tag:blogger.com,1999:blog-71538346197611124102024-03-24T18:06:44.369+01:00Sàkomar WorldBlog ufficiale di Cristina Cumbo, archeologa, aspirante scrittrice e appassionata lettriceCristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.comBlogger330125tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-16114923414954264712024-03-24T12:46:00.006+01:002024-03-24T18:04:37.166+01:00Recensione di "Terapia di coppia per amanti" di Diego De Silva<div style="text-align: justify;">Buongiorno e buona domenica, amici lettori! In questa primavera ballerina, che alterna diluvi a giornate di sole caldissime, non manchiamo mai di dedicarci alle nostre letture!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quale libro mi ha fatto compagnia su bus e metro nel mezzo del traffico di Roma? Saltando la pila dei romanzi in attesa ed entrando da Mondadori, mi ha ispirato la copertina di un libro di Diego De Silva, autore che conosco per altre sue opere già recensite ("<a href="https://sakomar.blogspot.com/2020/03/recensione-di-mancarsi-di-diego-de-silva.html" target="_blank">Mancarsi</a>" e "<a href="https://sakomar.blogspot.com/2020/07/recensione-di-la-donna-di-scorta-di.html" target="_blank">La donna di scorta</a>", così come per le storie dell'avvocato Malinconico che, volutamente, non ho iniziato perché non sto dietro alle "serie"): "Terapia di coppia per amanti", da cui è stato anche tratto un <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Ye1CR41qj8Q" target="_blank">film</a> uscito negli anni passati:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-athybD2G4b_o56eF2Ez8B7yeyfar4N21fiTHXRwACDX_y5liEIxuKEpbCe3UaYQKwmhecxNTEHvIG4_QijNtamzS9JwME2jCQYsAHs68vty05HRyIOqmuV5u9wSQpTGJzbIrmsAcQql1_OcNPDq_5kXwc-N9kFF8IOndV8qbF_6RHjUc49yT6wnxn8Y/s1500/Diego%20De%20Silva,%20Terapia.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-athybD2G4b_o56eF2Ez8B7yeyfar4N21fiTHXRwACDX_y5liEIxuKEpbCe3UaYQKwmhecxNTEHvIG4_QijNtamzS9JwME2jCQYsAHs68vty05HRyIOqmuV5u9wSQpTGJzbIrmsAcQql1_OcNPDq_5kXwc-N9kFF8IOndV8qbF_6RHjUc49yT6wnxn8Y/s320/Diego%20De%20Silva,%20Terapia.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Due adulti sposati (non tra loro) si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. Modesto è meno chic, ma abilissimo nell'autoassoluzione. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. Ma Viviana, nella crucialità del dilemma, trascina Modesto dall'analista, alla ricerca di una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da lacerazioni continue. Un romanzo a due voci, maschile e femminile, che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono e ci trascinano in un'immersione nelle complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente per la paura di affidarci all'amore e dargli mandato a cambiarci la vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Viviana e Modesto, una coppia fantastica, ironica, passionale... peccato che i due non siano sposati tra loro, ma siano amanti da qualche anno. Entrambi hanno una doppia vita e i rispettivi partner sembrano non costituire una presenza ingombrante. Nessuno fa scenate, nessuno chiede troppo. Segnale di cosa? Di due matrimoni che, alla fine, non sono andati così bene e, purtroppo, della mancanza di coraggio sia da parte dei protagonisti, che dei partner nel dire "basta così", nel restituirsi libertà a vicenda.</div><div style="text-align: justify;">Davanti un matrimonio di facciata, dietro il tradimento nemmeno tanto celato.</div><div style="text-align: justify;">Ma cos'è che sia Viviana che Modesto hanno trovato nella loro relazione clandestina? Proprio ciò che manca a numerosi casi matrimoniali, che finiscono per essere opprimenti: la libertà di vivere appieno un amore senza essere giudicati, senza impegni di coppia, senza doveri. C'è solo quella voglia di stare insieme e di amarsi. Una libertà che, in realtà, si dovrebbe sempre riservare anche in coppia "ufficiale", senza far subentrare la tanto odiosa routine, o l'obbligo verso l'altro. Bisognerebbe dire più "non mi va di fare questo o quell'altro", bisognerebbe lasciare più spazio alla sorpresa e alla curiosità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUOlC5fflk0IZ3mQgvWoZyZnnJ194FDgQcVJSpVbZbYgHPNuyQefqsJVVYkROjrdaJ7dPjuY00HljJLG_UBq5GQdzm7ItDMeh7DqptSUQl_FfMt_iGQ-myJKFX9fEaiUcEo5t1zvCm-TuTl1QY9q9wlN69z0qC_Qh6iMu7u_4wYAHgRN6uEldupFw3nXU/s1280/lovers.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUOlC5fflk0IZ3mQgvWoZyZnnJ194FDgQcVJSpVbZbYgHPNuyQefqsJVVYkROjrdaJ7dPjuY00HljJLG_UBq5GQdzm7ItDMeh7DqptSUQl_FfMt_iGQ-myJKFX9fEaiUcEo5t1zvCm-TuTl1QY9q9wlN69z0qC_Qh6iMu7u_4wYAHgRN6uEldupFw3nXU/s320/lovers.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stocksnap-894430/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2603521">StockSnap</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2603521">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Terapia di coppia per amanti" non ha la pretesa di essere un libro dalla trama profonda e, infatti, non lo è, ma l'autore si cala sia nella parte dell'uomo, che della donna, riuscendo a riflettere pensieri e preoccupazioni che affliggono ognuno dei due.</div><div style="text-align: justify;">Mentre Modesto, pur provando amore nei confronti di Viviana, non è propenso a dimostrarlo così apertamente, buttando tutto nell'ironia (compulsiva), Viviana invece è sensibile ai dettagli, vorrebbe una stabilità per questa relazione e si fa influenzare persino dai sogni. Infatti, è proprio dopo un sogno, che Viviana decide di portare Modesto dall'analista. Un analista che, ironia della sorte, a sua volta ha una giovane amante e che, per tale motivo, vede riflessa la propria situazione in quella di Viviana e Modesto.</div><div style="text-align: justify;">Il dubbio che rimane alla fine della storia è sempre quello classico: perché non mollare la propria fallimentare situazione matrimoniale per ritrovare felicità senza doversi nascondere? Oppure: è proprio impossibile ricucire una situazione famigliare alla deriva, soprattutto in presenza di figli, dando un taglio netto al tradimento?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Da lettrice, non me la sento di dare un giudizio. Di situazioni simili ne esistono a miliardi sin dagli albori della civiltà, però posso esprimere il mio pensiero. Considerando litigi e malumori che, spesso (e lo leggiamo quasi ogni giorno), portano a situazioni spiacevoli, anche mortali, direi che se un matrimonio finisce, è bene farlo finire. I figli capiranno e si adatteranno, ma nessuno deve fare il "martire" di un legame affettivo finito, o malato. L'amore è libertà: quando ci si ritrova incastrati al fianco di una persona per cui non si prova più nulla, è giusto andare ognuno per la propria strada, nel rispetto delle singole personalità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La lettura è consigliata se non la prendete troppo sul serio e avete voglia di un po' di ironia.</div><br /><p><br /></p>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-6667232591748568712024-03-06T13:31:00.002+01:002024-03-06T15:51:27.392+01:00Recensione di "Quando spunta la luna a Marechiaro ti uccido" di Antuàn Duanèl<div style="text-align: justify;">Buongiorno amici lettori e bentornati sul blog Sàkomar!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo sentite quel tepore primaverile? Io sì, finalmente... per me l'inverno è sempre troppo lungo, anche se porta con sé tante letture fatte con un bel plaid caldo sulle gambe.</div><div style="text-align: justify;">Oggi vi porto a conoscere il libro di un esordiente, Antuàn Duanèl (nome d'arte ovviamente), che si è cimentato nella scrittura di un poliziesco, con scena del crimine piuttosto cruento e tanto humor.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN9PRvNF1BTa8xcRkiYcQLZKx_dnHmOPNmrBL-60Bcl0RKL2vFu7Pe-0tsyPI_HdrjOHMob8RbbSQQHkv8WESw145InveOAkFTWt8boDikSCLW9jzvyH-W_3gyd-Um3RWlKJe0oRk0gM0G2u8qUXTbDy1Ra5mrPaTMubfKnW-XFtuKqyquCNkdl11w8ck/s466/Quando%20spunta%20la%20luna.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN9PRvNF1BTa8xcRkiYcQLZKx_dnHmOPNmrBL-60Bcl0RKL2vFu7Pe-0tsyPI_HdrjOHMob8RbbSQQHkv8WESw145InveOAkFTWt8boDikSCLW9jzvyH-W_3gyd-Um3RWlKJe0oRk0gM0G2u8qUXTbDy1Ra5mrPaTMubfKnW-XFtuKqyquCNkdl11w8ck/s320/Quando%20spunta%20la%20luna.jpg" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Trama: Un noir, un giallo, un rosa (scegliete voi il colore che vi più piace) ambientato in una Napoli fredda e piovosa come non mai, alla vigilia delle elezioni politiche del 2006. Un mix di Comix e Crime all’insegna del politically uncorrect. Dicembre 2005. Una pioggia incessante bagna Napoli. E, mentre fervono i preparativi natalizi e quelli elettorali, un serial killer, tornato dal nulla, terrorizza la città. È ossessionato dai riflessi della luna sul corpo delle sue vittime, tutte giovani donne bionde, che mutila orrendamente per darle la forma di una stella. Le indagini sono affidate, solo per caso, alla giovane e inesperta commissaria di Fusco, che dirige la sezione più stravagante della polizia di Napoli: la Sezione Delitti Irrisolti. Ad aiutarla, Salvatore Capuano, un viceispettore corrotto e senza scrupoli, che ha deciso però di cambiare vita e di ricominciare daccapo proprio a Napoli. Ma non è finita qui. La polizia è in allarme per la probabile presenza a Napoli di Houdini, un inafferrabile ladro internazionale, che da anni si fa beffa di tutti i più sofisticati sistemi di sicurezza e ruba preziosi gioelli in tutto il mondo, senza lasciare alcuna traccia. A Napoli, in quei giorni, si tiene un’importante mostra di gioielli e si teme che la cosa possa far gola al geniale Houdini. Inspiegabilmente, anche il compito di fermare Houdini è affidato alla commissaria di Fusco che così, da quasi disoccupata, passa, improvvisamente, ad occuparsi dei più importanti fatti di cronaca nera, che tengono tutta la città col fiato sospeso. Lei, consapevole che le indagini assegnategli solo per errore, le saranno presto tolte, lotta contro il tempo e passa giorno e notte alla caccia dello spietato assassino seriale e dell’ affascinante ladro gentiluomo. Nel frattempo, tra un omicidio e l’altro, la commissaria di Fusco, refrattaria al matrimonio e single convinta, dovrà venire anche a capo dei suoi molti corteggiatori e dei suoi amori che si ripresentano dal passato. Sullo sfondo la città di Napoli bella e dormiente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'autore mi ha contattato, qualche mese fa (purtroppo, o per fortuna, ho tanti libri in attesa sul mio comodino), per farmi conoscere il suo libro.</div><div style="text-align: justify;">Il poliziesco, il giallo e il noir non sono proprio i miei generi e lo avrete capito se seguite il mio blog. Dovendo affrontare un mondo che proprio roseo non è, almeno nella lettura, vorrei estraniarmi e leggere cose belle, motivo per cui mi dedico solo a ciò che può infondermi un po' di buon umore, oppure di sentimenti profondi.</div><div style="text-align: justify;">Veniamo a noi. Il romanzo è ambientato a Napoli, città che ho visitato più volte nell'arco della mia vita, da scolaretta, da universitaria, da turista e, nonostante sia indubbiamente caotica, l'ho trovata affascinante. I suoi punti forti? Il mare, i vicoletti, i monumenti, il buon cibo, l'allegria. Insomma, a Napoli non manca proprio niente e tanto più alla Napoli di Antuàn, in cui gira persino un serial killer innamorato delle stelle, tanto da fare a pezzi donne bionde disponendone i resti come astri.</div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8zc3Ghydca6HBd0OwFvgNghgW2mV9oxmToFEfaTzxLCYD8ADdhc436_oh1gGEMVR_sJD2vTO1UiWZB1Aix_2FgpSTjn7AUGTm6_iqOK2LUSCjwB04vD0v0oJz4ZeXb5w98dCXI3M9ECiZaA7hcAFGEhiuvsN0eLkn8TxO2jBBvEQvypu2Q-XMS5np9YI/s1280/Napoli.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8zc3Ghydca6HBd0OwFvgNghgW2mV9oxmToFEfaTzxLCYD8ADdhc436_oh1gGEMVR_sJD2vTO1UiWZB1Aix_2FgpSTjn7AUGTm6_iqOK2LUSCjwB04vD0v0oJz4ZeXb5w98dCXI3M9ECiZaA7hcAFGEhiuvsN0eLkn8TxO2jBBvEQvypu2Q-XMS5np9YI/s320/Napoli.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/giuliamar-34680/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=122698">Giulia Marotta</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=122698">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il caso è affidato al commissario Francesca Di Fusco, donna con un bel carattere (che deve possedere, anche per il solo lavoro che svolge), affascinante, e allo stesso tempo molto fragile. Francesca è a capo della sezione Delitti Irrisolti, dove viene affiancata dal viceispettore Capuano, trasferitosi da poco a causa di altre sue vicende lavorative. E' risaputo, però, che la sezione sia in realtà il "Reparto Zero", quel luogo in cui finiscono tutti i casi di cui è impossibile occuparsi, una sezione della Polizia di Stato ritenuta quasi del tutto inutile.</div><div style="text-align: justify;">Eppure il killer, dopo un periodo di silenzio, sembra essere tornato alla carica, effettuando persino telefonate preliminari a Francesca prima di uccidere un'altra donna. Il misterioso uomo non lascia traccia, ma il delitto perfetto non esiste... un minuscolo indizio riuscirà a far sì che il commissario Di Fusco, aiutata dal suo promesso sposo, Daniel, ladro imbranato (ebbene sì, un ladro...), possa giungere alla conclusione del caso.</div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgId3hS2-uy-Sy1lC8_rux5HH04kRYVg9NAuY7IKcBtSrbYbinT81k7y8AeCSGKsu-NpBaPMl-Q_U4HZYV4bVItZ8q3-kKKUi7kqtBWRXhDRQqmzuq0NJYkqYzBWn7gDwvrDu6s4Y3LubKioILy1EejlsFiDFKaC2eByUcXIFMJYWODviJQeoAfhGnrx8c/s1280/polizia.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgId3hS2-uy-Sy1lC8_rux5HH04kRYVg9NAuY7IKcBtSrbYbinT81k7y8AeCSGKsu-NpBaPMl-Q_U4HZYV4bVItZ8q3-kKKUi7kqtBWRXhDRQqmzuq0NJYkqYzBWn7gDwvrDu6s4Y3LubKioILy1EejlsFiDFKaC2eByUcXIFMJYWODviJQeoAfhGnrx8c/s320/polizia.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/fshh-1451325/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2500010">Franz P. Sauerteig</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2500010">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Devo dire che "Quando spunta la luna a Marechiaro ti uccido" è stata una bella scoperta. Antuàn spicca per umorismo, i personaggi sono ben costruiti e, anche in situazioni critiche, riescono comunque a generare una risata. Lo svolgimento della storia, se in un primo momento può sembrare prevedibile, alla fine rivela un bel colpo di scena.</div><div style="text-align: justify;">Consigli? Sì, che forse sono anche da considerare come critiche costruttive. Eviterei davvero di inserire la politica all'interno della narrazione, o di inserirla, ma in modo più generico. "Politicizzare" i personaggi rischia di abbassare il livello qualitativo del romanzo, che invece merita per il ritmo con cui è costruito.</div><div style="text-align: justify;">Riguardo l'impostazione, revisionerei i dialoghi. Avrei forse scelto delle virgolette uncinate, piuttosto che il trattino. A volte, infatti, risulta visivamente complicato capire il distacco tra dialogo e ripresa del narratore. Allo stesso modo, ridurrei l'interlinea, adottando un'impaginazione differente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Faccio un grande augurio ad Antuàn Duanèl, spingendolo a continuare nella scrittura e a migliorarsi ad ogni passo!</div></div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-85614105102803779002024-02-14T21:00:00.001+01:002024-02-15T01:11:15.726+01:00Recensione di "Giuda Iscariota e Maria Maddalena" di Kahlil Gibran<div style="text-align: justify;">Buonasera a tutti e bentornati sul blog! Oggi è il 14 febbraio e, per chi è credente, è anche mercoledì delle ceneri, giorno di inizio della Quaresima.</div><div style="text-align: justify;">Si tratta di un caso, ma proprio stamattina - durante uno spostamento in bus - ho terminato di leggere un testo di Kahlil Gibran: "Giuda Iscariota e Maria Maddalena", edito da Edizioni San Paolo, per la collana "Sette minuti per lo spirito".</div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeBzg-uE-XuUECEklAPUzmdsdhiCSDLtPqezCjuu2QKAZzqTvbbbu4QKf3rnQPNz2ULu57AOIlaoP4bwdu7nOYRe3UoOLRBfYsPG_wKwm9bIJ_JYyqPKLIE9MSI7ZvLrmskP3Lsu17xjMR3-cRlWbr9pnBtFc9Z3W_WvFu53lPJ0SzIoGVb_Ve1I8-CU8/s877/Gibran.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeBzg-uE-XuUECEklAPUzmdsdhiCSDLtPqezCjuu2QKAZzqTvbbbu4QKf3rnQPNz2ULu57AOIlaoP4bwdu7nOYRe3UoOLRBfYsPG_wKwm9bIJ_JYyqPKLIE9MSI7ZvLrmskP3Lsu17xjMR3-cRlWbr9pnBtFc9Z3W_WvFu53lPJ0SzIoGVb_Ve1I8-CU8/s320/Gibran.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho individuato questo libriccino, di appena 31 pagine, mentre passeggiavo all'interno di una delle librerie religiose in via della Conciliazione di cui ero assidua frequentatrice quando ero studentessa presso l'Università Roma Tre e preparavo gli esami di Storia del Cristianesimo, o di Letteratura cristiana antica. Mi è andato all'occhio il nome di Gibran, di cui ho già letto tre libri (Il Profeta; Il giardino del Profeta; <a href="https://sakomar.blogspot.com/2014/03/recensioni-i-segreti-del-cuore-di-k.html" target="_blank">I segreti del cuore</a>; <a href="https://sakomar.blogspot.com/2019/05/recensione-di-ali-spezzate-di-khalil.html" target="_blank">Ali Spezzate</a>), e l'accostamento di due personaggi evangelici così controversi: Giuda Iscariota e Maria Maddalena.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Giuda Iscariota è il traditore per eccellenza, ma Gibran ci mostra un uomo di cui i Vangeli non narrano. Giuda di Gibran è un discepolo che ammira Gesù, lo seguirebbe in capo al mondo perché è il Messia, ma al contrario di quanto lui aveva inteso non libererà il popolo dal dominio romano. Gibran inserisce Giuda e Gesù nel contesto storico di quel tempo, un periodo in cui la Giudea era sede di rivolte capeggiate da uomini che si professavano "Messia", liberatori dal giogo imperiale. Basti pensare all'ultima rivolta giudaica del 135 d.C., capeggiata da Simon Bar-Kokhba, il "figlio della stella", soppressa poi dall'Impero.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSjjOjPvJlPsKlBeIrDpN_Pin7xv3Tpm7Lnt9bHDsPc9JDDNXaP_0ITGlIh7twqLhnUss6FmVUYwkuyhyphenhyphen-WPFrdJ0aw0vrlwrwTtXXbTWeV_eRU6b5GcJtfkUaHIYVz4gqHwR6kUKFaI-AwREshBrddj-R_dRDvPubTxiOuAdPbs5jbRskjP68z3q8JtA/s899/Cimabue.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSjjOjPvJlPsKlBeIrDpN_Pin7xv3Tpm7Lnt9bHDsPc9JDDNXaP_0ITGlIh7twqLhnUss6FmVUYwkuyhyphenhyphen-WPFrdJ0aw0vrlwrwTtXXbTWeV_eRU6b5GcJtfkUaHIYVz4gqHwR6kUKFaI-AwREshBrddj-R_dRDvPubTxiOuAdPbs5jbRskjP68z3q8JtA/s320/Cimabue.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Cimabue, Public domain, da Wikimedia Commons</div><br /><div style="text-align: justify;">Il Giuda di Gibran non capisce immediatamente che Gesù si riferisce a un mondo altro, un mondo non terreno. Gesù parla dello spirito, Giuda si interessa di ciò che è terreno e finirà deluso. Consegna Gesù in mano ai nemici, vendendolo, perché le sue speranze erano state disattese. L'amarezza accumulata da Giuda condusse alla morte Gesù che, tuttavia, pur in punto di morte, continuava a parlare di perdono e di amore. Furono queste le ultime frecce lanciate al cuore indurito di Giuda che, solo dopo la morte di Gesù, capì di aver commesso un tragico errore e decise perciò di raggiungerlo, di chiedere scusa e di farsi perdonare, pur morendo da assassino e da suicida. Sapeva, nel suo cuore, che Gesù lo avrebbe perdonato.</div></div><div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3oikJyE1T-9Xh6fQoqPnfmzSz2AGNYxCAZbg-GT4iYM-tNVdzanbebcMNaHK-Ml24q5Q5i45bSZBaJldYPmyMsn5kYNCWxUb6ONug0BJITe2t9XUayS9whpJUDhuNtSpOIRUpw4NHE9NCFLd5-N-GA4x6uc2AJQCF01KuynIBuhe7Oqg_Kl_b6UXKewU/s900/Maddalena.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3oikJyE1T-9Xh6fQoqPnfmzSz2AGNYxCAZbg-GT4iYM-tNVdzanbebcMNaHK-Ml24q5Q5i45bSZBaJldYPmyMsn5kYNCWxUb6ONug0BJITe2t9XUayS9whpJUDhuNtSpOIRUpw4NHE9NCFLd5-N-GA4x6uc2AJQCF01KuynIBuhe7Oqg_Kl_b6UXKewU/s320/Maddalena.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Tiziano Vecellio, Public domain, da Wikimedia Commons</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'altro personaggio è Maria Maddalena, donna di cui tanto si è parlato, soprattutto in seguito al fenomeno Dan Brown. La Maria di Magdala nominata da Gibran è la prostituta. Come può una persona del genere diventare discepola di Gesù? Una donna dall'animo sporco, una peccatrice? Eppure, nulla di più vero: Gesù si rivolgeva in primis ai deboli, agli ultimi, e ciò non deve quindi sorprenderci.</div><div style="text-align: justify;">Gesù si reca più volte nel giardino della Maddalena, ma nonostante lei lo inviti e ne rimanga ammaliata, egli non entra in casa. Qualche scambio di parole fa comprendere alla donna che Gesù è diverso: non vede il suo aspetto fisico, ma scorge il suo cuore, un cuore che nessuno era mai riuscito a vedere oltre il corpo, usato e abusato. Maria Maddalena diventa poi una delle testimoni della Resurrezione di Cristo. Mai esiterà nel comunicare ciò che sa: è risorto e tanto basta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Gibran cosa fa? Prende i due peccatori e ne scrive la storia "celata" all'interno dei Vangeli, dà voce ai personaggi più umani e vicini a noi, ma secondari, senza i quali nulla di ciò che conosciamo sarebbe, però, avvenuto. Ovviamente l'autore narra nel suo classico stile, leggero e poetico, quasi profetico.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"Giuda Iscariota e Maria Maddalena" è un libriccino da leggere, a mio avviso, sia per chi è credente che per tutti gli altri. Si tratta, se volete, di una storia e del profilo di due dei personaggi più umani e vicini a noi che la letteratura antica potesse ospitare tra le sue pagine.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi aspetto sempre qui con la prossima recensione!</div></div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-23094890536031546142024-02-04T18:32:00.004+01:002024-02-04T18:32:39.346+01:00Recensione di "Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano" di Eric-Emmanuel Schmitt<div style="text-align: justify;">Buonasera e buona domenica, amici lettori! È così bello per me tornare sul blog un po' più di frequente. Significa che leggo molto e, quindi, rispetto i libri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi vi porto a Parigi, a Rue-Bleue, dove vive Mosé, un ragazzino ebreo, e dove lavora monsieur Ibrahim, il cosiddetto "arabo", che in realtà è solo musulmano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSerWjAT8Fmmdfg748T-oSzqVwwAl8qXmjDdIzzCQ9FsM5D9691k3Mn9IQVOuIIvvVnueOjGPJO9RSVg4K9YZDIMhXxhgoBrGEf4tL2Ne3POstKJxH_CFzRhuId2kpccVbcYGwChYlHGGslYIWMSAsvLgFqvPDZbNjTJraczbo1T36qJD9hqsomDMAW0c/s773/Monsieur%20Ibrahim.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSerWjAT8Fmmdfg748T-oSzqVwwAl8qXmjDdIzzCQ9FsM5D9691k3Mn9IQVOuIIvvVnueOjGPJO9RSVg4K9YZDIMhXxhgoBrGEf4tL2Ne3POstKJxH_CFzRhuId2kpccVbcYGwChYlHGGslYIWMSAsvLgFqvPDZbNjTJraczbo1T36qJD9hqsomDMAW0c/s320/Monsieur%20Ibrahim.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Nel breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino dove i nomi delle vie hanno il sapore delle favole (rue Bleue, rue de Paradis), l'adolescente Momo vive con un padre sprofondato in una silenziosa e fosca depressione. Nello stesso quartiere vive anche monsieur Ibrahim, l'unico arabo in una via "ebrea", titolare della drogheria dove Momo si reca a fare la spesa quotidiana e non esita ogni tanto a sgraffignare qualche scatoletta di conserva... "È solo un arabo, dopo tutto!" pensa Momo, e, con suo grande stupore, il vecchio Ibrahim sembra leggergli nel pensiero: "Non sono arabo, vengo dalla Mezzaluna d'Oro". Così comincia la storia d'amicizia, intessuta di ironia, candore e profonda saggezza, del ragazzo ebreo e dell'anziano "arabo" nell'incanto di un angolo di mondo nel quale le puttane sono belle e cordiali e si accontentano di un orsetto di peluche in cambio dei loro favori e dove, come portata da un sogno, compare addirittura Brigitte Bardot. Come in una favola o un apologo che non pretende di dare lezioni morali ma soltanto proporre un sogno da decifrare, i due protagonisti si incamminano verso il grande mondo, acquistano un'auto che nessuno dei due sa guidare e si dirigono verso Oriente, oltre Istanbul, verso una libertà che li fa inerpicare verso l'alto, guidati da quell'arte di sorridere alla vita racchiusa nei preziosi fiori del Corano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'incipit lascia già senza fiato per la sua brutalità: «A undici anni ho rotto il porcellino e sono andato a puttane».</div><div style="text-align: justify;">Un bambino di 11 anni che va con le prostitute, quando quella è ancora l'età dei giochi e della spensieratezza. Ma di Mosé si saprà qualcosa solo leggendo le pagine, andando avanti.</div><div style="text-align: justify;">Mosé è stato abbandonato dalla madre alla nascita e affidato al padre, un avvocato, che non sembra interessato a lui e che riesce a fare paragoni solo con il figlio maggiore, Popol, andato via con la moglie tanti anni prima. Mosé è una creatura invisibile, un bambino alla disperata ricerca di amore.</div><div style="text-align: justify;">Ogni giorno si reca alla drogheria di monsieur Ibrahim, chiamato l'arabo: è qui che compra qualcosa con i pochi soldi che il padre gli dà per fare la spesa, ma spesso ruba delle scatolette. Mosé e Ibrahim si parlano poco, poi sempre più spesso, finché tra i due non nasce una certa amicizia. Scopriremo che Ibrahim non è arabo, ma musulmano e ha un negozio sempre aperto; Mosé, che Ibrahim chiamerà Momo, si affeziona e chiede a Ibrahim tutto ciò che, in teoria, avrebbe dovuto chiedere a suo padre.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwXJ5KQO57optq7WyQhnyKRdRq4ELV_3jlUbNMFbK1NRpqtZuQXVcPnFmYlxILParRUBZxk9NSGjR0a9tpuu65T6wqh8hf1KW-cjVIlmrYpWvVl82HeYFhyroc2CVMtMzTM4GnZw-b5YUcGz3-9BPVMH9jPll8xotYzDjc1YcuuFSKbTq-35htlhy4Q9E/s1280/drogheria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="852" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwXJ5KQO57optq7WyQhnyKRdRq4ELV_3jlUbNMFbK1NRpqtZuQXVcPnFmYlxILParRUBZxk9NSGjR0a9tpuu65T6wqh8hf1KW-cjVIlmrYpWvVl82HeYFhyroc2CVMtMzTM4GnZw-b5YUcGz3-9BPVMH9jPll8xotYzDjc1YcuuFSKbTq-35htlhy4Q9E/s320/drogheria.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stocksnap-894430/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2606866">StockSnap</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2606866">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il bambino impara così a sorridere, a stringere un rapporto con altri ragazzi della sua età, a sentire un pizzico di felicità anche quando la vita gliene concede molto poca. E Ibrahim, il musulmano, diviene di fatto il padre adottivo del ragazzo. Anche quando tutto va in frantumi e l'esistenza di Mosé viene nuovamente sconvolta, è monsieur Ibrahim a prendersi cura di lui. Insieme viaggiano attraverso l'Europa, diretti a Istanbul e il loro legame si fa sempre più bello, esattamente come quello di un padre con un figlio. E il compito di un genitore è proprio quello di accompagnare il proprio figlio durante il viaggio, lasciandogli a un certo punto la mano quando ormai è in grado di cavarsela da solo.</div><div style="text-align: justify;">Ma da dove deriva tutta la saggezza di monsieur Ibrahim? Questo personaggio dice sempre di conoscere ciò che c'è nel suo Corano, che forse non corrisponde esattamente al libro, ma al proprio cuore.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Soprattutto in un momento come questo, in cui le guerre imperversano, questo romanzo di Schmitt ha molto da insegnare. Cosa importa essere nati ebrei, o musulmani? O cristiani? O buddisti? Non è la nostra fede a dirci chi siamo, ma il nostro cuore. Mosé ha scelto Ibrahim come padre e Ibrahim ha scelto Mosé come figlio. Non avrebbero potuto essere più differenti, ma tant'è. Quale ruolo ha la fede religiosa dei due? Nessuno, assolutamente nessuno. Ha importanza il loro ruolo come esseri umani, che si rispettano e si amano.</div><div style="text-align: justify;">Schmitt si focalizza anche su un altro punto: quello dell'amore assente e dell'amore presente. Un bambino, senza una guida, cerca amore anche dove non dovrebbe. Triste è doverlo pensare a ricercare abbracci e baci nei letti delle prostitute, cui lui ingenuamente regala il proprio orsetto. Un orsetto che simboleggia la fanciullezza, l'innocenza buttata via.</div><div style="text-align: justify;">E ancora, si vuol sottolineare la difficoltà di essere genitori. Non tutti riescono a mantenere un impegno che, prima di essere biologico, coinvolge l'animo.</div><div style="text-align: justify;">Infine, Schmitt restituisce una speranza a Mosé tramite l'incontro con Ibrahim. Il bambino impara a sorridere, lui che non sapeva nemmeno come si facesse. Con il sorriso, il mondo sembra meno minaccioso e il prossimo meno crudele.</div><div style="text-align: justify;">Un libro da leggere per imparare qualcosa, o sarebbe meglio dire, molte cose importanti.</div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con alcune frasi e vi aspetto alla prossima recensione!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">P.S. di questo libro è stato girato un film. Se siete curiosi, guardate qui: (<a href="https://www.mymovies.it/film/2003/monsieuribrahimeifioridelcorano/" target="_blank">link</a>)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzez_TNC09SJdE8n3qaoANjrGAOIPVlB7bNKFc65NMf-f08rpn_dxnmOv-og87sTbu2dhyphenhyphenYSYZQndftutd8jW5tf_yE-TT3iAalDoTOJfebMp1q1j7gcbEdFPCmw3RgIV2ML39TnEVuYttnI4f8UWER6PWNb1rsBtIPpKX7kgQCRqdvGEX2UlFWXvXz8A/s1280/monsieur-ibrahim-e-i-fiori-del-corano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzez_TNC09SJdE8n3qaoANjrGAOIPVlB7bNKFc65NMf-f08rpn_dxnmOv-og87sTbu2dhyphenhyphenYSYZQndftutd8jW5tf_yE-TT3iAalDoTOJfebMp1q1j7gcbEdFPCmw3RgIV2ML39TnEVuYttnI4f8UWER6PWNb1rsBtIPpKX7kgQCRqdvGEX2UlFWXvXz8A/s320/monsieur-ibrahim-e-i-fiori-del-corano.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Immagine tratta dal film</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«È troppo bello qui, monsieur Ibrahim, davvero troppo bello. Non è per me, non me lo merito»</div><div style="text-align: justify;">Monsieur Ibrahim ha sorriso.</div><div style="text-align: justify;">«La bellezza è dappertutto, Momo. Dovunque tu giri lo sguardo. È scritto sul mio Corano, questo.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Tuo padre non aveva modelli. Ha perso i suoi genitori da piccolo, presi dai nazisti e morti in un campo di concentramento. Tuo padre non aveva mai superato il fatto di essersi salvato. Forse si sentiva in colpa per essere rimasto vivo [...].»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Ferma la macchina. Lo senti? C'è odore di felicità, è la Grecia. Le persone se ne stanno immobili, si concedono il tempo di guardarci passare, respirano. Vedi, Momo, nella mia vita avrò anche lavorato molto, ma ho lavorato lentamente, prendendomi il mio tempo, senza dannarmi l'anima per incassare di più o accaparrarmi i clienti, no. Il segreto della felicità è la lentezza, proprio così. [...]»</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-90106446057332660442024-02-02T21:14:00.005+01:002024-02-02T21:24:48.251+01:00Recensione di "La libreria del Signor Livingstone" di Mónica Gutiérrez<div style="text-align: justify;">Buonasera a tutti, amici lettori! Eccoci ritrovati qui in questo piccolo spazio virtuale che echeggia memorie della mia bella Sàkomar (per chi non sapesse di cosa parlo, provate a dare uno sguardo qui: <a href="https://sakomar.blogspot.com/2014/07/i-quattro-principi-di-sakomar-il-regno.html" target="_blank">link</a>).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dove vi porto oggi? A Londra. Ci siete mai stati? Io no, ma è una meta che ho sempre sognato di visitare, frutto del mio amore per la letteratura e la lingua inglese che, ai tempi d'oro liceali, mi avevano decisamente stregato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGPCCE7b9KqLbyTS_hRNSk8aDCxBDcur6jJBJ0GOrtga_zOebii89hM0S5shbC6J6GteulZn-77w8QtkKhHZDnnWKokV_W85EtF3upBkBpc0qXo2o5bGdNmfi5jLtn-prQeoBess-6-2YAfzh7RA7xpuPHjGAeQTYZOPiQUQoNRbDCUk-DY9m5OFCcVd0/s713/La%20libreria%20del%20signor%20Livingstone.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGPCCE7b9KqLbyTS_hRNSk8aDCxBDcur6jJBJ0GOrtga_zOebii89hM0S5shbC6J6GteulZn-77w8QtkKhHZDnnWKokV_W85EtF3upBkBpc0qXo2o5bGdNmfi5jLtn-prQeoBess-6-2YAfzh7RA7xpuPHjGAeQTYZOPiQUQoNRbDCUk-DY9m5OFCcVd0/s320/La%20libreria%20del%20signor%20Livingstone.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: A guardar bene, in fondo a una stradina di Londra, si può scorgere una palazzina su due piani tutta in legno dipinto di blu. Dietro le vetrine, pile e pile di romanzi. Aprendo la porta dalla curiosa maniglia a forma di penna, si incontra il signor Edward Livingstone, l'anima della libreria Moonlight Books. A prima vista può sembrare un po' burbero, ma non fateci troppo caso. Lo fa solo perché preferisce la compagnia dei libri a quella delle persone. Eppure, nessuno riesce a capire i bisogni dei lettori meglio di lui. Come quelli di Oliver, che, a otto anni, è un bambino prodigio, e passa in libreria molto del suo tempo, per non sentirsi solo; o Sioban, che tra quegli scaffali cerca l'ispirazione per un nuovo romanzo di cui ha perso le parole. Soprattutto, il signor Livingstone è stato capace di leggere nel cuore di Agnes. Un cuore un po' malandato che aveva deciso di chiudere le porte al mondo. Fino al magico giorno di pioggia in cui Agnes trova riparo alla Moonlight Books. È così che, tra i sussurri dei più bei versi mai scritti, Agnes scopre che la speranza di una vita migliore non deve mai morire. Che le strambe figure che abitano la libreria hanno l'immenso potere di farla sentire al sicuro. Perché il signor Livingstone ha riempito il suo negozio di generosità e di amicizia: all'avventura e agli imprevisti ci pensano i libri, con le loro storie che non smetteresti mai di leggere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non appena ho iniziato a leggere questo libro, che tanto mi aveva ispirata in libreria, mi è sembrato di avere sotto gli occhi la mia storia. Agnes è un'archeologa, una povera, triste e talentuosa archeologa spagnola, alla ricerca disperata di un lavoro (e di sé stessa), con il sogno di essere un giorno assunta al prestigioso British Museum.</div><div style="text-align: justify;">Durante una giornata di pioggia, Agnes trova riparo all'interno di una libreria, la Moonlight Books. Il proprietario, Edward Livingstone, sembra un burbero signore uscito da un romanzo, gli occhiali inforcati, la pipa in bocca, parente del noto David Livingstone, di cui tiene il prezioso diario in una teca di vetro. Il locale, pieno zeppi di libri, è "abitato" da altre creature: uno scrittore residente che, sotto una lampadina blu, scrive romanzi; un bambino biondo di nome Oliver Twist, appassionato di stelle, che ama Peter Pan e il suo telescopio, puntato verso il cielo stellato visibile dal lucernario della libreria; Sioban, compagna di Edward, cui non manca mai un sorriso. E ovviamente, in perfetto stile "British", nella bellissima Moonlight Books non può mancare l'angolo romantico, dove si può sorseggiare un buon té in compagnia di un libro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic3vMo_EIR79Q4wOW0i0j5EMoZJOThAr_ALpwCaEVyTXEsndRoH_FEcCy5bA8oVyPxoZo0zEoBKQhAWMhvEDa1FTBTmq0hkoUhMAN__zlacVtB9DGkV8Nw8yZKfgjM5A8GL4Sa8GHJJKPJ5f224g1abeFaBCNIuuH2x-Z2CRq5Iat7u13ZPiXO9JjiBAg/s5184/Libreria.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5184" data-original-width="3456" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic3vMo_EIR79Q4wOW0i0j5EMoZJOThAr_ALpwCaEVyTXEsndRoH_FEcCy5bA8oVyPxoZo0zEoBKQhAWMhvEDa1FTBTmq0hkoUhMAN__zlacVtB9DGkV8Nw8yZKfgjM5A8GL4Sa8GHJJKPJ5f224g1abeFaBCNIuuH2x-Z2CRq5Iat7u13ZPiXO9JjiBAg/s320/Libreria.jpg" width="213" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Emre Can Acer (https://www.pexels.com)</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Agnes entra così in un mondo fatato, impressionata dai volumi e da quel luogo così accogliente. Edward, dal canto suo, sta cercando un'assistente e vede in quella "fatina dai piedi scalzi" (Agnes, infatti, bagnata dalla pioggia, era entrata togliendosi le scarpe) la persona ideale. L'archeologa ha un'opportunità per rimanere ancora a Londra e cercare il lavoro dei suoi sogni.</div><div style="text-align: justify;">Tra acquirenti del tutto inusuali, letture di Peter Pan sottovoce in perfetta modalità "Wendy e i bambini sperduti", té aromatizzati e la caccia al ladro del diario di David Livingstone, Agnes troverà nella libreria Moonlight Books una seconda famiglia, in grado di accoglierla, proteggerla, curare le ali ferite e aiutarla a riprendere il volo verso il suo più grande sogno.</div><div style="text-align: justify;">In tutto ciò, come nelle più belle fiabe, l'amore non è secondario: l'archeologa e l'ispettore Lockwood dagli occhi blu faranno sognare chiunque creda ancora nella magia dei sentimenti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVTAYf8n1HK3734Z5gCFPSEofSXgYib4udm4FaxCnHtKOFrTD4eEGjsfQORnZpQ6AY7flfgBsf_Qgnai6mbhuJ9S_Qo4aZNB2c3NlXXYSkZffFYrRSZw94eDY0ikXVtuh0hRBVH3dUtbYnxkpHfP8smo8kfjxYnJQYqFZsNgkivTE7Pj6Q9O_AS6JI4gI/s6607/t%C3%A8%20e%20biscotti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="6607" data-original-width="4405" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVTAYf8n1HK3734Z5gCFPSEofSXgYib4udm4FaxCnHtKOFrTD4eEGjsfQORnZpQ6AY7flfgBsf_Qgnai6mbhuJ9S_Qo4aZNB2c3NlXXYSkZffFYrRSZw94eDY0ikXVtuh0hRBVH3dUtbYnxkpHfP8smo8kfjxYnJQYqFZsNgkivTE7Pj6Q9O_AS6JI4gI/s320/t%C3%A8%20e%20biscotti.jpg" width="213" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Vlada Karpovich (https://www.pexels.com)</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sarà perché Agnes è un'archeologa e, come me, disperata, con un pesante bagaglio di sogni infranti, che ho davvero amato questo libro. E sì, esattamente come lei, lavorerei molto volentieri in una libreria magica come la Moonlight.</div><div style="text-align: justify;">Per il resto, la costruzione del personaggio di Edward Livingstone è, secondo me, la più interessante perché si tratta di uno scorbutico dal cuore tenero, un po' Ebenzer Scrooge e un po' Sherlock Holmes, ironico e pungente, difensore dei deboli, amante della letteratura e dei libri illustrati.</div><div style="text-align: justify;">Se avete voglia di una fiaba moderna e dolce, proprio come un té inglese accompagnato da qualche biscotto, leggete il libro di Mónica Gutiérrez e non ve ne pentirete.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con qualche frase estratta dal libro e vi aspetto con la prossima recensione!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9IO2nx3eomkYhZbcRj6Id0EqfTW5RohtDpFaA_700pttwWcx3yT5SsNlAd3orh1FujI89omC3dReH3zISKYYcb3bc12FzihGjXDl6qqz0qn5j8L-Ul5-DhRN1UJzEye8lpF0lsPEwba4kll5tNE97grut4qhbdgMEGvyFPCAY2RR1yI4zpvkRNN0waO0/s6000/abbraccio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="6000" data-original-width="4000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9IO2nx3eomkYhZbcRj6Id0EqfTW5RohtDpFaA_700pttwWcx3yT5SsNlAd3orh1FujI89omC3dReH3zISKYYcb3bc12FzihGjXDl6qqz0qn5j8L-Ul5-DhRN1UJzEye8lpF0lsPEwba4kll5tNE97grut4qhbdgMEGvyFPCAY2RR1yI4zpvkRNN0waO0/s320/abbraccio.jpg" width="213" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di cottonbro studio (https://www.pexels.com)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«I libri non sono il nostro lavoro, sono la nostra vita. Da quando in qua vivere produce vantaggi economici?»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Non dovrei neanche essere qui. Io sono un'archeologa.»</div><div style="text-align: justify;">«È per questo che sei triste?»</div><div style="text-align: justify;">«Non sono triste.»</div><div style="text-align: justify;">«Se dico che sono un astronauta e resto sul pianeta Terra, mi deprimerò, perché che razza di astronauta non esce dal suo quartiere?» le spiegò pazientemente Oliver.</div><div style="text-align: justify;">«Uno molto frustrato», borbottò di cattivo umore Agnes.</div><div style="text-align: justify;">«Parli come la mia psicopedagoga.»</div><div style="text-align: justify;">«Si sentirà così anche lei.»</div><div style="text-align: justify;">«Il trucco è non dire "sono un'archeologa" o "sono un astronauta". Tu sei molte cose: una persona, l'aiutante del signor Livingstone, una bella ragazza...»</div><div style="text-align: justify;">«Grazie.»</div><div style="text-align: justify;">«... una brava lettrice di Peter Pan, una ragazza simpatica, sveglia... E tutte queste cose ti riescono benissimo. Non dovresti essere triste.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Non sapevo di essere triste», riepilogò, «ma forse in effetti lo sono. Non trovo il mio posto nel mondo, come se fossi un astronauta disperso nell'universo con una gran voglia di tornare a casa.»</div><div style="text-align: justify;">«Allora io non mi preoccuperei.» [...]</div><div style="text-align: justify;">«E perché?»</div><div style="text-align: justify;">«Perché prima o poi arriva sempre qualcuno che ti vuole riportare a casa.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Ho degli amici innamorati dell'idea di innamorarsi, ma non riescono ad andare oltre la teoria», rifletté Jasmine nell'oscurità. «Altri non sanno stare soli e si convincono che ogni nuovo partner è quello perfetto e definitivo. Ma secondo me l'unica cosa perfetta è l'inizio di una storia d'amore, il momento in cui ci si guarda negli occhi e si capisce che la ricerca è finita, perché ormai ci si è trovati. La fine dell'attesa, quando tutto si risolve.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Esistono baci capaci di fermare il mondo. Paralizzano l'aria attorno, congelano il tempo e lasciano in sospeso il pensiero. La vita stessa ammutolisce, timorosa di spezzare con il suo palpito l'incantesimo di un così straordinario incontro. Solo i bambini che un tempo applaudivano forte perché credevano nelle fate possono capire da grandi che esistano baci così, capaci di trattenere il tempo.»</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-2330929463647810942024-01-20T12:48:00.006+01:002024-01-20T12:53:45.474+01:00Recensione di "Il trafugatore di salme" di Robert Louis Stevenson<div style="text-align: justify;">Buongiorno amici lettori e bentornati sul mio blog!</div><div style="text-align: justify;">Dove vi porto oggi? A conoscere alcuni brevi racconti di Robert Louis Stevenson. Se state facendo una faccia sorpresa, sappiate che nemmeno la sottoscritta ne sapeva nulla. Durante una mattinata di qualche mese fa, sono entrata - non per caso - all'interno della libreria "Libraccio" in via Nazionale, a Roma. E qui, su un tavolino, si trovavano una serie di libriccini, tra cui "Il trafugatore di salme" di Robert Louis Stevenson. Incuriosita da questo libretto azzurrino, ho deciso di fermarmi a sfogliarne qualche pagina, fino al suo acquisto.</div><div style="text-align: justify;">Nonostante esista una introduzione, ho preferito leggere direttamente il racconto, tornando poi su di essa solo al termine.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ZenyRXypiucB3ZvSMgAo_jGFcz3NPb1htKY68WYxj2s-XWboUp6Voe4vL5xTeA7Wa3oyo8kbm4kVSYXk8GiRIABlBZ8y3OnGQNn6hTCDeae14VYovC4lZ03iupv-hFzYNIj3Ajk0EXtqbf1xi9zBG5DABI-h9cD76UxM9TXj4QU2781upVz36Yo8E_E/s1273/Trafugatore.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1273" data-original-width="923" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ZenyRXypiucB3ZvSMgAo_jGFcz3NPb1htKY68WYxj2s-XWboUp6Voe4vL5xTeA7Wa3oyo8kbm4kVSYXk8GiRIABlBZ8y3OnGQNn6hTCDeae14VYovC4lZ03iupv-hFzYNIj3Ajk0EXtqbf1xi9zBG5DABI-h9cD76UxM9TXj4QU2781upVz36Yo8E_E/s320/Trafugatore.jpg" width="232" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>ATTENZIONE: SPOILER</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel locale "George" di Debenham, un gruppo di uomini si riunisce in una notte d'inverno. Ad un certo punto, al suo interno entra "il dottore". Si tratta di Macfarlane, medico, che non passa inosservato agli occhi di Fettes, perennemente ubriaco, ma in quell'istante stranamente lucido. I due hanno uno scambio di battute, ma Marcfarlane sembra in difficoltà. Il dottore, alla fine, esce e Fettes specifica che non era proprio una gran brava persona. Qui si inserisce la narrazione riguardante il passato di Fettes, un tempo aiutante del dott. K., docente di anatomia che, per insegnare la materia, dissezionava cadaveri. Nessuno degli aiutanti doveva domandarsi da dove arrivassero quei corpi, perché con ogni probabilità erano esito di omicidi. Il primo indizio, infatti, apparve davanti gli occhi di Fettes quando, durante una notte, si ritrovò davanti il cadavere di una ragazza che, solo poco tempo prima, aveva visto viva e vegeta. Sul suo corpo spiccavano segni di violenza.</div><div style="text-align: justify;">Fettes, inorridito, non si rivolse al dott. K, ma al suo assistente, Macfarlane. Il consiglio fu quello di tacere, nonostante la faccenda fosse poco chiara.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Qualche giorno dopo, i due si ritrovano in un locale, dove Macfarlane è in compagnia di uno sconosciuto, un tipo grossolano, di nome Gray. Questo soggetto deride Macfarlane, sul volto di cui si disegna rabbia, ma la vicenda finisce lì, finché alle quattro del mattino di qualche giorno dopo, Fettes sente bussare alla porta. Macfarlane stava portando un cadavere: quello di Gray.</div><div style="text-align: justify;">Lì Fettes capisce che i sospetti sul dott. K erano fondati e Macfarlane era certamente il suo braccio destro nell'esecuzione degli omicidi per far sì che il laboratorio di anatomia fosse sempre provvisto di materiale su cui lavorare. Fettes si ritrova quindi immischiato in una situazione da cui è complicato uscire, preferendo tacere e collaborare, colto talvolta da moti di crudeltà che sembrano impossessarsi di lui. Gray viene quindi sezionato, mentre il dott. K e gli studenti effettuano le loro esercitazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel frattempo, era morta anche una signora ed era stata seppellita nel cimitero di campagna. Dovendo rifornire il laboratorio di cadaveri, Macfarlane e Fettes decidono di recarsi nottetempo nel cimitero, dove non li avrebbe visti nessuno e di trafugare la salma. Il viaggio, con il calesse immerso nell'oscurità, diventa ancora più buio quando il fanale che i due usano per illuminare la tomba si spacca accidentalmente. Macfarlane e Fettes proseguono la loro opera completamente immersi nelle tenebre e nella terra della tomba. Caricano la salma chiusa nel sacco e, a tentoni, tornano verso il calesse, uscendo dal cimitero e dalla campagna con non poche difficoltà. Il tutto è immerso in un'atmosfera gotica, dark, quasi fossero degni compagni di "Frankestein" di Mary Shelley.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-eJTSzo20j2cZ7tj5nzkpmYQyT59LR00ELp6CZ_Vw6BGlb-tmneEFrbrS6vc4QyCNhz3nJv_tGbTRw252OjzlWcXOkGqLXct1LCDxuOMowXe4K2pBTtTfZY3tFujbrnYbgV9XS4ZNyHsnr4RvO33fBBAcQYse7uaDvWK0xVxxSZVAEDPcEnV1_2E32aE/s1280/cimitero.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1280" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-eJTSzo20j2cZ7tj5nzkpmYQyT59LR00ELp6CZ_Vw6BGlb-tmneEFrbrS6vc4QyCNhz3nJv_tGbTRw252OjzlWcXOkGqLXct1LCDxuOMowXe4K2pBTtTfZY3tFujbrnYbgV9XS4ZNyHsnr4RvO33fBBAcQYse7uaDvWK0xVxxSZVAEDPcEnV1_2E32aE/w367-h220/cimitero.jpg" width="367" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/artspark-13342248/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=7835694">Nanne Tiggelman</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=7835694">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure quella salma, che continua ad essere sballottata, ha un peso eccessivo per essere quella di una donna. Macfarlane ferma il calesse, prova ad accendere l'altro fanale e illumina il carico: con orrore, i due notano che si tratta di un uomo, nonostante fossero certi che il corpo esumato fosse quello di una donna. Macfarlane, terrorizzato, illumina meglio e... entrambi scoprono di essere di fronte al corpo di Gray, già morto e sezionato da tempo. Il fanale cade a terra, si rompe, il cavallo si imbizzarisce e parte in direzione Edimburgo con il defunto a bordo, lasciando i due in mezzo alla campagna.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di Stevenson ho letto "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" quando ero solo un'adolescente. Non ricordo bene i dettagli, ma certamente l'inquietudine che mi suscitò leggerlo, pensando al disturbo psichico tipico del bipolarismo.</div><div style="text-align: justify;">Più noto è "L'isola del tesoro", che manca ancora tra le mie letture; tuttavia, all'interno del libriccino è inserito anche un piccolo racconto, in cui due dei personaggi, ovvero Sylver e Smollett, escono dalla narrrazione, in una pausa dello scrittore, riprendendo a "recitare" quando Stevenson afferra nuovamente la penna per scrivere.</div><div style="text-align: justify;">Gli altri testi sono definiti "Favole" e, in realtà, sia per la lunghezza che per la presenza di una morale, spesso molto cinica, sembrano proprio riflettere il celebre genere letterario.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Logicamente, "Il trafugatore di salme" occupa un posto primario. Secondo l'introduzione critica, è un testo che precede "Dr. Jekyll e Mr. Hyde", una sorta di prova. Sicuramente Stevenson intende qui infondere nel lettore quel senso di paura che striscia nell'animo, risvegliando anche quegli istinti primordiali e crudeli. Fettes, che di fatto è solo un ubriacone, a contatto con Macfarlane diventa socio in affari, lasciando da parte quel minimo di coscienza, affascinato dal lato oscuro. Eppure, entrambi sembrano terrorizzati dal soprannaturale, come dimostra la sostituzione impossibile del corpo di Gray con quello della signora defunta, gli scricchiolii e il buio che si impadronisce del cimitero di campagna. Stevenson è sicuramente un maestro delle descrizioni che definirei assai minuziose. Ma la capacità descrittiva, in fondo, è una caratteristica fondamentale, soprattutto se si vuol proporre un testo evocativo, immersivo, che tocca tasti interni all'animo umano, laddove nessuno di noi vuole mai avventurarsi.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-83799744307968950302024-01-07T17:05:00.004+01:002024-01-07T19:12:01.907+01:00Recensione di "Oscar e la dama rosa" di Eric-Emmanuel Schmitt<div style="text-align: justify;">Buonasera amici! Avevo promesso che sarei tornata prestissimo ed eccomi qui! Come detto ieri sera, quello appena passato e quello attuale non sono i più bei periodi che abbia mai vissuto, ma i libri mi hanno aiutata a isolarmi, o meglio, a vivere altre vite, a sognare, a provare nuove emozioni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi vi porto a conoscere "Oscar e la dama rosa" di Eric-Emmanuel Schmitt":</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGlUQjODOQpRHBSet_TIf2qamJgfQHfZ-GX26ce7sRMxcnjMQmnxv-tlbEE8CwVoINL328n67YDdCM2iV7B66zNVx1X6Nultln4jV1dFGvw2W1EuhSYigpl3qntL0uc4iERwzZ686UNsicGA0FFrp0jY8KDjoL5u_0LVByYofKq5ozo8ZEgti85Q9jqs/s900/Oscar%20e%20la%20dama%20rosa.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGlUQjODOQpRHBSet_TIf2qamJgfQHfZ-GX26ce7sRMxcnjMQmnxv-tlbEE8CwVoINL328n67YDdCM2iV7B66zNVx1X6Nultln4jV1dFGvw2W1EuhSYigpl3qntL0uc4iERwzZ686UNsicGA0FFrp0jY8KDjoL5u_0LVByYofKq5ozo8ZEgti85Q9jqs/s320/Oscar%20e%20la%20dama%20rosa.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Testa Pelata ha dieci anni e il soprannome gliel'hanno dato per via del cranio completamente pelato a causa delle cure per il cancro a cui si sottopone. La sua vita trascorre in ospedale, in un reparto riservato ai bambini con malattie gravi, i suoi unici amici.Soffre, sa che cure e trapianti non hanno avuto buon esito, sa che presto morirà, eppure quello che a prima vista sembrerebbe un quadro funesto si rivela una meravigliosa e movimentata avventura per merito di Nonna Rose, una “dama rosa”, come vengono chiamate le volontarie che prestano assistenza ai degenti, per via, appunto, del camice rosa che indossano. Nonna Rose trasforma gli ultimi dodici giorni di vita del bambino in un’epopea rutilante di avvenimenti, gli fa vivere l’esistenza che non vivrà, lo mette in grado di vedere esauditi desideri che non avrebbe avuto il tempo di desiderare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo periodo terribile, ho percorso le corsie di un ospedale. Il cuore si è stretto quando sono arrivata davanti a un muro cui erano appesi alcuni lavoretti in ceramica dipinta. Gli autori erano dei bambini, malati oncologici, piccole anime senza speranza o la cui vita era appesa a un filo sottile, quasi trasparente. Mi sono detta - e me lo dico sempre in realtà - che non è giusto nascere per morire dopo pochi anni, trascorrendo la propria infanzia tra le bianche mura di un ospedale, impregnate di odore di disinfettanti e medicine, ed essere osservati con pietà dagli adulti, quando adulti quei bambini non potranno mai diventarci. Perché soffrire?</div><div style="text-align: justify;">Oscar se lo chiede e lo domanda anche a Nonna Rose, una volontaria che va a trovarlo in ospedale. Il bambino è malato oncologico. Ha subito un'operazione, ma non è andata a buon fine. Proprio quella signora così strana, che per sembrare forte ha raccontato di essere stata una lottatrice di wrestling, restituisce una speranza e un pizzico di fede a Oscar. Il bimbo ha un'aspettativa di vita di una decina di giorni, ormai non potrà più riprendersi, ma Nonna Rose gli dice che ogni giorno lui crescerà di 10 anni. Nonna Rose, di fatto, regala un'esistenza normale a Oscar che diventa quindi adolescente, dà il suo primo bacio a Peggy Blue (la bambina con il colorito blu), fino ad essere adulto e poi anziano. Un'intera vita racchiusa in pochi istanti durante i quali Oscar, sempre su consiglio di Nonna Rose, scrive a Dio, raccontandogli la sua esperienza e chiedendogli sempre di venirlo a trovare. Perché un Dio che ti ama non può farti soffrire così tanto, si dice Oscar. Eppure la sofferenza fa parte della vita. Anche Dio ha sofferto, gli spiega Nonna Rose, un Dio cui l'uomo si sente più vicino.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipEUcROqo6gXm4xIzl9g-_rETVz96zGsOmiPrXCtVSmBlMzY6tLPxqEQFhfUoLyie7sA79ZFytX_j7TPzdk_yFvpj9UA9g5Q3QFhq2yd6cNKfKPVKA9cvPuuhM36ELhXZoNS1-lTh5uKoYE5NDgCbOGoxwFnIxRtsx_NC6UKSIokBBfHM_I21jbwUejss/s1280/Ospedale%20orsacchiotto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipEUcROqo6gXm4xIzl9g-_rETVz96zGsOmiPrXCtVSmBlMzY6tLPxqEQFhfUoLyie7sA79ZFytX_j7TPzdk_yFvpj9UA9g5Q3QFhq2yd6cNKfKPVKA9cvPuuhM36ELhXZoNS1-lTh5uKoYE5NDgCbOGoxwFnIxRtsx_NC6UKSIokBBfHM_I21jbwUejss/s320/Ospedale%20orsacchiotto.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/mylene2401-10328767/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3872344">Myléne</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3872344">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Attraverso uno stile coinvolgente e molto dolce, tipico delle riflessioni fatte dai bambini, l'autore ci trasporta nel cuore grande di Oscar e di tutti quei piccoli malati terminali per i quali le cose più importanti sono la speranza e la vicinanza delle persone sensibili.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con qualche frase tratta dal libro e vi aspetto con la prossima recensione, sempre qui, tra le pagine virtuali del blog!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Pensaci un attimo, Oscar. A chi ti senti più vicino? A un Dio che non prova niente o a un Dio che soffre?».</div><div style="text-align: justify;">«A quello che soffre, è chiaro. Ma se fossi Dio come lui, se avessi i suoi mezzi, avrei evitato di soffrire».</div><div style="text-align: justify;">«Nessuno può evitare di soffrire. Né Dio né tu. Né i tuoi genitori né io».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«La gente ha paura di morire perché teme l'ignoto. Ma l'ignoto, per l'appunto, non si sa cosa sia. Io ti propongo di avere fiducia anziché paura, Oscar. Guarda la faccia di Dio sulla croce: subisce la pena fisica, ma non sente la pena morale perché ha fiducia. A quel punto anche i chiodi fanno meno male. Continua a ripetersi: mi fa male, ma non può essere un male. Ecco qual è il beneficio della fede. Volevo fartelo vedere».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Ho cercato di spiegare ai miei che la vita è un regalo strano. Da principio la si sopravvaluta, si crede di aver ricevuto la vita eterna. Poi si sottovaluta, la troviamo marcia, troppo corta, si è quasi pronti a buttarla via. Alla fine ci si rende conto che non è un regalo, ma un prestito. Allora si cerca di meritarselo. Ho cent'anni, so di cosa parlo. Più si invecchia, più è necessario avere gusto per apprezzare la vita. Bisogna diventare raffinati, artisti. Qualsiasi imbecille può gioire della vita a dieci o vent'anni, ma a cento, quando non si riesce più a muoversi, bisogna usare l'intelligenza».</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-6352519182124251722024-01-06T21:25:00.001+01:002024-01-06T21:25:07.793+01:00Recensione di "Cinquanta modi per dire pioggia" di Asha Lemmie<div style="text-align: justify;">Buonasera e buona Epifania! Eccoci di nuovo qui, su queste pagine virtuali a parlare di libri e lettura.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo periodo, come mai prima d'ora, ho imparato a leggere durante gli spazi liberi, quei minuscoli ritagli di tempo il cui segreto sta nel riuscire ad isolarsi dalle chiacchiere, dai rumori, dalle preoccupazioni.</div><div style="text-align: justify;">Oggi vi porterò, quindi, in Giappone, nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale, con "Cinquata modi per dire pioggia" di Asha Lemmie.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7OVYavMLE_P-beLZXOJY6npBEyx_2xrLAAlncoiijAm5lCklIWyamZ_Tm0nRvoyxkWc_V1drD_snxwRvYA2oDE4CcSv1qG86suTazQVnYI5g7VD0Fy6OR5oJBAIrcoA23O5xBWsTkMzVyC2kcIcUcuwRXrPJTmwLonzaB9h0bmwyJq2QyfvTE1ofknC0/s803/Cinquanta%20modi%20per%20dire%20pioggia.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7OVYavMLE_P-beLZXOJY6npBEyx_2xrLAAlncoiijAm5lCklIWyamZ_Tm0nRvoyxkWc_V1drD_snxwRvYA2oDE4CcSv1qG86suTazQVnYI5g7VD0Fy6OR5oJBAIrcoA23O5xBWsTkMzVyC2kcIcUcuwRXrPJTmwLonzaB9h0bmwyJq2QyfvTE1ofknC0/s320/Cinquanta%20modi%20per%20dire%20pioggia.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Kyoto, 1948. Nori Kamiza ha solo otto anni quando viene lasciata dalla madre davanti al cancello di un'enorme villa di proprietà della nonna. Sola e spaventata, la bambina viene accolta in casa, seppur a malincuore. La famiglia Kamiza è tra le più nobili del Giappone, imparentata addirittura con l'imperatore, mentre Nori, con quei capelli crespi e la pelle scura, è il frutto della scandalosa relazione con un gaijin, uno straniero, per di più di colore. Perciò la nonna fa il possibile perché Nori rimanga un segreto ben custodito. La relega nell'attico e la costringe a trattamenti per renderla «più giapponese»: le stira i capelli e la sottopone a bagni nella candeggina per rendere la sua pelle più bianca. Nori impara fin da subito le regole fondamentali: non fare domande, non lamentarsi, non opporsi. Ma tutto ciò che conosce viene sconvolto dall'arrivo di Akira, il suo fratellastro. Nori è certa che Akira la odierà: lui è il legittimo erede della famiglia, lei il marchio d'infamia che lo disonora. Eppure presto si rende conto che Akira non è come gli altri. Akira viene dalla grande e moderna Tokyo e non gli importa nulla né dell'aspetto di Nori né delle regole della nonna. Per lui, Nori è la sua sorellina e l'adora, almeno quanto Nori adora lui. Così, i due diventano inseparabili e Akira mostra a Nori un mondo nuovo. Un mondo in cui, finalmente, lei non è un'intrusa, non è sbagliata. Un mondo in cui il pregiudizio è sconfitto dalla forma più pura d'affetto: quello che non chiede nulla in cambio. Un mondo in cui anche lei ha il diritto di essere felice. Tuttavia ogni cosa ha un prezzo. E la libertà di Nori potrebbe richiederne uno altissimo...</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEMGJIWVS5PYcWYuKY_cM4DlKwXaqc3QOOftbbvcWYtFXaXaIm7kC2Zkf1kDV2CzssXoVJTbgKpZLdWSpvf9m21Ya7ioxBij95_EvhyUT6h_-7fjrtfUCS_1zsKS5qafwfKAygxuoma-edt0MadZuoBGPdYTP5e978z7mXkSOT_BBTVs_9zSet5T7LioM/s1280/Giappone.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEMGJIWVS5PYcWYuKY_cM4DlKwXaqc3QOOftbbvcWYtFXaXaIm7kC2Zkf1kDV2CzssXoVJTbgKpZLdWSpvf9m21Ya7ioxBij95_EvhyUT6h_-7fjrtfUCS_1zsKS5qafwfKAygxuoma-edt0MadZuoBGPdYTP5e978z7mXkSOT_BBTVs_9zSet5T7LioM/s320/Giappone.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/gpoulsen-6673015/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=6683245">G Poulsen</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=6683245">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho acquistato questo libro all'aeroporto di Catania, dopo tre quarti d'ora di attesa ai metal detector e un ritardo infinito del volo per tornare a Roma. Mi sono rifugiata all'interno del negozio che vendeva libri, cartoleria e souvenir, uscendone con "Cinquanta modi per dire pioggia" di Asha Lemmie e il commesso che, facendo lo spiritoso, mi ha detto "Bello questo libro! Alla fine muoiono tutti!".</div><div style="text-align: justify;">Non muoiono tutti, ma c'è una bella dose di sofferenza tra le pagine di questo volume.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Noriko Kamiza ha gli occhi orientali e ambrati, la pelle scura e i capelli ricci. Una giapponese molto atipica si direbbe, eppure lei è la secondogenita, frutto dell'amore di Seiko Kamiza, principessa cugina dell'imperatore, e di James, soldato afroamericano. Frutto, perciò, dell'adulterio, una maledizione, come rivelano le sue caratteristiche fisiche.</div><div style="text-align: justify;">È Seiko a lasciarla, dopo una vita dolorosa, davanti casa della nonna materna, Yuko Kamiza, sparendo per sempre. Nori è una bambina molto dolce e obbediente, ma sua nonna le riserva un trattamento che sarebbe eufemistico definire "tortura": dai bagni con la varechina per schiarire la pelle, alle percosse, per non contare il fatto che per anni Nori venga relegata nella soffitta, senza poter mai uscire, nemmeno nel giardino dell'immensa dimora.</div><div style="text-align: justify;">Nori vive come una prigioniera, lei che è una vergogna per la casa reale, fin quando non arriva Akira, il suo fratellastro, primogenito di Seiko, erede dei Kamiza. Nori si avvicina con curiosità e timore: lei, una maledizione, non può di certo competere con Akira... eppure il fratellastro non è come gli altri della sua famiglia. È buono, generoso, possiede una mentalità aperta per l'epoca e sarà grazie a lui che le catene di Nori inizieranno a sciogliersi, per riacquistare infine una libertà insperata.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La libertà, però, ha un prezzo alto da pagare per una mezzosangue. Yuko e suo marito non lasceranno di certo che Noriko possa infangare la loro casata. Dopo aver subito crudeltà inaudite, Nori riesce a sopravvivere, vede il mondo, si immerge nella musica che il fratello le ha insegnato ad amare e, quando finalmente, dopo una dolorosissima perdita sembra tutto andare per il verso giusto, l'ombra dei Kamiza si riaffaccia, riportando Noriko verso il suo destino. Nori, però, è cresciuta, conosce le proprie responsabilità e il sacrificio. Sua nonna, pur avendola sempre disprezzata, dovrà infine ammettere di avere davanti a sé una degna rivale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz5J075f1MU-IPh-MgBqibs0JbakdUjSZDQdkGo-NMOhl216yZ9IaT_Wd31357mF0FlH3KLCSYiGI4P6Pm3lLHZYDsfa3KHNWQKag3TacWbrsABP1YzWmzNTscDXIf3g7wb0PQ-w-K_PBMBq_xMRI2tWKFZ0cVCp5VTd0ThYy2qRstlGeQuhGTQcwqUTQ/s1280/Giapponesi.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz5J075f1MU-IPh-MgBqibs0JbakdUjSZDQdkGo-NMOhl216yZ9IaT_Wd31357mF0FlH3KLCSYiGI4P6Pm3lLHZYDsfa3KHNWQKag3TacWbrsABP1YzWmzNTscDXIf3g7wb0PQ-w-K_PBMBq_xMRI2tWKFZ0cVCp5VTd0ThYy2qRstlGeQuhGTQcwqUTQ/s320/Giapponesi.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/sasint-3639875/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1822521">Sasin Tipchai</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1822521">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho trovato questa storia affascinante e dolorosa al tempo stesso: affascinante perché narra della rinascita di Noriko, una rifiutata, una mosca bianca; dolorosa, perché non si può nemmeno immaginare fin dove possa spingersi l'odio verso un altro essere umano, per di più per questioni di superstizione e di onore. Noriko viene forgiata come una guerriera, abituata a sopportare, ad obbedire anche quando la realtà è veramente terribile, ma mai perde la sensibilità, il coraggio, l'animo dolce e puro che aveva caratterizzato quella bambina dagli occhi ambrati lasciata da sola davanti la grande e austera dimora dei nonni.</div><div style="text-align: justify;">Il ritmo narrativo è incalzante e spinge a volerne sapere sempre di più, a capire che cosa farà e come si comporterà la protagonista nell'immediato futuro. Talvolta, viene utilizzato un cambio di narratore, per fornire al lettore un punto di vista diverso, ben inserito all'interno della storia.</div><div style="text-align: justify;">E poi, come sfondo, c'è il Giappone: un paese dalle tradizioni millenarie, appena uscito sconfitto dalla guerra che, tuttavia, non si arrende, proprio come i suoi abitanti, dotati di una forza d'animo surreale e da un senso dell'onore che, per noi occidentali, forse è totalmente sconosciuto. A questo si dovrà, però, aggiungere come si evidenzi il ruolo della donna, considerata un oggetto da far sposare, da lasciare nell'ignoranza, utile solamente a procreare e di cui abusare, ma mai adatta a comandare o ad occupare ruoli di spicco nella società. Mentalità, questa, che in alcuni paesi (e in alcuni ambienti) sembra ancora essere radicata.</div><div style="text-align: justify;">Asha Lemmie ha fatto un ottimo lavoro e spero vivamente in un secondo volume.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con qualche frase tratta dal romanzo e vi aspetto, a breve, con la prossima recensione!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ED2iZhCikwbiDCNSzahxW_9w5WK7nh5OcZAP8v9YecmysaPS2vkIWDH5PkkEUI3QQvimAZcCK4hOthcnQESbZSF9WrR8yJf1QzF41zvkBK7FlU71ykJeSN1Ev43POKq9gBbE0VgVjz1SpSSQKa7Mf9lcPudJwjQaVx21NBAM35dTm0V4J9a9ua3Xh4g/s1280/Casa%20giapponese.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ED2iZhCikwbiDCNSzahxW_9w5WK7nh5OcZAP8v9YecmysaPS2vkIWDH5PkkEUI3QQvimAZcCK4hOthcnQESbZSF9WrR8yJf1QzF41zvkBK7FlU71ykJeSN1Ev43POKq9gBbE0VgVjz1SpSSQKa7Mf9lcPudJwjQaVx21NBAM35dTm0V4J9a9ua3Xh4g/s320/Casa%20giapponese.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/shell_ghostcage-2016503/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2622203">For commercial use, some photos need attention.</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2622203">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Le piaceva dormire, anche se spesso non ci riusciva. Era un momento in cui provava qualcosa che, da sveglia, le veniva negato sempre: la libertà».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Bisogna essere forti per sopravvivere. Se non altro, nonna, questo me l'hai insegnato».</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-41989662255744665642023-12-22T20:55:00.007+01:002023-12-22T21:12:27.500+01:00Recensione di "Doppio senso. Un libro che ha cuore e cervello" di Valentina Iusi<div style="text-align: justify;">Buonasera amici, siamo ormai quasi a Natale e sono certa che almeno qualcuno (se non addirittura ognuno) di voi troverà un libro sotto l'albero.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa sera vi porto a conoscere un libretto di cui è autrice Valentina Iusi, intitolato "Doppio senso. Un libro che ha cuore e cervello", e pubblicato con Youcanprint. Come ben sapete, non accetto mai di fare recensioni agli ebook perché detesto con tutta me stessa leggere a schermo. Devo farlo per lavoro, ma libri e articoli che non siano archeologici devono essere cartacei. Voglio poterli portare con me sui mezzi, inserirli in borsa senza avere pesi eccessivi, o avere paura che la batteria si scarichi. Un libro cartaceo è sempre carico, deve solo essere sfogliato. E poi con il lettore ebook corro un immenso rischio. Quando mi metto a letto, la sera, leggo sempre, anche una pagina... capita, talvolta, che il sonno mi colga e che quel che tengo in mano possa cadere. Un conto è se un libro cade, anche in faccia (ahimé), un conto è se cade il tablet o il lettore ebook. Durante le scorse sere, ho provato il "brivido" del trauma facciale da tablet. </div><div style="text-align: justify;">Ho fatto, perciò, un'eccezione, ma leggo e leggerò SOLO cartacei.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Passiamo a noi e torniamo al libro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIsrZlk_YZSvZJfNPPFgzZ2UkqyQ7DgqljFSeSK9SNsRK1z7YQSjxh3ZG_DibaP-AvtqnvHIBfi-Q72ZlNiryl8Scro8jkKlddvlYRdxZltqSWO-2Q5d7nhzP9mwNvB2UKvz70M1vs_pBzVxH1YGO-knD_jvuTnZj1TmJ0f_EBPUD5Ws75hfeyNfmXLwE/s750/Doppio%20senso%20copertina.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIsrZlk_YZSvZJfNPPFgzZ2UkqyQ7DgqljFSeSK9SNsRK1z7YQSjxh3ZG_DibaP-AvtqnvHIBfi-Q72ZlNiryl8Scro8jkKlddvlYRdxZltqSWO-2Q5d7nhzP9mwNvB2UKvz70M1vs_pBzVxH1YGO-knD_jvuTnZj1TmJ0f_EBPUD5Ws75hfeyNfmXLwE/s320/Doppio%20senso%20copertina.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Doppio Senso è una piccola città dove le strade sono tutte a senso unico. Qualcuno, arrivando da fuori, sarebbe portato a pensare che si possa solo entrare ma non uscire; invece, la circolazione scorre tranquilla e, prima o poi, la strada per andare a In Mona, il paese vicino, la trovano tutti. Nella sala conferenze della biblioteca comunale è in corso la presentazione del libro di Armando Bentivoglio, un noto scrittore sui generis con monomanie bizzarre. Il romanziere, a un certo punto, decide di scrivere sulla lavagna una frase ricca di significati e che possa contenere un'emozione: "Ah... Ahh... Ahhh". Basta una semplice parola, pronunciata in modo diverso, a suggerire sensazioni di piacere o di dolore, secondo l'interpretazione del lettore, in grado di andare oltre il volere dello stesso autore. Viene messa in luce la differenza tra "le intenzioni di chi scrive un messaggio" e "il modo in cui può essere interpretata la scrittura". Si tratta di una parody comedy all'italiana con le sue nevrosi e le sue megalomanie grossolane e i personaggi grotteschi non meno suggestivi. Il ritrovamento di un cadavere richiederà la presenza del commissario Loquace, un poliziotto dai metodi alquanto singolari. Un turbinio di battute e dialoghi caustici, spesso inconsapevolmente comici dei vari protagonisti, caratterizzerà in maniera originale le varie scene, creando un surreale collage di schegge impazzite.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La narrazione mi ha inizialmente coinvolta. Ero curiosa di capire dove fosse il reale doppio senso, il nòcciolo della situazione. Tutto ruota intorno a un autore, Armando Bentivoglio, che presenta il suo libro all'interno di un bar. Partecipano a questo evento il suo agente letterario, la bibliotecaria, alcuni lettori, tra cui Jessica Momenti, figlia del sindaco che, dopo il buffet, viene trovata morta nel bagno, mentre sul vetro campeggia la scritta con rossetto "Ah... ahhh... ahhh!". Quest'ultima è un'espressione tratta dal libro di Bentivoglio, un doppio senso: a seconda del contesto e dall'intonazione, può essere ovviamente un'espressione di dolore, di sorpresa o di sommo piacere.</div><div style="text-align: justify;">Interviene rapidamente la polizia, capitanata dall'ispettore Sollecito e dal commissario Loquace. Giungeranno, infine, i nostri investigatori a capire chi ha ucciso Jessica e perché? Ovviamente sì, attraverso un serrato interrogatorio che consente di conoscere i vari personaggi sottolineandone, dove presenti, i lati oscuri, da Carla Tomo, a Carmelo Fattobene, fino a Gianfraco "Mr Caffè".</div><div style="text-align: justify;">Persino quella che sembrava la risoluzione del caso, alla fine, non è definitiva perché niente è come sembra.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinKDr0bRdr8YYzLY2ff_Z6YfeHNxLlc4kLE4vdbDwUIK-OCa91yS5PcyaaH1OLNZBdEt5vD26T38Y9Ev1I8-KfqSJ7W1ccijlGsA9sdmWwCA1xsE6QAzebm_Iy-LgwgQC_TbSKCQv9e5VZnr-QymynB9RjcF35tsZjnNsk-sXuizBCHffPdEf5uxz95to/s1280/impronta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinKDr0bRdr8YYzLY2ff_Z6YfeHNxLlc4kLE4vdbDwUIK-OCa91yS5PcyaaH1OLNZBdEt5vD26T38Y9Ev1I8-KfqSJ7W1ccijlGsA9sdmWwCA1xsE6QAzebm_Iy-LgwgQC_TbSKCQv9e5VZnr-QymynB9RjcF35tsZjnNsk-sXuizBCHffPdEf5uxz95to/s320/impronta.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/ar130405-423602/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2081169">ar130405</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2081169">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Cosa mi ha lasciato "Doppio senso"? Un po' di ironia, sicuramente. Alcuni personaggi, soprattutto Loquace e Bentivoglio, sono "tragicomici" e fanno spuntare un sorriso. Per il resto, il racconto avrebbe potuto essere maggiormente sviluppato e sono rimasta un po' delusa sul finale. Negli ultimi tre capitoli ho come avuto l'impressione che, immediatamente dopo il climax narrativo, l'autrice avesse voglia di concludere e di rivelare tutto al lettore.</div><div style="text-align: justify;">Il libro ha sicuramente del potenziale ed è una narrazione particolare. Dei doppi sensi si parla, ma non si dedica loro mai un libro intero, eppure bisognerebbe farlo. A volte, infatti, nascono incomprensioni, dubbi anche, solo a causa di un accento sbagliato (nel libro si nomina affétto e affètto, per esempio). Ad ogni modo, penso che sia questo il primo passo per migliorarsi: l'idea è certamente buona.</div><div style="text-align: justify;">Ultima cosa: la prefazione è, di fatto, una recensione. La toglierei. Meglio evitare che il lettore si faccia già un'idea del contenuto. Bisogna incuriosirsi con qualche dettaglio che, di norma, già è presente sulla quarta di copertina.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ringrazio Valentina Iusi per avermi proposto di leggere il suo lavoro e le faccio un grande in bocca al lupo per tutto!</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-40389278630725134332023-11-29T21:36:00.004+01:002023-11-29T21:36:41.863+01:00Recensione di "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valérie Perrin<div style="text-align: justify;">Buonasera, amici lettori! Bentornati tra le pagine virtuali del mio blog!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Orario piuttosto insolito per scrivere un post. Solitamente sto ancora studiando (non si finisce mai), ma sono stata letteralmente rapita dal romanzo di cui vi parlerò. Quale? "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valérie Perrin.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a acqua="" ai="" fiori.jpg="" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr5vVHjlcGmH3brFbLjfgyNbsDZGWZIRU71_oOqQNl72QbZy7T25Gj606_HY12hqOLijnQ1uXoTucuawCEBunEAGzvC8spnBljQQcrVDaEszNUVrmrU3zs5p47tI0p6FEWpfFr1sOoEAmR_ptd0Mas449jXRbhUyFGx4KJmlfSkzekQ5VW-Ff84tWbYIU/s938/cambiare%20l"><img acqua="" ai="" border="0" fiori.jpg="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr5vVHjlcGmH3brFbLjfgyNbsDZGWZIRU71_oOqQNl72QbZy7T25Gj606_HY12hqOLijnQ1uXoTucuawCEBunEAGzvC8spnBljQQcrVDaEszNUVrmrU3zs5p47tI0p6FEWpfFr1sOoEAmR_ptd0Mas449jXRbhUyFGx4KJmlfSkzekQ5VW-Ff84tWbYIU/s320/cambiare%20l" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.</div><div style="text-align: justify;">Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eh sì, ultimamente ho letto ben due libri che trattano di cimiteri, ma è stato solamente un caso. Avevo sentito parlare di questo romanzo, un caso editoriale. Personalmente non mi sbilancio mai così tanto, ma devo ammettere che l'autrice è riuscita a tenere il filo di vari personaggi, ognuno con una propria complessa personalità, ognuno con un duro passato alle spalle e ognuno dei quali è cambiato con il tempo, subendo una vera e propria metamorfosi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Violette è la protagonista, la guardiana del cimitero di Brancion, un camposanto estremamente vivo, colorato dalle mille corolle dei fiori e curato. Un cimitero che mi sono immaginata piccolo e ordinato, con le sue tombe terragne, le lapidi in marmo bianco e le più antiche in pietra con foto in bianco e nero.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sarà forse azzardato avanzare un paragone ma è proprio quel luogo che riflette Violette: il cimitero appare nell'immaginario comune come un posto vuoto, desolato, dimora della morte, eppure fiori e colori sorgono al suo interno, talvolta nascosti. Fiori che dimostrano che anche da un luogo cupo può nascere la vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'esistenza di Violette è stata indubbiamente disgraziata: abbandonata alla nascita, non ha mai avuto una famiglia. In cerca perenne di affetto, da ragazzina è stata sedotta da Philippe Toussaint e messa incinta. Così comincia la sua condanna, rasserenata solo dalla nascita di Léonine, una meravigliosa bimba. A Violette tocca lavorare perché Philippe, figlio nullafacente di una ricca coppia di ex impiegati statali, delega tutto a lei. Philippe si limita a giocare al Nintendo, a fare giri in moto e a tradirla con mille altre donne delle quali non conosce nomi, né ricorda i volti. La quotidianità di Violette ruota intorno al passaggio a livello, di cui deve abbassare manualmente la sbarra, e alla piccola Léo, che cresce allegra e dolcissima.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure, Violette non ha ancora smesso di soffrire. La morte inaspettata della figlia, scomparsa a causa di un incendio all'interno di un castello in cui i nonni l'avevano inviata in vacanza, è un macigno che pesa sullo stomaco. Nulla ha più senso. I colori si spengono ed è tutto completamente dolore. Anche il marito, sempre assente, sembra quasi riscuotersi. Era lui il padre di Léonine, una figlia che non ha mai considerato perché avrebbe voluto un maschio, una figlia di cui conosceva molto poco. Entrambi, separati sentimentalmente da sempre, vengono accomunati dal dolore e dalla ricerca spasmodica della verità che, infine, sarà devastante.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Violette riesce a riemergere dal buio solo grazie a Sasha, il guardiano del cimitero in cui è sepolta sua figlia. Sasha vive lì, in una casetta che profuma di tè e spezie, biscotti e miele; una piccola struttura intonacata con un giardinetto e un orto rigogliosi. Anche Sasha nasconde una dolorosa storia, ma forse è proprio grazie alla condivisione del dolore che Violette si fiderà di quest'uomo, fino a farsi curare le ferite, facendo sì che, una volta in pensione, Sasha voglia lasciare il proprio incarico alla donna.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjs_etpUut4oyJA1QiZZr9ZCZXEFLpCjAsnZyEyZwDGq68Fg40RWRFVi5Ua7xSgtxcR0thI3wnF3bF2_xCKFIS3Rnxbs-9YDhka4eN0FgixYG5ge_5BtpIkD7-cgrOfWgi5a8_W_c7XWofEUayc-eBaE9sGm0MHSWxNTYHJeRfDGaYCH3CAM3uVRpyyQs/s1280/Cimitero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjs_etpUut4oyJA1QiZZr9ZCZXEFLpCjAsnZyEyZwDGq68Fg40RWRFVi5Ua7xSgtxcR0thI3wnF3bF2_xCKFIS3Rnxbs-9YDhka4eN0FgixYG5ge_5BtpIkD7-cgrOfWgi5a8_W_c7XWofEUayc-eBaE9sGm0MHSWxNTYHJeRfDGaYCH3CAM3uVRpyyQs/s320/Cimitero.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/fietzfotos-6795508/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4653166">Albrecht Fietz</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4653166">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I giorni di Violette si susseguono in quel camposanto, dove impara a conoscere i becchini, i necrofori, i gatti e la cagnolina, le piantine, i visitatori. Non può sapere che tra questi ultimi c'è anche la mamma di Julien, Irène Fayolle, con la quale scambia alcune parole e dei fiori per la tomba dell'uomo che andava sempre a trovare, Gabriel Prudent, l'amante. Una storia contorta, passionale, piena di sensi di colpa quella di Irène e Gabriel che si sono ritrovati liberi di vivere il loro amore solo dopo la morte. E Julien, in possesso del diario di Irène, cerca la signora del cimitero, Violette, trovandola e facendo sì che i fiori nell'animo della donna tornino ad aprire le corolle, illuminando di colori quella vita aspra che tanto dolore le aveva provocato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi risulta complesso aggiungere oltre senza rivelare dettagli di questa storia intrecciata, appassionante, devastante, a tratti amara e al contempo dolcissima, dai toni delicati ottenibili solo grazie al sapiente uso degli acquerelli.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi soffermerò sull'evento che scuote il lettore e i protagonisti: la morte della bambina, Léonine. Un piccolo angelo venuto a mancare troppo presto e con modalità ignote, apparentemente a causa di un incendio, insieme alle sue amichette. Quattro corpicini carbonizzati nella stanza di un vecchio castello.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se per Violette la morte di Léo costituisce un baratro da cui riesce ad emergere solo grazie alle pazienti cure di un sapiente guardiano del cimitero, per Philippe è una presa di coscienza. Philippe Toussaint, un uomo spregevole, cerca la verità, deve capire perché quella giovane vita è stata spezzata e da chi. Soprattutto da chi... cerca vendetta, ma non l'avrà, non potrà averla. In questo percorso, Philippe capisce di aver sbagliato ogni cosa, facendosi trasportare dall'indolenza, dagli agi che la sua famiglia mai gli aveva fatto mancare, dalle cose futili, senza amare veramente. Che vita ha vissuto Philippe Touissant? Quale merito ha avuto? La sola cosa bella che era riuscito a fare non era una "cosa", ma sua figlia e l'aveva perduta perché - nella sua mente di padre - non era riuscito a proteggerla, a prendersi cura di lei.</div><div style="text-align: justify;">Mette quindi una pietra sul passato e ricomincia una vita diversa, quella che aveva sempre desiderato e che non era riuscito ad avere. Lavora persino, finché il peso delle sue malefatte e quello della triste verità lo schiacceranno.</div><div style="text-align: justify;">Una morte, quella di Léonine, che corrisponde quasi al trillo di una campana: fa riscuotere i cuori, fa cambiare entrambi i suoi genitori che, in modo diverso, cercano di "risorgere" da quelle ceneri lasciate indietro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNQlvfhT7xs0EyuRjKn6cKxxKHIYQXjhur3lqMo5gCZDJ6lLUGYRUIInKbnqF-ebZr2ocESsX7w2r0VOCGU6cGCjFsfhoJibEHRd88oCNw0Jh35DdI-F1QTKCggUpgaHM0xypJiiVMJ3YHXNfGTRlZ16j7Y9afN19Wz2jKTWOhAPDpPEG8P4tNq1354xk/s1280/Fiori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="802" data-original-width="1280" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNQlvfhT7xs0EyuRjKn6cKxxKHIYQXjhur3lqMo5gCZDJ6lLUGYRUIInKbnqF-ebZr2ocESsX7w2r0VOCGU6cGCjFsfhoJibEHRd88oCNw0Jh35DdI-F1QTKCggUpgaHM0xypJiiVMJ3YHXNfGTRlZ16j7Y9afN19Wz2jKTWOhAPDpPEG8P4tNq1354xk/s320/Fiori.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/fietzfotos-6795508/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4653166">Albrecht Fietz</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4653166">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il romanzo è piuttosto lungo, 94 capitoli, ma non ve ne accorgerete perché la scrittura è fluida, il ritmo incalzante e, al contempo, delicato come pennellate sulla carta. Un bellissimo libro di cui, non nego, mi piacerebbe una trasposizione cinematografica che rispetti la trama, senza stravolgerla.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi auguro una buona serata e vi aspetto qui con la prossima recensione!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 11pt;">«</span>Succede sempre così con la morte: più è antica e meno presa ha sui vivi. Il tempo distrugge la vita. Il tempo distrugge la morte<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">»</span>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 11pt;">«</span>Essendosi spenta la vita principale il vulcano era morto, ma sentivo crescere dentro di me ramificazioni e controviali, sentivo quel che seminavo. Mi inseminavo. Eppure la terra desertica di cui ero fatta era molto più povera di quella dell'orto del cimitero, ero una pietraia. Ma un filo d'erba può crescere ovunque, e io ero fatta di quell'ovunque. Sì, una radice può attecchiare anche nel catrame, basta una microfessura per far penetrare la vita all'interno dell'impossibile. Un po' di pioggia, un po' di sole, e spuntano germogli venuti da chissà dove, forse portati dal vento. Il giorno in cui mi sono chinata a raccogliere i pomodori che avevo piantato sei mesi prima Léonine ricopriva da un pezzo l'orto con la sua presenza, come se avesse portato il Mediterraneo fino al giardino del cimitero in cui era sepolta. Quel giorno ho capito che era all'interno di ogni miracolo che la terra produceva<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">»</span>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 11pt;">«</span>Ogni tomba è una pattumiera. Si sotterrano i resti, le anime sono altrove<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">»</span>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 11pt;">«</span>Finché, come i gatti del cimitero, anche il sole è entrato in camera mia, si è infilato sotto le lenzuola. Ho aperto le tende, poi le finestre. Sono scesa in cucina, ho messo a bollire l'acqua per il tè e fatto prendere aria alla stanza. Mi sono ridedicata al giardino, ho ricominciato a cambiare l'acqua ai fiori, ho di nuovo ricevuto le famiglie e offerto loro qualcosa di caldo o di forte da bere<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">»</span>.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-34682720938333792752023-11-17T13:13:00.001+01:002023-11-17T13:13:05.340+01:00Recensione di "La verità è che non gli piaci abbastanza" di Greg Behrendt e Liz Tuccillo<div style="text-align: justify;">Buongiorno amici e bentornati sul mio blog! Sono veramente contenta di riscontrare un interesse nelle mie recensioni. Mi scrivete e vi ringrazio tanto! Mi scuso solo con chi non riesco ad accontentare: ho molti libri in lista da leggere, sia consigliati, che regalati, oppure scelti da me stessa e dovrei avere il triplo del tempo libero per poter fare tutto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi vi parlo del libro di Greg Behrendt e di Liz Tuccillo, "La verità è che non gli piaci abbastanza". Ebbene sì, l'ho finalmente letto anche io!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGdQ98EIQoidQFG0v1ewVXueQnUSGTL7OtWSEQHsOTQAbu8J_UP89ivi6-8VRlqTnVtJWmWbuP25saLrnnm72PuwitPl4PGNOTBNwyCgMk7ORQSxIEMjNRcS11nO_sRW2cgZGoaxXAA5lE82WPS5w7eu-RKeS5L7zf4WaYlHzaG5_njlPzhhrTI8rTNlg/s828/la%20verit%C3%A0.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGdQ98EIQoidQFG0v1ewVXueQnUSGTL7OtWSEQHsOTQAbu8J_UP89ivi6-8VRlqTnVtJWmWbuP25saLrnnm72PuwitPl4PGNOTBNwyCgMk7ORQSxIEMjNRcS11nO_sRW2cgZGoaxXAA5lE82WPS5w7eu-RKeS5L7zf4WaYlHzaG5_njlPzhhrTI8rTNlg/s320/la%20verit%C3%A0.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Se lui non ti chiama, se lui non ti sposa, se lui non ti dice mai "ti amo", non farti illusioni... Se un uomo ti vuole, te lo fa capire. Se non ti vuole invece, cerca di svignarsela, si nasconde dietro mille scuse e magari è capace addirittura di dare la colpa a te! E se non ci pensa lui a giustificarsi, ci pensi tu, arrovellandoti, ossessionando le amiche, sprecando lacrime e sonno: «Forse non vuole rovinare la nostra amicizia», «Non è colpa sua, ma della sua famiglia», «È troppo preso dal lavoro», «Ha paura di soffrire ancora». Basta con le paranoie! Questo libro ti insegnerà a riconoscere le giustificazioni vere da quelle false e ti aiuterà a non perdere altro tempo con inutili illusioni. Un libro senza mezzi termini, divertente, ironico, acuto e di una franchezza salutare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quante volte abbiamo visto il film omonimo del 2009, tratto dal libro, in cui la protagonista Gigi incontra solo casi umani, innamorandosi e venendo puntualmente lasciata con l'amaro in bocca? Finché Gigi conosce Alex, il proprietario di un bar, che inizia a darle consigli riguardo il suo comportamento nei confronti degli uomini. Gigi, drasticamente romantica, si innamora anche di Alex che, in un primo momento la rifiuta, cinico com'è... poi torna da lei, letteralmente cotto. Se a un uomo piaci davvero, è lui a farsi avanti, questa la regola di fondo che unisce un po' tutti gli altri episodi che ruotano intorno a quello principale. Una regola che, in realtà, alle donne contemporanee (per fortuna) non piace affatto. Chi l'ha detto che la donna debba essere per forza l'oggetto di conquista dell'uomo? Perché è l'uomo a dover dirigere le danze? E se lui non si decidesse mai?</div><div style="text-align: justify;">Gli uomini, d'altronde, funzionano in modo molto più semplice delle donne: se a loro interessa qualcosa, faranno di tutto pur di ottenerla; se non gli interessa, ignorano, spariscono, puff!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHZArl2JvDe8IYswBaqdwAbgIoCCuu_J7mz_PZ70FCgBvb5GRby8L1EziqIB5rlgBfdCo0CMBY0baDqcOVhfN7Z6GJ1rrWk_qQr53U9ILrRu1642Vzcy832V8GBVc7tXjpcKhVsA5UXn9Z6cVdRNLGPQsvonhO6LIh8qnvMG2-XipM_nSC3vP6dT6VVvU/s2710/Gigi%20e%20Alex.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="2710" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHZArl2JvDe8IYswBaqdwAbgIoCCuu_J7mz_PZ70FCgBvb5GRby8L1EziqIB5rlgBfdCo0CMBY0baDqcOVhfN7Z6GJ1rrWk_qQr53U9ILrRu1642Vzcy832V8GBVc7tXjpcKhVsA5UXn9Z6cVdRNLGPQsvonhO6LIh8qnvMG2-XipM_nSC3vP6dT6VVvU/s320/Gigi%20e%20Alex.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Il libro è strutturato come un manuale, diviso in capitoli a seconda del tipo di uomo: se non ti chiede di uscire, non gli piaci abbastanza; se non ti chiama, non gli piaci abbastanza; se non ti dice che state insieme, non gli piaci abbastanza; se non fa sesso con te, non gli piaci abbastanza; se fa sesso con un'altra, non gli piaci abbastanza; se vuole vederti solo quando è ubriaco, non gli piaci abbastanza; se non vuole sposarti, non gli piaci abbastanza; se ti lascia, non gli piaci abbastanza; se sparisce, non gli piaci abbastanza; se è sposato, non gli piaci abbastanza (e altre disdicevoli variazioni sul tema dell'uomo impegnato); se è uno stronzo egoista, un dittatore o un vero e proprio mostro, non gli piaci abbastanza; storie che non dovreste ascoltare; botta e risposta di Greg.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Greg, nel libro, è Alex del film. Lui è l'uomo che dà consigli alle lettrici, che sa come si comportano gli altri e tenta, talvolta disperatamente, rispondendo alle varie lettere, di aprire gli occhi alle donne che chiedono il suo aiuto.</div><div style="text-align: justify;">Le scuse più quotate? In questo momento è impegnato, è un momentaccio, non se la sente di, è rimasto traumatizzato da una storia precedente, ha paura di una storia seria. Greg insiste: se a un uomo piaci davvero, non sentirai scuse. Vorrà stare con te. Non vedrà le altre, non avrà impegni troppo importanti, né traumi pregressi e non sarà nemmeno troppo sposato perché lascerà la moglie se con quest'ultima non funziona. L'uomo vive un po' come un interruttore: ON/OFF, non c'è una via di mezzo.</div><div style="text-align: justify;">Le vie di mezzo se le creano le donne per giustificarli e per convincersi che esista ancora una possibilità, mentre gli uomini si ritrovano con il piede non su due, ma su dieci staffe.</div><div style="text-align: justify;">E se Greg appare ragionevole, se leggendo il libro (con tanto di esercizi finali e riassunto su cosa una donna dovrebbe aver imparato dal quel capitolo) sembrerebbe tutto chiaro e ci verrebbe voglia di rimanere single a vita per non incappare in tutte le categorie di uomini descritte, Liz invece è la voce della donna, che con la sua elevata sensibilità, non riesce a vedere il mondo bianco o nero, ma a colori e le sfumature corrispondono a tutte le più disparate giustificazioni dovute alle altrettanto disparate situazioni che una persona può trovarsi a vivere, donna o uomo che sia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYCK6DtaakSljsC0GmrUXxf2YEhyphenhyphenljF4W7ko1uY2f-0POnh83uhiOWG2QSGOcV6Mac28cmAXswjmHwwI0l51f9AU-0misFn8xNjMQk890TgRbAe6DYAYDtTNGqrRNCLo8Z1SeCly5XDIzoUVGJ4DpcZlqRH1ikge0G3FT9Ke5nuDu7WGjDsOep_hN_Hg/s1200/film%20la%20verit%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYCK6DtaakSljsC0GmrUXxf2YEhyphenhyphenljF4W7ko1uY2f-0POnh83uhiOWG2QSGOcV6Mac28cmAXswjmHwwI0l51f9AU-0misFn8xNjMQk890TgRbAe6DYAYDtTNGqrRNCLo8Z1SeCly5XDIzoUVGJ4DpcZlqRH1ikge0G3FT9Ke5nuDu7WGjDsOep_hN_Hg/s320/film%20la%20verit%C3%A0.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"La verità è che non gli piaci abbastanza" è un libro ironico, a volte un po' ripetitivo a dire il vero, ma anche istruttivo per certi versi, però si sa, donne e uomini non cambieranno mai. L'importante è, comunque, non farsi prendere in giro, non perdere troppo tempo dietro a una persona che realmente non tiene a te, che non fa nulla per far mandare avanti un rapporto, che sia di amicizia o di amore.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Buona giornata e vi aspetto con il prossimo libro!</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-55435546110267167892023-11-01T13:51:00.002+01:002023-11-01T14:01:45.727+01:00Recensione di "Malinverno" di Domenico DaraBuongiorno, amici lettori! Siamo ormai entrati in pieno autunno, l'aria inizia a rinfrescare e le foglie a cambiare colore, creando manti arancioni e gialli lungo le strade. E' il tempo del golf, della copertina sulle gambe la sera e di un buon té. <br /><br />Dove vi porto oggi? A Timpamara, un posto immaginario, ma estremamente reale, dove vive Astolfo Malinverno, bibliotecario e custode del cimitero. Strano abbinamento, no? Eppure tutto ha un perché...<div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgml9BqRyyXns4p4BQIaLmMKo2k2bUaL_wccydw0vB_Y6m5ylJQltIo-COsO4jTOLMBFl5LJ80RYEVBs_Bp3wId1-Nr2i5N5Y2dG-aJ3U11Pwnv9g69FXvMUMNfeA0jGVozKu08tUn_m12TUXR7tjQ4LQKWb9b1qmHO9kNiVrqkwGMNGjBH_FzPx5ssO5g/s665/Malinverno.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgml9BqRyyXns4p4BQIaLmMKo2k2bUaL_wccydw0vB_Y6m5ylJQltIo-COsO4jTOLMBFl5LJ80RYEVBs_Bp3wId1-Nr2i5N5Y2dG-aJ3U11Pwnv9g69FXvMUMNfeA0jGVozKu08tUn_m12TUXR7tjQ4LQKWb9b1qmHO9kNiVrqkwGMNGjBH_FzPx5ssO5g/s320/Malinverno.jpg" /></a></div><br />Trama: Ci sono paesi in cui i libri sono nell’aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera della regione, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia un nuovo impiego: il pomeriggio continuerà a occuparsi della biblioteca, ma la mattina sarà il guardiano del cimitero.<br />Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. A incuriosirlo è soprattutto una lapide senza nome e senza date: solo una fotografia, una donna dallo sguardo candido e franco, i capelli divisi in due bande liscissime e l’incarnato pallido. Per lui è da subito la sua Madame Bovary, la sua Emma. Attratto dal mistero racchiuso in quel volto, Astolfo si trova a seguire il filo che sembra dipanarsi dalla fotografia: tra i viottoli e le campagne di Timpamara, complice l’apparizione di una giovane sconosciuta nerovestita, prende forma a poco a poco una storia che mai Astolfo avrebbe saputo immaginare.<br />Domenico Dara unisce il talento dei narratori orali a una scrittura sospesa nel tempo: Malinverno è un romanzo pieno d’incanto sui libri, sul potere delle storie, dell’immaginazione, dell’amore.<br /><br />Astolfo Malinverno è un personaggio un po' particolare: fa il bibliotecario e ha una gamba più corta dell'altra, caratteristica questa che lo ha sempre fatto sentire difettoso. E' innamorato dei libri, delle storie, ed essendo un lettore, ha una fervida fantasia.<br />Vive a Timpamara, un paesetto che, nella mia mente, ha sempre avuto l'aspetto di uno dei piccoli centri rocciosi interni alle nostre regioni. E a Timpamara tutto ruota intorno ai libri, anzi, al loro ultimo viaggio: qui infatti c'è il macero, con mucchi di volumi accatastati e fogli volanti lungo le vie della città, ma anche i nomi degli abitanti derivano da quello di personaggi letterari. Astolfo, con la sua biblioteca, rianima in qualche modo i libri, dà loro una seconda opportunità. Un giorno, però, il pensionamento del custode cimiteriale induce il sindaco ad affidare ad Astolfo Malinverno quell'incarico rimasto scoperto.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6722gQEx_tYgjwwya10ghy_8JR_OJmEpkdi3Xs6JuISpZyb-otF4fR1wkySKRoEb3H31_KBsl9UeOV9kfBFE3sTgV2I5o6nXms_2OrqHkwHjvKtizLo__-tr6XFQcaaWi8P4kmwMDuZSWAzedjK-OHdcNtGleuqFN5TZAgONxf8S50Xd4mj0WDN_-47U/s1280/cimitero.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6722gQEx_tYgjwwya10ghy_8JR_OJmEpkdi3Xs6JuISpZyb-otF4fR1wkySKRoEb3H31_KBsl9UeOV9kfBFE3sTgV2I5o6nXms_2OrqHkwHjvKtizLo__-tr6XFQcaaWi8P4kmwMDuZSWAzedjK-OHdcNtGleuqFN5TZAgONxf8S50Xd4mj0WDN_-47U/w377-h212/cimitero.jpg" width="377" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/bernswaelz-1728198/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1538646">Wälz</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1538646">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Astolfo si ritrova quindi ad aprire il cimitero dalla mattina fino al pomeriggio, per poi andare in biblioteca. Tutti i suoi giorni si svolgono così. Quello che sembrava, però, un incarico macabro e anche un po' triste, si rivela diverso. Astolfo, con la sua grande fantasia, riesce ad attribuire storie alle persone che si recano in visita al cimitero, facendo sì che letteratura e realtà si incontrino. E poi c'è lei, quella bellissima donna la cui lapide è totalmente vuota: non c'è nome, non c'è data di nascita, né di morte. Ogni tanto qualcuno le porta dei fiori, i cardi. Scelta particolare... il cardo è un fiore spinoso, che nasce in luoghi selvatici e aridi. Chi sarà quella fanciulla? Astolfo, che sta leggendo <i>Madame Bovary</i>, la chiama Emma, proprio come la protagonista del romanzo di Flaubert, e immagina una storia anche per lei che, apparentemente, non ha un passato, provando un sentimento crescente, quasi reale.<br /><br />Finché un giorno, proprio come in un romanzo, Emma sembra comparire davanti a lui, emergendo dalla sua fantasia. Chi è quella misteriosa donna avvolta in un abito nero e dallo sguardo così malinconico? Possibile che Emma sia viva e abbia inscenato la propria morte?<br />Malinverno, un po' detective e un po' uomo di un romanticismo dal sapore ottocentesco, scoprirà la vera, triste storia di Emma, prendendosi cura di quella donna sola e ammantata di nero di nome Ofelia, cui ha consacrato il proprio cuore. E con la sua grande sensibilità condurrà egregiamente il lavoro di custode cimiteriale, senza aver paura della morte, ma quasi accompagnando quelle anime perdute, così come i libri vecchi destinati al macero, cui darà (ebbene sì) degna sepoltura.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoefgubABXwm9BdDSSEo9nwpzogXFrCGBGUxxOLJo09YDRk8B0tT1gU4UTiuvzvnaUcxFfNAsf82knXZwKrURUHFeXi8L_WS5pcxDMtldvWHnkpNX2-Si6zRCm8PmraRPF5K4P5-9tbD0WqM_w47wV4hhMURZunVNmxcex26OVfYOB0B4KhrP6ZgKZkNg/s1280/lapide%20farfalla.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="848" data-original-width="1280" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoefgubABXwm9BdDSSEo9nwpzogXFrCGBGUxxOLJo09YDRk8B0tT1gU4UTiuvzvnaUcxFfNAsf82knXZwKrURUHFeXi8L_WS5pcxDMtldvWHnkpNX2-Si6zRCm8PmraRPF5K4P5-9tbD0WqM_w47wV4hhMURZunVNmxcex26OVfYOB0B4KhrP6ZgKZkNg/s320/lapide%20farfalla.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/huskyherz-136017/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=660890">Claudia Peters</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=660890">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Questa lettura si è collocata a cavallo tra Halloween e il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, e la definirei quasi tematica per l'atmosfera che avvolge l'intero racconto. La copertina mi ha subito ricordato il film di Tim Burton, "La sposa cadavere", anche se "Malinverno" tocca tasti totalmente diversi.<br /><br />Domenico Dara ha creato un personaggio che suscita tenerezza ed è estremamente empatico. Proprio grazie alla sua elevata sensibilità, Astolfo è in grado di percepire lo stato d'animo di coloro che incontra al cimitero e che ruotano intorno ad esso. Si prende cura di tutti, dal cane nero che accompagna i defunti in chiesa, ad Emma senza una storia, ad Elea il risorto, a Caramante con le sue registrazioni, e ad Ofelia... un nome che non dimenticherà mai.<br /><br />La scrittura è scorrevole, gli intrecci suscitano curiosità spingendo il lettore ad andare avanti, a conoscere meglio Timpamara, i suoi abitanti e soprattutto il mistero che avvolge la tomba di Emma. Il tutto è immerso in quest'aura malinconica, a tratti dolcissima e riflessiva.<br />Decisamente un bel libro "che parla di libri", di sentimenti e molto altro: consigliato.<br /><br />Vi lascio con qualche frase tratta da "Malinverno" e vi aspetto con la prossima recensione!</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizUOM2TqP9pmQSuAZTWCpy_dpEg6NlI73oUM4iQCWPJgtyE9OmcL_Ge9lHazDx50FgcNSBvWxZzonw4xLZVnE58piApStTXtl9VzaBBO5z-11_d80R60vWT5fwNZ9CnMf37mp_XaK6pcRpKUA3mCv8j__V5v9LjQgOOCIkOCIIiBXa8C29sdfLKZcq6VI/s1280/libri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizUOM2TqP9pmQSuAZTWCpy_dpEg6NlI73oUM4iQCWPJgtyE9OmcL_Ge9lHazDx50FgcNSBvWxZzonw4xLZVnE58piApStTXtl9VzaBBO5z-11_d80R60vWT5fwNZ9CnMf37mp_XaK6pcRpKUA3mCv8j__V5v9LjQgOOCIkOCIIiBXa8C29sdfLKZcq6VI/s320/libri.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/elifrancis-1160677/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1163695">Eli Digital Creative</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1163695">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>«Perché non nasciamo il giorno in cui vediamo la luce, nell’attimo in cui braccia sconosciute ci trascinano nell’infinito e indecifrabile corso della storia, ma molto prima, quando il pensiero di noi si è insinuato nella mente ancora libera di uomini e donne, quando il nome d’un essere inesistente appare nell’orizzonte sfumato d’una vita possibile».<br /><br />«[…] perché chi ama, appena scopre nell’altro un cedimento o una manchevolezza, non ha altro scopo che apparare e livellare, che forse a questo serve l’amore, a sentirci necessari, a essere lo stucco sulle incrinature dei vetri, la toppa sugli strappi dei tessuti, il punto tra le pelli lacerate».</div><div><br /></div><div>«[…] questi amori impossibili che si sfioravano senza mai incontrarsi, che sbagliavano luoghi, che mancavano tempi, e adesso era come se avessi la possibilità anche solo per un momento - e certo per un'illusione - di far coincidere spazi e attimi, come se un finale diverso potesse essere un buon auspicio per la mia storia».<br /><br />«[…] l’amore eterno non è quello condiviso dei baci, degli abbracci, delle carezze, ma quello solitario e inviolabile degli sguardi, dei sogni, delle immaginazioni».<br /><br />«”Questi li ho conservati per te”, aveva detto indicando un piccolo scaffale di ferro. “Prendi il romanzo che vuoi e portatelo a casa, e quando finisci di leggerlo vieni a prenderne un altro, e poi un altro ancora, farò in modo che non finiscano mai. Uno alla volta, così sono sicuro che tornerai da me.”<br />Fu una dichiarazione d’amore che a Catena parve dettata da uno scrittore. Quel giorno portò con sé le Tragedie di Shakespeare, zoppe degli ultimi due atti del Troilo e Cressida. Dopo quattordici libri, Vito chiese ai miei nonni la mano di Catena. Dopo ventisette libri si amarono per la prima volta, di notte, sotto una luna piena e sopra un letto di volumi scaricati quel pomeriggio e provenienti da una biblioteca di testi classici, si amarono per la prima volta sopra le opere complete di Seneca, mentre il collo di lei poggiava sul Simposio di Platone e le sue mani nei momenti di piacere stringevano le Odi di Catullo e la Cynthia di Properzio. Dopo quarantadue libri si sposarono».<br /><br />«Gli amori veri, credevo, potevano solo essere scritti, o anche sognati, che era un po’ la stessa cosa, e dovevano restare così, intatti come reliquie dentro le teche, come l’amore di Chisciotte per Dulcinea, quello di Werther o di Ortius, come il mio per Emma».</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ4RcS4qhS6UzBC5xWBR0CbBLgWwwBqwOnYkqSilH-JTf4I3ThAULZ5Z24i9jsDi7OsPu-8aaMSrG4IcLhhkwo4myp5BV3Gtl3_700n4-8XkiVw6oAunOt9CE_Gq08b99j6QT2mTiyHZDxFdZBbeoxUuyGrKQV1qQDlC_AxOdHwBOWAV8MKtOD1wdJCXY/s1280/biblioteca.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ4RcS4qhS6UzBC5xWBR0CbBLgWwwBqwOnYkqSilH-JTf4I3ThAULZ5Z24i9jsDi7OsPu-8aaMSrG4IcLhhkwo4myp5BV3Gtl3_700n4-8XkiVw6oAunOt9CE_Gq08b99j6QT2mTiyHZDxFdZBbeoxUuyGrKQV1qQDlC_AxOdHwBOWAV8MKtOD1wdJCXY/s320/biblioteca.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stocksnap-894430/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2599241">StockSnap</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2599241">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>«Niente che è esistito anche solo un attimo scompare mai completamente, nemmeno i pensieri, nemmeno le preghiere, nemmeno i sogni».<br /><br />«”Noi siamo più di quello che ricordiamo”. Spesso le cose importanti che ci sono accadute non sono quei ricordi ma il filo sottile che li lega, ciò che avevamo solo intravisto, la carta velina tra una pagina e l’altra che non serve solo a proteggere le foto, dividendole, ma a mascherarle, a farne ogni volta scoperta».<br /><br />«Perché è questo uno dei grandi paradossi dell’uomo: il senso alla vita viene dato dalla morte. È da lì che nascono il rimpianto, il senso del tempo, la nostalgia, la tristezza, la bellezza di alcuni sguardi, la dolce malinconia di certe carezze, i gesti d’amore che portano il peso inconsapevole della perdita perché quando si bacia qualcuno perché davvero si vuole baciarlo, dentro di noi temiamo che quella cosa potrebbe non più essere, e per questo è bello farlo, perché potrebbe scomparire, potremmo non più baciare, non più accarezzare, e sono queste le gioie che rimangono, le tristezze che nutrono».<br /><br />«Quando non abbiamo le persone che amiamo ce le inventiamo. Ma tutto, nella vita, funziona così. C’inventiamo sempre ciò che ci manca».<br /><br />«Perché se il destino dei libri è morire come esseri viventi, anche gli uomini, quando smettono di respirare, non diventano che storie».</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-68393946275558768432023-10-05T21:12:00.001+02:002023-10-05T22:03:49.608+02:00Recensione di "La numismatica detective. Indagine a Siracusa" di Linda Scaffidi<div style="text-align: justify;">Buonasera amici e ben ritrovati sul blog! Di cosa vi parlo quest'oggi? Per la precisione di un libro che ha a che fare con l'archeologia, la numismatica, i tombaroli, i Carabinieri del Comando TPC e l'Interpol. Ebbene sì, sembrava scritto appositamente per me, per stuzzicare la mia curiosità, unendo la mia passione per la lettura con il mio lavoro e con l'altro blog di mia fondazione, #LaTPC (<a href="https://latpc.altervista.org/" target="_blank">link</a>).</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR8ZE0BSAFIoHFsdqv6q-EtZW8sNxRsyVgltHjC133jgdQqEuYHWtFhXyz6febx7WcEPTUrHezR0YAdOFM0yc3BP_A8BB9_iiu3ycYdrrNxFZG7UbhpNiRtISrfUJnX4TxtlF1kg3A_PhSiC1YP9HUbFU1Eo892rNNWHWbNmKMFmIoKyMV_t_sXP51CgU/s1152/La%20nusmatica%20detective.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR8ZE0BSAFIoHFsdqv6q-EtZW8sNxRsyVgltHjC133jgdQqEuYHWtFhXyz6febx7WcEPTUrHezR0YAdOFM0yc3BP_A8BB9_iiu3ycYdrrNxFZG7UbhpNiRtISrfUJnX4TxtlF1kg3A_PhSiC1YP9HUbFU1Eo892rNNWHWbNmKMFmIoKyMV_t_sXP51CgU/s320/La%20nusmatica%20detective.jpg"></a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Trama: Aurelia gestisce una bottega di numismatica in centro a Siracusa. Quando, dopo essere stata abban-donata all’altare dal suo fidanzato storico, incontra Attilio decide di uscire dalla sua comfort zone e lasciarsi corteggiare. Anche se non sa nulla di storia antica, sembra però essere romantico e passionale, e questo le basta. Finché un giorno le chiede di stimare una misteriosa moneta greca di dubbia provenienza. Seppur conscia dei potenziali rischi, Aurelia non riesce a resistere alla tentazione di ricostruire le origini del prezioso reperto, mettendosi nei guai. Verrà infatti incolpata di aver rubato la moneta, insieme ad altri cimeli trovati da Attilio durante uno scavo abusivo, condotto insieme a un famigerato ricettatore di opere d’arte. Tra inganni, travestimenti e gioielli antichi, la confortante routine di Aurelia verrà definitivamente stravolta. Grazie anche all’aiuto di un infiltrato molto speciale si giungerà all’inaspettato finale.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Ci troviamo nella solare Siracusa, città lambita dal mare e patria della ninfa Aretusa. Ma la narrazione inizia con un omicidio in un albergo, in cui ad andarne per le piste è un professore di archeologia in procinto di partecipare a un convegno, e si sposta poi al cimitero siciliano dove, accanto alle tombe contemporanee, qualcuno ha individuato alcune sepolture più antiche... danneggiandole, depredandole. Tombaroli. I Carabinieri della territoriale e della Sezione TPC di Siracusa indagano, ma sembrano esserci poche prove. In una terra massacrata dagli spilloni dei ladri di antichità, nessuno avrebbe immaginato di trovare uno scavo abusivo accanto al camposanto.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9rc9hsBd0sGCLbcuksIBmKqp6FDnMQwgg8Cfpc-KyTEdN_8xNLcw1yQKkU2PVMbMX5epaFl3j6DHUasB06quXO-iJ_v3q5fZcw6vxdGGJq2z_y9TlqbfKvqUMPV82kXjtAR7tytA8mBusEgTptQD-j1oXC3Ktb6cGeUXN7QhjJInxjyzQSVhB4i9608g/s998/aretusa.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9rc9hsBd0sGCLbcuksIBmKqp6FDnMQwgg8Cfpc-KyTEdN_8xNLcw1yQKkU2PVMbMX5epaFl3j6DHUasB06quXO-iJ_v3q5fZcw6vxdGGJq2z_y9TlqbfKvqUMPV82kXjtAR7tytA8mBusEgTptQD-j1oXC3Ktb6cGeUXN7QhjJInxjyzQSVhB4i9608g/s320/aretusa.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo (2016)</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Attilio è un becchino, lavora per una impresa funebre, eppure fa colpo sulla giovane e brillante Aurelia, proprietaria di un negozio di numismatica. Avvolto da un'aura misteriosa che non fa presagire nulla di buono, Attilio sa come corteggiare la ragazza - un po' ingenua e bisognosa di affetto - che le servirà per i suoi piani. L'uomo, infatti, non usa la pala solo per seppellire i morti, ma anche per trovare tesori: tra questi spuntano due orecchini a navicella in oro e una moneta, apparentemente greca. Mentre gli orecchini fanno impazzire Aurelia per la loro bellezza, la moneta la interessa, la incuriosisce: sembra greca, ma allo stesso tempo ha qualcosa di strano... la numismatica è certa che si tratti di un clamoroso falso. Ma Attilio dove ha preso quegli oggetti? Aurelia si ritrova, quindi, immischiata con un tombarolo, finendo persino per aiutarlo nella valutazione delle opere... e tutto ciò, a causa della sua confusione sentimentale.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3PhfVsJw2_fL2MI4P5ys6kOO5fZ_RfRISn-fGt3DJXSPhk1tRlw2a5C3Z1nlkPwCYzQAiKDs6_Y2knkpbSZJquWgbX_tUZZ9vOKrs_E2kKKCNMZVn2jlY9QH_VwoxxNOZL15FNgBkc3rR45hDg0nOCRSWobRVaiCWWTh_v5YS1AphuCcMP7ZmQnDZNnI/s1280/monete%20antiche.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3PhfVsJw2_fL2MI4P5ys6kOO5fZ_RfRISn-fGt3DJXSPhk1tRlw2a5C3Z1nlkPwCYzQAiKDs6_Y2knkpbSZJquWgbX_tUZZ9vOKrs_E2kKKCNMZVn2jlY9QH_VwoxxNOZL15FNgBkc3rR45hDg0nOCRSWobRVaiCWWTh_v5YS1AphuCcMP7ZmQnDZNnI/s320/monete%20antiche.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/papazachariasa-12696704/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4786028">Thanasis Papazacharias</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4786028">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br></div><div style="text-align: justify;">Chi si occupa di archeologia sicuramente saprà che la figura del tombarolo costituisce il primo "anello" di una catena criminale che giunge fino a trafficanti, a grandi musei internazionali e a collezionisti senza scrupoli. Ebbene, mentre Aurelia è stata rapita sentimentalmente da Attilio, astuto calcolatore, Pia si occupa del negozio. Le due cugine non sono in buoni rapporti e sono profondamente diverse, in primis per aspetto, ma quell'esercizio commerciale spetta a entrambe. In assenza di Aurelia, la catena criminale si muove: Pia, che finge di essere Aurelia con un potenziale acquirente, viene rapita e portata in un casolare in aperta campagna. Il motivo? Qualcuno cerca i reperti, qualcuno senza scrupoli che necessita di piazzare sul mercato le opere scavate illecitamente e crede che Aurelia ne sia in possesso. Quel qualcuno che è anche l'assassino del professore.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Scoperto l'inganno, Aurelia trova coraggio, improvvisandosi detective, individuando sua cugina e, infine, collaborando con la giustizia. L'amore era solo appannaggio di un fitto intrico criminale, ma questo Aurelia lo ha imparato a proprie spese e la sua bravura nel settore numismatico sarà finalmente ripagata. I Carabinieri della Sezione TPC di Siracusa si occuperanno di recuperare i reperti, mentre l'Interpol e il misterioso Nicola/Giovanni di dare la caccia al ricercato numero 1, Ettore, che ancora una volta è riuscito a farla franca.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwTjiRY0CL2BH_iSmPAk6sEJjr6X5Yx6wbLboYM7tRoIMb7SXVr84XjKHwfp135JHnkEh5BaSM7KFbrkfL3FmFiZvsYfTDiWLrJ5-86t1hXf6QQUc0fGYGwuvTmt8yZYmIcexIbYcCqkL1zGZ52lH9IdHSGBRvF4KYEUSxfAjI96b2dvUN2PLzS0C0pyE/s1280/carabinieri.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwTjiRY0CL2BH_iSmPAk6sEJjr6X5Yx6wbLboYM7tRoIMb7SXVr84XjKHwfp135JHnkEh5BaSM7KFbrkfL3FmFiZvsYfTDiWLrJ5-86t1hXf6QQUc0fGYGwuvTmt8yZYmIcexIbYcCqkL1zGZ52lH9IdHSGBRvF4KYEUSxfAjI96b2dvUN2PLzS0C0pyE/s320/carabinieri.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/barbarabonanno-789784/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1809571">Barbara Bonanno</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1809571">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br></div><div style="text-align: justify;">Questo libro mi ha tenuta incollata alle pagine per il ritmo incalzante attraverso cui procede la narrazione. Volevo saperne di più, capire quale rapporto avesse Attilio con Ettore e chi fosse quel misterioso Nicola che sembrava operare dalla parte del male, quando invece era un agente sotto copertura. La numismatica è un settore particolare: bisogna veramente amare le monete e la storia romana o greca per capirne. Aurelia, in questo, è davvero ferrata e letteralmente ammirevole. Pia, invece, pur introducendosi come personaggio secondario, finisce per giocare un ruolo fondamentale; peraltro, tra tutti, è quella che cresce e cambia in meglio, ritrovando se stessa.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Infine, piccola parentesi sull'autrice: finalmente qualcuno informato sulle dinamiche degli scavi clandestini! In questo libro i tombaroli sono definiti tali e non "archeologi per passione", come talvolta siamo costretti a leggere sulle testate giornalistiche.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjvR3OpLfnPIUA50-xON8Aty-PPNs-o5BKbZXiqo8huiz4_pns6j_gUHAnXVLIjrI8Nuqz-BhGnxUSP_R1X5KnaKEdPAS1FAtjsQ7bWjRsr7bbrD3x4aH877MtYJebHhl4YqoJjw8lxz1Gb4LEj2Q4XK0o8A5xlILqoeExo3-xGLE_-buyRmgBAJmyNB0/s1072/ortigia.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjvR3OpLfnPIUA50-xON8Aty-PPNs-o5BKbZXiqo8huiz4_pns6j_gUHAnXVLIjrI8Nuqz-BhGnxUSP_R1X5KnaKEdPAS1FAtjsQ7bWjRsr7bbrD3x4aH877MtYJebHhl4YqoJjw8lxz1Gb4LEj2Q4XK0o8A5xlILqoeExo3-xGLE_-buyRmgBAJmyNB0/s320/ortigia.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo (2016)</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Un solo appunto: Aurelia non avrebbe mai potuto lavorare nella caserma della Sezione Carabinieri TPC di Siracusa. Probabilmente come consulente, ma di certo non stabilmente tra i Carabinieri di questo reparto speciale dell'Arma, alle dipendenze funzionali del Ministero della Cultura.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Il libro termina con due situazioni in sospeso: quella sentimentale di Aurelia e Nicola/Giovanni; quella di Ettore, fuggitivo e ricercato. Ci sarà un seguito? Con questo quesito aperto, consiglio la lettura di "La numismatica detective" e vi aspetto alla prossima recensione!</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-45435554281529715662023-09-18T23:32:00.004+02:002023-09-18T23:32:47.503+02:00Recensione di "Come un romanzo" di Daniel Pennac<div style="text-align: justify;">Buonasera amici, torno su questo blog sempre più spesso ed è un bene. Finalmente, almeno in questo periodo, riesco a coltivare la mia passione per la lettura e la scrittura. Ed è proprio di un libro che parla di lettura e scrittura che voglio parlarvi. Si tratta di "Come un romanzo" di Daniel Pennac. Lo conoscete?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisc9H_s3OVp98PhjBtbFMaOMHKb8nTkn32PJBxOWKqvTTbe-9lxO0UCYmcXJs_o6AoUkn37dlSj7s4TXag_Fflf8X1acGbruhOPutKOrGlmh43peReFHNZmK1Lx7wmAcMqdjwX8Fm8bHEobgkyLolZpc6RpQY7XuslnfdUomuzDxBG9kzJ6tQnU1Bn-UE/s1500/Come%20un%20romanzo.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisc9H_s3OVp98PhjBtbFMaOMHKb8nTkn32PJBxOWKqvTTbe-9lxO0UCYmcXJs_o6AoUkn37dlSj7s4TXag_Fflf8X1acGbruhOPutKOrGlmh43peReFHNZmK1Lx7wmAcMqdjwX8Fm8bHEobgkyLolZpc6RpQY7XuslnfdUomuzDxBG9kzJ6tQnU1Bn-UE/s320/Come%20un%20romanzo.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.»</div><div style="text-align: justify;">È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché «le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho acquistato questo libro nella libreria della località in cui sono andata in vacanza, esattamente come "Il caffè alla fine del mondo". L'ho aperto e ho capito che sarebbe stata la mia prossima lettura perché sono rimasta a scorrere diverse righe prima di accorgermi che non avrei potuto terminarlo in libreria prima di averlo pagato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ovviamente non si tratta di un romanzo, ma piuttosto di un saggio riflessivo sulla lettura. Da quando iniziamo a leggere? Perché lo facciamo? Perché si legge sempre meno? Colpa della TV? Daniel Pennac ripercorre i primi momenti di un bambino, quando sono i genitori a leggergli le favole prima di andare a dormire. La lettura diventa quasi un rito irrinunciabile. Con il trascorrere del tempo, le cose cambiano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0MNFIdKyimAAu1JQ1RgiiYlu4PFTUybvTUnCx7759K0AHoZ9NOzfl20lQGdgtlE4egJOyyJhvj1I25Am_ZyeGyzsdsKGH9ejEgYAUJnQyv_VIau8brH3Eea8T5Ligjnk_DppEgs1ancUoCHNPgH0VSp9A8KPb1y_isVIUEKmWLobQKrOMo7i4ALXmUEE/s1280/leggere%20bambino.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0MNFIdKyimAAu1JQ1RgiiYlu4PFTUybvTUnCx7759K0AHoZ9NOzfl20lQGdgtlE4egJOyyJhvj1I25Am_ZyeGyzsdsKGH9ejEgYAUJnQyv_VIau8brH3Eea8T5Ligjnk_DppEgs1ancUoCHNPgH0VSp9A8KPb1y_isVIUEKmWLobQKrOMo7i4ALXmUEE/s320/leggere%20bambino.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/saralcassidy-3455666/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3969956">saralcassidy</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3969956">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il bambino cresce, può leggere da solo, i genitori si allontanano ed è in questo momento che inizia il declino: quel rito piacevole, ora è diventato un momento di solitudine. A volte sono gli stessi genitori a sbagliare: non ti faccio vedere la TV, se non leggi. Quindi il premio non è la lettura, bensì la TV. Il libro si configura, quindi, come un oggetto negativo, inconsapevolmente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E poi c'è la scuola che, a volte, con l'obiettivo di far amare la lettura ai ragazzi, in realtà finisce per fargliela odiare. Come? Imponendo letture di libri, soprattutto classici, durante le vacanze. Cosa accade dunque? All'epoca in cui Pennac scrisse il libro, i ragazzi copiavano dai compagni più bravi, senza aver imparato nulla; oggi, invece, riassunti, recensioni, analisi dei testi sono tutti a disposizione sul web. Non c'è più bisogno di leggere un libro "imposto" per sapere di cosa parli. Ma è proprio qui il punto: non è l'imposizione che si dovrebbe seguire. I ragazzi dovrebbero essere incuriositi dalla lettura, dai romanzi, dalle storie in essi narrati. Lì sta la bravura del docente: i ragazzi vanno coinvolti, bisogna far sì che non possano fare a meno di leggere un libro perché vogliono saperne di più. Il libro si trasforma, così, da oggetto "pesante" e quasi "di tortura", a un oggetto indispensabile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFv-GdHjMwgLhRAzZJh8eP_6jbddyukO_QmsMpQckpaBTqqeZDGN8TV4Hcz6mle2OEY_d0Yiqe5hbiOcn_eiqCpy3OPqyVFmv7MnQ3QTLYHHjg--FYfLeSUke4xXEuKJ0eyXiyMSacmmS6HlC8u0RjfeWSnZUj3PRH26-daYVi2EbH4inLq-0jdLp_JMI/s1280/leggere%20scuola.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFv-GdHjMwgLhRAzZJh8eP_6jbddyukO_QmsMpQckpaBTqqeZDGN8TV4Hcz6mle2OEY_d0Yiqe5hbiOcn_eiqCpy3OPqyVFmv7MnQ3QTLYHHjg--FYfLeSUke4xXEuKJ0eyXiyMSacmmS6HlC8u0RjfeWSnZUj3PRH26-daYVi2EbH4inLq-0jdLp_JMI/s320/leggere%20scuola.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/wokandapix-614097/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2007117">WOKANDAPIX</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2007117">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Alla fine di tutte queste riflessioni, in cui non manca qualche nota ironica, Pennac inserisce il decalogo dei diritti del lettore: quello di non leggere, di saltare le pagine, di non finire un libro, di rileggere, di leggere qualsiasi cosa, il diritto al bovarismo, di leggere ovunque, di spizzicare, di leggere a voce alta e, infine, il diritto di tacere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un lettore che si rispetti può non aver voglia di leggere; può saltare le pagine se le trova troppo noiose, senza per questo considerare noioso l'intero libro; può lasciare un libro a metà perché la storia non lo ha ispirato particolarmente; può rileggere un libro per capirne di più, o perché lo ha davvero amato; può leggere qualsiasi cosa, dai romanzi rosa ai gialli, fino ai saggi; può lasciarsi travolgere e ricordare per sempre le prime emozioni da lettore; può leggere dappertutto, sui mezzi pubblici, in camera da letto, persino al bagno; può "spizzicare", ovvero leggere pezzetti di testo di un determinato libro, lasciandolo poi per "spizzicarne" un altro; può leggere a voce alta per conferire più sentimento alle parole e per dare vita a quella storia fuori dalle pagine scritte; può infine tacere, non voler parlare della propria lettura, perché vuole assimilarla, tenerla per sé, custodirla.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco, perciò, che Daniel Pennac riesce a farci osservare "la lettura" da punti di vista differenti, a farci riflettere sui meccanismi negativi e positivi che si generano da quelle che noi consideriamo come azioni normali perché radicate nella società. Amare la lettura è impossibile al giorno d'oggi? No, nulla è impossibile se ci sono lettori innamorati e scrittori desiderosi di essere letti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con alcuni piccoli estratti e vi aspetto alla prossima recensione!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Se dovessimo tener conto delle letture importanti che dobbiamo alla Scuola, ai Critici, a tutte le forme di pubblicità e, viceversa, di quelle che dobbiamo all'amico, all'amante, al compagno di scuola, vuoi anche alla famiglia - quando non mette i libri nello scaffale dell'educazione - il risultato sarebbe chiaro: quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. [...] Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla fra le righe, cercare i suoi gusti, i motivi che l'hanno spinta a piazzarci quel libro in mano, i segni di una fraternità».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpZS40uBlvncAQ6QzQmT8E9Pj_XUBNSHGmz32264UTs1e9eiSfhO3W0XVHBN7l27twEE_OGuIMRYRM7GzLET4UFJcDr31Hmj8izYjRMvNqhCBEfYxMwijYr2D9d0l2GxEgqSTwTYZVAuhhXbg8mPx0sDpI6QmekSsMrFQ61ZZMJnZOcOQ13KXWxlTpLtY/s1280/libro%20cuore.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpZS40uBlvncAQ6QzQmT8E9Pj_XUBNSHGmz32264UTs1e9eiSfhO3W0XVHBN7l27twEE_OGuIMRYRM7GzLET4UFJcDr31Hmj8izYjRMvNqhCBEfYxMwijYr2D9d0l2GxEgqSTwTYZVAuhhXbg8mPx0sDpI6QmekSsMrFQ61ZZMJnZOcOQ13KXWxlTpLtY/s320/libro%20cuore.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/congerdesign-509903/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1760993">congerdesign</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1760993">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.) Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. [...] Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«L'uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-13507077777098870622023-09-14T21:41:00.003+02:002023-09-14T23:33:17.323+02:00Recensione di "Il caffè alla fine del mondo" di John Strelecky<div style="text-align: justify;">Buonasera a tutti, amici lettori! In questa calda serata di settembre, vi parlerò di un libretto trovato, del tutto casualmente, in una libreria della località in cui sono andata in vacanza. Non ero alla ricerca di qualche storia particolare, ma l'ho trovata comunque... o forse era lei a cercare me.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijcB9nhu2zG77JJu_89BsUaDWHsEj6LGu1ZY8RP8-C5alZp4tlPcWVD7l27l2YDWBTjbvpMLU8Ty7grSxLU8u4q_Zc4xkDEO3lXMrc9sSv9M26CCX6wIegPS-XN4oUXiQYUq7BOI3kmsI5zaBpQ7k1A3P4P9mcjNEd--lRlaElgx7gxUXc7pXQywmaJqk/s1500/Il%20caff%C3%A8%20alla%20fine%20del%20mondo.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijcB9nhu2zG77JJu_89BsUaDWHsEj6LGu1ZY8RP8-C5alZp4tlPcWVD7l27l2YDWBTjbvpMLU8Ty7grSxLU8u4q_Zc4xkDEO3lXMrc9sSv9M26CCX6wIegPS-XN4oUXiQYUq7BOI3kmsI5zaBpQ7k1A3P4P9mcjNEd--lRlaElgx7gxUXc7pXQywmaJqk/w251-h388/Il%20caff%C3%A8%20alla%20fine%20del%20mondo.jpg"></a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Trama: A volte nella vita quello che sembrava un fastidioso imprevisto può rivelarsi una scorciatoia verso la felicità. È ciò che accade a John, il protagonista di questo libro, un uomo che va sempre di fretta ma che un giorno, per colpa del traffico, è costretto a rallentare e imboccare un cammino secondario, reale e metaforico, ignaro che quello che sta per incontrare – un misterioso caffè in mezzo al nulla – lo cambierà per sempre. Sì, perché il caffè alla fine del mondo esiste ed è dentro di noi, è il luogo dove tutte le nostre domande trovano risposta, dove i nostri desideri appaiono nitidi e raggiungibili, e dove finalmente troveremo il coraggio di cambiare. Un libro da tenere sul comodino, da leggere e rileggere, per non scordarci mai che affrontare noi stessi è l'unica via verso la felicità.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwFEhfFJPtfX-gud5ju72A9eYy_GMmzMmvmLdQshnWltzTc3CL0tb6H87JZIGClRu5eA2RZk5tx2Ms_whyw80LoWtQgOEFqxEsnDqKzJd4qPZYn00YJelzWmBkuPzV1goDKAFR47e-v__aeyqAyf71as-MJKyLengfrdx9khNsMjW86ied_zfYv7v8AbM/s1280/strada.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwFEhfFJPtfX-gud5ju72A9eYy_GMmzMmvmLdQshnWltzTc3CL0tb6H87JZIGClRu5eA2RZk5tx2Ms_whyw80LoWtQgOEFqxEsnDqKzJd4qPZYn00YJelzWmBkuPzV1goDKAFR47e-v__aeyqAyf71as-MJKyLengfrdx9khNsMjW86ied_zfYv7v8AbM/s320/strada.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/larisa-k-1107275/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=220058">Larisa Koshkina</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=220058">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Tutto il libro, piuttosto breve, è metaforico, basti pensare al suo inizio: John - tra l'altro il protagonista si chiama come l'autore, quindi è forse possibile leggerci qualcosa di personale? - imbocca la strada abituale perché vuole staccare, prendersi una pausa, e la trova bloccata. Un traffico assurdo e quando giunge al bivio, la polizia gli fa cambiare direzione causa incidente, spingendolo a perdersi.</div><div style="text-align: justify;">In questo nulla delle strade americane, che siamo così abituati a osservare nei film, c'è un bar, unico luogo civile e illuminato. John si ferma qui, tanto più che il carburante non abbonda nella sua automobile. Entra in questo locale e trova un'atmosfera accogliente e d'altri tempi, con il bancone lungo, gli sgabelli, i divisori, un vecchio registratore di cassa, le zuccheriere.</div><div style="text-align: justify;">Ci saremmo aspettati che John fosse l'unico cliente e invece il bar, sperduto nel nulla, ha diverse persone sedute ai tavoli, ognuno dietro il proprio separé, in coppia o da solo, ma tutti sono a proprio agio.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie-WdqfJQYcc4JaDGDILqQOwhp0AbKBju11CiXms29CyFMFgELbGMfe_H3z_R16bttXKpSsQB22qrcIm7gWbeHU2ZJcKV74l2YxE9hfSHgvaBx9nKWVtzXHAZQuYwa4xT8HoWkSQBaBprN3SmMGb8sEtOIaH0mkYBFD9RP4XuyK0g2N5XyAquKXM3_iRs/s1280/bar.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie-WdqfJQYcc4JaDGDILqQOwhp0AbKBju11CiXms29CyFMFgELbGMfe_H3z_R16bttXKpSsQB22qrcIm7gWbeHU2ZJcKV74l2YxE9hfSHgvaBx9nKWVtzXHAZQuYwa4xT8HoWkSQBaBprN3SmMGb8sEtOIaH0mkYBFD9RP4XuyK0g2N5XyAquKXM3_iRs/s320/bar.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stocksnap-894430/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2600877">StockSnap</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2600877">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Il bar, denominato "Checifaiqui", è gestito da Casey e da Mike, che diventano i due principali interlocutori di John quando quest'ultimo apre il menù, in cui ci sono vari messaggi, tra cui il seguente: "Spunti per ingannare l'attesa: Che ci fai qui? Hai paura della morte? Ti senti appagato?".</div><div style="text-align: justify;">John non crede ai propri occhi, ma sia Casey che Mike si avvicinano, gli parlano, gli pongono delle domande e lui reagisce, incuriosito. Che ci fa lì, in quel bar? Oppure altrove?</div><div style="text-align: justify;">In realtà "Che ci fai qui?" è la prima e fondamentale domanda che caratterizza tutto il libro ed equivale a chiedersi "Qual è il tuo Scopo di Esistenza (SDE)"?</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">John, che incarna poi tutti noi, si mette a riflettere ad alta voce, ascoltando le esperienze di Casey, di Mike, ma anche di un'altra donna presente nel bar. Qual è il suo scopo di esistenza? Qual è il suo sogno? Cosa vuole fare nella vita? Ma soprattutto, perché sembra che ognuno non faccia mai ciò per cui è nato, accontentandosi di fare un lavoro che non ama per guadagnare e poi ottenere pochissimo tempo da dedicare a quel che realmente vorrebbe fare? Vale la pena di vivere così, oppure è possibile impegnarsi da subito per raggiungere il proprio SDE?</div><div style="text-align: justify;">Le due domande successive seguono a ruota. Hai paura della morte? John riflette, fino a pensare che, probabilmente, chi ha vissuto seguendo il proprio SDE, non deve temere la morte. Ha realizzato tutto, ha vissuto una vita felice, appagante. E da qui "Ti senti appagato?"</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDf3NwCLXHNheGJhGgPvWRqZxHdtXcWV2q4L_82hgHiH-xrX0oXIoC99UkahO8oYMVRyqQKsrAygqbQCN3EjHLvW6mXoCb6tD92udTXYelBJNwGECLzuqlpFNtEz-igAlVce1xb0129_y6pZW2DhUQk4SxUzkBJVi3Ur8OmkNphun-5EhtJiRL8467IVg/s1280/caff%C3%A8.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDf3NwCLXHNheGJhGgPvWRqZxHdtXcWV2q4L_82hgHiH-xrX0oXIoC99UkahO8oYMVRyqQKsrAygqbQCN3EjHLvW6mXoCb6tD92udTXYelBJNwGECLzuqlpFNtEz-igAlVce1xb0129_y6pZW2DhUQk4SxUzkBJVi3Ur8OmkNphun-5EhtJiRL8467IVg/s320/caff%C3%A8.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/pexels-2286921/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1839134">Pexels</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1839134">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">La metafora iniziale della strada l'ho letta come la vita di John, improvvisamente trafficata, bloccata. John, quindi, è costretto a deviare, ma si perde perché non sa dove si sta dirigendo. I titolari del bar costituiscono una luce per lui, una ricarica per proseguire lungo la strada che, in realtà, John avrebbe voluto e avrebbe dovuto imboccare sin dall'inizio. Dà una svolta alla propria vita.</div><div style="text-align: justify;">Quanti di noi si accontentano, a volte per necessità, a volte perché gli ostacoli sono talmente tanti che finiamo per demoralizzarci? Ma dentro il nostro cuore conosciamo perfettamente cosa vogliamo. C'è chi ha più coraggio, a volte incoscienza, a volte ancora testa dura per inseguire i propri obiettivi e vivere felice, anche se - a volte - non diventa ricco (felicità e ricchezza non sempre procedono di pari passo).</div><div style="text-align: justify;">Nella vita, però, l'importante è sentirsi appagati. Chiudere gli occhi la sera e pensare con entusiasmo al giorno successivo e con il medesimo entusiasmo a quello già trascorso. Ci saranno comunque momenti difficili, perché trovare il proprio SDE non costituisce una magia, ma si tratta di uno stato d'animo differente che aiuta ad affrontare proprio quelle discese demoralizzanti con più leggerezza.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Non nego, infine, di aver desiderato di trovare un bar come il "Checifaiqui", un posto che si posiziona tra l'immaginario e il reale, o forse appare a chi più ne ha bisogno, un po' come la "stanza delle necessità" di Harry Potter.</div><div style="text-align: justify;">"Il caffè alla fine del mondo" è un libretto che scorre velocemente, anche se consiglio di leggerlo con attenzione e, insieme a John, di porsi le sue stesse domande. In fin dei conti, i libri ci accompagnano per insegnarci qualcosa e io, da questa lettura, ho imparato a pensare che, forse, insistere per seguire il proprio SDE non è sbagliato. La strada sarà probabilmente più complicata, bisognerà cambiarla, prendere una traversa, ma la soddisfazione e la felicità di percorrerla per tornare a ciò che, a malincuore, avevamo lasciato, sarà incomparabile.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">«Non permettere alle cose, o alle persone, di portarti a credere di non avere più il controllo del tuo destino. Scegli attivamente la tua strada, altrimenti qualcun altro la sceglierà per te».</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-31143608990414516592023-09-06T17:16:00.006+02:002023-09-06T17:16:46.253+02:00Recensione di "Lascia lui per me" di Whitney G.<div style="text-align: justify;">Buon pomeriggio, amici e bentornati sul mio blog!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E' settembre, tutto riprende a ritmi che, a volte, sono veramente troppo frenetici. Ricominciano i nervosismi, il traffico, le code interminabili di turisti e Roma si trasforma, talvolta, in un luogo invivibile.</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, anche in mezzo al traffico (alias, sui mezzi pubblici incanalati nel traffico), ormai sapete che mi troverete con un libro aperto mentre mi tuffo a capofitto in una nuova storia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il libro di cui vi parlerò lo avevo iniziato un bel po' di giorni fa e mi era stato regalato. Ormai le mie scelte sono diverse, ma mi piace alternare... questa volta, sono sincera, ho faticato a proseguire la lettura, ma ho una regola: nessun libro dev'essere lasciato a metà perché può nascondere qualche sorpresa piacevole.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTHm9ryJclJjUXlHbk4k_M1zV87WHYVwxa7hYzHPwo4k4lerAAoGq0sSM8aXonJuuta5roV-2wYLukbCF_vUgG6liEILKFhdglrVTxQKzCaih_l5GdFLSDBsckxtzE30SwJYLMvSqTEMOBLaaKQi6lc3CppMY9zTDSaFiSu_nxSoNpfph8_N2klkNdV7s/s280/lascia%20lui%20per%20me.jpeg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTHm9ryJclJjUXlHbk4k_M1zV87WHYVwxa7hYzHPwo4k4lerAAoGq0sSM8aXonJuuta5roV-2wYLukbCF_vUgG6liEILKFhdglrVTxQKzCaih_l5GdFLSDBsckxtzE30SwJYLMvSqTEMOBLaaKQi6lc3CppMY9zTDSaFiSu_nxSoNpfph8_N2klkNdV7s/s1600/lascia%20lui%20per%20me.jpeg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Hayden e Penelope sono amici, ma non è sempre stato così. Quando si sono conosciuti, lui era il migliore amico di Travis, il fratello maggiore di lei. Dopo la morte dei loro genitori, Travis ha deciso di inseguire il sogno di diventare un campione di arti marziali e, dovendo lasciare Penelope da sola, ha chiesto all’amico di prendersi cura di lei. Nel tempo, Hayden le si è affezionato, finendo per vederla anche lui un po’ come una sorellina… o forse no?Già, perché negli ultimi tempi Hayden si è accorto che i suoi sentimenti nei confronti di Penelope sono cambiati, e che l’affetto si sta trasformando in un amore travolgente. Ma dichiararsi è tutt’altro che semplice: lei viene da una lunghissima serie di storie fallimentari, e ogni volta che incontra un uomo che le piace si rivolge a Hayden. Del resto, chi può darle consigli meglio di lui, che ha fatto una fortuna con una dating app? Ma Hayden non ne può più. Deve assolutamente convincerla a lasciare la sua ultima fiamma e a scegliere lui… Sì, ma come?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come ho trovato questo romanzo? Dalla premessa, penso sia piuttosto intuitivo: monotono.</div><div style="text-align: justify;">Il filone base, che comunque non emerge su altri aspetti ben più hot di tutta la vicenda, lega Penelope e Hayden come amici. Hayden si prende cura di lei, su incarico del fratello maggiore, poiché quest'ultimo è sempre in giro per le sue gare di pugilato, mentre i genitori sono morti. Penelope, avviata alla carriera di pattinatrice, non ha amici. Sua madre era la più grande amica, oltre che la sua allenatrice.</div><div style="text-align: justify;">La ragazza è piuttosto sprovveduta. Cerca in mille ragazzi un briciolo di amore, senza trovarlo: c'è chi è disinteressato a lei, chi la truffa, chi ha scheletri nell'armadio insopportabili. Hayden è sempre quella persona che le sarà vicina, che la starà ad ascoltare la sera, che la consiglierà e asciugherà le sue lacrime. Finché i due non si rendono conto che si sono innamorati. Ovviamente ci impiegano anni a confessarselo. Nel mentre Hayden prosegue con le sue storielle occasionali e Penelope insiste nel cercare un ragazzo serio che, evidentemente, non esiste.</div><div style="text-align: justify;">Quando i due, finalmente, si avvicinano, non potranno fare a meno di resistersi, mettendosi insieme e pensando a un futuro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjqxRkP0fRR_9E6R_Ppc_doNhHIsM_VWl2FjmTv-r0DBJr-CzheGLpmcx5V8PmisCJ_GIzdSqAzO7tysH8DCDWr4CBs7kfbsrfAQUIvDMwbahv4dVXujDFL4p9PzyL0PrSPA6magHl-jNBmqtbUMIZA7sBP8mG6tspCAvVwk2Y4mIKG8UhbLciDRCmK2U/s1280/pattini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="853" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjqxRkP0fRR_9E6R_Ppc_doNhHIsM_VWl2FjmTv-r0DBJr-CzheGLpmcx5V8PmisCJ_GIzdSqAzO7tysH8DCDWr4CBs7kfbsrfAQUIvDMwbahv4dVXujDFL4p9PzyL0PrSPA6magHl-jNBmqtbUMIZA7sBP8mG6tspCAvVwk2Y4mIKG8UhbLciDRCmK2U/s320/pattini.jpg" width="213" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/anncapictures-1564471/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2001796">Annette</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2001796">Pixabay</a></div><div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">C'è l'elemento tragico (morte dei genitori e incidente di Penelope) e c'è anche un sogno, quello della ragazza, di diventare una campionessa indiscussa nel pattinaggio sul ghiaccio. Ma proprio non ci siamo. Non ci siamo perché è un libro veramente povero. La trama è sviluppata poco e male, tra presente e futuro, tra visione di Hayden e quella di Penelope, senza contare i numerosi errori di traduzione che rendono difficoltoso capire di chi si stia parlando.</div><div style="text-align: justify;">Tutto è incentrato sul sesso sfrenato, nell'ennesima imitazione di Mr. Grey. Hayden è il latin lover ricco sfondato, con un passato tragico (il padre ha abbandonato la famiglia quando Hayden era piccolo), che ha avventure tutti i giorni, ma con Penelope invece fa il principe azzurro. Lei, a tratti sembra veramente sprovveduta, a tratti tipicamente gattamorta con picchi isterici, che la spingono a sfoghi davvero irritanti.</div><div style="text-align: justify;">Unico lato positivo: i dialoghi - quando non hanno errori di traduzione - sono divertenti e stuzzicanti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che dire? "Lascia lui per me" non mi è piaciuto... sarà che sono portata per storie più romantiche e, forse, non mi ci ritrovo, oppure che si tratta di romanzi rosa per un pubblico più giovane e decisamente "spigliato", ma non riesco a consigliarlo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Terminata questa parentesi, tornerò alle mie letture, quelle che mi coinvolgono anche solo osservando la copertina. Perché, si sa, un libro è come la bacchetta di Harry Potter: ti sceglie.</div><div style="text-align: justify;">A presto!</div></div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-81531298256992878882023-08-31T11:27:00.003+02:002023-09-01T12:14:10.762+02:00Recensione a "Guida alla scoperta delle sirene" di Serenella Quarello e Fabiana Bocchi<div style="text-align: justify;">Buongiorno a tutti e bentornati sul blog! Siamo arrivati all’ultimo giorno di agosto, ma l’estate non finisce qui, soprattutto se a farci compagnia ci sono libri che parlano di mare, sirene, leggende e tradizioni. Di cosa sto parlando? Lo saprete tra poco.</div> <div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkuQz3k4e6qpPi8ObREkSZVHV1ZsSvlWJijnPxZ12PTZZW5nu06oXjMnOEw2rcSlaOpw9zpLNJlcjKPTEOSu3-vhgfDqELDpH6HqCYxqphQv-RIC7ijxDMof0BkG20dq7q8qCk27rCcNpEmDsBYZ2418T-Q863XgdUktTWmpf7tG1hPOv-XtVvdgmuYk/s700/Guida%20alla%20scoperta%20delle%20sirene.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkuQz3k4e6qpPi8ObREkSZVHV1ZsSvlWJijnPxZ12PTZZW5nu06oXjMnOEw2rcSlaOpw9zpLNJlcjKPTEOSu3-vhgfDqELDpH6HqCYxqphQv-RIC7ijxDMof0BkG20dq7q8qCk27rCcNpEmDsBYZ2418T-Q863XgdUktTWmpf7tG1hPOv-XtVvdgmuYk/s320/Guida%20alla%20scoperta%20delle%20sirene.jpg"></a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Trama: Un’autentica guida alle splendide e misteriose creature del mare, tra mappe dei luoghi in cui sono state avvistate e analisi approfondite sulle diverse tipologie di sirene esistenti (compresi gli uomini-sirena). Ma anche riferimenti alla loro presenza nella musica, nell’arte, nella letteratura, consigli su come riconoscerle e infine... ricette molo originali! Un viaggio virtuale a caccia di sirene, che può trasformarsi in guida per compiere un viaggio reale in tutto il mondo, sulla scia di leggende, miti e avvistamenti.</div> <div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Come fa una lettrice come me a non innamorarsi di un libro blu, con le code di sirene argentate stampate sopra una copertina in tessuto, nonché ricco di illustrazioni che rimandano a mondi lontani e mitologici?</div><div style="text-align: justify;">Il volume di Serena Quarello e di Fabiana Bocchi, edito dalle Edizioni NPE, si configura come una guida per esploratori, o cercatori di sirene e tritoni. Quando parliamo di sirene, la mente corre subito alla celebre Sirenetta Disney, soprattutto se siamo lettori degli ultimi anni ’80-anni ’90. Ma la Sirenetta Disney non è che una rielaborazione della fiaba, ben più triste, di Andersen, una storia peraltro metaforica che riflette lo stato d’animo dell’autore. </div><div style="text-align: justify;">Le sirene popolano tutti i mari, da Occidente a Oriente. Ce n’è qualcuna che è persino diventata santa, come Santa Senara in Cornovaglia.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5xlEAYOK_cr0_6I-cFWQBVX72Ann7kweCWqsKS7id7P1y0aFIK-qExIOv0as1n4l7G9CYUhxtVlzYbEspXO_Rbr4JGi1g-iolvLCS3mWG3ZCxy_jeyQBO_AhIA5BRjQzw1hQkJJ7JnBmX7Le68g-RrZ4JVn67nXMMOxX-_zdZ8ku9HkyTeXHJgnEon9Y/s900/Zennor_Mermaid_Chair.JPG"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5xlEAYOK_cr0_6I-cFWQBVX72Ann7kweCWqsKS7id7P1y0aFIK-qExIOv0as1n4l7G9CYUhxtVlzYbEspXO_Rbr4JGi1g-iolvLCS3mWG3ZCxy_jeyQBO_AhIA5BRjQzw1hQkJJ7JnBmX7Le68g-RrZ4JVn67nXMMOxX-_zdZ8ku9HkyTeXHJgnEon9Y/s320/Zennor_Mermaid_Chair.JPG"></a></div><div style="text-align: center;">Zennor Mermaid Chair (the original uploader was Nabokov at English Wikipedia., CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons)</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Ci sono le sirene maghe, quelle che ammaliano e poi uccidono gli uomini, ci sono le sirene fate, e quelle più mostruose e simili a pesci. Esistono persino sirene finte che, soprattutto nel corso dell’Ottocento, erano state create dall’unione di pezzi di teschi di scimmia, altri animali impagliati e di una coda di pesce. Dei falsi, in sintesi, che andavano ad arricchire i musei di scienze naturali e incuriosivano i visitatori.</div><div style="text-align: justify;">Sono tante le leggende, dall’antica Grecia (celebri sono le Sirene di Ulisse) fino ai nostri giorni, che riguardano le profondità marine e questi misteriosi esseri. Persino durante la Seconda Guerra Mondiale vennero avvistate delle sirene. Vero o falso? La ragione ci porterebbe a dire che è tutta fantasia, eppure c’è sempre qualcosa che spinge l’uomo a credere in un quel pizzico di magia, di stranezza, di rarità.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_U4LkbdazycuW0jVxi3fxj_a7rWzPvI-5RNh8ewh2bs22TG-06ziYuPMxPMbEsjQEJs8yM0Jj28MNhBaqh40pwQOQwKnXZvglfz1T_u7Jky7xtkOXYYiYnU5zl0wYz3If6NPhWt-TNcflmOMRRuyaTJr2mWjJX24Byw9eRldwSareETuvWSsgE3vUh1Y/s1280/sirena1.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_U4LkbdazycuW0jVxi3fxj_a7rWzPvI-5RNh8ewh2bs22TG-06ziYuPMxPMbEsjQEJs8yM0Jj28MNhBaqh40pwQOQwKnXZvglfz1T_u7Jky7xtkOXYYiYnU5zl0wYz3If6NPhWt-TNcflmOMRRuyaTJr2mWjJX24Byw9eRldwSareETuvWSsgE3vUh1Y/s320/sirena1.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/leandrodecarvalho-2623015/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3789114">Leandro De Carvalho</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3789114">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">Leggendo questo volume ritroviamo, comunque, un filo conduttore che lega credenze e leggende su queste creature che appartengono all’aria e all’acqua. Se, infatti, al giorno d’oggi attribuiamo la sirena al mondo marino, in passato non era così. Le sirene, come quelle di Ulisse, erano molto più simili alle Arpie, con ali e corpo deforme. Ma non è tutto. La sirena sembra essere una creatura che riunisce tutti gli aspetti che, nel tempo, hanno connotato positivamente e negativamente la donna: sensibile, dolce, bella, dal canto soave, ma anche tentatrice e vendicativa. Queste sirene altro non sono se non donne, incomprese in un mondo rurale e medievale, a volte definite streghe. Spiriti liberi forse, in epoche in cui le convenzioni volevano la donna servitrice dell’uomo e dedicata al focolare domestico, che perciò divenivano creature rare, leggendarie, nascoste nei boschi.</div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwpaDDbBxM1vpjaWDmqekwYguRopYX06U0BsZ5e3awCY7pAezX0ba2eQ3kCNEU85-ynspppG-7CL8k9w9vvVt4P3hdde1oblIK7U5_fwfhG9kwK-HCUwpZJtyHVpVAPbuLlZ8nTrbnn8r1vYoJ1mKXvTeMqwbDhXhV2QGjmq5nUNCevsNcu4u9mLdiPLg/s1280/sirena2.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwpaDDbBxM1vpjaWDmqekwYguRopYX06U0BsZ5e3awCY7pAezX0ba2eQ3kCNEU85-ynspppG-7CL8k9w9vvVt4P3hdde1oblIK7U5_fwfhG9kwK-HCUwpZJtyHVpVAPbuLlZ8nTrbnn8r1vYoJ1mKXvTeMqwbDhXhV2QGjmq5nUNCevsNcu4u9mLdiPLg/s320/sirena2.jpg"></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/13842406-13842406/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=6780505">13842406</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=6780505">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br></div><div style="text-align: justify;">“Guida alla scoperta delle sirene” è un libro magico, che vi condurrà alla scoperta di affascinanti mondi e creature, attraverso magnifiche illustrazioni e rimandi ricchi di curiosità. E voi partirete alla ricerca delle sirene? Io sono proprio ispirata dalla Cornovaglia, dal Galles e dall’Irlanda, ma tornerei volentieri in Puglia, stavolta a Vieste, dove Pizzomunno attende pietrificato il ritorno dell’amata Cristalda.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-83587899114506791932023-08-26T14:02:00.004+02:002023-08-26T14:02:44.144+02:00Recensione di "Alla fine di una caramella al limone" di Rachel Linden<div style="text-align: justify;">Buonasera a tutti e bentornati sul blog! In questa calda giornata di agosto, sapete cosa ci vorrebbe? Un ghiacciolo al limone rinfrescante. E, nel libro di cui sto per parlarvi, ci sono ghiaccioli, torte e caramelle al limone, soprattutto quelle magiche, quelle delle seconde opportunità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTiJu381_Go5_EnRRa1q2tKpGGeGNKROWAhLs_2H5rBgJlvvku5K73mCc4bSKyJHAwPtPGkJoduSdSmv1GgZu8CPcwUcoRY4gfa5fTONRYfClpWX0pgZHnnUH0Dpd4YGy8loQLx3UZseSe6WPgwPHwskgew8KHtB3M6un56Wgo6dNaqaTOO8ZznZgA9KU/s826/Alla%20fine%20di%20una%20caramella%20al%20limone.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTiJu381_Go5_EnRRa1q2tKpGGeGNKROWAhLs_2H5rBgJlvvku5K73mCc4bSKyJHAwPtPGkJoduSdSmv1GgZu8CPcwUcoRY4gfa5fTONRYfClpWX0pgZHnnUH0Dpd4YGy8loQLx3UZseSe6WPgwPHwskgew8KHtB3M6un56Wgo6dNaqaTOO8ZznZgA9KU/s320/Alla%20fine%20di%20una%20caramella%20al%20limone.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Secondo una leggenda che si tramanda di generazione in generazione, esistono delle speciali caramelle al limone che possono guidarci sul sentiero giusto, mostrandoci le strade che abbiamo scelto di non percorrere. Lolly, trentatré anni, si sente persa e insoddisfatta. Per questo la saggia zia Gert le appoggia sul palmo della mano tre caramelle a forma di spicchio cosparse di zucchero, insieme a poche, semplici istruzioni: scartarle prima di andare a letto, sorbirle lentamente fino alla fine e appoggiare la testa sul cuscino. Un po’ scettica ma anche curiosa, Lolly segue le indicazioni. Così, all’improvviso, si trova catapultata in un ristorante tutto suo sulla costa inglese. La notte successiva, invece, incontra la madre come se non fosse mai scomparsa, e quella dopo ancora ha una famiglia con il suo primo amore. Ogni volta fa sogni così vividi da sembrare più un’alternativa possibile che il prodotto della sua immaginazione. Ma questi scenari durano il tempo di una caramella e a tutti manca qualcosa, perché ogni scelta comporta una rinuncia. Forse, però, la zia non voleva farle vivere un sogno. Forse, il suo era un invito a osservare il presente con occhi diversi. Perché le nostre scelte passate possono sembrare un po’ aspre, come le caramelle al limone, ma il retrogusto è dolce se troviamo dentro di noi la forza per cambiare il futuro.I lettori di tutto il mondo sono rimasti incantati dalla magia dell’esordio di Rachel Linden, che presto sarà un film. Una storia di scelte, dove il passato è lo specchio per costruire un futuro più felice. Perché i sogni possono diventare reali e durare più di una caramella. Basta essere capaci di non indugiare nei ricordi e avere il coraggio di riprendere in mano la propria vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGlEqSrivFrAKamnnwK-f7enRhlTDytWJTdJLOb78FwuIZNoFQSLH7QcvQ-6NN080mRy3eaVZFkjZnn5jlR42VfW651sUBbRFmXKBFACIqYSesV7uxXMz7fqKXyOS3K_wYLlfjbSR8Eo8-63N35s5aAEqEft3_MxBbXbS3lhtuEYxTh8LRKnHeBJ42VM0/s1280/ghiaccioli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGlEqSrivFrAKamnnwK-f7enRhlTDytWJTdJLOb78FwuIZNoFQSLH7QcvQ-6NN080mRy3eaVZFkjZnn5jlR42VfW651sUBbRFmXKBFACIqYSesV7uxXMz7fqKXyOS3K_wYLlfjbSR8Eo8-63N35s5aAEqEft3_MxBbXbS3lhtuEYxTh8LRKnHeBJ42VM0/s320/ghiaccioli.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/jillwellington-334088/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2458716">Jill Wellington</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2458716">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Appena ho letto di questo libro su uno store online, me ne sono innamorata. Sarà forse che ognuno di noi vorrebbe una seconda opportunità e io non faccio eccezione: ne vorrei più di una, soprattutto alla luce del mio presente. Sarebbe così bello poter usufruire di una piccola magia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lolly ha 33 anni e tutta la sua vita è andata in frantumi. Dei desideri che aveva espresso quando era bambina, non ne ha realizzato nemmeno uno perché si è ritrovata a dover prendere in mano le redini della famiglia quando sua madre è venuta a mancare improvvisamente. Da allora ha vissuto il sogno di qualcun altro, pensando fosse la cosa giusta da fare: il suo altruismo l’ha portata ad occuparsi del padre, totalmente smarrito dopo la morte della moglie, di sua sorella ancora adolescente, del ristorante. Scegliere una vita quasi imposta dal destino ha fatto sì che tutte le sue ambizioni andassero in fumo, incluso il matrimonio con il suo amore di sempre, Rory.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Arrivata a uno stato di oblio, in cui sono più i rimpianti che la curiosità di vivere un nuovo giorno, Lolly ne parla con zia Gert. La donna, eccentrica ottantenne, ha girato il mondo e, durante uno dei suoi viaggi, ha ricevuto in dono delle caramelline al limone dal potere speciale: possono far vivere a chi le mangia un giorno di una vita alternativa e desiderata. Ovviamente Lolly non le crede, ma accetta lo stesso e alla fine mangia la prima caramella poco prima di andare a dormire. Il giorno successivo Lolly non lavora più nel ristorante di famiglia, ma si trova in una casa diversa, con nuovi impegni da rispettare. È un sogno? Non sembra, eppure tutto ciò fa capire alla nostra protagonista cosa desidera davvero.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw_mgtl2PaM71Fm0OUwouK1ZXAQ7URw_12uXIj9BkiGLoqKFZ2x8CUbC2T-y2tUZJduGzTkp9DbpxQ9NeQALrgcNpUkLDw-zbaU8AIGJ_1wZ9v8YmXkCIOenDsjMhOJhzVWsKdfolrfYF4OHt1JG996dHDBTNXY8dhTRoYhGx3kND4sl-fC0LrG7tR0bg/s1280/caramelle%20limone.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw_mgtl2PaM71Fm0OUwouK1ZXAQ7URw_12uXIj9BkiGLoqKFZ2x8CUbC2T-y2tUZJduGzTkp9DbpxQ9NeQALrgcNpUkLDw-zbaU8AIGJ_1wZ9v8YmXkCIOenDsjMhOJhzVWsKdfolrfYF4OHt1JG996dHDBTNXY8dhTRoYhGx3kND4sl-fC0LrG7tR0bg/s320/caramelle%20limone.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/jhenning-8658480/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=7840346">beauty_of_nature</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=7840346">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il messaggio è questo: se il destino ha fatto di tutto per impedire la realizzazione dei tuoi sogni, cerca di andare avanti con quello che hai… e non è detto che, alla fine, le cose non possano prendere una piega diversa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Alla fine di una caramella al limone” è un libro molto dolce, al contrario di quanto si potrebbe pensare ricollegando con l’idea del sapore di limone un po’ acerbo. “Raggiungi la tua beatitudine”, questo è il consiglio che zia Gert dà alla sua pronipote e che è un po’ il succo del romanzo: cercare di stare bene con se stessi, trovare la propria strada. Il grande problema che pesa sulla coscienza di Lolly è che, per seguire i suoi sogni, dovrebbe mollare tutto, creando soprattutto un dolore a suo padre e rompendo la promessa fatta a sua madre. Dopo la visione di un’esistenza alternativa, c’è solo un elemento che le fa prendere coraggio: Rory. Lolly non lo ha mai dimenticato e non si è mai arresa al fatto che non abbia potuto condividere la vita con lui. Come giocherà il destino? Le caramelle al limone faranno vedere i fili alternativi dell’esistenza di Lolly, oppure il futuro? O ancora: sono solo espedienti per far capire alla ragazza cosa desidera realmente? Per farla credere in se stessa?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non svelerò altro perché “Alla fine di una caramella al limone” merita di essere gustato lentamente per poter riflettere, insieme alla protagonista, sulle proprie scelte di vita passate e future.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Alla fine del libro, l’autrice, oltre ad aver inserito la ricetta della torta meringata al limone che sembra molto buona!), ha posto una serie di domande al lettore. L’ultima è la seguente: “Se avessi tre magiche caramelline al limone a tua disposizione, che cosa sceglieresti di rivivere o di cambiare del tuo passato?”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con qualche frase e vi aspetto sempre qui, su Sàkomar blog!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk7IuL6nj1uDTn4w-wOpUxqeTO-wU2eBkw1pNpyPljaQiDVgZ0TrwvjlhGfQTwM1zjutXlq7q4tSvivAL6BGqEXQXFlaY75n0_jFqKIcrGx5P2VgO6wdo4FBSJ0HFjXT8-KS2vNu6LyfyEutidgnBiUAnA13jP9eMXeVdnViFudm0zeaCvk9zDaT458cc/s1280/Torta.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk7IuL6nj1uDTn4w-wOpUxqeTO-wU2eBkw1pNpyPljaQiDVgZ0TrwvjlhGfQTwM1zjutXlq7q4tSvivAL6BGqEXQXFlaY75n0_jFqKIcrGx5P2VgO6wdo4FBSJ0HFjXT8-KS2vNu6LyfyEutidgnBiUAnA13jP9eMXeVdnViFudm0zeaCvk9zDaT458cc/s320/Torta.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stocksnap-894430/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2562004">StockSnap</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2562004">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] Noi spesso diciamo “impossibile” quando invece dovremmo dire “ancora non sappiamo come”. Sono moltissime le cose che sono possibili, ma noi ne conosciamo solo una minima parte. Lo capirai molto presto».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Quando facciamo una scelta, necessariamente limitiamo tutte le altre. Ogni volta che scegliamo un percorso, il numero delle nostre opzioni diminuisce: ogni decisione chiude molte altre porte. Tuttavia la prendiamo, sperando di aver barattato tutte le altre possibilità con quella che noi riteniamo sia la migliore».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] Scegli quello con cui il tuo cuore non riesce a venire a patti, le perdite e i rimpianti che ti porti dentro talmente nel profondo da non riuscire proprio a liberartene. Il saggio Sant’Agostino diceva che dobbiamo svuotarci di ciò che ci ingombra, per poterci riempire delle cose di cui abbiamo davvero bisogno. Sto parafrasando, naturalmente. Ma il punto è: che cosa il tuo cuore desidera più di tutto? Cos’è che ti manca davvero, nella vita? Concentrati su questo. E ricordati qualunque scelta tu faccia, non smettere di cercare la tua beatitudine. Sii onesta con te stessa. Presta attenzione. Cerca la gioia. Queste sono le chiavi per sbloccare il tuo destino».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] Se rimani aggrappata a qualcosa che si è già rotto, a una vita e a un sogno che non potranno mai davvero realizzarsi, non lasci spazio a nient’altro, come per esempio a degli ottimi piani B basati sulla realtà». […] «Certe volte, Lolly, l’unica cosa da fare è mollare il colpo».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] So che potresti non credermi: quando uno è giovane è convinto che l’amore sia in grado di superare qualsiasi ostacolo, ma la verità è che a volte tu puoi amare moltissimo una persona, ma nonostante questo è impossibile costruire una vita insieme. A volte la forza dell’amore non basta. A volte devi amare così tanto una persona da riuscire a lasciarla andare».</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-84709450222168485182023-08-17T13:21:00.002+02:002023-08-17T13:48:36.920+02:00Recensione di "Stronze si nasce" di Felicia Kingsley<div style="text-align: justify;">Buongiorno a tutti e bentornati sul mio blog! Siete ancora in spiaggia, oppure avete ricominciato le vostre attività lavorative? In ogni caso, portate sempre con voi un libro: sono i migliori compagni di avventura.</div><div style="text-align: justify;">Oggi vi parlo del romanzo di Felicia Kingsley, "Stronze si nasce", edito dalla Newton Compton.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhga6bOOq5bHKckKF5zNleAkaSFTg3grZtFVGN1W_JokZiwWbHQCMSN3amDBEiQz8NJsfWZM14w8SrFdDnL0v9wF9Yv9E9pMhiWNPxt54xuXTGboSTjFlgYQnXOBTS5GjRuxtQJs229VisE21mVUdetdHET4WvDRUxb6AuR_1vKMRavEW-rfXLZtBRbAmY/s1000/Felicia%20Kingsley,%20Stronze%20si%20nasce.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhga6bOOq5bHKckKF5zNleAkaSFTg3grZtFVGN1W_JokZiwWbHQCMSN3amDBEiQz8NJsfWZM14w8SrFdDnL0v9wF9Yv9E9pMhiWNPxt54xuXTGboSTjFlgYQnXOBTS5GjRuxtQJs229VisE21mVUdetdHET4WvDRUxb6AuR_1vKMRavEW-rfXLZtBRbAmY/s320/Felicia%20Kingsley,%20Stronze%20si%20nasce.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Allegra Hill è brillante, onesta e altruista. Ma anche un’eterna seconda. Fin dagli anni della scuola c’è sempre qualcuno che la precede. Sempre. E senza dimenticarsi di umiliarla anche un po’. Chi è costei? Ma la classica stronza! Quella di Allegra si chiama Sparkle Jones. Non solo la vita di Sparkle è perfetta, ma la biondissima e splendente ragazza riesce a ottenere sempre tutto ciò che vuole. Ma il tempo passa e a ventisei anni Allegra ha finalmente una casa tutta per sé e un lavoro nell’agenzia immobiliare più prestigiosa di Londra. Il passato, però, non sembra volerla dimenticare e mette di nuovo Sparkle Jones sulla sua strada. Questa volta le cose sembrano andare diversamente e la nemica di una vita le appare sotto un’altra luce… E tutto questo proprio quando l’incontro con un bellissimo imprevisto dagli occhi verdi come smeraldi sembra in grado di sparigliare le carte. Tra feste, intrighi e cene non proprio a lume di candela, in corsa tra le strade di una Londra magnifica, forse per Allegra è arrivato il momento di scoprire se davvero quello che vuole è la felicità. Questa volta non può lasciare l’ultima mano alla sua adorabile, odiata stronza numero uno!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per l’estate avevo bisogno di qualcosa di bello e di qualcosa di leggero: il romanzo di Felicia Kingsley rientrava nella seconda categoria. Avevo già letto alcuni suoi libri e ne avevo apprezzato lo stile scorrevole, l’ironia e la trama, tutto sommato, carina. Ho quindi portato “Stronze si nasce”, che mi era stato regalato, sotto l’ombrellone.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho perciò conosciuto Allegra Hill, che riflette in fin dei conti la maggior parte di noi: la brava ragazza, che si impegna in tutto ciò che fa, ma che nonostante tutto è eterna seconda. In pole position c’è sempre lei, la Sparkle Jones della situazione, l’approfittatrice che prende il buono dagli altri, lo volge a suo vantaggio, ti sorpassa e se ne va. Si prende i tuoi sogni, si prende il ragazzo di cui eri innamorata e vive la vita che avevi desiderato… alla faccia tua. In tutto ciò, molto spesso, la Sparkle di turno si è persino finta tua amica, l’hai aiutata, le hai fatto decollare i progetti e poi, come se nulla fosse, ti scarica con classe, oscurandoti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sì, anche io ne ho incontrate varie di Sparkle nella mia vita e certamente non sono rimaste nel mio cuore. Riappropriarsi dei propri progetti e dei propri sogni quando una “parassita” ti ha portato via tutto è complicato, anche se non impossibile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tutto ciò capita ad Allegra che, dopo aver ottenuto un posto alla Royals & Lloyds, agenzia per la vendita di immobili di lusso, si ritrova a dover condividere il lavoro con Sparkle, la detestabile soggetta che, per tutta la durata della scuola, l’aveva oscurata, mandandole a monte i piani e persino le feste di compleanno. Sparkle la “stronza” numero 1.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpvyo_fEzx3qgx1oTvHl1uutLLZX1rJGs53wR67G9DX3D44NAwr97FM6aLIcsSlpukxEGNGBnAVHXO1xYeH26FSH7715D-lzE9B0Dhj9TUpymEa_wVMdGEhdhE2NZvkqEvpwD1lHKQrcpLvtZBVBASP1pEDnd3lpB-pr4iXb7Vih5VnW93SuBu8rQ7MxE/s1280/buildings-205986_1280.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpvyo_fEzx3qgx1oTvHl1uutLLZX1rJGs53wR67G9DX3D44NAwr97FM6aLIcsSlpukxEGNGBnAVHXO1xYeH26FSH7715D-lzE9B0Dhj9TUpymEa_wVMdGEhdhE2NZvkqEvpwD1lHKQrcpLvtZBVBASP1pEDnd3lpB-pr4iXb7Vih5VnW93SuBu8rQ7MxE/s320/buildings-205986_1280.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/ichigo121212-11728/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=205986">Ichigo121212</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=205986">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure, Sparkle vuole farsi amica Allegra. Non sembra più quella di una volta: la invita a pranzo e cena, condivide con lei le giornate di shopping, e la trasporta in un mondo altolocato. Allegra si ritrova avvolta dalla “sparkliness”, la lucentezza che emana Sparkle e che, automaticamente, la porta ad essere – come per magia – apprezzata da tutti. Ma Sparkle è apparenza e Allegra se ne renderà conto con il tempo, giungendo a fargliela pagare con gli interessi, soprattutto quando di mezzo c’è un uomo che si chiama Tristan Forsyth, bellissimo e milionario. Aiutata da Duke Swanesson, miglior amico di Tristan, Allegra preparerà a Sparkle la sua vendetta, mentre lei stessa cresce, acquisisce esperienza e ricopre un posto di lavoro migliore utilizzando solo le sue forze.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_06yp25bcrVrv9Oc1w4zds80JuKj-VCPpRe82jk54VXHLJ_gPPSNS-aDQ7xot4ZZF61Dp2nhIrPpP6JpFHUObsLEnJdnOPM3DWBdVQjcLEKv09J1anpLTQYkGmGecmgw3XfmBmGXl-WbQhH8NzjxHp15OzwR49aG8Ld0arVLttJ1vLolnMphFmnJuIBs/s1280/woman-3040029_1280.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_06yp25bcrVrv9Oc1w4zds80JuKj-VCPpRe82jk54VXHLJ_gPPSNS-aDQ7xot4ZZF61Dp2nhIrPpP6JpFHUObsLEnJdnOPM3DWBdVQjcLEKv09J1anpLTQYkGmGecmgw3XfmBmGXl-WbQhH8NzjxHp15OzwR49aG8Ld0arVLttJ1vLolnMphFmnJuIBs/s320/woman-3040029_1280.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/gonghuimin468-3804290/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3040029">gonghuimin468</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3040029">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ora, la mia opinione in merito. La trama è un po’ scontata, ma non mi aspettavo di certo il saggio vincitore del Premio Strega. Volevo un romanzo leggero, ma purtroppo non l’ho trovato. Troppi capitoli (51 + epilogo), molti dei quali ripetitivi delle giornate lavorative alla Royals & Lloyds, imbastite di un lusso eccessivo in cui una persona con un briciolo di cervello non potrebbe mai ritrovarsi immischiata (a meno da non indebitarsi fino al midollo). Avrei apprezzato la rivincita di Allegra perché, ovviamente, se la meritava, ma non finendo a fare la gattamorta (o la gatta eccessivamente viva forse) sia con Tristan che con Duke. Se c’è una cosa che mi infastidisce, probabilmente a livello morale, sono quelle ragazze/donne che hanno avventure con un uomo e con il suo migliore amico, quasi a voler affermare la loro capacità di conquistatrici seriali. Solo quando poi uno dà buca, allora dicono che l’altro è l’amore della loro vita. Amore… termine abusato per situazioni davvero superficiali. A tutto ciò si aggiungano gli uomini che, avendo un briciolo di soldi in più e bellezza, si credono di avere il potere in mano… ed è colpa, poi, di chi glielo fa credere cadendo ai loro piedi come fossero déi scesi in terra.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR0-OG_KWt4cP4cjjk0q6TCCT7m-0oCqqJ8loky2Ia4vQZYM_SIgo1sxfOfrcH7-di9SBimU0PDyw4ngXC1_NoE-rlN2FnHxGp_SxqLxQhZDjJiZBOEpox55LepzKst1m_OUccXufhizIwkYX-ov_yCjmWFqcqIWbsVweis-DuwXf6utFkpNNb2s3_cjc/s1280/reside-3104077_1280.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR0-OG_KWt4cP4cjjk0q6TCCT7m-0oCqqJ8loky2Ia4vQZYM_SIgo1sxfOfrcH7-di9SBimU0PDyw4ngXC1_NoE-rlN2FnHxGp_SxqLxQhZDjJiZBOEpox55LepzKst1m_OUccXufhizIwkYX-ov_yCjmWFqcqIWbsVweis-DuwXf6utFkpNNb2s3_cjc/s320/reside-3104077_1280.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/piro4d-2707530/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3104077">PIRO</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=3104077">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Forse non è il romanzo adatto alle romantiche come me e alle combattenti, per quelle che nonostante i numerosi nemici e le Sparkle Jones in circolazione, non sono mai diventate “stronze”, ma hanno proseguito sulla loro via, migliorando e conquistando i propri sogni solo con tanto impegno e costanza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ad ogni modo, non voglio essere pesante. Si tratta davvero di un romanzo da sfogliare a cuor leggero, per farsi trasportare in mondi di lusso visti solo nei film americani, tra Londra, New York, Milano e Parigi.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-1157753239151899112023-08-08T18:50:00.005+02:002023-08-08T18:52:36.972+02:00Recensione di "Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani<div style="text-align: justify;">Buon martedì a tutti e bentornati sul mio blog! Oggi vi porto a conoscere un romanzo, acquistato tanto tempo fa in quel di Mondadori in piazza Cola di Rienzo. Mi sono detta che, uscita da un archivio, rientravo di nuovo in un luogo pieno di carta scritta... forse perché le librerie sono quei rari posti in cui trovo conforto e mi sento a mio agio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il romanzo di cui vi parlerò è "Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani:</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjji9MTgOErTayv3k0wIxB8A2jMqCdP0zE7zBfwJTu0_fTq4rJViVKwsPPfDn67_cF6nYsmhk0eUGno1RKUz7dXL5nPPIz2VjA9gc9xafJdPC7bnFmS7yhBWaMRYfD9_iDFoHLkSV5-aAxl347dZOlbv5TwD35GBXBW09YdNU1gwrOUV1c86Xd3n8UnZQM/s600/Ogni%20piccola%20cosa1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="397" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjji9MTgOErTayv3k0wIxB8A2jMqCdP0zE7zBfwJTu0_fTq4rJViVKwsPPfDn67_cF6nYsmhk0eUGno1RKUz7dXL5nPPIz2VjA9gc9xafJdPC7bnFmS7yhBWaMRYfD9_iDFoHLkSV5-aAxl347dZOlbv5TwD35GBXBW09YdNU1gwrOUV1c86Xd3n8UnZQM/s320/Ogni%20piccola%20cosa1.jpg" width="212" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Trama: </span><i style="text-align: justify;">Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.</i></div><div style="text-align: justify;">Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.</div><div style="text-align: justify;">Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.</div><div style="text-align: justify;">Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.</div><div style="text-align: justify;">È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.</div><div style="text-align: justify;">Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.</div><div style="text-align: justify;">Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vittoria dice di avere una vita perfetta, amici che la adorano, una casa splendente, soldi come se piovessero. Eppure la nostra protagonista sa benissimo che la sua esistenza è votata all’apparenza perché non ha una vita perfetta, bensì in frantumi, quelli che considera amici non lo sono davvero, la casa è splendente ma vuota di affetti, il rapporto con la madre è inesistente, i soldi ci sono ma non possono comprare amore.</div><div style="text-align: justify;">A dimostrazione di tutto ciò, Vittoria comincia ad accusare attacchi di panico, sempre più di frequente, fino a perdere i sensi. Ma cosa è accaduto realmente a questa ragazza? C’è stato un tempo in cui la vita di Vittoria era davvero perfetta, o almeno, lei crede di ricordarla così. Nei fotogrammi della sua mente c’è il suo papà, defunto, di cui non saprebbe dire nulla. È come se la sua mente avesse rimosso ogni cosa riconducibile a lui. Un giorno, cercando i tranquillanti nei cassetti della madre, Vittoria si imbatte in un sacchetto che contiene tanti frammenti di ceramica. È un carillon, di cui lei ha ricordi confusi… un carillon che era un regalo del suo adorato papà.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EOs1LLi9JPueVQuDtq7Qnnu9IZi3XjAQKtEwMhzVcsIASOHUgiYPpxjzZtZkAebWc3zU_E9Rtw6JpghN4Ex8RwbvUGTfwQFglfOUFe5O0MGh0PLBrhYwDBQis940Ej1rE-nRB7-5VMRqNajlw4Iv_pRG8b8j3xz5rVM3SSBOUMb5WL7fSrz3dbkGYgk/s5184/carillon.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EOs1LLi9JPueVQuDtq7Qnnu9IZi3XjAQKtEwMhzVcsIASOHUgiYPpxjzZtZkAebWc3zU_E9Rtw6JpghN4Ex8RwbvUGTfwQFglfOUFe5O0MGh0PLBrhYwDBQis940Ej1rE-nRB7-5VMRqNajlw4Iv_pRG8b8j3xz5rVM3SSBOUMb5WL7fSrz3dbkGYgk/s320/carillon.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di syd.oztr ✪ (https://www.pexels.com)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È lì che Vittoria, grazie all’immenso e paziente lavoro della psicoterapeuta, decide di scavare a fondo nel passato per capire la causa del suo immenso dolore. Tra scatoloni, lettere e fotografie, Vittoria ricostruirà ciò che è stato e che non è come lo ricordava: è totalmente imperfetto, anche sconvolgente, ma la verità bisogna accettarla per quel che è. Finalmente la ragazza riuscirà a ricomporre i pezzi mancanti e, proprio come nella pratica del kintsugi, a valorizzare le ferite, attribuendo persino un perché al comportamento freddo e scostante della madre nei suoi confronti.</div><div style="text-align: justify;">Nel suo percorso sarà supportata da Ion, un muratore russo-moldavo, dal passato altrettanto doloroso. I due riusciranno ad amare le cicatrici l’uno dell’altro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come ho trovato questo libro? Bello, doloroso e irritante al tempo stesso. Bello per le emozioni che può suscitare, dato che il lettore si ritrova a seguire il percorso di rinascita interiore della protagonista; doloroso perché quelle stesse emozioni scavano dentro e fanno riflettere; irritante poiché, in passato, sono state numerose le situazioni ingiuste come quella che si ritrovano a vivere Vittoria e sua madre prima di lei, volte esclusivamente a salvare le apparenze.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>ATTENZIONE SPOILER!</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vittoria, nella sua ricerca, trova le lettere dell’amante del padre, un tale Luca. Pur rispettando l’orientamento sessuale di ognuno, una rivelazione del genere è sconvolgente. Suo padre, Vittorio, era comunque sposato. E allora non amava sua madre? Non amava la figlia che aveva avuto?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ebbene, è qui che emerge tutto il dolore contenuto nei personaggi di questa storia. In passato, infatti, per nascondere l’omosessualità dei propri figli, molti genitori organizzavano matrimoni, costringendo i due malcapitati a sposarsi e a procreare. Per quale scopo? Quello di dare l’apparenza della famiglia comune, senza pensare alla sofferenza che potevano causare. La madre di Vittoria ha odiato la figlia di riflesso quando ha capito che il marito era omosessuale e che aveva cercato di procreare per dovere, non per amore. Questa linea d’odio (del tutto motivata) ha influito negativamente sulla donna e automaticamente sulla figlia, che si è sentita non voluta. Allo stesso tempo, Vittorio ha dovuto rinunciare all’amore per Luca in favore di un matrimonio falso, fingendo quindi una vita che non aveva cercato ma che gli era stata imposta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZBs-IGx7Sr9_913699qSpQ9UoK9TAf2yup1TWZV-1xQ-_k4KNXz8cvvMsnv4oT6XPKbkHe6EuP7qRPs7O_SFO-xiLOTWCLeN_q9KZLrI51kaKl7oVhdKbqKgeE66oK0fArphmjoyrvZ5iJms-rV20UyxAvnYvOlkpiawhElO6Jglv2yBopwXSh2sp0MM/s5506/pexels-daria-obymaha-1683975.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZBs-IGx7Sr9_913699qSpQ9UoK9TAf2yup1TWZV-1xQ-_k4KNXz8cvvMsnv4oT6XPKbkHe6EuP7qRPs7O_SFO-xiLOTWCLeN_q9KZLrI51kaKl7oVhdKbqKgeE66oK0fArphmjoyrvZ5iJms-rV20UyxAvnYvOlkpiawhElO6Jglv2yBopwXSh2sp0MM/s320/pexels-daria-obymaha-1683975.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Daria Obymaha (https://www.pexels.com)</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando si dice che siamo artefici del nostro destino, a volte la sottoscritta sorride. Non è sempre così. Una persona può volere ardentemente qualcosa, combattere per averla e nonostante tutto ritrovarsi a dover seguire forzatamente la via tracciata da qualcun altro – molto spesso prevaricatore e prepotente – per lei. E poi tutto dipende dai tempi, dalla cultura di base, dall’area geografica di questo assurdo mondo pieno di regole e di una morale dettata dall’uomo, ma attribuita alle divinità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo libro vi è anche un altro messaggio importante: a volte bisogna riuscire a dire no, proprio per non essere sopraffatti, per non far decidere a qualcun altro ciò che invece avresti dovuto e potuto decidere con la tua testa. </div><div style="text-align: justify;">Non commenterò oltre, ma dirò solo una cosa: un libro è un oggetto magico. Arriva sempre al momento giusto, con i suoi messaggi, a volte più diretti, a volte meno, che comunque trovano riflesso nella vita del lettore. C’è un motivo per cui questo libro è arrivato ora nella mia. Bisogna saper dire no, bisogna impuntarsi anche a costo di sbagliare, purché si decida di seguire i nostri desideri, non quelli altrui. È tanto facile a dirsi, quanto difficile a farsi, ma probabilmente ricordarselo è già un passo avanti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi saluto con alcuni piccoli estratti. Alla prossima!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Anche se cerchiamo di proteggere ciò che amiamo con tutti noi stessi, non sempre siamo in grado di farlo, sai?» La mano di suo padre lascia la sua spalla per accarezzarle lieve i capelli. «Ma niente finisce. Anche una cosa rotta può tornare a vivere.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Quante cose possono essere dette senza pronunciare una sola parola? Quante possono essere comprese senza doverne ascoltare nemmeno una? Ecco, tutte quelle parole non dette mi servirono per sussurrargli grazie, quei grazie che guariscono, e poi salvano.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Ogni piccola cosa interrotta nella nostra vita rimane come un sassolino nella scarpa che, a ogni passo, ci procura dolore. Possiamo decidere di smettere di camminare del tutto, oppure possiamo sfilarci la scarpa e liberarci del sassolino. Non gettandolo via, ma conservandolo nel palmo della mano, dove non ci farà più così male. Non appena smetterai di considerare questa tua pelle diversa, macchiata, come un difetto, scoprirai quanto ti renda semplicemente speciale.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Quanto può ferirci ciò che non c'è mai stato? Quanto può svuotarci l'amore di cui siamo stati privati?»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[...] Perché ciò che io e Ion amavamo veramente l'uno dell'altra erano proprio quelle cicatrici che, superando ogni avversità, avevamo infine colmato d'oro.»</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-29208719900321171072023-07-23T18:42:00.003+02:002023-07-23T18:56:16.209+02:00Recensione di "L'alta fantasia" di Pupi Avati<div style="text-align: justify;">Buonasera a tutti e bentornati sul blog!</div><div style="text-align: justify;">Dato che le letture sono le mie migliori amiche e non posso proprio fare a meno di portare con me un libro, ho terminato "L'alta fantasia" di Pupi Avati.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo avete letto? Andiamo a scoprire di cosa si tratta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a alta="" fantasia.jpg="" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZyTNeDkhCrzCmcpOXGjTLQ_avq1QHsqHcb7fB2VqJb6f7cT-FXMq4fuEF9V8rF4v7wcRKVzKB-r-VaJS-bZLdV9j-OSagoJ-LkjsK13w1X7STdKPFpTh_AFCo7aHVJNo_nWeT7ycV-UVoeObi6qFx0XFAKtVmnjVX3f24h6hcYiO2ESnLqVSnSaCqZfc/s551/Pupi%20Avati,%20L"><img alta="" border="0" fantasia.jpg="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZyTNeDkhCrzCmcpOXGjTLQ_avq1QHsqHcb7fB2VqJb6f7cT-FXMq4fuEF9V8rF4v7wcRKVzKB-r-VaJS-bZLdV9j-OSagoJ-LkjsK13w1X7STdKPFpTh_AFCo7aHVJNo_nWeT7ycV-UVoeObi6qFx0XFAKtVmnjVX3f24h6hcYiO2ESnLqVSnSaCqZfc/s320/Pupi%20Avati,%20L" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l’ultimo respiro. Nel convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, l’albero di mele selvatiche che le suore chiamano «l’albero del Paradiso» smette misteriosamente di dare frutti. Trent’anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso appassionato dell’opera dantesca, riceve un incarico singolare: andare in quel convento, dove risiede la figlia di Dante, divenuta monaca con il nome di suor Beatrice, e consegnarle un risarcimento in denaro per l’esilio ingiustamente subito da suo padre. Sarà un viaggio di riparazione e di scoperta, ma anche di fatica e pericoli, non ultima l’accoglienza non sempre entusiastica ricevuta dai conventi dove l’opera del Sommo è ancora vietata, in odore di eresia. E per Boccaccio sarà l’occasione di riandare ai momenti più importanti della vita dell’Alighieri, le sensibilità di bambino e l’incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l’amarezza della cacciata da Firenze, il tormento e l’estasi della scrittura. Trovando conferma, lui, scrittore, di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza. Pupi Avati ci consegna con il suo nuovo romanzo l’opera di tre vite: l’incontro inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due maestri della cultura italiana. Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d’artista intessuta di passione e di poesia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dante, il sommo poeta, è per il popolo Italiano motivo di vanto, anche se... chissà quanti di noi a scuola lo avranno detestato? Io, che ho frequentato il liceo scientifico pur avendo sempre voluto andare al classico, avrei tanto desiderato approfondire la Divina Commedia che, invece, leggevamo a brani spezzati tra loro, commentando poco e male. Quel che ricordo dell'opera di Dante Alighieri è frutto delle ulteriori letture che facevo, nonostante non fossero "comandate" a scuola.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Pupi Avati non ha scritto un romanzo: questa è una vera e propria ricerca delle origini, intervallata sì da elementi di fantasia, che sono però ben inseriti nel contesto storico, tra Firenze e Ravenna.</div><div style="text-align: justify;">Non sapevo fosse stato Boccaccio - autore del Decameron - a diffondere l'opera di Dante e a scriverne una prima biografia (Trattello in laude di Dante).</div><div style="text-align: justify;">Personaggi reali, eventi accaduti all'autore di questo volume che, ancora oggi, fa parlare si intrecciano in una ricostruzione verosimile del substrato storico. Paolo e Francesca rivivono il loro amore spezzato; Bonifacio VIII sarà il pontefice da far bruciare all'inferno per aver ingannato e per simonia; Dante stesso tradirà il suo migliore amico, Guido Cavalcanti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWVbD961J25wb8ZTAf-SutBU5taIGQi4VsA963ML_Lr5eYEeLFpzL4CHWsZAcqatwJLgdH5V5An5fMFdbZ24Ki9xafQJhXTC29L5ua6m5oAhh8vhYWzm8FVGnBg7ji-orXBNCJBG6IRvHY_x68qMzsEeSuTFFnb-_Ky4j8NTS_zTsfXVxXP-6sKFpe-I/s1280/Dante.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWVbD961J25wb8ZTAf-SutBU5taIGQi4VsA963ML_Lr5eYEeLFpzL4CHWsZAcqatwJLgdH5V5An5fMFdbZ24Ki9xafQJhXTC29L5ua6m5oAhh8vhYWzm8FVGnBg7ji-orXBNCJBG6IRvHY_x68qMzsEeSuTFFnb-_Ky4j8NTS_zTsfXVxXP-6sKFpe-I/s320/Dante.jpg" width="240" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/salvatoremonetti-3636083/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2199139">SALVATORE MONETTI</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2199139">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E Beatrice? La tanto amata e soave donna che ispirò il sommo poeta? Non divenne sua moglie, ma fu destinataria di un amore platonico, finché la morte non la stroncò in giovane età. Ma quel nome, Dante non lo poté dimenticare, tanto da chiamare sua figlia così... una figlia che, ai tempi di Boccaccio, era ancora viva, seppur anziana, e che trascorreva la sua esistenza in un monastero di clausura a Ravenna.</div><div style="text-align: justify;">Boccaccio ripercorre i passi di Dante, raccontandoci così dell'uomo Dante, colui di cui si sa molto poco attraverso le sue opere.</div><div style="text-align: justify;">Ogni capitolo è introdotto da una musica che fa da colonna sonora agli atti di questo "romanzo" (improprio chiamarlo tale), trasponendolo quasi in una sceneggiatura composta da brevi flash sulle vite di questi due autori, così strettamente intrecciate.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il libro di Pupi Avati rientra tra le belle scoperte e quei libri da rileggere, soprattutto dopo aver sfogliato nuovamente le pagine della Divina Commedia.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-19620802890388335592023-07-15T19:02:00.005+02:002023-07-15T19:02:45.900+02:00Recensione "Piccoli desideri" di Michelle Adams<div style="text-align: justify;">Buon pomeriggio amici lettori, bentornati tra le pagine virtuali del mio piccolo blog in questo caldissimo pomeriggio di luglio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Proprio per cercare di "rinfrescare" la temperatura, vi porto a Porthsennen, sulla costa della Cornovaglia, dove le onde ruggiscono sulla scogliera e, in lontananza, risplende il faro di Wolf Rock.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE9HABV56epxWiuWy-4IF4ufo53PRrM4sUKS1IU-ZwDFa0XVDOcGJQdJ2BI-joMzUp5bID0m5YSNPj4BFBhAtczSmJuZ06soun1sH7gKHBSvdJRo7kbnv2qO6_zzCB_PpeuaD1ycncrdKwwgTot6yDy6Uwx1EQ_-IeJgbq-Z9BDCNe0YMQsJuP5Q1xkeE/s827/Michelle%20Adams,%20Piccoli%20desideri.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE9HABV56epxWiuWy-4IF4ufo53PRrM4sUKS1IU-ZwDFa0XVDOcGJQdJ2BI-joMzUp5bID0m5YSNPj4BFBhAtczSmJuZ06soun1sH7gKHBSvdJRo7kbnv2qO6_zzCB_PpeuaD1ycncrdKwwgTot6yDy6Uwx1EQ_-IeJgbq-Z9BDCNe0YMQsJuP5Q1xkeE/s320/Michelle%20Adams,%20Piccoli%20desideri.jpg" /></a></div><br /><br /><div style="text-align: justify;">Trama: Non è mai troppo tardi per vivere il grande amore.</div><i><div style="text-align: justify;"><i>Vorrei farti leggere il mio diario, in modo che tu sappia che ogni giorno di quest'anno ho pensato a te.</i></div></i><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Elizabeth Davenport ormai ha pochissime ragioni per avventurarsi fuori dal suo cottage sulla ventosa costa della Cornovaglia e una di queste è Tom. Nel suo giorno preferito dell'anno, da quasi mezzo secolo, il suo grande amore di gioventù torna nella sua vita con l'unico scopo di lasciarle un regalo: un croco azzurro in un piccolo vaso di terracotta e un bigliettino legato con uno spago. Ci scrive sempre un desiderio, qualcosa che avrebbero potuto fare se fossero stati insieme, come poltrire a letto, bere champagne a colazione o guardar crescere i figli. Il fatto che in tutti questi anni non abbia mai mancato all'appuntamento indica che si amano proprio come il giorno del loro primo bacio, il 7 settembre. Eppure oggi, che sarebbe dovuto essere il loro cinquantesimo anniversario, il regalo non c'è. Per quanto cerchi di non darci peso, Elizabeth è sconvolta e in lei si fa strada la certezza che a Tom sia successo qualcosa. Spinta dalla preoccupazione, fa la valigia e si reca a Londra per scoprire cosa gli è accaduto. E se fossero ancora in tempo per un ultimo desiderio? Ma, soprattutto, cos'è che li ha tenuti separati per tutti questi anni? Alternando presente e passato, Michelle Adams ci regala due protagonisti indimenticabili per una storia d'amore tenera e commovente, che scalda il cuore e riempie l'anima.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando questo romanzo è uscito, la sua copertina colorata e il titolo mi hanno immediatamente incuriosita. Ho scaricato l'estratto e l'ho tenuto prima sul cellulare, poi sul tablet. Volevo leggerlo, dovevo. Ma non lo trovavo nelle librerie, finché a maggio scorso, entrando in una libreria Mondadori, ho provato di nuovo a chiedere.</div><div style="text-align: justify;">"Ce n'è una copia sola". Quella divenne la mia copia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBb02VarJnTNg0zi3_rW11LDGN9xQ3llHAKulzFnc-SnewA7FAp6-z3NL-UboKr2fpjbiSQSSlVyqpu0xt46WtqDjun1PqnspGZCDBX6rxPI0O-LOPZUsmDbEVsYFBXyWaj4lPh6rZ8r2G65qV9T7azXfmD5g_PVLWWaZ1wukQqoMBDRaIIHVqp2SmCC4/s1280/Croco.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBb02VarJnTNg0zi3_rW11LDGN9xQ3llHAKulzFnc-SnewA7FAp6-z3NL-UboKr2fpjbiSQSSlVyqpu0xt46WtqDjun1PqnspGZCDBX6rxPI0O-LOPZUsmDbEVsYFBXyWaj4lPh6rZ8r2G65qV9T7azXfmD5g_PVLWWaZ1wukQqoMBDRaIIHVqp2SmCC4/s320/Croco.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/hans-2/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=100134">Hans</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=100134">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Elizabeth ha più di cinquat'anni, l'artrite reumatoide ed è consumata dal fatto che sua figlia, Kate, non le rivolga più la parola. Nel giorno del suo compleanno, però, sa che fuori alla porta troverà sempre il regalo del suo unico grande amore, Tom, insieme a un croco e a un biglietto con un desiderio che avrebbe voluto realizzare se si fossero sposati e avessero vissuto assieme le rispettive vite.</div><div style="text-align: justify;">Quell'anno, fuori dalla porta, non c'è proprio nulla. Tom non può essersi dimenticato, Elizabeth ne è certa. Nonostante sia malandata, la donna compie l'ennesimo atto di coraggio: chiude casa, affida il gatto (e le piante) alla sua amica Francine e parte per Londra, cercando Tom all'indirizzo che, un tempo, aveva provato a reperire.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Finalmente, dopo tanti anni, i due si ritrovano ed Elizabeth crede che sia giunto il momento di esaudire quei desideri, nonostante l'età, nonostante le debolezze. Ma il destino non è stato clemente e il tempo scorre velocemente, soprattutto quando l'amore, che tanto ha aspettato, sembra ormai non poter più essere vissuto. Sfidando la sorte, Elizabeth e Tom decidono di provarci comunque. Certo, entrambi hanno trascorso la propria esistenza con altre persone, entrambi hanno dei figli, ma non si sono mai dimenticati l'uno dell'altra e sempre avranno tatuato nel proprio cuore ricordi e desideri.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivz_UquZcgVwZPWp7OxLg-IIAX3-yhELxIkDB1IuM6-2pYRBXil4Jg9ESRMLmo78tXpaIGiSAfmC3J41uONQD0WE7kXqwG8YSsK1BKOqel1c-sxzteWlzdigWs3ivvTZWPKiXt-lAcXGt3MDtxzt5D1IAHHTSrSWAclVcBgFVpc-Hj5AZExsMBXRn0ulo/s1280/Faro.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivz_UquZcgVwZPWp7OxLg-IIAX3-yhELxIkDB1IuM6-2pYRBXil4Jg9ESRMLmo78tXpaIGiSAfmC3J41uONQD0WE7kXqwG8YSsK1BKOqel1c-sxzteWlzdigWs3ivvTZWPKiXt-lAcXGt3MDtxzt5D1IAHHTSrSWAclVcBgFVpc-Hj5AZExsMBXRn0ulo/s320/Faro.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/timhill-5727184/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4394664">Tim Hill</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4394664">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho quasi pianto quando ho terminato di leggere "Piccoli desideri" e le riflessioni si sono affollate in me, particolarmente sensibile a una storia come questa.</div><div style="text-align: justify;">Ho sempre creduto - e questo pensiero non cambierà - che se due persone hanno la fortuna, in questo mondo composto di finzioni, di trovarsi e di amarsi, debbano stare insieme. A volte occorrono dei sacrifici, a volte bisogna affrontare i pregiudizi della propria famiglia, degli amici e dei conoscenti, a volte bisogna superare le distanze, ma un sentimento autentico è cosa rarissima.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Elizabeth e Tom tutto questo lo avevano. Si erano incontrati a Porthsennen, ex compagni di scuola, e si erano innamorati. Elizabeth era promessa a un giovane medico, Tom faceva parte di una famiglia disagiata e lavorava come pescatore, pur avendo altre ambizioni. Ma né i limiti "sociali", né le "promesse" imposte, avevano potuto separarli. Si erano incontrati nelle onde del mare, nei crochi blu, nel vento che sfiorava la costiera, nei dipinti che Elizabeth amava tanto creare prendendo ispirazione da tutto il "bello" che riusciva a osservare.</div><div style="text-align: justify;">Tom, il pescatore che leggeva "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen, sognava di diventare architetto, Elizabeth di fare la pittrice. Ma i loro bellissimi sogni vengono infranti da altri eventi che contribuiscono a separarli... incluso il fatto che le loro rispettive lettere non giungeranno mai a destinazione.</div><div style="text-align: justify;">L'amore, però, prosegue a vivere. Ne è dimostrazione il fatto che Elizabeth abbia cercato Tom; ne è dimostrazione il fatto che Tom abbia sempre pensato ad Elizabeth portandole un regalo, senza mai avere però il coraggio di bussare.</div><div style="text-align: justify;">Quando i due si ritrovano, è tardi. La vita non è stata clemente. Quei desideri che, da giovani, apparivano tanto semplici da realizzare, si complicano, ma con un po' di impegno la lista si dimezza. Il problema è un altro: la malattia, contro cui l'uomo è davvero impotente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Arrivare a pensare che due persone che avrebbero potuto e dovuto stare insieme e si ritrovino solo molto in là con gli anni, mi ha veramente spezzato il cuore. Non si può aspettare una vita intera per condividere solo pochi frammenti rubati di un'esistenza desiderata.</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidB6vjyydkD3H7o0ivNbizSk0NQ53eIIR5alVWlrhJ-JRn1M9tFeXgu1UsosrMTZr74NC0bK3w-1fbPTW2VGPbT3381hqovu08bFZJl-ZcdXPoc7XTzgCnVXiJco_IwB_LBcGwbUQQt6MJ9usi72CvYOpu_8h6yH1bIiBvGEhUQd6fWTAD62SqLuVbRjE/s1280/mani.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidB6vjyydkD3H7o0ivNbizSk0NQ53eIIR5alVWlrhJ-JRn1M9tFeXgu1UsosrMTZr74NC0bK3w-1fbPTW2VGPbT3381hqovu08bFZJl-ZcdXPoc7XTzgCnVXiJco_IwB_LBcGwbUQQt6MJ9usi72CvYOpu_8h6yH1bIiBvGEhUQd6fWTAD62SqLuVbRjE/s320/mani.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/sabinevanerp-2145163/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2906458">Sabine van Erp</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2906458">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di storie come quella di Elizabeth e Tom ce ne sono tante nella realtà, ma forse, mi dico, non vale la pena correre il rischio? Mettere da parte l'orgoglio, gli ostacoli e tutto il resto per essere davvero felici? Perché, è vero, la felicità può essere trovata anche in altre cose (lavoro, hobby, viaggi), ma se è stare con una determinata persona che può veramente farti tornare il sorriso e rendere la vita degna di essere vissuta, perché mai non stare insieme?</div><div style="text-align: justify;">Tutto dipende da noi, da quel che vogliamo veramente. Io credo, e forse sarò sognatrice, che se è vero amore, due persone faranno di tutto per poter stare insieme; se ci sono scusanti, se i problemi si ingigantiscono al solo pensiero di fare un passo in più, forse quell'amore non è ancora maturo o non è vero amore. Vorrei sbagliarmi, anzi, spero vivamente di sbagliarmi in futuro.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quello di Michelle Adams è un romanzo molto bello, una storia intensa che genera riflessioni in riva al mare della Cornovaglia e poi tra le vie di Londra. Lo consiglio assolutamente, ma preparate un pacchetto di fazzoletti se, come me, siete persone particolarmente sensibili.</div><div style="text-align: justify;">Vi lascio con qualche frase e vi aspetto alla prossima recensione!</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfy6JiNTBrrB_7mG5yhbnuL0afSMrD4Vjimr-9jS3LxI7lVsAbIUY9pgaaUz5fCZPD8F0ZJb3UL4kOTTPKWnT3nasWWGtyNNXUFDtWNbJuQdmQXivudVX9-a-iufbyxmeTLn3xDaeBbp2pYigvt_kLZlyb-pnppVfDi-qXzohjfu2ZhyzcMzHQEn1QkA/s1280/Pittura.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVfy6JiNTBrrB_7mG5yhbnuL0afSMrD4Vjimr-9jS3LxI7lVsAbIUY9pgaaUz5fCZPD8F0ZJb3UL4kOTTPKWnT3nasWWGtyNNXUFDtWNbJuQdmQXivudVX9-a-iufbyxmeTLn3xDaeBbp2pYigvt_kLZlyb-pnppVfDi-qXzohjfu2ZhyzcMzHQEn1QkA/s320/Pittura.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/weareaway-285443/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2456395">KarloKolumno</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2456395">Pixabay</a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Mi pare di ricordare che amavi dipingere. Lo fai ancora?»</div><div style="text-align: justify;">«Sì» disse lei, sorpresa che lo sapesse e sollevata che la conversazione prendesse un’altra piega.</div><div style="text-align: justify;">«E sei brava?»</div><div style="text-align: justify;">«Qualcuno dice di sì, e a volte lo penso anch’io. Ma per mio padre è uno sciocco passatempo».</div><div style="text-align: justify;">A quel punto calò il silenzio, finché Tom non appoggiò per terra la tazza. «Non c’è niente di sciocco nelle cose che ti rendono felice».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Sogni mai una vita diversa, in cui nessuno si aspetta niente da te? Una vita in cui non sei costretto a pescare per aiutare i tuoi?» chiese a Tom.</div><div style="text-align: justify;">«Sognare è un lusso da ricchi, Elizabeth» rispose lui, alzandosi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;">«[…] Sono i sogni a renderci quello che siamo».</div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;">Tom le aveva risvegliato qualcosa dentro. Le aveva acceso una scintilla, un’energia incredibile; le faceva venire voglia di incendiare il mondo intero. Da questo si poteva capire se una persona era quella giusta, pensò. Ti faceva sentire a posto con te stessa, ti rendeva consapevole delle tue doti e capacità; era in grado di tirare fuori il meglio di te.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Ma se non puoi amare una persona per sempre, allora perché amarla?»</div></div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-59323794991943903932023-05-18T14:03:00.007+02:002023-05-18T15:52:39.921+02:00Recensione di "La storia di un matrimonio" di Andrew Sean Greer<div style="text-align: justify;">Buongiorno amici da una piovosa Roma! Questo maggio ha l'apparenza della primavera, ma la sostanza di un vero e proprio autunno, con tanto di raffreddore annesso (ovviamente non ho mancato all'appuntamento con quest'ultimo, consumando 2 pacchetti di fazzoletti in un giorno solo).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per fortuna ci sono sempre i libri a fare compagnia, anche quando ti trovi sotto la trapunta in preda a dolori articolari da anziana signora. Tra una lettura e l'altra di quiz per concorsi improbabili, scrittura di appunti, ricerche da portare avanti e blog da gestire quotidianamente, sono riuscita a terminare un romanzo che avevo iniziato un mesetto fa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpGfoOBHHIem075W1jD0tT0mp28kYUmAXCbpLassNVueqYF_hX4A-BuocmrJDi_1HvF-zpaBavLidq0W1ca19D9rpjFT3Xfwl7VFKZxKxQe5SMqqq9pqxeT1JY2KrHgMDyp1vtzWKJy_yC_326FUKdsoAVuc-GuNxi1YPRca2xxe3Gu7snp1Rol5Z-/s748/La-storia-di-un-matrimonio-Andrew-Sean-Greer.webp"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpGfoOBHHIem075W1jD0tT0mp28kYUmAXCbpLassNVueqYF_hX4A-BuocmrJDi_1HvF-zpaBavLidq0W1ca19D9rpjFT3Xfwl7VFKZxKxQe5SMqqq9pqxeT1JY2KrHgMDyp1vtzWKJy_yC_326FUKdsoAVuc-GuNxi1YPRca2xxe3Gu7snp1Rol5Z-/s320/La-storia-di-un-matrimonio-Andrew-Sean-Greer.webp" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: "Crediamo tutti di conoscere le persone che amiamo": così Pearlie Cook comincia a raccontarci gli incredibili sei mesi che sono stati, per il suo matrimonio, una sorta di inesorabile lastra ai raggi X. Siamo nel 1953, in un quartiere appartato e nebbioso di ex militari ai margini di San Francisco, e tutto nella vita dei Cook parla ancora della guerra: la salute cagionevole di Holland, i ricordi tormentati di lei, le loro abitudini morigerate e un po' grigie. Una vita per il resto normalissima, come sottolinea la voce ammaliante di Pearlie - mentre la sua testa scoppia di pensieri che forse, via via che si disvelano, preferiremmo non ascoltare. Eppure li leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che lei, palesemente, ha intenzione di dirci proprio tutto. Perché, allora, ci sentiamo invadere da un'ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve di Edgar Allan Poe? Non solo per il susseguirsi di colpi di scena che ci avvincono a ogni riga sino a condurci all'unico finale davvero imprevedibile. Non solo per l'uomo venuto dal passato, per la lettera che colpisce come un pugno, per i terribili segreti che si dischiudono a uno a uno... Sarà allora per la dolorosa lucidità con cui la narratrice riesce a indagare la distanza che separa ciascuno di noi dagli altri? O perché a ogni pagina ci chiediamo: come fa Pearlie a sapere tutte queste cose - di noi?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quella di "La storia di un matrimonio" è stata una scelta del tutto casuale, ad occhi chiusi. Era infatti un "libro al buio" dell'iniziativa LaFeltrinelli, avvolto in una carta da pacchi con adesivi dalla forma di cuore glitterati e un segnalibro con scritto su "Dreamer".</div><div style="text-align: justify;">Non avevo quindi la minima idea di cosa mi aspettasse tra quelle pagine contenute all'interno di una copertina violetta. È qui che ho conosciuto Pearlie Cook, afroamericana trasferitasi in California, ai margini di San Francisco, sposata con Holland Cook, amore di una vita, incontrato da ragazzina e poi dopo la guerra.</div><div style="text-align: justify;">Pearlie vive in una villetta tipicamente americana, di quelle a due piani, con un giardinetto minuscolo all'entrata che si affaccia direttamente sulla strada. Ha un bambino di nome Sonny e un cagnolino muto, Lyle. La sua vita è apparentemente perfetta e lei contribuisce a renderla tale. Per suo marito farebbe di tutto, persino tagliare le brutte notizie dal quotidiano per non farlo preoccupare. Pearlie sa che Holland, tornato dalla guerra, vive le cose diversamente, in modo più sensibile. Le zie le hanno detto che ha un cuore fragile, un cuore al contrario, che non sopporta gli stress. E Pearlie si adatta per far sì che il clima casalingo sia sempre accogliente; accetta persino di dormire in due stanze separate, in modo che Holland non senta la pressione dei doveri coniugali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTVQ9TjtcyVcm0jEwr2zR2DunTrjh3AhYSKv4czO1uas1phzXPvr3_7HVYd0xNxr_D1URIlqz-DCAboKD5OgnVVr45c_Vuo2H9-cVguFmbLM-Dt_H2IZYWWA2ew2NOySAbumhIh2bWqCHrz1gWeFwp6pYd0Hm1WDFJUYYp4HfLwxTa3apHdFE9q8sW/s1920/casa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1273" data-original-width="1920" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTVQ9TjtcyVcm0jEwr2zR2DunTrjh3AhYSKv4czO1uas1phzXPvr3_7HVYd0xNxr_D1URIlqz-DCAboKD5OgnVVr45c_Vuo2H9-cVguFmbLM-Dt_H2IZYWWA2ew2NOySAbumhIh2bWqCHrz1gWeFwp6pYd0Hm1WDFJUYYp4HfLwxTa3apHdFE9q8sW/s320/casa.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/jaymantri-362084/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=405876">JayMantri</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=405876">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Poi un giorno, qualcuno suona alla porta. È un uomo bianco, biondo, vestito di tutto punto (in un'epoca in cui ancora c'erano forti discriminazioni era strano che un bianco suonasse alla porta di una famiglia afroamericana).</div><div style="text-align: justify;">Si chiama Buzz e dice di essere un carissimo amico di Holland. Si sono conosciuti durante la guerra e non al fronte: in ospedale. Ma quel giorno sarà solo l'inizio di 6 mesi di rivelazioni impensate, di ansia e di paura. Pearlie teme di perdere tutto ciò su cui realmente contava.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Atmosfere torve da Edgar Allan Poe? Diciamo che non siamo proprio agli stessi livelli, ma il clima di suspense sicuramente pervade tutta la narrazione. La figura di Buzz, comparso improvvisamente nella vita di Pearlie, sembra quasi quella di un fantasma che si aggira, pronta a portare via la tranquillità di una famiglia apparentemente senza segreti. E invece... ognuno di noi porta con sé dei segreti, a volte si tratta di eventi inconfessabili che, a quei tempi, erano del tutto inauditi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxgVri2wzBZycty-dVLwUV0Bd0J5KkK6zkFbCYP8M4MUJr-zY0MeCsnOyAsJxJeP4_wNhsscN_ivfwg4L2Zl94s08bY0PpL4DbLZKkRDhl-ayya1ckQObNnKiq1JfZ3VByDfBuAic8svOiamgJPV-BNwOmE-oT-oE0-7fJHOkagbAHJceO_O0Sf3Ni/s1920/mani.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1046" data-original-width="1920" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxgVri2wzBZycty-dVLwUV0Bd0J5KkK6zkFbCYP8M4MUJr-zY0MeCsnOyAsJxJeP4_wNhsscN_ivfwg4L2Zl94s08bY0PpL4DbLZKkRDhl-ayya1ckQObNnKiq1JfZ3VByDfBuAic8svOiamgJPV-BNwOmE-oT-oE0-7fJHOkagbAHJceO_O0Sf3Ni/s320/mani.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/un-perfekt-9295476/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4002834">un-perfekt</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=4002834">Pixabay</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>[Attenzione spoiler!]</b></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Buzz è stato insieme a Holland, non come un amico, ma come un amante e non lo ha mai dimenticato. Holland, invece, è tornato in patria e si è sposato, oscurando una parte di se stesso, in favore dell'apparenza comune. La paura del giudizio comporta sofferenza: ha sofferto Buzz, ha sofferto Holland e ha sofferto Pearlie, soprattutto alla luce della rivelazione. Ma all'epoca, un matrimonio era pur sempre un matrimonio: proseguire quindi nella finzione, oppure lasciare tutto e cambiare vita, spezzando legami importanti?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">"La storia di un matrimonio" riflette, in ogni caso, quanto è capitato a numerose coppie soprattutto negli anni passati: la paura del giudizio ha spinto a nascondere la vera natura degli sposi, perpetrando un'esistenza di bugie e anche di profondo dolore. "Sincerità" è il termine più bello in assoluto, che si tratti della natura sessuale, oppure di altri aspetti. Una vita insieme non può avere angoli oscuri volti a distruggere i fragili equilibri sentimentali.</div><div><div>Per tutto il tempo, il lettore si chiede quali siano i pensieri di Holland, di cui traspare poco e niente. Rimane, fino alla fine, quell'aura di mistero, anche a fronte di decisioni importanti.</div><div>Un libro consigliato, sia per le riflessioni che genera, sia per il ritmo incalzante della narrazione.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVpi9ozYMPEtKXH0OJLMgo9YVJaIFHGVD6q1KSpQ9NBp-qp1XqzxNDoUhW8sqn6kJw8qc9bqDcwxeXyCnzSqXpBLXDdtRCKjq3EpdHssCfMzSybJ-x96IccMqOzHyZqtplIObAMzzlE8oOmTPdsMD71ke9FX4xoCDkC1d0eH6JzJ1GjIv7Kv6VrroR/s1920/libri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1277" data-original-width="1920" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVpi9ozYMPEtKXH0OJLMgo9YVJaIFHGVD6q1KSpQ9NBp-qp1XqzxNDoUhW8sqn6kJw8qc9bqDcwxeXyCnzSqXpBLXDdtRCKjq3EpdHssCfMzSybJ-x96IccMqOzHyZqtplIObAMzzlE8oOmTPdsMD71ke9FX4xoCDkC1d0eH6JzJ1GjIv7Kv6VrroR/s320/libri.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/pexels-2286921/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1283865">Pexels</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=1283865">Pixabay</a></div><div><br /></div>«Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie. E li conosciamo davvero, anzi a volte siamo loro [...]. Crediamo di conoscerli, di amarli. Ma ciò che amiamo si rivela una traduzione scadente da una lingua che conosciamo appena. Risalire all'originale è impossibile.»<div><br /></div><div>«Il mondo non era delle anime miti ma dei cuori straziati, famelici, appassionati: gli altri non erano neppure considerati vivi. Il mondo era di quelli come Buzz.»</div><br />«Qualcosa di romantico c'era, però, fra noi; un sentimento infantile che si è acceso con l'adolescenza, seduti accanto giorno dopo giorno: le mani che prima sfogliavano i libri hanno cominciato a cercarsi. [...] Da giovani si è maldestri in amore; è come ricevere in dono una macchina volante e non saper decollare. [...] Hanno dato l'impronta alla nostra vita insieme, quei giorni passati in una stanza calda e sigillata, a leggere libri sussurrando, terrorizzati all'idea di essere scoperti.»<br /><br />«È incredibile come siamo capaci di nascondere le cose a noi stessi - la coscienza è soltanto una piccola parte della nostra mente, una medusa che galleggia in un vasto mare scuro pieno di dati e di decisioni da prendere [...]»<br /><br />«Ho detto che il dolore è rivelatore. A volte è quello che ci vuole per spezzare la solitudine, per aprire brevemente quella piccola finestra oltre noi stessi: la vita di qualcun altro.»<br /><br />«La perdita di un amico è una cosa di cui non si parla mai. La chiamiamo vita; lo chiamiamo il tempo che passa - ma anche quello è un dolore straziante.»</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-29396588103663333232023-04-19T00:19:00.002+02:002023-04-19T00:19:42.794+02:00Recensione di "La libreria sulla collina" di Alba Donati<div style="text-align: justify;">Buonasera amici lettori! Dopo una giornata piena di impegni, approdare sul blog sembra quasi come respirare un po' d'aria fresca. Necessito di un luogo, seppur virtuale, in cui stare in tutta tranquillità.</div><div style="text-align: justify;">Ed è proprio in un luogo tranquillo che voglio portarvi con la recensione di "La libreria sulla collina" di Alba Donati.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZvfIYrxbGw5ShRVf6Pk6P6WPnF-7__j4EAWm8NKYdN-xTwvoeOUY49-41RN1XSzuQBsTTL1DOZEylMZYB6-WOFQdvRz8QSmTXBCq8AUBDN7CwufHqMy7v9c3p_phs5HtIZKaVI5dEQwpQgMwLgkm7YAftSdEHpVQBsrgXNCsUKAebyOqwUgOP0YKa/s829/Alba%20Donati,%20La%20libreria%20sulla%20collina.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZvfIYrxbGw5ShRVf6Pk6P6WPnF-7__j4EAWm8NKYdN-xTwvoeOUY49-41RN1XSzuQBsTTL1DOZEylMZYB6-WOFQdvRz8QSmTXBCq8AUBDN7CwufHqMy7v9c3p_phs5HtIZKaVI5dEQwpQgMwLgkm7YAftSdEHpVQBsrgXNCsUKAebyOqwUgOP0YKa/s320/Alba%20Donati,%20La%20libreria%20sulla%20collina.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHNzNjXFwB-_0GtB6S3E-Z1i41RBDB3rxgAYJAPnICruUH9aA95hb89jLeyLgqbX7IpgdJsQKfDyKh0QH1uHww5JmLJkdUdg7qwST56R47L3Mfx6j0jTNhaPY6edZnbS6pJpX-RUnRFK0Aj1xFg7xAPNgfs96jHlhILCs68oQp9gfzmTnSt9zg5tei/s960/libreria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHNzNjXFwB-_0GtB6S3E-Z1i41RBDB3rxgAYJAPnICruUH9aA95hb89jLeyLgqbX7IpgdJsQKfDyKh0QH1uHww5JmLJkdUdg7qwST56R47L3Mfx6j0jTNhaPY6edZnbS6pJpX-RUnRFK0Aj1xFg7xAPNgfs96jHlhILCs68oQp9gfzmTnSt9zg5tei/s320/libreria.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Libreria "Sopra la Penna" (foto tratta dalla <a href="https://www.facebook.com/albadonaty" target="_blank">pagina Facebook ufficiale</a>)</div><br /><div style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Un paese di pochi abitanti immerso nel verde, un piccolo cottage e tanti tantissimi libri: è così che nasce "la libreria sulla collina" a Lucignana, in provincia di Lucca, nel cuore della Toscana. Una libreria che esiste e si chiama "</span><a href="https://libreriasopralapenna.it/" style="text-align: justify;">Libreria Sopra la Penna</a><span style="text-align: justify;">". La storia di Alba Donati e della sua libreria è il racconto di un sogno che diventa realtà (un sogno che condivido con lei... anche io vorrei tanto gestire una piccola libreria, che sia in riva al mare però), anche dopo il tragico incendio che, in poche ore, carbonizza tutto.</span></div><div style="text-align: justify;">Alba Donati non si arrende, nonostante il periodo ancora peggiore - quello del lockdown - e rimette in piedi la libreria che non è un semplice negozio di libri, è molto di più: un rifugio sicuro per lettori, per amici e confidenti, per chi ama la tranquillità e l'odore della carta, insieme a quello di un buon té sorseggiato nel verde delle colline. La libreria della Donati è una piccola dimora delle fate.</div><div style="text-align: justify;">Il racconto è strutturato in un diario di 6 mesi, durante i quali, oltre alla libreria, c'è la vita di Alba Donati che ruota intorno ad eventi e persone, alla mamma di oltre 100 anni, al papà che torna dopo un'intera esistenza vissuta lontano; Donatella, Laura e Pierpaolo sono delle certezze; i lettori (e anche solo i curiosi) che arrivano da tutta Italia generano piccole soddisfazioni. A tutto ciò, si aggiungono gli ordini di volumi che si propongono quasi come un suggerimento di lettura a fine giornata e i ricordi che, quando vengono scritti nero su bianco, fanno un po' meno male e aiutano a comprendere i meccanismi della sua stessa anima.</div><div style="text-align: justify;">Si tratta di un libro che parla di libri, ma anche di un'autrice/lettrice che si rivolge a lettori già esperti, o comunque curiosi di intraprendere nuove avventure letterarie.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Inserisco di seguito il link al video/intervista ad Alba Donati direttamente tratto dal canale Einaudi (<a href="https://youtu.be/E__KRrxki7c">link</a>) e qualche frase che mi è piaciuta. Da Sàkomar è tutto. Buonanotte...</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgxuMWx6plkp3Ar6I6-bgNic_oijBU841TMQsLMH7nf6g84zs2nfSY4VffKY31uOeIgxyZfj0s0-1Ttk3MZznd0JXl9FZMT8y05NZTbUOxvXUaA1NE14ywANcezhI7RX-lM6aP8x5-zTcQgmQd3aGSu48pLMLeK3_IfJLuJTXzEpwmH1AJY-x4yZGN/s2048/libreria2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgxuMWx6plkp3Ar6I6-bgNic_oijBU841TMQsLMH7nf6g84zs2nfSY4VffKY31uOeIgxyZfj0s0-1Ttk3MZznd0JXl9FZMT8y05NZTbUOxvXUaA1NE14ywANcezhI7RX-lM6aP8x5-zTcQgmQd3aGSu48pLMLeK3_IfJLuJTXzEpwmH1AJY-x4yZGN/s320/libreria2.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Libreria "Sopra la Penna" (foto tratta dalla <a href="https://www.facebook.com/albadonaty" target="_blank">pagina Facebook ufficiale</a>)</div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] sono tante le persone che hanno letto libri indimenticabili di cui non ricordano l’autore o l’autrice. Cercano storie, non importa chi le abbia scritte, servono storie per distrarsi, per immedesimarsi, per farsi portare altrove. Chiedono storie che non facciano male, che siano disposte a curare una ferita, a infondere fiducia e bellezza.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Lo dice bene Emanuele Trevi: “Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. È quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo”. Sono convinta che il paese conserva ancora più a lungo, perché le azioni rimangono impigliate nei sassi, nei campi, nei boschi.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«[…] Jung queste coincidenze le chiamava sincronie, esse postulavano l’ipotesi che l’universo abbia una sua intelligenza e che tale intelligenza faccia scattare le armonie. Un universo che capta le cose che si cercano e le fa incontrare. Altro che caso.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«L’infanzia ha una potenza invincibile su tutto il resto della nostra vita. Può essere stata felice o infelice, non importa, lì torniamo a chiedere ragione di noi stessi. Credo che dipenda dal fatto che l’infanzia non ha niente, non ha ambizioni, status, ruoli e decorazioni, ha e vuole solo amore.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Il libro di consolazione si trova per caso, come un amore, e placa le nostre paure, e lo teniamo per noi come un segreto, e lo stringiamo al petto, e lo annusiamo, non lo nominiamo mai in contesti ufficiali, è, e rimane, una faccenda privata.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Leggere è una fantastica, magica, medicina che mi ha ridato i quattro sensi mancanti. Posso vedere, udire, toccare, assaggiare senza più la paura di svanire nel nulla.»</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«La libreria è una scuola, una finestra su un mondo che pensiamo di conoscere e non è vero. La verità è che si deve leggere per conoscere davvero il mondo perché chi scrive lo fa sempre a partire da un particolare che non torna E quando “il calcolo dei dadi più non torna”, come direbbe Montale, a scrittrici e scrittori non resta che accogliere la contraddizione, avventurarsi nelle buie strade dell’io, essere il buio stesso, non c’è altra soluzione.»</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7153834619761112410.post-25109936507104294842023-03-20T00:46:00.004+01:002023-03-20T16:51:09.701+01:00Recensione di "Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza" di Dacia Maraini<div style="text-align: justify;">Buonasera, amici lettori! In questa domenica di marzo, mi ritrovo qui, nella mia virtuale Sàkomar, a parlarvi di un nuovo libro che ho terminato di leggere tutto d'un fiato proprio pochi minuti fa.</div><div style="text-align: justify;">Si tratta di un lavoro di Dacia Maraini: "Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ3sBDgP4YvgCDdDfHPKbwJkzYYMTkrzb5gqWm9butFZWNWL6tWbXEjsC5DRD8oB7t1oAh4cHYhUdf6bqR8uoYYcmvKQZksuzVye0xXlX6y_AOWddFqh7JrvNCMvc_KrhAN5G1nHN8kXsbupWpF1j8npfZMe_PRiRFj0jUGg1hsWoA7UtS_4OhM1C1/s555/Dacia%20Maraini.jpeg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ3sBDgP4YvgCDdDfHPKbwJkzYYMTkrzb5gqWm9butFZWNWL6tWbXEjsC5DRD8oB7t1oAh4cHYhUdf6bqR8uoYYcmvKQZksuzVye0xXlX6y_AOWddFqh7JrvNCMvc_KrhAN5G1nHN8kXsbupWpF1j8npfZMe_PRiRFj0jUGg1hsWoA7UtS_4OhM1C1/s320/Dacia%20Maraini.jpeg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trama: È la storia di un incontro, questo libro intimo e provocatorio: tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all'ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando vede "il matto" di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un'esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un'epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo...</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È accaduto così, come un colpo di fulmine: entro nella libreria Mondadori, vedo la copertina del libro in un tavolo centrale dove ne sono esposti altri e rimango per almeno 5 minuti a leggere qualche pagina. Rimetto a posto il libro, lo osservo, mi dico "No, hai tanti romanzi che non sai nemmeno più dove metterli", faccio un giro del negozio e, sul punto di uscire, lo prendo, vado in cassa e pago.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sono stata per la prima volta ad Assisi quando facevo le medie. Era una giornata grigia e piovosa. Ricordo la basilica di San Francesco, che aveva appena subito i danni di quello spaventoso terremoto, i cui effetti si erano sentiti anche a Roma. Ricordo la sedia che si muoveva ondeggiando, mentre stavo seguendo una lezione di catechismo con mio fratello. Una basilica magnifica, dagli affreschi spettacolari, squarciata da orribili crepe. Eppure c'era qualcosa lì che andava a sfiorare le corde del mio cuore. San Francesco è sempre stato un personaggio che mi ha affascinata. Sono stata battezzata il 4 ottobre, amo la natura e gli animali. Mi hanno sempre detto "Avresti dovuto chiamarti Francesca, in onore del Santo di Assisi".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXYJ7bux9GgOMcE7d_LkHy3tMqLP4ugsR0EC9ubOkm2I73AHLMXVi8MiPlFfNPgxH_a1uuoj-ByicTKBYmsLjq_NXdkBK7LfblHhN8RhqU8Ot6C9rBAsee6QUhUEcQBkUiGJlsoPA7g4gHHUlzecXlHLZzio6sEz1c4NQ2qR2w8UKSRwyoy8AN-CpJ/s1932/Assisi1.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXYJ7bux9GgOMcE7d_LkHy3tMqLP4ugsR0EC9ubOkm2I73AHLMXVi8MiPlFfNPgxH_a1uuoj-ByicTKBYmsLjq_NXdkBK7LfblHhN8RhqU8Ot6C9rBAsee6QUhUEcQBkUiGJlsoPA7g4gHHUlzecXlHLZzio6sEz1c4NQ2qR2w8UKSRwyoy8AN-CpJ/s320/Assisi1.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Insomma, ho sempre avvertito un legame particolare con quei luoghi immersi nel verde delle colline. E lo scorso anno, a fine febbraio, sono tornata ad Assisi. Era un periodo gelido, nevicava, mi trovavo in una casa per ferie religiosa dove il riscaldamento praticamente non esisteva. Ho veramente patito il freddo, ma ho anche trascorso le mie giornate in pace e tranquillità. È stata quella settimana ad Assisi a restituirmi un po' di forza di cui avevo tanto bisogno, di calma soprattutto, lontana da Roma, dal caos e dai problemi. Nell'unica giornata mite mi sono recata a San Damiano. Sono tornati alla mente i ricordi di bambina, quella salita paurosa da affrontare al ritorno che, come allora, ha avuto l'effetto di lasciarmi senza fiato poco oltre la metà, ma in ogni caso ne è valsa la pena.</div><div style="text-align: justify;">Quel piccolo convento emana un'aura particolare. Sembra provenire da un'altra dimensione, da un altro tempo. I ciclamini nel chiostro, gli affreschi antichi, le pietre delle murature che hanno visto passare religiosi e pellegrini creano un clima di pace, ristoratrice dell'anima.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8RMD6dbTdzoE0h4Vt2R1m39l7NDDUKn5HkG6xBZJGmzPalSrTNSAIJ-dix6ZgCurH-AaKTODloXB5yfb3PEdHIaoJOyk777osOXcpww_5kE_Xo8dfYqpoM6fpwDUWpUI2toFTzkPwnhLCyeTTXAryr3RWLBhGLIHsEOnej8n0GCGXjU4hcIm6tuMm/s2016/Assisi2.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8RMD6dbTdzoE0h4Vt2R1m39l7NDDUKn5HkG6xBZJGmzPalSrTNSAIJ-dix6ZgCurH-AaKTODloXB5yfb3PEdHIaoJOyk777osOXcpww_5kE_Xo8dfYqpoM6fpwDUWpUI2toFTzkPwnhLCyeTTXAryr3RWLBhGLIHsEOnej8n0GCGXjU4hcIm6tuMm/s320/Assisi2.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di San Francesco, quindi, si sente sempre parlare. C'è una letteratura intera su di lui, il poverello di Assisi, che rivoluzionò (in meglio) il mondo ecclesiastico dell'epoca. Di Santa Chiara, come di tutte le donne che hanno fatto la storia, si sente parlare molto meno. Siamo cresciuti con una cultura prevalentemente maschilista. Delle donne, che pure esistevano e compivano gesta degne di nota, non si sapeva nulla; se lasciavano testimonianze scritte, non confluivano nella letteratura, tanto meno in quelle artistiche se si trattava, appunto, di artiste. Le scienziate - come, per esempio, Marie-Curie e la Montalcini - hanno dovuto faticare non poco per essere considerate in un mondo di soli uomini.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwYh9HXqXwy6ZJYX0xInaooiJwhGcbll7ZWI63Ym5JaWEGBycwyQBR4psQEf-Cp-UwRDbUYIfOvlPd3OvYxhV-v4hEDWAzVyCUdlYj57WYwie5MBMhYcRM4dQgvtFWMk2vlEeIxj29Z4L2RfwtETC0Fup3LugJ5LQH4IV0OUEQez4q3H-4c9QXWQjC/s1932/Assisi4.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwYh9HXqXwy6ZJYX0xInaooiJwhGcbll7ZWI63Ym5JaWEGBycwyQBR4psQEf-Cp-UwRDbUYIfOvlPd3OvYxhV-v4hEDWAzVyCUdlYj57WYwie5MBMhYcRM4dQgvtFWMk2vlEeIxj29Z4L2RfwtETC0Fup3LugJ5LQH4IV0OUEQez4q3H-4c9QXWQjC/s320/Assisi4.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQylPLtDztSiMJGIUMHTGPyILpg9luK4YzkwTHFvQ8vx4kwwHUtfsKHho9eOoFjQMAYrRWeCVCPMSYICF1bA48NIsMGzrY_2Mr4UwhvQUm3eFNzsr356EczgybvGMQ6OJvGzAyJ7RWLSa-giQNxNhgSrAdAHEZQFzmuyu3Qz0kWjaRgpW4RICaRX4r/s1932/Assisi3.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQylPLtDztSiMJGIUMHTGPyILpg9luK4YzkwTHFvQ8vx4kwwHUtfsKHho9eOoFjQMAYrRWeCVCPMSYICF1bA48NIsMGzrY_2Mr4UwhvQUm3eFNzsr356EczgybvGMQ6OJvGzAyJ7RWLSa-giQNxNhgSrAdAHEZQFzmuyu3Qz0kWjaRgpW4RICaRX4r/s320/Assisi3.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfEI79uItBKC7ktEKqi6qmRKJzU9kX2pZgBzJNsceln2k0qh-myYYFn1uzLc-dA1-uys5nCYLCuJ3EXt_5M-zLog3YbL2ZuhnRleSgKy7aF4TdVHnjCBuJ3umOyrXw113g6Ylnz2Hg6d7Hz6OSJev3XSnA8owW85MV0pB4Z97Hr2FG8vls2kS92R1u/s1932/Assisi5.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfEI79uItBKC7ktEKqi6qmRKJzU9kX2pZgBzJNsceln2k0qh-myYYFn1uzLc-dA1-uys5nCYLCuJ3EXt_5M-zLog3YbL2ZuhnRleSgKy7aF4TdVHnjCBuJ3umOyrXw113g6Ylnz2Hg6d7Hz6OSJev3XSnA8owW85MV0pB4Z97Hr2FG8vls2kS92R1u/s320/Assisi5.jpg" /></a></div><div style="text-align: center;">Foto di Cristina Cumbo</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi le cose sono cambiate? Sì, forse qualche passo avanti lo abbiamo fatto, ma l'apparenza è tanta. Sotto la coltre del rispetto verso la donna e delle tante belle parole di circostanza, c'è un mondo ancora ostile. E pensare che non ci sarebbe bisogno di fare questa battaglia: il rispetto dovrebbe essere implicito e, invece, c'è ancora chi è convinto che la donna sia un essere inferiore, destinata solo alla procreazione e all'allevamento dei figli, poco più di una incubatrice senza diritti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ad ogni modo, si diceva, di Santa Chiara si sente parlare molto meno di San Francesco, eppure proprio dalla sua regola si sviluppò il mondo dei monasteri femminili e, in un certo senso, fu lei a ribellarsi a un universo che eliminava ogni forma di libertà per la donna.</div><div style="text-align: justify;">Paradossalmente, Chiara e le sue consorelle, decidendo di prendere i voti, sceglievano la libertà. Quale? Quella di non sposarsi obbligatoriamente con uomini che nemmeno conoscevano, per giunta più grandi di loro; quella di non dover sottostare alle leggi del padre o del marito; quella di potersi dedicare a se stesse; quella di avere un proprio pensiero, non imposto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo è il primo libro di Dacia Maraini che leggo, nonostante l'abbia spesso sentita nominare. La Chiara del presente, una ragazza siciliana, con una situazione familiare disgraziata e un contesto cui non appartiene, scrive alla Maraini per far sì che lei stessa inizi la stesura di un approfondimento sulla figura di Chiara di Assisi. Un artificio, questo, che consente al lettore di porre a confronto la Chiara di oggi con quella di allora, e di trovarvi in realtà molti aspetti in comune.</div><div style="text-align: justify;">La Maraini si documenta, legge numerosi contributi sulla vita nel Medioevo, sulla figura di Chiara e su quella di Francesco. In questo modo ci presenta una ragazza, di famiglia benestante, che decide di seguire le gesta di Francesco. Ovviamente, così come il futuro fondatore dell'Ordine dei Frati Minori, viene considerata come una pazza. Si spoglia di tutti i suoi averi e si reca a San Damiano, che all'epoca era un luogo in rovina. Poco a poco la seguono altre donne, costituendo così una piccola comunità. L'autrice la descrive mentre cammina per il convento, con i piedi nudi e divenuti callosi, la veste ruvida e pruriginosa, i capelli un tempo lunghi che sono stati tagliati, persino in favore della tonsura.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chiara è badessa, ma non comanda. Lei dà l'esempio con il suo modo di vivere umile, amando la povertà e segue la mortificazione del corpo (faceva uso del cilicio), si prende cura delle suore anziane, guarisce i bambini che le vengono portati dalla gente del paese, cuce, lavora la terra per il sostentamento del gruppo di monache e dorme sul pavimento, in un giaciglio, con una pietra come cuscino. Anche quando si ammala, non finisce di adoperarsi per il convento e prosegue a ricamare. Secondo la storia, per merito suo le truppe di Federico II non distrussero il convento di San Damiano. E oltre questo, prega, ringrazia sempre il Signore.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dacia Maraini fornisce una descrizione della donna Chiara. Non della santa, non dei miracoli, ma del suo aspetto "umano", così vicino a noi, dipingendo una ragazza prima e una donna poi forte, determinata, ribelle verso le convenzioni sociali, che nel silenzio del convento ritrova se stessa e la sua libertà. Non si tratta, quindi, di una biografia, né di un testo agiografico, ma quasi di un racconto articolato grazie alle testimonianze delle monache che conobbero Chiara.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho fatto bene, dunque, a tornare indietro e acquistare quel volume che mi aveva parlato senza nemmeno che lo aprissi? Sì, assolutamente sì e lo consiglio, non solo a chi interessa la letteratura religiosa, ma a tutti coloro che vogliano conoscere la storia di una donna che, prima di ogni altra, ha cercato e raggiunto la libertà in un mondo in cui il genere femminile si trovava all'ultimo posto della scala sociale.</div>Cristinahttp://www.blogger.com/profile/07415397565690744944noreply@blogger.com0