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giovedì 31 agosto 2023

Recensione a "Guida alla scoperta delle sirene" di Serenella Quarello e Fabiana Bocchi

Buongiorno a tutti e bentornati sul blog! Siamo arrivati all’ultimo giorno di agosto, ma l’estate non finisce qui, soprattutto se a farci compagnia ci sono libri che parlano di mare, sirene, leggende e tradizioni. Di cosa sto parlando? Lo saprete tra poco.


Trama: Un’autentica guida alle splendide e misteriose creature del mare, tra mappe dei luoghi in cui sono state avvistate e analisi approfondite sulle diverse tipologie di sirene esistenti (compresi gli uomini-sirena). Ma anche riferimenti alla loro presenza nella musica, nell’arte, nella letteratura, consigli su come riconoscerle e infine... ricette molo originali! Un viaggio virtuale a caccia di sirene, che può trasformarsi in guida per compiere un viaggio reale in tutto il mondo, sulla scia di leggende, miti e avvistamenti.


Come fa una lettrice come me a non innamorarsi di un libro blu, con le code di sirene argentate stampate sopra una copertina in tessuto, nonché ricco di illustrazioni che rimandano a mondi lontani e mitologici?
Il volume di Serena Quarello e di Fabiana Bocchi, edito dalle Edizioni NPE, si configura come una guida per esploratori, o cercatori di sirene e tritoni. Quando parliamo di sirene, la mente corre subito alla celebre Sirenetta Disney, soprattutto se siamo lettori degli ultimi anni ’80-anni ’90. Ma la Sirenetta Disney non è che una rielaborazione della fiaba, ben più triste, di Andersen, una storia peraltro metaforica che riflette lo stato d’animo dell’autore. 
Le sirene popolano tutti i mari, da Occidente a Oriente. Ce n’è qualcuna che è persino diventata santa, come Santa Senara in Cornovaglia.

Zennor Mermaid Chair (the original uploader was Nabokov at English Wikipedia., CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons)

Ci sono le sirene maghe, quelle che ammaliano e poi uccidono gli uomini, ci sono le sirene fate, e quelle più mostruose e simili a pesci. Esistono persino sirene finte che, soprattutto nel corso dell’Ottocento, erano state create dall’unione di pezzi di teschi di scimmia, altri animali impagliati e di una coda di pesce. Dei falsi, in sintesi, che andavano ad arricchire i musei di scienze naturali e incuriosivano i visitatori.
Sono tante le leggende, dall’antica Grecia (celebri sono le Sirene di Ulisse) fino ai nostri giorni, che riguardano le profondità marine e questi misteriosi esseri. Persino durante la Seconda Guerra Mondiale vennero avvistate delle sirene. Vero o falso? La ragione ci porterebbe a dire che è tutta fantasia, eppure c’è sempre qualcosa che spinge l’uomo a credere in un quel pizzico di magia, di stranezza, di rarità.


Leggendo questo volume ritroviamo, comunque, un filo conduttore che lega credenze e leggende su queste creature che appartengono all’aria e all’acqua. Se, infatti, al giorno d’oggi attribuiamo la sirena al mondo marino, in passato non era così. Le sirene, come quelle di Ulisse, erano molto più simili alle Arpie, con ali e corpo deforme. Ma non è tutto. La sirena sembra essere una creatura che riunisce tutti gli aspetti che, nel tempo, hanno connotato positivamente e negativamente la donna: sensibile, dolce, bella, dal canto soave, ma anche tentatrice e vendicativa. Queste sirene altro non sono se non donne, incomprese in un mondo rurale e medievale, a volte definite streghe. Spiriti liberi forse, in epoche in cui le convenzioni volevano la donna servitrice dell’uomo e dedicata al focolare domestico, che perciò divenivano creature rare, leggendarie, nascoste nei boschi.

Foto di 13842406 da Pixabay

“Guida alla scoperta delle sirene” è un libro magico, che vi condurrà alla scoperta di affascinanti mondi e creature, attraverso magnifiche illustrazioni e rimandi ricchi di curiosità. E voi partirete alla ricerca delle sirene? Io sono proprio ispirata dalla Cornovaglia, dal Galles e dall’Irlanda, ma tornerei volentieri in Puglia, stavolta a Vieste, dove Pizzomunno attende pietrificato il ritorno dell’amata Cristalda.

sabato 26 agosto 2023

Recensione di "Alla fine di una caramella al limone" di Rachel Linden

Buonasera a tutti e bentornati sul blog! In questa calda giornata di agosto, sapete cosa ci vorrebbe? Un ghiacciolo al limone rinfrescante. E, nel libro di cui sto per parlarvi, ci sono ghiaccioli, torte e caramelle al limone, soprattutto quelle magiche, quelle delle seconde opportunità.


Trama: Secondo una leggenda che si tramanda di generazione in generazione, esistono delle speciali caramelle al limone che possono guidarci sul sentiero giusto, mostrandoci le strade che abbiamo scelto di non percorrere. Lolly, trentatré anni, si sente persa e insoddisfatta. Per questo la saggia zia Gert le appoggia sul palmo della mano tre caramelle a forma di spicchio cosparse di zucchero, insieme a poche, semplici istruzioni: scartarle prima di andare a letto, sorbirle lentamente fino alla fine e appoggiare la testa sul cuscino. Un po’ scettica ma anche curiosa, Lolly segue le indicazioni. Così, all’improvviso, si trova catapultata in un ristorante tutto suo sulla costa inglese. La notte successiva, invece, incontra la madre come se non fosse mai scomparsa, e quella dopo ancora ha una famiglia con il suo primo amore. Ogni volta fa sogni così vividi da sembrare più un’alternativa possibile che il prodotto della sua immaginazione. Ma questi scenari durano il tempo di una caramella e a tutti manca qualcosa, perché ogni scelta comporta una rinuncia. Forse, però, la zia non voleva farle vivere un sogno. Forse, il suo era un invito a osservare il presente con occhi diversi. Perché le nostre scelte passate possono sembrare un po’ aspre, come le caramelle al limone, ma il retrogusto è dolce se troviamo dentro di noi la forza per cambiare il futuro.I lettori di tutto il mondo sono rimasti incantati dalla magia dell’esordio di Rachel Linden, che presto sarà un film. Una storia di scelte, dove il passato è lo specchio per costruire un futuro più felice. Perché i sogni possono diventare reali e durare più di una caramella. Basta essere capaci di non indugiare nei ricordi e avere il coraggio di riprendere in mano la propria vita.


Appena ho letto di questo libro su uno store online, me ne sono innamorata. Sarà forse che ognuno di noi vorrebbe una seconda opportunità e io non faccio eccezione: ne vorrei più di una, soprattutto alla luce del mio presente. Sarebbe così bello poter usufruire di una piccola magia.

Lolly ha 33 anni e tutta la sua vita è andata in frantumi. Dei desideri che aveva espresso quando era bambina, non ne ha realizzato nemmeno uno perché si è ritrovata a dover prendere in mano le redini della famiglia quando sua madre è venuta a mancare improvvisamente. Da allora ha vissuto il sogno di qualcun altro, pensando fosse la cosa giusta da fare: il suo altruismo l’ha portata ad occuparsi del padre, totalmente smarrito dopo la morte della moglie, di sua sorella ancora adolescente, del ristorante. Scegliere una vita quasi imposta dal destino ha fatto sì che tutte le sue ambizioni andassero in fumo, incluso il matrimonio con il suo amore di sempre, Rory.

Arrivata a uno stato di oblio, in cui sono più i rimpianti che la curiosità di vivere un nuovo giorno, Lolly ne parla con zia Gert. La donna, eccentrica ottantenne, ha girato il mondo e, durante uno dei suoi viaggi, ha ricevuto in dono delle caramelline al limone dal potere speciale: possono far vivere a chi le mangia un giorno di una vita alternativa e desiderata. Ovviamente Lolly non le crede, ma accetta lo stesso e alla fine mangia la prima caramella poco prima di andare a dormire. Il giorno successivo Lolly non lavora più nel ristorante di famiglia, ma si trova in una casa diversa, con nuovi impegni da rispettare. È un sogno? Non sembra, eppure tutto ciò fa capire alla nostra protagonista cosa desidera davvero.


Il messaggio è questo: se il destino ha fatto di tutto per impedire la realizzazione dei tuoi sogni, cerca di andare avanti con quello che hai… e non è detto che, alla fine, le cose non possano prendere una piega diversa.

“Alla fine di una caramella al limone” è un libro molto dolce, al contrario di quanto si potrebbe pensare ricollegando con l’idea del sapore di limone un po’ acerbo. “Raggiungi la tua beatitudine”, questo è il consiglio che zia Gert dà alla sua pronipote e che è un po’ il succo del romanzo: cercare di stare bene con se stessi, trovare la propria strada. Il grande problema che pesa sulla coscienza di Lolly è che, per seguire i suoi sogni, dovrebbe mollare tutto, creando soprattutto un dolore a suo padre e rompendo la promessa fatta a sua madre. Dopo la visione di un’esistenza alternativa, c’è solo un elemento che le fa prendere coraggio: Rory. Lolly non lo ha mai dimenticato e non si è mai arresa al fatto che non abbia potuto condividere la vita con lui. Come giocherà il destino? Le caramelle al limone faranno vedere i fili alternativi dell’esistenza di Lolly, oppure il futuro? O ancora: sono solo espedienti per far capire alla ragazza cosa desidera realmente? Per farla credere in se stessa?

Non svelerò altro perché “Alla fine di una caramella al limone” merita di essere gustato lentamente per poter riflettere, insieme alla protagonista, sulle proprie scelte di vita passate e future.

Alla fine del libro, l’autrice, oltre ad aver inserito la ricetta della torta meringata al limone che sembra molto buona!), ha posto una serie di domande al lettore. L’ultima è la seguente: “Se avessi tre magiche caramelline al limone a tua disposizione, che cosa sceglieresti di rivivere o di cambiare del tuo passato?”.

Vi lascio con qualche frase e vi aspetto sempre qui, su Sàkomar blog!

Foto di StockSnap da Pixabay

«[…] Noi spesso diciamo “impossibile” quando invece dovremmo dire “ancora non sappiamo come”. Sono moltissime le cose che sono possibili, ma noi ne conosciamo solo una minima parte. Lo capirai molto presto».

«Quando facciamo una scelta, necessariamente limitiamo tutte le altre. Ogni volta che scegliamo un percorso, il numero delle nostre opzioni diminuisce: ogni decisione chiude molte altre porte. Tuttavia la prendiamo, sperando di aver barattato tutte le altre possibilità con quella che noi riteniamo sia la migliore».

«[…] Scegli quello con cui il tuo cuore non riesce a venire a patti, le perdite e i rimpianti che ti porti dentro talmente nel profondo da non riuscire proprio a liberartene. Il saggio Sant’Agostino diceva che dobbiamo svuotarci di ciò che ci ingombra, per poterci riempire delle cose di cui abbiamo davvero bisogno. Sto parafrasando, naturalmente. Ma il punto è: che cosa il tuo cuore desidera più di tutto? Cos’è che ti manca davvero, nella vita? Concentrati su questo. E ricordati qualunque scelta tu faccia, non smettere di cercare la tua beatitudine. Sii onesta con te stessa. Presta attenzione. Cerca la gioia. Queste sono le chiavi per sbloccare il tuo destino».

«[…] Se rimani aggrappata a qualcosa che si è già rotto, a una vita e a un sogno che non potranno mai davvero realizzarsi, non lasci spazio a nient’altro, come per esempio a degli ottimi piani B basati sulla realtà». […] «Certe volte, Lolly, l’unica cosa da fare è mollare il colpo».

«[…] So che potresti non credermi: quando uno è giovane è convinto che l’amore sia in grado di superare qualsiasi ostacolo, ma la verità è che a volte tu puoi amare moltissimo una persona, ma nonostante questo è impossibile costruire una vita insieme. A volte la forza dell’amore non basta. A volte devi amare così tanto una persona da riuscire a lasciarla andare».

giovedì 17 agosto 2023

Recensione di "Stronze si nasce" di Felicia Kingsley

Buongiorno a tutti e bentornati sul mio blog! Siete ancora in spiaggia, oppure avete ricominciato le vostre attività lavorative? In ogni caso, portate sempre con voi un libro: sono i migliori compagni di avventura.
Oggi vi parlo del romanzo di Felicia Kingsley, "Stronze si nasce", edito dalla Newton Compton.



Trama: Allegra Hill è brillante, onesta e altruista. Ma anche un’eterna seconda. Fin dagli anni della scuola c’è sempre qualcuno che la precede. Sempre. E senza dimenticarsi di umiliarla anche un po’. Chi è costei? Ma la classica stronza! Quella di Allegra si chiama Sparkle Jones. Non solo la vita di Sparkle è perfetta, ma la biondissima e splendente ragazza riesce a ottenere sempre tutto ciò che vuole. Ma il tempo passa e a ventisei anni Allegra ha finalmente una casa tutta per sé e un lavoro nell’agenzia immobiliare più prestigiosa di Londra. Il passato, però, non sembra volerla dimenticare e mette di nuovo Sparkle Jones sulla sua strada. Questa volta le cose sembrano andare diversamente e la nemica di una vita le appare sotto un’altra luce… E tutto questo proprio quando l’incontro con un bellissimo imprevisto dagli occhi verdi come smeraldi sembra in grado di sparigliare le carte. Tra feste, intrighi e cene non proprio a lume di candela, in corsa tra le strade di una Londra magnifica, forse per Allegra è arrivato il momento di scoprire se davvero quello che vuole è la felicità. Questa volta non può lasciare l’ultima mano alla sua adorabile, odiata stronza numero uno!

Per l’estate avevo bisogno di qualcosa di bello e di qualcosa di leggero: il romanzo di Felicia Kingsley rientrava nella seconda categoria. Avevo già letto alcuni suoi libri e ne avevo apprezzato lo stile scorrevole, l’ironia e la trama, tutto sommato, carina. Ho quindi portato “Stronze si nasce”, che mi era stato regalato, sotto l’ombrellone.

Ho perciò conosciuto Allegra Hill, che riflette in fin dei conti la maggior parte di noi: la brava ragazza, che si impegna in tutto ciò che fa, ma che nonostante tutto è eterna seconda. In pole position c’è sempre lei, la Sparkle Jones della situazione, l’approfittatrice che prende il buono dagli altri, lo volge a suo vantaggio, ti sorpassa e se ne va. Si prende i tuoi sogni, si prende il ragazzo di cui eri innamorata e vive la vita che avevi desiderato… alla faccia tua. In tutto ciò, molto spesso, la Sparkle di turno si è persino finta tua amica, l’hai aiutata, le hai fatto decollare i progetti e poi, come se nulla fosse, ti scarica con classe, oscurandoti.

Sì, anche io ne ho incontrate varie di Sparkle nella mia vita e certamente non sono rimaste nel mio cuore. Riappropriarsi dei propri progetti e dei propri sogni quando una “parassita” ti ha portato via tutto è complicato, anche se non impossibile.

Tutto ciò capita ad Allegra che, dopo aver ottenuto un posto alla Royals & Lloyds, agenzia per la vendita di immobili di lusso, si ritrova a dover condividere il lavoro con Sparkle, la detestabile soggetta che, per tutta la durata della scuola, l’aveva oscurata, mandandole a monte i piani e persino le feste di compleanno. Sparkle la “stronza” numero 1.


Eppure, Sparkle vuole farsi amica Allegra. Non sembra più quella di una volta: la invita a pranzo e cena, condivide con lei le giornate di shopping, e la trasporta in un mondo altolocato. Allegra si ritrova avvolta dalla “sparkliness”, la lucentezza che emana Sparkle e che, automaticamente, la porta ad essere – come per magia – apprezzata da tutti. Ma Sparkle è apparenza e Allegra se ne renderà conto con il tempo, giungendo a fargliela pagare con gli interessi, soprattutto quando di mezzo c’è un uomo che si chiama Tristan Forsyth, bellissimo e milionario. Aiutata da Duke Swanesson, miglior amico di Tristan, Allegra preparerà a Sparkle la sua vendetta, mentre lei stessa cresce, acquisisce esperienza e ricopre un posto di lavoro migliore utilizzando solo le sue forze.


Ora, la mia opinione in merito. La trama è un po’ scontata, ma non mi aspettavo di certo il saggio vincitore del Premio Strega. Volevo un romanzo leggero, ma purtroppo non l’ho trovato. Troppi capitoli (51 + epilogo), molti dei quali ripetitivi delle giornate lavorative alla Royals & Lloyds, imbastite di un lusso eccessivo in cui una persona con un briciolo di cervello non potrebbe mai ritrovarsi immischiata (a meno da non indebitarsi fino al midollo). Avrei apprezzato la rivincita di Allegra perché, ovviamente, se la meritava, ma non finendo a fare la gattamorta (o la gatta eccessivamente viva forse) sia con Tristan che con Duke. Se c’è una cosa che mi infastidisce, probabilmente a livello morale, sono quelle ragazze/donne che hanno avventure con un uomo e con il suo migliore amico, quasi a voler affermare la loro capacità di conquistatrici seriali. Solo quando poi uno dà buca, allora dicono che l’altro è l’amore della loro vita. Amore… termine abusato per situazioni davvero superficiali. A tutto ciò si aggiungano gli uomini che, avendo un briciolo di soldi in più e bellezza, si credono di avere il potere in mano… ed è colpa, poi, di chi glielo fa credere cadendo ai loro piedi come fossero déi scesi in terra.

Foto di PIRO da Pixabay

Forse non è il romanzo adatto alle romantiche come me e alle combattenti, per quelle che nonostante i numerosi nemici e le Sparkle Jones in circolazione, non sono mai diventate “stronze”, ma hanno proseguito sulla loro via, migliorando e conquistando i propri sogni solo con tanto impegno e costanza.

Ad ogni modo, non voglio essere pesante. Si tratta davvero di un romanzo da sfogliare a cuor leggero, per farsi trasportare in mondi di lusso visti solo nei film americani, tra Londra, New York, Milano e Parigi.

martedì 8 agosto 2023

Recensione di "Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani

Buon martedì a tutti e bentornati sul mio blog! Oggi vi porto a conoscere un romanzo, acquistato tanto tempo fa in quel di Mondadori in piazza Cola di Rienzo. Mi sono detta che, uscita da un archivio, rientravo di nuovo in un luogo pieno di carta scritta... forse perché le librerie sono quei rari posti in cui trovo conforto e mi sento a mio agio.

Il romanzo di cui vi parlerò è "Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani:


Trama: Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.
Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.
Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.
Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.
È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.
Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.
Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.

Vittoria dice di avere una vita perfetta, amici che la adorano, una casa splendente, soldi come se piovessero. Eppure la nostra protagonista sa benissimo che la sua esistenza è votata all’apparenza perché non ha una vita perfetta, bensì in frantumi, quelli che considera amici non lo sono davvero, la casa è splendente ma vuota di affetti, il rapporto con la madre è inesistente, i soldi ci sono ma non possono comprare amore.
A dimostrazione di tutto ciò, Vittoria comincia ad accusare attacchi di panico, sempre più di frequente, fino a perdere i sensi. Ma cosa è accaduto realmente a questa ragazza? C’è stato un tempo in cui la vita di Vittoria era davvero perfetta, o almeno, lei crede di ricordarla così. Nei fotogrammi della sua mente c’è il suo papà, defunto, di cui non saprebbe dire nulla. È come se la sua mente avesse rimosso ogni cosa riconducibile a lui. Un giorno, cercando i tranquillanti nei cassetti della madre, Vittoria si imbatte in un sacchetto che contiene tanti frammenti di ceramica. È un carillon, di cui lei ha ricordi confusi… un carillon che era un regalo del suo adorato papà.

Foto di syd.oztr ✪ (https://www.pexels.com)

È lì che Vittoria, grazie all’immenso e paziente lavoro della psicoterapeuta, decide di scavare a fondo nel passato per capire la causa del suo immenso dolore. Tra scatoloni, lettere e fotografie, Vittoria ricostruirà ciò che è stato e che non è come lo ricordava: è totalmente imperfetto, anche sconvolgente, ma la verità bisogna accettarla per quel che è. Finalmente la ragazza riuscirà a ricomporre i pezzi mancanti e, proprio come nella pratica del kintsugi, a valorizzare le ferite, attribuendo persino un perché al comportamento freddo e scostante della madre nei suoi confronti.
Nel suo percorso sarà supportata da Ion, un muratore russo-moldavo, dal passato altrettanto doloroso. I due riusciranno ad amare le cicatrici l’uno dell’altro.

Come ho trovato questo libro? Bello, doloroso e irritante al tempo stesso. Bello per le emozioni che può suscitare, dato che il lettore si ritrova a seguire il percorso di rinascita interiore della protagonista; doloroso perché quelle stesse emozioni scavano dentro e fanno riflettere; irritante poiché, in passato, sono state numerose le situazioni ingiuste come quella che si ritrovano a vivere Vittoria e sua madre prima di lei, volte esclusivamente a salvare le apparenze.

ATTENZIONE SPOILER!

Vittoria, nella sua ricerca, trova le lettere dell’amante del padre, un tale Luca. Pur rispettando l’orientamento sessuale di ognuno, una rivelazione del genere è sconvolgente. Suo padre, Vittorio, era comunque sposato. E allora non amava sua madre? Non amava la figlia che aveva avuto?

Ebbene, è qui che emerge tutto il dolore contenuto nei personaggi di questa storia. In passato, infatti, per nascondere l’omosessualità dei propri figli, molti genitori organizzavano matrimoni, costringendo i due malcapitati a sposarsi e a procreare. Per quale scopo? Quello di dare l’apparenza della famiglia comune, senza pensare alla sofferenza che potevano causare. La madre di Vittoria ha odiato la figlia di riflesso quando ha capito che il marito era omosessuale e che aveva cercato di procreare per dovere, non per amore. Questa linea d’odio (del tutto motivata) ha influito negativamente sulla donna e automaticamente sulla figlia, che si è sentita non voluta. Allo stesso tempo, Vittorio ha dovuto rinunciare all’amore per Luca in favore di un matrimonio falso, fingendo quindi una vita che non aveva cercato ma che gli era stata imposta.

Foto di Daria Obymaha (https://www.pexels.com)

Quando si dice che siamo artefici del nostro destino, a volte la sottoscritta sorride. Non è sempre così. Una persona può volere ardentemente qualcosa, combattere per averla e nonostante tutto ritrovarsi a dover seguire forzatamente la via tracciata da qualcun altro – molto spesso prevaricatore e prepotente – per lei. E poi tutto dipende dai tempi, dalla cultura di base, dall’area geografica di questo assurdo mondo pieno di regole e di una morale dettata dall’uomo, ma attribuita alle divinità.

In questo libro vi è anche un altro messaggio importante: a volte bisogna riuscire a dire no, proprio per non essere sopraffatti, per non far decidere a qualcun altro ciò che invece avresti dovuto e potuto decidere con la tua testa. 
Non commenterò oltre, ma dirò solo una cosa: un libro è un oggetto magico. Arriva sempre al momento giusto, con i suoi messaggi, a volte più diretti, a volte meno, che comunque trovano riflesso nella vita del lettore. C’è un motivo per cui questo libro è arrivato ora nella mia. Bisogna saper dire no, bisogna impuntarsi anche a costo di sbagliare, purché si decida di seguire i nostri desideri, non quelli altrui. È tanto facile a dirsi, quanto difficile a farsi, ma probabilmente ricordarselo è già un passo avanti.

Vi saluto con alcuni piccoli estratti. Alla prossima!

«Anche se cerchiamo di proteggere ciò che amiamo con tutti noi stessi, non sempre siamo in grado di farlo, sai?» La mano di suo padre lascia la sua spalla per accarezzarle lieve i capelli. «Ma niente finisce. Anche una cosa rotta può tornare a vivere.»

«Quante cose possono essere dette senza pronunciare una sola parola? Quante possono essere comprese senza doverne ascoltare nemmeno una? Ecco, tutte quelle parole non dette mi servirono per sussurrargli grazie, quei grazie che guariscono, e poi salvano.»

«Ogni piccola cosa interrotta nella nostra vita rimane come un sassolino nella scarpa che, a ogni passo, ci procura dolore. Possiamo decidere di smettere di camminare del tutto, oppure possiamo sfilarci la scarpa e liberarci del sassolino. Non gettandolo via, ma conservandolo nel palmo della mano, dove non ci farà più così male. Non appena smetterai di considerare questa tua pelle diversa, macchiata, come un difetto, scoprirai quanto ti renda semplicemente speciale.»

«Quanto può ferirci ciò che non c'è mai stato? Quanto può svuotarci l'amore di cui siamo stati privati?»

«[...] Perché ciò che io e Ion amavamo veramente l'uno dell'altra erano proprio quelle cicatrici che, superando ogni avversità, avevamo infine colmato d'oro.»
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