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venerdì 22 dicembre 2023

Recensione di "Doppio senso. Un libro che ha cuore e cervello" di Valentina Iusi

Buonasera amici, siamo ormai quasi a Natale e sono certa che almeno qualcuno (se non addirittura ognuno) di voi troverà un libro sotto l'albero.

Questa sera vi porto a conoscere un libretto di cui è autrice Valentina Iusi, intitolato "Doppio senso. Un libro che ha cuore e cervello", e pubblicato con Youcanprint. Come ben sapete, non accetto mai di fare recensioni agli ebook perché detesto con tutta me stessa leggere a schermo. Devo farlo per lavoro, ma libri e articoli che non siano archeologici devono essere cartacei. Voglio poterli portare con me sui mezzi, inserirli in borsa senza avere pesi eccessivi, o avere paura che la batteria si scarichi. Un libro cartaceo è sempre carico, deve solo essere sfogliato. E poi con il lettore ebook corro un immenso rischio. Quando mi metto a letto, la sera, leggo sempre, anche una pagina... capita, talvolta, che il sonno mi colga e che quel che tengo in mano possa cadere. Un conto è se un libro cade, anche in faccia (ahimé), un conto è se cade il tablet o il lettore ebook. Durante le scorse sere, ho provato il "brivido" del trauma facciale da tablet. 
Ho fatto, perciò, un'eccezione, ma leggo e leggerò SOLO cartacei.

Passiamo a noi e torniamo al libro.


Trama: Doppio Senso è una piccola città dove le strade sono tutte a senso unico. Qualcuno, arrivando da fuori, sarebbe portato a pensare che si possa solo entrare ma non uscire; invece, la circolazione scorre tranquilla e, prima o poi, la strada per andare a In Mona, il paese vicino, la trovano tutti. Nella sala conferenze della biblioteca comunale è in corso la presentazione del libro di Armando Bentivoglio, un noto scrittore sui generis con monomanie bizzarre. Il romanziere, a un certo punto, decide di scrivere sulla lavagna una frase ricca di significati e che possa contenere un'emozione: "Ah... Ahh... Ahhh". Basta una semplice parola, pronunciata in modo diverso, a suggerire sensazioni di piacere o di dolore, secondo l'interpretazione del lettore, in grado di andare oltre il volere dello stesso autore. Viene messa in luce la differenza tra "le intenzioni di chi scrive un messaggio" e "il modo in cui può essere interpretata la scrittura". Si tratta di una parody comedy all'italiana con le sue nevrosi e le sue megalomanie grossolane e i personaggi grotteschi non meno suggestivi. Il ritrovamento di un cadavere richiederà la presenza del commissario Loquace, un poliziotto dai metodi alquanto singolari. Un turbinio di battute e dialoghi caustici, spesso inconsapevolmente comici dei vari protagonisti, caratterizzerà in maniera originale le varie scene, creando un surreale collage di schegge impazzite.

La narrazione mi ha inizialmente coinvolta. Ero curiosa di capire dove fosse il reale doppio senso, il nòcciolo della situazione. Tutto ruota intorno a un autore, Armando Bentivoglio, che presenta il suo libro all'interno di un bar. Partecipano a questo evento il suo agente letterario, la bibliotecaria, alcuni lettori, tra cui Jessica Momenti, figlia del sindaco che, dopo il buffet, viene trovata morta nel bagno, mentre sul vetro campeggia la scritta con rossetto "Ah... ahhh... ahhh!". Quest'ultima è un'espressione tratta dal libro di Bentivoglio, un doppio senso: a seconda del contesto e dall'intonazione, può essere ovviamente un'espressione di dolore, di sorpresa o di sommo piacere.
Interviene rapidamente la polizia, capitanata dall'ispettore Sollecito e dal commissario Loquace. Giungeranno, infine, i nostri investigatori a capire chi ha ucciso Jessica e perché? Ovviamente sì, attraverso un serrato interrogatorio che consente di conoscere i vari personaggi sottolineandone, dove presenti, i lati oscuri, da Carla Tomo, a Carmelo Fattobene, fino a Gianfraco "Mr Caffè".
Persino quella che sembrava la risoluzione del caso, alla fine, non è definitiva perché niente è come sembra.

Foto di ar130405 da Pixabay

Cosa mi ha lasciato "Doppio senso"? Un po' di ironia, sicuramente. Alcuni personaggi, soprattutto Loquace e Bentivoglio, sono "tragicomici" e fanno spuntare un sorriso. Per il resto, il racconto avrebbe potuto essere maggiormente sviluppato e sono rimasta un po' delusa sul finale. Negli ultimi tre capitoli ho come avuto l'impressione che, immediatamente dopo il climax narrativo, l'autrice avesse voglia di concludere e di rivelare tutto al lettore.
Il libro ha sicuramente del potenziale ed è una narrazione particolare. Dei doppi sensi si parla, ma non si dedica loro mai un libro intero, eppure bisognerebbe farlo. A volte, infatti, nascono incomprensioni, dubbi anche, solo a causa di un accento sbagliato (nel libro si nomina affétto e affètto, per esempio). Ad ogni modo, penso che sia questo il primo passo per migliorarsi: l'idea è certamente buona.
Ultima cosa: la prefazione è, di fatto, una recensione. La toglierei. Meglio evitare che il lettore si faccia già un'idea del contenuto. Bisogna incuriosirsi con qualche dettaglio che, di norma, già è presente sulla quarta di copertina.

Ringrazio Valentina Iusi per avermi proposto di leggere il suo lavoro e le faccio un grande in bocca al lupo per tutto!
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