uomini, solo amicizie e lavoro, pensando più a se stessa. E' proprio durante una festa di fidanzamento, popolata quasi esclusivamente di coppiette, che Bea conosce Jake, il bel cameriere.


Chiacchierano, scherzano e le loro anime iniziano a camminare sulla stessa linea d'onda. Bea è spontanea con Jake perché non si aspetta nulla da lui e la stessa cosa vale per il misterioso cameriere che si rivelerà essere, invece, uno psichiatra di successo impegnato in un divorzio che gli ha frantumato il cuore. Il patto di Bea viene esteso e siglato anche dallo stesso Jake: amicizia, nulla più. Ed è così che i due, dopo essersi persi e ritrovati - vuoi per conoscenze comuni, o per il destino che li unisce - coltivano la loro amicizia, passeggiando per le vie di New York, riscoprendola con occhi diversi, fino a Central Park dove uno strano calore inizia a pervadere il cuore di entrambi.


Eppure c'è quel patto... che forse non appare più come un'idea grandiosa, soprattutto quando Bea si accorge di pensare a Jake più spesso del dovuto e Jake comincia a mettere da parte la figura della bellissima ex moglie. Non tutto però è così lineare, soprattutto quando l'ombra del passato è ancora tangibile e ritorni spiacevoli spezzano gli equilibri del momento.
Tra Brooklyn, Central Park, l'Upper West Side e la magnifica libreria di Bea e Russ, si svolge la storia dei due protagonisti, seguendo i passi di due cuori riparati e le tracce che il destino svela pian piano, in un crescendo continuo.


E' stata una bella storia d'amore, lo ammetto. Un racconto che ha saputo scaldarmi il cuore e restituirmi speranza. Ci sono cose nella vita che, in alcuni momenti, non vanno proprio come avresti voluto, semplicemente perché non avevi previsto, cavalcando l'onda dell'ottimismo, che sarebbero andate a finire così. Ma è proprio in queste occasioni che bisogna avere la forza di andare avanti, prendere decisioni ed essere coerenti... per il tempo necessario a riprendersi. Il grande passo va fatto da soli... se si è in due, si faticherà poi di meno.
Quello di Miranda Dickinson è un romanzo consigliato sia alle lettrici più romantiche, che a quelle disilluse. Vi perderete piacevolmente nei meandri di New York, amandola per la sua folla, i mille negozi, i grattacieli, il suo manto natalizio e il meraviglioso Central Park. E poi... beh, chi ha amato il film "Serendipity" non potrà che adorare anche questa meravigliosa lettura.

Infine, devo purtroppo notare nuovamente divergenze enormi con il titolo originale. Perché non lasciare "I'll take New York", molto più sensato di "La piccola libreria di New York"? Il titolo non riflette completamente la trama poiché la libreria è certamente il luogo di lavoro di Bea, un posticino raccolto e pieno di libri dove la protagonista si rifugia, ma non costituisce l'anima della narrazione.
Mi chiedo, ancora una volta, perché mai le traduzioni italiane debbano discostarsi così tanto dal titolo attribuito dall'autore. Ad ogni modo, buona lettura a chi deciderà di conoscere Bea e Jake e... alla prossima!

giovedì 24 dicembre 2015

Natale 2015... auguri e riflessioni

Siamo di nuovo al 24 dicembre. Su Facebook e sui social tutti si scambiano gli auguri, anche persone che non si sono più viste da un millennio e che si risvegliano solo nelle festività perché "bisogna essere tutti più buoni".
A me il Natale è sempre piaciuto: la città che si riveste di colori e di lucine, il freddo, i cappotti caldi, la cioccolata al bar, i biscotti a forma di fiocco di neve, le persone che girano cariche di regali nei negozi luminosi nei quali ogni oggetto è stato disposto con cura. E poi ci sono i presepi nelle chiese, le piazze adorne di alberi giganteschi, l'odore delle castagne, i bimbi liberi dalle scuole che si aggirano contenti per le strade per mano ai loro genitori, saltellando ed emozionandosi per ogni cosa.
Le case si riempiono di addobbi, l'albero di Natale splende dietro le finestre e dalle strade si notano lucine soffuse dietro le tende, il presepe occupa uno spazio più o meno ampio su un mobile, compaiono candele a forma di Babbo Natale, di stelle, di regali impacchettati. In televisione trasmettono i film che si vedranno ogni anno, da sempre (es. Natale sulla ventiquattresima strada; Mamma ho perso l'aereo), e i classici Disney che apprezzo tanto.
Si sta tutti insieme, amici e parenti, si ride e si scherza, si gioca a tombola e a carte, mentre Michael Bublè canta in sottofondo.


Eppure ogni anno che passa ho sempre l'impressione che dietro tutta questa allegria ci sia qualcosa di estremamente falso. Gli auguri fatti a gente che non senti per 11 mesi l'anno, le promesse di vedersi con l'anno nuovo e che ovviamente non verranno mantenute, le riunioni con parenti che non sanno più nemmeno come ti chiami tanto è il tempo intercorso dall'ultima volta in cui ci si è visti, regali scambiati anche tra i migliori amici che fanno il discorso "un pensierino che costa poco perché non ci voglio spendere più del dovuto". E gli auguri solo tramite social network.
Mi sono adattata anche io, dico la verità... adattata però. E' un clima che non mi piace più. 
Il Natale lo si vive magicamente quando si è bambini, quando si è ingenui, quando si pensa a un mondo roseo e buono, brillante proprio come la porporina delle palline dell'albero, quando si crede a un vecchietto così altruista da fare il giro del mondo portando regali a tutti, senza pretendere nulla in cambio. Poi cresci, inizi a conoscere le persone per quel che sono veramente, a quante maschere indossino, a quanta poca sia in realtà la bontà nascosta dietro i loro sorrisi, a quanto invece immensi sia invidie e rancori tanto da spingere le persone a farsi la guerra (sia in termini interpersonali, che in termini internazionali e basti riflettere sulla situazione che si consuma attualmente in tutto il mondo) e quella fiammella, che a Natale ardeva di più, comincia ad affievolirsi, fin quasi a spegnersi.
Viviamo un Natale commerciale, una corsa all'ultimo secondo per aggiudicarsi i regali da distribuire secondo il grado di simpatia, cercando di spendere il meno possibile perché "non ne vale la pena" oppure perché realmente i soldi non bastano in quest'Italia sommersa dalle tasse e dalla precarietà.
Si cade in una specie di apatia, di sindrome del Grinch. Forse io ci sono immersa e rimango fuori a stento solo con la testa perché sono sempre stata un po' sognatrice, ma non riesco più ad avvertire quell'atmosfera che un tempo mi scaldava il cuore. Ci provo, ma niente di niente. E so di non essere sola.
Cosa vorresti come regalo? Vorrei rispondere con sincerità: "qualcosa che non si può comprare e si chiama FUTURO, qualcosa che mi dia un terreno stabile per costruire la mia vita" e invece tutte le speranze e i sogni vorticano così, senza meta, dispersi in una specie di nulla.
Auguro quindi un Buon Natale a tutti coloro che come me non riescono quasi più a sentirlo perché con il calore delle persone cui vogliono veramente bene riprendano a sognare; auguro un Buon Natale a tutte le persone che combattono contro la falsità ogni giorno, che hanno le spalle così grandi da riuscire a passare indifferenti davanti alle offese e alle umiliazioni; auguro un Buon Natale a noi giovani perché rimboccandoci le mani, ancora una volta, stringeremo i denti e proveremo a cambiare un paese che non ci vuole più; auguro un Buon Natale a tutte quelle coppie che stanno davvero insieme per amore, quello vero, e non perché "devono avere qualcuno accanto per le feste che altrimenti sfigurano davanti agli amici e ai parenti"; auguro un Buon Natale a chi mi ha fatto del male, in un passato lontano e in quello più recente, perché rifletta sul proprio operato e si impegni a rimediare, ricucendo gli strappi provocati nell'animo; auguro un Buon Natale agli amici sinceri, che si sentono e stanno insieme per stima, rispetto e simpatia reciproca, non per convenienza; auguro un Buon Natale a voi lettori e vi ringrazio perché mi seguite sempre, supportando il mio sogno letterario, che forse non andrà da nessuna parte come quello di tanti "colleghi", ma che avrà almeno una fiammella di speranza ad illuminarlo. 



mercoledì 23 dicembre 2015

Recensione di "Masada" di M. G. Siliato + promozione Natalizia ebook Sàkomar

Buonasera a tutti cari lettori! Il Natale si avvicina. Ci sarà chi di voi avrà già terminato i regali da fare, altri invece preferiranno ricorrere al fatidico "ultimo secondo", al 24 dicembre, aggirandosi disperatamente per negozi e centri commerciali. Sicuramente sotto i vostri alberi, ci saranno lettori Kindle o Kobo. Se amate il fantasy, l'avventura, l'amore e le storie di amicizia (quella vera), le leggende e i miti che si intrecciano in un groviglio inestricabile e altrettanto bello, Sàkomar è proprio la saga che fa per voi. Per la durata di tutte le feste, i miei ebook saranno disponibili su Amazon al prezzo di 0,99 centesimi. Non pago così poco nemmeno il mio caffè decaffeinato (eh sì, ultimamente il mio stomaco è diventato delicato). Sarei molto contenta se qualcuno di voi mi desse fiducia, lasciando anche una piccola recensione che male non fa. Inserisco qui il link ai miei ebook. Ah, se vi facesse piacere, potete inviarmi le foto dei vostri lettori con il mio ebook. Li posterò sulla pagina Facebook, su Google+ e su Twitter.
Per il cartaceo invece qualche problema c'è nel periodo natalizio. La YCP non riesce a seguire tutte le ordinazioni e le sospende. Non condivido questa politica, ma mi devo adattare. A partire dal 3 gennaio potrete tranquillamente ricominciare le vostre ordinazioni dei cartacei di Sàkomar. Mi scuso per il disagio, ma non è una mia decisione purtroppo.





Oggi sono quindi cominciate le vacanze per me, pazza dottoranda alle prese con i suoi simboletti.
Dopo essere andata un po' in giro per gli ultimi regali, sono piombata a casa e il letto non mi è mai sembrato un luogo così caldo e accogliente. Ero davvero esausta. Vista la vicinanza del comodino (ero in modalità pigrizia da stanchezza, quindi comprendetemi), ho ripreso e terminato di leggere "Masada" di Maria Grazia Silato.
Sarò sincera: mi è piaciuto moltissimo per l'articolazione, per la storia che si è voluto trattare e i personaggi, però non si avverte la classificazione come "romanzo". A parte i due narratori principali, il resto è storia che si svolge da sé. Ho avuto l'impressione di leggere un volume di archeologia, storia del cristianesimo, storia dell'ebraismo e antichità giudaiche.
Fossi stata nell'autrice, avrei conferito più spessore ai personaggi principali, descrivendo maggiormente le loro emozioni, le loro vite perché frequentemente il ritmo è lento. Anche la suddivisione in paragrafi, lo fa apparire troppo come un trattato storico, poco come un romanzo.
Il racconto si è soffermato essenzialmente sulle storie del popolo ebraico e di Michel, perché connesse anche se separate dal tempo, e poco su quella di Catherine, per niente su quella di Gad, e forse nemmeno troppo su quella di Ilan, uomo molto interessante a parte la sua fuga da Gerusalemme e il suo esser membro della Yahad.
Passo però alla trama e poi alla recensione vera e propria. Ho voluto cominciare prima con alcune impressioni personali. E' indubbio che rimanga un libro notevole e degno di essere assaporato fino in fondo, dove è riportato il famoso quaderno di Michel.


Trama: Diciannove secoli prima di noi, una notte di primavera. Lassù, nella Fortezza di Masada stanno gli ultimi superstiti di una rivolta durata sette anni. Sono novecentosessanta. Giù, lungo l'ardente Mare di Sale, si stringe in armi la spietata Decima Legio Romana. Fino a ieri, per raggiungere la Fortezza esisteva solo il rischiosissimo "sentiero del Serpente". Era imprendibile, Masada. Ma i Romani hanno trovato una via. E all'alba sarà strage. Quali supplizi aspettano quei novecentosessanta, con le loro donne e i bambini? I ricordi vagano sulla libera vita d'un tempo, e poi l'invasione, Jerushalem distrutta, le crocifissioni a migliaia. È l'alba. Contro il cielo impallidito, emerge dalla muraglia l'elmo crestato di un centurione romano. L'uomo balza su, pronto alla strage. Ma non immagina ciò che i suoi occhi vedranno. Sulla fortezza nemmeno una voce. E oggi un altro uomo, che si chiama Michel, scruta le antiche rovine, decifra i fragili scritti. Chi erano veramente, quegli insorti? Perché una comunità di asceti, che noi chiamiamo Esseni, visse nel deserto di Qumran, e nascose in undici caverne migliaia di Rotuli in pergamena dove è scritta una storia di cui nessuno sapeva più niente? Perché su una Làmina di rame sono elencati sessantaquattro nascondigli dove ancor oggi sarebbe sepolto un enorme tesoro? Perché il popolo di Jerushalem aveva accolto con entusiasmo un Galileo chiamato Jeshu? E perché quello stesso Galileo fu condannato a una morte straziante?



Ho fatto un sorriso quando ho sfogliato le ultime pagine di questo volume perché, proprio verso la fine, ho iniziato a scorgere nomi molto familiari che, ormai da diversi mesi, mi accompagnano durante i miei studi: Y. Yadin, Padre Bagatti, Padre Testa, e gli intramontabili Migne - i cui volumi della Patrologia Latina e Patrologia Greca occupano pareti consistenti delle biblioteche archeologiche - e Mommsen, un nome una leggenda. Aleggia invece la costante presenza di Flavio Giuseppe, personaggio conduttore di tutta la vicenda, lo storico traditore che tramandò gli eventi.
La storia comincia con Ilan che, fuggito da Gerusalemme durante l'assedio del 70 d.C. che comportò la rovinosa distruzione del Tempio, arriva alla roccaforte di Masada, lì dove Erode aveva costruito la sua fortezza e dove gli abitanti ebrei sono l'ultimo baluardo contro i Romani prima della conquista della Giudea.



Ilan ha i capelli lunghi, è giovane e veste una tunica di lino bianco. Non è un personaggio comune. Faceva parte della Yahad, una setta di studiosi, eremiti... e fu proprio lui ad essere implicato con la Lamina di Rame e i rotoli di Qumran che gli archeologi ritroveranno in futuro e che sconvolgeranno decisamente alcune convinzioni.



Il racconto di Ilan sull'assedio di Gerusalemme si svolge in una sola notte. Sono delle ore intense, prima dell'alba che condurrà i Romani ad assalire Masada, a fare prigionieri e a trucidare i combattenti. L'ansia, il dolore, lo spavento, la paura serpeggiano lentamente impregnando gli animi di coloro che stanno vicino a Ilan, ad ascoltare le sue parole, provocando un pathos crescente.



Facendo un salto nel tempo, Catherine arriva in Israele e qui incontra Michel, un ebreo ceco, sopravvissuto alla strage nazista che tutti conosciamo benissimo. Michel conduce Catherine fino a Masada, illustrando i paesaggi delle terre bibliche, dipingendole con tramonti mozzafiato, e inserendo ricordi dolorosi al suo interno. La vita del vecchio Michel è forse stata una morte dell'animo perché sua moglie e i figli sono stati deportati ad Auschwitz per non farvi più ritorno. E' stato vittima della pazzia, poi della rassegnazione. Nella sua mente, sua figlia è cresciuta, lui è invecchiato con sua moglie, ma la realtà è ben più dura. Con l'aiuto di Gad, figura decisamente misteriosa, Michel e Catherine arrivano a Masada, la meta di tutto questo viaggio. 
L'autrice ha creato un parallelo ad hoc tra lo sterminio degli ebrei nella rivolta giudaica del 70 d.C. e quello dell'Olocausto operato dalle truppe naziste. 



Ilan e Michel sono due narratori, ognuno con il proprio bagaglio di dolori e ricordi che accompagnano il lettore verso delle verità storiche sulle quali, finalmente, si riesce a vedere uno spiraglio di luce. Ebrei e Cristiani sono parte di un'unica famiglia, solo che se ne sono dimenticati, ottenebrati da motivazioni essenzialmente legate al potere nell'arco dei secoli. Si pensi solo al fatto che Gesù era un ebreo che non aveva intenzione di creare una chiesa. E tra Ebrei e Cristiani ci sono loro, i Giudeocristiani, delle figure a metà, escluse spesso dalla storia. Erano gli ebrei che, convertiti al cristianesimo, proseguivano comunque a seguire i precetti giudaici, a frequentare il Tempio, erano coloro che formavano "l'ecclesia dei circoncisi" guidata da Giacomo, "il fratello del Signore". 
Come si sa, Masada crollerà. Tutti gli abitanti, per non finire nelle mani dei Romani, si uccisero. E' peccato, ma la libertà della morte vale molto di più. Gli ebrei di Masada, esattamente come le genti celtiche (si veda ad esempio il Galata suicida di Palazzo Altemps), preferiscono togliersi la vita pur di non cadere in mano agli invasori e sfilare a Roma come trofeo.



Un volume questo che, specialmente a partire dal capitolo IV, acquista di interesse storico. Sono certa che, coloro che si troveranno per la prima volta in mano l'opera della Siliato, alla fine andranno a documentarsi. Perché la storia non è proprio così come ce l'hanno tramandata. Ci sono molti capitoli da riordinare, forse ancora oscuri, che è bene iniziare a mettere in luce. Gli storici vanno avanti, i filologi pure e gli archeologi (mi includo) non si fermano davanti a nulla. La verità viene prima di tutto. 
Ultima nota. Non condivido troppo "l'accanimento" contro i Padri della Chiesa e contro Costantino, non perché sia di parte studiando archeologia cristiana (vi sembrerà strano, ma noi archeologi cristiani siamo i più scettici e critici in circolazione quando si parla di storia del cristianesimo), ma perché la questione è ben più complessa. E' vero che l'opinione di molti Padri era antigiudaica (come quella dei rabbini era anticristiana... ma è ovvio essendoci stato uno "scisma" di fondo), ma non si deve fare di tutta l'erba un fascio. Dico solo un nome: Girolamo, che aveva un insegnante ebreo, che imparò a leggere e scrivere in quell'antica lingua.
Costantino invece si prospetta solo come un "figlio del suo tempo". Conveniva sicuramente appoggiare la religione nascente. La storia del segno apparso in sogno - il cristogramma o monogramma costantiniano - è una leggenda, forse tramandata ad hoc per legittimizzare il potere acquisito "sposando" la chiesa cristiana. Si pensi solo che Costantino venne battezzato in punto di morte.



Sono d'accordo - ma è solo un dato di fatto - sulla questione della traduzione biblica. E' vero, la trasposizione dei Settanta, ovvero la versione greca, non rende giustizia a quella ebraica. L'ebraico è una lingua complicatissima, ricca di sfumature semantiche che non potevano essere rese con parole greche. Spesso ci sono approssimazioni, altre volte errori (prendiamone atto), oppure dei tagli (basti leggere la Bibbia per rendersene conto da soli. Che siano voluti o meno, non potremo mai saperlo di certo), e frequenti interpretazioni sbagliate. Abbiamo avuto poi la Vulgata, la versione latina, quella di Girolamo e, va da sé, che se nella versione greca c'erano degli errori, quegli stessi vengono perpetuati e aggiunti ad altri.
I rotoli di Qumran hanno decisamente segnato un punto importante nella storia, ma non mi metterò a discutere oltre. L'archeologia biblica e la storia del cristianesimo fanno ormai parte di me e potrei parlarne all'infinito senza annoiarmi mai. 
Posso solo fornire un ultimo suggerimento: se il libro di Maria Grazia Siliato vi è piaciuto, vi consiglio di sfogliare la bibliografia inserita dall'Autrice alla fine del suo romanzo (nel quaderno di Michel) e poi di leggervi i seguenti volumi che sono ben scritti e hanno un taglio sia scientifico che divulgativo:

- Corrado Augias- Remo Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo 
- R. Eisenman-M. Wise, I manoscritti segreti di Qumran
- G. Filoramo-D. Menozzi, Storia del Cristianesimo. L'antichità (questo più manualistico, ma interessante e importante se si vuole comprendere l'ambientazione storica)

Termino con questo estratto che mi è piaciuto tantissimo:

<<Tu ami la Storia. La Storia non è niente di più che scoprire, da una costa rocciosa, i relitti del naufragio. Dici: sì, questa era una scialuppa, un pezzo di paratìa, una vela. Quello là, che l'acqua copre e ricopre fra gli scogli, è lui; riconosci il suo viso? E tutti gli altri? La nave è giù, nel profondo, non ne saprai mai niente... Ma tu ricordati, mentre cerchi, dell'immensa quantità di inutile, anonimo dolore che è diffusa nel mondo>>.

Dopo questo buona serata e a presto ovviamente!




sabato 12 dicembre 2015

Antologia "A Natale ti regalo l'amore"

Buongiorno a tutti lettori! Come state? Io proseguo sempre la vita da studiosa, con la mia ricerca che ad ogni passo si ingarbuglia e mi interessa di più. E' una bella sensazione avvertire che qualche tassello mancante, che sembrava perduto, inizia ad emergere dalla sabbia del tempo.
Scrivo questo post per segnalarvi il seguente ebook. Si tratta di un'antologia di racconti, accomunati dal tema dell'amore e da quello del Natale. L'iniziativa è nata da Tiziana Cazziero, scrittrice emergente e bloggers, che ha proposto di raccogliere le proprie idee e creare un racconto.
Mi sono messa alla prova anch'io e ho dato vita a una breve narrazione, di un amore ambientato in una biblioteca (ormai trascorrendo gran parte dei miei giorni tra i libri, era inevitabile).



L'antologia si intitola "A Natale ti regalo l'Amore" ed è in vendita su Amazon per 0,99 centesimi.
I proventi saranno interamente devoluti all'AIRC, Associazione Italiana Ricerca per il Cancro, quindi è tutto a scopo benefico.
I racconti sono 10 uniti in una piacevole lettura natalizia e romantica. Chiunque volesse quindi aiutare la ricerca e leggere qualcosa di nuovo - mio racconto compreso, intitolato "E' Natale se..." - può scaricare il file da Amazon dopo aver versato quella somma irrisoria.
Vi lascio il link d'acquisto diretto: http://www.amazon.it/A-Natale-ti-regalo-lAmore-ebook/dp/B0196UYHN0/ref=pd_rhf_dp_p_img_7?ie=UTF8&refRID=0NWPHG7R9FRNVPJ39ST7


Una piccola curiosità: la biblioteca che mi ha ispirata è ovviamente quella che frequento quasi tutti i giorni. I personaggi sono evidentemente inventati. Edoardo e Stella sono frutto della mia grande fantasia... Se proprio dovessi paragonarli a qualcuno, Edoardo somiglierebbe fisicamente a Gigi Buffon vecchi tempi (eh sì, è un mio grande amore) e Stella ad Anna di Frozen con i capelli castani.
Diciamo perciò che è uscito un racconto con vari elementi mescolati insieme! E l'albero dei desideri?
Per chi è di Roma, provate a passare alla Stazione Termini. Vedrete un albero gigantesco con tanti foglietti attaccati con le speranze di tutti i sognatori di passaggio.



Ammetto di aver appeso il biglietto anche io per due anni di fila, poi ho deciso di non farlo più. La mia vena romantica/sognatrice si è un po' affievolita con il tempo, ma mi piace pensare che ci sia gente con un cuore meno ghiacciato del mio lì fuori, che creda davvero nell'amore, nell'amicizia e nei sogni. Forse un giorno mi passerà questa fase... almeno su questo sono speranzosa.



Bene, per oggi è tutto! Io proseguo a leggere "Masada", ma la lettura si sta prolungando un po' troppo ed è brutto segno quando, finito un capitolo, vado subito a curiosare sul numero di pagine che compongono quello successivo. Lo sto trovando bello, ma davvero pesante...
A presto e buona lettura della nostra antologia!

mercoledì 24 dicembre 2014

Buon Natale da Sàkomar!

Cari bloggers e lettori che passate di qui, con questo post vi auguro di trascorrere una buona Vigilia e un sereno Natale con i vostri cari. L'importante è che nei vostri cuori regni armonia e gioia. So che è un periodo un po' strano per tutti, i problemi sono tanti e martellano i nostri pensieri ogni giorno, ma almeno per questi giorni facciamo sì di trascorrere del tempo serenamente, preparandoci ad affrontare un anno che ricomincia, sperando che sia migliore di quello passato.

Vi ricordo anche dell'evento che noi Self Dreamers abbiamo organizzato. Alcuni estratti sono visibili tramite le cards che sono state create appositamente:


I nostri ebook saranno in offerta a 0,99 per un periodo compreso tra il 23 dicembre 2014 e il 6 gennaio 2015. Alcuni di noi hanno associato un giveaway. I dettagli sono consultabili sul blog di Marie Albes, al seguente link:


Qui trovate invece il collegamento diretto ai miei due romanzi:



Spero che il mondo di Sàkomar con tutti i suoi personaggi possa farvi compagnia durante le feste, per farvi immergere in un'altra dimensione dove regnano magia e fantasia.
Ancora tanti auguri a tutti voi!






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