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mercoledì 19 aprile 2023

Recensione di "La libreria sulla collina" di Alba Donati

Buonasera amici lettori! Dopo una giornata piena di impegni, approdare sul blog sembra quasi come respirare un po' d'aria fresca. Necessito di un luogo, seppur virtuale, in cui stare in tutta tranquillità.
Ed è proprio in un luogo tranquillo che voglio portarvi con la recensione di "La libreria sulla collina" di Alba Donati.



Trama: Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto.

Libreria "Sopra la Penna" (foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale)

Un paese di pochi abitanti immerso nel verde, un piccolo cottage e tanti tantissimi libri: è così che nasce "la libreria sulla collina" a Lucignana, in provincia di Lucca, nel cuore della Toscana. Una libreria che esiste e si chiama "Libreria Sopra la Penna". La storia di Alba Donati e della sua libreria è il racconto di un sogno che diventa realtà (un sogno che condivido con lei... anche io vorrei tanto gestire una piccola libreria, che sia in riva al mare però), anche dopo il tragico incendio che, in poche ore, carbonizza tutto.
Alba Donati non si arrende, nonostante il periodo ancora peggiore - quello del lockdown - e rimette in piedi la libreria che non è un semplice negozio di libri, è molto di più: un rifugio sicuro per lettori, per amici e confidenti, per chi ama la tranquillità e l'odore della carta, insieme a quello di un buon té sorseggiato nel verde delle colline. La libreria della Donati è una piccola dimora delle fate.
Il racconto è strutturato in un diario di 6 mesi, durante i quali, oltre alla libreria, c'è la vita di Alba Donati che ruota intorno ad eventi e persone, alla mamma di oltre 100 anni, al papà che torna dopo un'intera esistenza vissuta lontano; Donatella, Laura e Pierpaolo sono delle certezze; i lettori (e anche solo i curiosi) che arrivano da tutta Italia generano piccole soddisfazioni. A tutto ciò, si aggiungono gli ordini di volumi che si propongono quasi come un suggerimento di lettura a fine giornata e i ricordi che, quando vengono scritti nero su bianco, fanno un po' meno male e aiutano a comprendere i meccanismi della sua stessa anima.
Si tratta di un libro che parla di libri, ma anche di un'autrice/lettrice che si rivolge a lettori già esperti, o comunque curiosi di intraprendere nuove avventure letterarie.

Inserisco di seguito il link al video/intervista ad Alba Donati direttamente tratto dal canale Einaudi (link) e qualche frase che mi è piaciuta. Da Sàkomar è tutto. Buonanotte...

Libreria "Sopra la Penna" (foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale)

«[…] sono tante le persone che hanno letto libri indimenticabili di cui non ricordano l’autore o l’autrice. Cercano storie, non importa chi le abbia scritte, servono storie per distrarsi, per immedesimarsi, per farsi portare altrove. Chiedono storie che non facciano male, che siano disposte a curare una ferita, a infondere fiducia e bellezza.»

«Lo dice bene Emanuele Trevi: “Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. È quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo”. Sono convinta che il paese conserva ancora più a lungo, perché le azioni rimangono impigliate nei sassi, nei campi, nei boschi.»

«[…] Jung queste coincidenze le chiamava sincronie, esse postulavano l’ipotesi che l’universo abbia una sua intelligenza e che tale intelligenza faccia scattare le armonie. Un universo che capta le cose che si cercano e le fa incontrare. Altro che caso.»

«L’infanzia ha una potenza invincibile su tutto il resto della nostra vita. Può essere stata felice o infelice, non importa, lì torniamo a chiedere ragione di noi stessi. Credo che dipenda dal fatto che l’infanzia non ha niente, non ha ambizioni, status, ruoli e decorazioni, ha e vuole solo amore.»

«Il libro di consolazione si trova per caso, come un amore, e placa le nostre paure, e lo teniamo per noi come un segreto, e lo stringiamo al petto, e lo annusiamo, non lo nominiamo mai in contesti ufficiali, è, e rimane, una faccenda privata.»

«Leggere è una fantastica, magica, medicina che mi ha ridato i quattro sensi mancanti. Posso vedere, udire, toccare, assaggiare senza più la paura di svanire nel nulla.»

«La libreria è una scuola, una finestra su un mondo che pensiamo di conoscere e non è vero. La verità è che si deve leggere per conoscere davvero il mondo perché chi scrive lo fa sempre a partire da un particolare che non torna E quando “il calcolo dei dadi più non torna”, come direbbe Montale, a scrittrici e scrittori non resta che accogliere la contraddizione, avventurarsi nelle buie strade dell’io, essere il buio stesso, non c’è altra soluzione.»
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