book

giovedì 18 maggio 2023

Recensione di "La storia di un matrimonio" di Andrew Sean Greer

Buongiorno amici da una piovosa Roma! Questo maggio ha l'apparenza della primavera, ma la sostanza di un vero e proprio autunno, con tanto di raffreddore annesso (ovviamente non ho mancato all'appuntamento con quest'ultimo, consumando 2 pacchetti di fazzoletti in un giorno solo).

Per fortuna ci sono sempre i libri a fare compagnia, anche quando ti trovi sotto la trapunta in preda a dolori articolari da anziana signora. Tra una lettura e l'altra di quiz per concorsi improbabili, scrittura di appunti, ricerche da portare avanti e blog da gestire quotidianamente, sono riuscita a terminare un romanzo che avevo iniziato un mesetto fa.



Trama: "Crediamo tutti di conoscere le persone che amiamo": così Pearlie Cook comincia a raccontarci gli incredibili sei mesi che sono stati, per il suo matrimonio, una sorta di inesorabile lastra ai raggi X. Siamo nel 1953, in un quartiere appartato e nebbioso di ex militari ai margini di San Francisco, e tutto nella vita dei Cook parla ancora della guerra: la salute cagionevole di Holland, i ricordi tormentati di lei, le loro abitudini morigerate e un po' grigie. Una vita per il resto normalissima, come sottolinea la voce ammaliante di Pearlie - mentre la sua testa scoppia di pensieri che forse, via via che si disvelano, preferiremmo non ascoltare. Eppure li leggiamo con avidità, rassicurati dal fatto che lei, palesemente, ha intenzione di dirci proprio tutto. Perché, allora, ci sentiamo invadere da un'ansia arcana, da un senso di vertigine e di smarrimento, come davanti a certe atmosfere torve di Edgar Allan Poe? Non solo per il susseguirsi di colpi di scena che ci avvincono a ogni riga sino a condurci all'unico finale davvero imprevedibile. Non solo per l'uomo venuto dal passato, per la lettera che colpisce come un pugno, per i terribili segreti che si dischiudono a uno a uno... Sarà allora per la dolorosa lucidità con cui la narratrice riesce a indagare la distanza che separa ciascuno di noi dagli altri? O perché a ogni pagina ci chiediamo: come fa Pearlie a sapere tutte queste cose - di noi?

Quella di "La storia di un matrimonio" è stata una scelta del tutto casuale, ad occhi chiusi. Era infatti un "libro al buio" dell'iniziativa LaFeltrinelli, avvolto in una carta da pacchi con adesivi dalla forma di cuore glitterati e un segnalibro con scritto su "Dreamer".
Non avevo quindi la minima idea di cosa mi aspettasse tra quelle pagine contenute all'interno di una copertina violetta. È qui che ho conosciuto Pearlie Cook, afroamericana trasferitasi in California, ai margini di San Francisco, sposata con Holland Cook, amore di una vita, incontrato da ragazzina e poi dopo la guerra.
Pearlie vive in una villetta tipicamente americana, di quelle a due piani, con un giardinetto minuscolo all'entrata che si affaccia direttamente sulla strada. Ha un bambino di nome Sonny e un cagnolino muto, Lyle. La sua vita è apparentemente perfetta e lei contribuisce a renderla tale. Per suo marito farebbe di tutto, persino tagliare le brutte notizie dal quotidiano per non farlo preoccupare. Pearlie sa che Holland, tornato dalla guerra, vive le cose diversamente, in modo più sensibile. Le zie le hanno detto che ha un cuore fragile, un cuore al contrario, che non sopporta gli stress. E Pearlie si adatta per far sì che il clima casalingo sia sempre accogliente; accetta persino di dormire in due stanze separate, in modo che Holland non senta la pressione dei doveri coniugali.

Foto di JayMantri da Pixabay

Poi un giorno, qualcuno suona alla porta. È un uomo bianco, biondo, vestito di tutto punto (in un'epoca in cui ancora c'erano forti discriminazioni era strano che un bianco suonasse alla porta di una famiglia afroamericana).
Si chiama Buzz e dice di essere un carissimo amico di Holland. Si sono conosciuti durante la guerra e non al fronte: in ospedale. Ma quel giorno sarà solo l'inizio di 6 mesi di rivelazioni impensate, di ansia e di paura. Pearlie teme di perdere tutto ciò su cui realmente contava.

Atmosfere torve da Edgar Allan Poe? Diciamo che non siamo proprio agli stessi livelli, ma il clima di suspense sicuramente pervade tutta la narrazione. La figura di Buzz, comparso improvvisamente nella vita di Pearlie, sembra quasi quella di un fantasma che si aggira, pronta a portare via la tranquillità di una famiglia apparentemente senza segreti. E invece... ognuno di noi porta con sé dei segreti, a volte si tratta di eventi inconfessabili che, a quei tempi, erano del tutto inauditi.

Foto di un-perfekt da Pixabay


[Attenzione spoiler!]

Buzz è stato insieme a Holland, non come un amico, ma come un amante e non lo ha mai dimenticato. Holland, invece, è tornato in patria e si è sposato, oscurando una parte di se stesso, in favore dell'apparenza comune. La paura del giudizio comporta sofferenza: ha sofferto Buzz, ha sofferto Holland e ha sofferto Pearlie, soprattutto alla luce della rivelazione. Ma all'epoca, un matrimonio era pur sempre un matrimonio: proseguire quindi nella finzione, oppure lasciare tutto e cambiare vita, spezzando legami importanti?

"La storia di un matrimonio" riflette, in ogni caso, quanto è capitato a numerose coppie soprattutto negli anni passati: la paura del giudizio ha spinto a nascondere la vera natura degli sposi, perpetrando un'esistenza di bugie e anche di profondo dolore. "Sincerità" è il termine più bello in assoluto, che si tratti della natura sessuale, oppure di altri aspetti. Una vita insieme non può avere angoli oscuri volti a distruggere i fragili equilibri sentimentali.
Per tutto il tempo, il lettore si chiede quali siano i pensieri di Holland, di cui traspare poco e niente. Rimane, fino alla fine, quell'aura di mistero, anche a fronte di decisioni importanti.
Un libro consigliato, sia per le riflessioni che genera, sia per il ritmo incalzante della narrazione.

Foto di Pexels da Pixabay

«Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie. E li conosciamo davvero, anzi a volte siamo loro [...]. Crediamo di conoscerli, di amarli. Ma ciò che amiamo si rivela una traduzione scadente da una lingua che conosciamo appena. Risalire all'originale è impossibile.»

«Il mondo non era delle anime miti ma dei cuori straziati, famelici, appassionati: gli altri non erano neppure considerati vivi. Il mondo era di quelli come Buzz.»

«Qualcosa di romantico c'era, però, fra noi; un sentimento infantile che si è acceso con l'adolescenza, seduti accanto giorno dopo giorno: le mani che prima sfogliavano i libri hanno cominciato a cercarsi. [...] Da giovani si è maldestri in amore; è come ricevere in dono una macchina volante e non saper decollare. [...] Hanno dato l'impronta alla nostra vita insieme, quei giorni passati in una stanza calda e sigillata, a leggere libri sussurrando, terrorizzati all'idea di essere scoperti.»

«È incredibile come siamo capaci di nascondere le cose a noi stessi - la coscienza è soltanto una piccola parte della nostra mente, una medusa che galleggia in un vasto mare scuro pieno di dati e di decisioni da prendere [...]»

«Ho detto che il dolore è rivelatore. A volte è quello che ci vuole per spezzare la solitudine, per aprire brevemente quella piccola finestra oltre noi stessi: la vita di qualcun altro.»

«La perdita di un amico è una cosa di cui non si parla mai. La chiamiamo vita; lo chiamiamo il tempo che passa - ma anche quello è un dolore straziante.»
sito