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martedì 21 giugno 2022

Recensione di "L'eredità dei Maddox" di Christina Courtenay

Buongiorno amici e buon primo giorno d'estate, anche se l'estate - a dirla tutta - è già arrivata da maggio ad accaldare le nostre giornate!

Dove vi porto oggi? Nel lontano nord svedese, in cui la natura incontaminata è padrona indiscussa e i vichinghi scrissero la loro storia.



Trama: Mia si trova davanti a un dilemma. Ha appena ereditato dalla sua adorata nonna il cottage di famiglia in Svezia e, ancora affranta per il lutto, subisce la pressione del fidanzato Charles che le consiglia insistentemente di vendere quella vecchia casa e comprare un appartamento a Londra, dove vivono. Mia sa bene che i desideri di sua nonna sarebbero stati altri. L’avvio di uno scavo archeologico proprio nel giardino della proprietà le consente di prendere tempo: a quanto pare ci sono preziosissimi manufatti che potrebbero tornare alla luce. E Mia è sollevata di poter rimandare per un po’ quella scelta tanto difficile. Così parte per la Svezia, dove fa la conoscenza dell’affascinante archeologo Haakon Berger, responsabile dei lavori. Mentre lo scavo procede, tra i due sembra nascere un’intesa particolare… Cercando di resistere all’attrazione crescente, Mia e Haakon iniziano a ricostruire la storia di una nobildonna gallese, Ceri, e del misterioso vichingo noto come “Falco Bianco” che la portò via dal suo popolo. Può una storia d’amore antica di secoli condizionare due vite nel presente?


Cosa mi ha attratto di questo romanzo? Sicuramente l'archeologia e poi l'ambientazione atipica. Non molti romanzi sono ambientati in Svezia e avevo voglia di conoscere meglio questa terra, anche attraverso una storia romantica.
Mia, la protagonista, eredita un cottage dalla nonna svedese, luogo dove trascorreva le estati della sua infanzia. Si tratta perciò di un posto in cui ricordi e affetti si legano indissolubilmente. In questo frangente, piuttosto triste per la perdita dell'anziana signora, Mia - che si occupa di restauro archeologico al British Museum - conosce l'archeologo Haakon, alto, biondo e occhi azzurri, presso l'Historiska Museet dove è conservato un antico anello a forma di serpente proprio identico a quello che la ragazza possiede da sempre. Si tratta, infatti, di un gioiello che viene lasciato di madre in figlia da generazioni.


Le domande si affollano nella mente di Mia mentre torna a Londra, dove vive con il fidanzato Charles - un soggetto talmente egoista da avermi fatto antipatia da subito - che le consiglia di vendere la proprietà in Svezia. Mia non ne ha intenzione, tanto più che sotto il giardino sembra esserci un sito archeologico, dove Haakon inizierà uno scavo.
Affascinata da tutto ciò, Mia decide di seguire la missione archeologica e di scoprire la storia che lentamente emerge dagli strati di terra. Più si va avanti, più Mia e Haakon iniziano ad avere delle visioni, che si configurano come ricordi di una vita passata...
Ed ecco che la loro storia si intreccia con quella di Ceridwen, di stirpe celtica, e di Haukr, jarl di un insediamento vichingo, vissuti nell'870 d.C., proprio nel luogo in cui sorge il cottage di Mia. Una storia di un amore complicato, iniziato da un rapimento, che si risolverà con un lieto fine.


Il romanzo si svolge attraverso un racconto alternato, tra presente svedese e passato vichingo, ponendo in luce i numerosi parallelismi tra i quattro personaggi principali. È un po' come una storia che si ripete, o una reincarnazione di Ceri e Haukr in Mia e Haakon, che porta con sé una serie di antagonismi e problematiche, ma anche e soprattutto quel filo rosso dell'amore eterno.
Si tratta di una narrazione sicuramente piacevole, con elementi storici inseriti in modo opportuno - nonostante, da archeologa, debba essere molto critica nei confronti dello svolgimento dello scavo, avviato in tempo record (non accade mai nella realtà) e molto simile a una caccia al tesoro - e persino menzioni alla tutela del patrimonio culturale (ebbene sì, uno dei personaggi è un avido collezionista, che a tempo perso fa anche il tombarolo. Ovviamente il nostro Haakon tenta disperatamente di far rispettare la legge... ma la teoria si allontana un bel po' dalla pratica).


Tuttavia, avendo letto "Timeline" di Michael Crichton e avendo visto la trasposizione cinematografica, trovo molte similitudini con la storia di André Marek, archeologo, e di Lady Clare.
Proprio per questo "L'eredità dei Maddox" non mi ha particolarmente entusiasmata e ho trovato la trama un po' scontata. Nonostante tutto, la scorrevolezza del testo, l'ambientazione diversa dal solito e l'archeologia che dà sempre quel tocco di mistero, lo rendono un romanzo leggero per trascorrere qualche ora di lettura spensierata.
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