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giovedì 24 dicembre 2015

Natale 2015... auguri e riflessioni

Siamo di nuovo al 24 dicembre. Su Facebook e sui social tutti si scambiano gli auguri, anche persone che non si sono più viste da un millennio e che si risvegliano solo nelle festività perché "bisogna essere tutti più buoni".
A me il Natale è sempre piaciuto: la città che si riveste di colori e di lucine, il freddo, i cappotti caldi, la cioccolata al bar, i biscotti a forma di fiocco di neve, le persone che girano cariche di regali nei negozi luminosi nei quali ogni oggetto è stato disposto con cura. E poi ci sono i presepi nelle chiese, le piazze adorne di alberi giganteschi, l'odore delle castagne, i bimbi liberi dalle scuole che si aggirano contenti per le strade per mano ai loro genitori, saltellando ed emozionandosi per ogni cosa.
Le case si riempiono di addobbi, l'albero di Natale splende dietro le finestre e dalle strade si notano lucine soffuse dietro le tende, il presepe occupa uno spazio più o meno ampio su un mobile, compaiono candele a forma di Babbo Natale, di stelle, di regali impacchettati. In televisione trasmettono i film che si vedranno ogni anno, da sempre (es. Natale sulla ventiquattresima strada; Mamma ho perso l'aereo), e i classici Disney che apprezzo tanto.
Si sta tutti insieme, amici e parenti, si ride e si scherza, si gioca a tombola e a carte, mentre Michael Bublè canta in sottofondo.


Eppure ogni anno che passa ho sempre l'impressione che dietro tutta questa allegria ci sia qualcosa di estremamente falso. Gli auguri fatti a gente che non senti per 11 mesi l'anno, le promesse di vedersi con l'anno nuovo e che ovviamente non verranno mantenute, le riunioni con parenti che non sanno più nemmeno come ti chiami tanto è il tempo intercorso dall'ultima volta in cui ci si è visti, regali scambiati anche tra i migliori amici che fanno il discorso "un pensierino che costa poco perché non ci voglio spendere più del dovuto". E gli auguri solo tramite social network.
Mi sono adattata anche io, dico la verità... adattata però. E' un clima che non mi piace più. 
Il Natale lo si vive magicamente quando si è bambini, quando si è ingenui, quando si pensa a un mondo roseo e buono, brillante proprio come la porporina delle palline dell'albero, quando si crede a un vecchietto così altruista da fare il giro del mondo portando regali a tutti, senza pretendere nulla in cambio. Poi cresci, inizi a conoscere le persone per quel che sono veramente, a quante maschere indossino, a quanta poca sia in realtà la bontà nascosta dietro i loro sorrisi, a quanto invece immensi sia invidie e rancori tanto da spingere le persone a farsi la guerra (sia in termini interpersonali, che in termini internazionali e basti riflettere sulla situazione che si consuma attualmente in tutto il mondo) e quella fiammella, che a Natale ardeva di più, comincia ad affievolirsi, fin quasi a spegnersi.
Viviamo un Natale commerciale, una corsa all'ultimo secondo per aggiudicarsi i regali da distribuire secondo il grado di simpatia, cercando di spendere il meno possibile perché "non ne vale la pena" oppure perché realmente i soldi non bastano in quest'Italia sommersa dalle tasse e dalla precarietà.
Si cade in una specie di apatia, di sindrome del Grinch. Forse io ci sono immersa e rimango fuori a stento solo con la testa perché sono sempre stata un po' sognatrice, ma non riesco più ad avvertire quell'atmosfera che un tempo mi scaldava il cuore. Ci provo, ma niente di niente. E so di non essere sola.
Cosa vorresti come regalo? Vorrei rispondere con sincerità: "qualcosa che non si può comprare e si chiama FUTURO, qualcosa che mi dia un terreno stabile per costruire la mia vita" e invece tutte le speranze e i sogni vorticano così, senza meta, dispersi in una specie di nulla.
Auguro quindi un Buon Natale a tutti coloro che come me non riescono quasi più a sentirlo perché con il calore delle persone cui vogliono veramente bene riprendano a sognare; auguro un Buon Natale a tutte le persone che combattono contro la falsità ogni giorno, che hanno le spalle così grandi da riuscire a passare indifferenti davanti alle offese e alle umiliazioni; auguro un Buon Natale a noi giovani perché rimboccandoci le mani, ancora una volta, stringeremo i denti e proveremo a cambiare un paese che non ci vuole più; auguro un Buon Natale a tutte quelle coppie che stanno davvero insieme per amore, quello vero, e non perché "devono avere qualcuno accanto per le feste che altrimenti sfigurano davanti agli amici e ai parenti"; auguro un Buon Natale a chi mi ha fatto del male, in un passato lontano e in quello più recente, perché rifletta sul proprio operato e si impegni a rimediare, ricucendo gli strappi provocati nell'animo; auguro un Buon Natale agli amici sinceri, che si sentono e stanno insieme per stima, rispetto e simpatia reciproca, non per convenienza; auguro un Buon Natale a voi lettori e vi ringrazio perché mi seguite sempre, supportando il mio sogno letterario, che forse non andrà da nessuna parte come quello di tanti "colleghi", ma che avrà almeno una fiammella di speranza ad illuminarlo. 



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