Buon pomeriggio e ben ritrovati! Oggi vi porto a conoscere un libro il cui titolo è ispirato al celebre romanzo di Emily Brontë: si tratta di "Ci vediamo in Cime tempestose" di Tessa Bickers.
Trama: Quando Erin si rende conto di aver dato via la sua vecchia copia di Il buio oltre la siepe, si sente crollare il mondo addosso. E non solo per il libro in sé, che già sarebbe una perdita incalcolabile, ma perché quelle pagine erano piene di note che lei aveva scritto per Bonnie, la sua migliore amica scomparsa troppo presto. Atterrita all’idea di aver perso quell’ultimo ricordo di lei, torna nella biblioteca di quartiere dove lo aveva lasciato per errore e si accorge che, nel frattempo, qualcuno lo ha preso in prestito e ha risposto a tutte le sue note, aggiungendo commenti personali e spunti di riflessione. E, alla fine, un invito: «Ci vediamo in Cime tempestose?» È l’inizio di una corrispondenza fatta di confidenze, critiche letterarie e confessioni a cuore aperto. È l’inizio di un legame forte così come può essere solo quello tra chi condivide la stessa passione per i libri. È l’inizio di un amore tenero e sorprendente, un raggio di luce in due vite che fino a quel momento erano state costellate di amarezza e delusioni. Ciò che Erin non sa, però, è che la persona cui sta aprendo la sua anima non è affatto uno sconosciuto, ma un fantasma del suo passato, il ragazzo di cui si era quasi innamorata, prima che lui rovinasse tutto, spezzandole il cuore. E adesso dovrà trovare il modo di superare i vecchi rancori e imparare a perdonarlo, se vuole che il loro amore di carta si trasformi in realtà…
Tenero, arguto e deliziosamente nostalgico, questo romanzo è un delicato inno all’amore per la lettura e al potere che hanno le grandi storie di farci superare i momenti difficili… e, a volte, persino di farci trovare l’anima gemella. Perché non c’è relazione più profonda di quella tra persone che amano gli stessi libri.
Foto di congerdesign da Pixabay
Come sempre, sarò sincera nelle recensioni che scrivo e pubblico sul mio blog. È raro che abbia letto un libro talmente noioso da avere voglia di sfogliare l’ultima pagina e salutarlo. Purtroppo, questo è il caso di “Ci vediamo in Cime tempestose”. Nonostante sia stato pubblicizzato come un caso editoriale, come una romantica storia d’amore, l’ho trovato davvero infinito e ripetitivo.
Tutto ruota attorno alla storia di due ragazzi che non si sono più rivisti dai tempi del liceo, Erin e James. Erin si è appena licenziata ed è alla ricerca di un lavoro che la soddisfi; James, invece, ha un’occupazione di successo, ma non ne è contento. Entrambi sentono di aver bisogno del loro posto nel mondo, hanno un disperato desiderio di trovarlo, ma devono prima individuare la strada giusta. Sia Erin che James sono traumatizzati, in qualche modo, dalle rispettive famiglie: la ragazza è “sopravvissuta” al divorzio dei suoi genitori e al fatto di aver scoperto che sua madre era l’amante del professore di letteratura, da lei ammirato alla follia; il ragazzo, invece, deve fare i conti con il bipolarismo della madre, che ritiene la sua nascita responsabile di tutte le sue disgrazie.
Erin e James al liceo erano legati da un’amicizia, mai sfociata in qualcos’altro poiché facevano in realtà parte di un trio: con loro c’era sempre Bonnie, cara amica poi morta di cancro, che sarà onnipresente in tutti i capitoli del libro. Erin, soprattutto, ricorda ogni minimo momento con lei, addirittura vede il suo fantasma seduto nella sua camera e ci parla. Seguendo il consiglio dell’amica di inseguire i propri sogni, Erin finisce però per agire e vivere pensando a cosa farebbe Bonnie in quella determinata situazione.
Nelle vite di Erin e James si inserisce, del tutto casualmente, il piccolo angolo bookcrossing dove Erin, disfandosi di alcune cose, ritrova “Il buio oltre la siepe”, libro cui era legata per via del biglietto contenuto al suo interno con le parole di Bonnie. Tutto inizia quando Erin sfoglia le pagine e trova, segnati ai margini, commenti alla narrazione. Così la “Ragazza dei margini” (Erin) e “L’Uomo del mistero” (che, casualmente, è James) iniziano a scambiarsi libri, scrivendosi commenti e messaggi proprio lungo i margini bianchi delle pagine. Ed è attraverso questa atipica corrispondenza che entrambi individueranno la strada giusta per andare avanti e quella per stare insieme una volta scoperte le rispettive identità.
Foto di Nino Souza Nino da Pixabay
Se l’idea del bookcrossing e dei messaggi scritti sui libri è l’elemento che più mi ha ispirata, facendo sì che scegliessi questo romanzo in libreria riponendovi alte aspettative, tutto il resto della narrazione mi ha totalmente delusa. Sin dalle prime pagine, la storia non mi ha coinvolta, rivelandosi con un ritmo estremamente lento e ripetitivo. Erin e James vivono il proprio presente pensando continuamente alla scuola, a quanto accaduto in passato, come se fossero rimasti eterni adolescenti alle prese con bullismo e problemi vari. Bonnie, descritta quasi come una santa, costella ogni singolo respiro di Erin e James, che appaiono invece come due appendici senza carattere. Gli elementi “tragici” – alias la malattia e la morte di Bonnie, il bullismo subito da James e la malattia mentale della mamma di James – avevano lo scopo di riportare la narrazione su un piano più riflessivo, ma il tutto andava sviluppato meglio…
In 352 pagine lo spazio c’era tutto per poter scrivere un romanzo degno di questo nome con un filo conduttore che fosse realmente quello di un amore letterario. Peccato per l’opportunità del tutto sfumata: il sentimento tra Erin e James si prospetta, infatti, come un legame adolescenziale acerbo e rimasto tale, ricco di risentimenti e mai maturato nel tempo.
Gli amori che “fanno dei giri immensi e poi ritornano” (per citare Antonello Venditti) devono essere tali, con la A maiuscola, senza essere confusi con le cotte liceali tra compagni di scuola che, a rifletterci dopo anni, ti fanno pure vergognare un po’.
Lettura sconsigliata a chi cerca un libro che parli di libri, come farebbero pensare sia il titolo italiano, sia quello inglese (“The Book Swap”) e la copertina.
Vi aspetto alla prossima recensione e vi lascio intanto con tre piccoli estratti che, invece, ho apprezzato.
«Se dovessi immaginare la mia vita nel futuro, sarebbe il prosieguo di ciò che ho appena iniziato. Insegnare alla gente ad amare i libri come li amo io.»
«Con questa storia di passarle i libri su cui le scrivi domande e annotazioni… in pratica le stai dicendo che la ami.»
«Non ignorare la voce del cuore dicendo sì a qualcosa solo perché sai di poterlo fare. Non sempre la strada più semplice è la migliore.»
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