Buongiorno a tutti amici! Devo ammettere che il rientro è proprio traumatico, soprattutto in una città come Roma che si sta preparando al Giubileo... mi viene voglia di migrare in un borgo e rimanerci.
Ad ogni modo, vi porto a conoscere un'altra lettura che mi ha fatto compagnia durante il mese di agosto. Si tratta di "L'amore non è mai una cosa semplice" di Anna Premoli, vincitrice del premio Bancarella.
Trama: E se per ottenere un buon voto all’università dovessi fare amicizia con qualcuno che proprio non ti piace? Lavinia pensava che nella vita avrebbe insegnato e invece, dopo la maturità, si è lasciata convincere dai genitori a iscriversi a Economia. È ormai al suo quinto anno alla Bocconi, quando si trova coinvolta in un insolito progetto: uno scambio con degli ingegneri informatici del Politecnico. Lo scopo? Creare una squadra con uno studente mai visto prima, proprio come potrebbe capitare in un ambiente di lavoro. Peccato che Lavinia non abbia alcun interesse per il progetto. E che, per sua sfortuna, si trovi a far coppia con un certo Sebastiano, ancor meno intenzionato di lei a partecipare all’iniziativa. E così, quando la fase operativa ha inizio e le sue amiche cominciano a lavorare in tandem, Lavinia è sola. Ma come si permette quel tipo assurdo – a detta di tutti un fuoriclasse dell’informatica – di piantarla in asso, per giunta senza spiegazioni? Lavinia non ha scelta: non lo sopporta proprio, ma se vuole ottenere i suoi crediti all’esame, dovrà inventarsi un modo per convincerlo a collaborare…
In un pomeriggio romano, afoso ed estivo, mi sono ritrovata con mia mamma in un centro commerciale vicino casa. La tappa alla Mondadori è stata d’obbligo e mia madre, conscia del fatto che mi occupi sempre di roba cervellotica e di ricerca che, probabilmente, mi sta portando alla pazzia, ha scelto questo libro e me lo ha regalato, sostenendo che, ogni tanto, sia necessario leggere anche qualcosa di leggero e poco impegnativo. Ho quindi iniziato a sfogliare la storia di Lavinia, che studia Economia alla Bocconi, uno degli atenei “in” di Milano. Dire che abbia scelto il percorso dei suoi sogni, sarebbe una grande bugia perché Lavinia si è fatta scegliere il corso di laurea dai genitori.
Il suo carattere è evidentemente un problema, perché tende ad accontentare tutti e, soprattutto, a seguire non i suoi personali gusti, ma quelli altrui. Fortunatamente è circondata da un paio di amiche, Giada e Alessandra, che provano a farla ragionare. Nell’ambito degli studi, un suo prof decide di far fare un progetto ai suoi studenti insieme a quelli di Ingegneria informatica ed è risaputo che gli ingegneri siano persone molte strane, a volte poco socievoli e immerse nel loro mondo nel quale è difficile, se non addirittura impossibile, entrare (confermo per esperienza!).
A Lavinia viene assegnato, come compagno di progetto, Sebastiano, il più strano e geniale di tutto il corso. Basti dire che, ancora non laureato, già fa mille lavori come programmatore, ma trova anche tempo per i giochi di ruolo, per la moto e per il karate. Lavinia e Sebastiano non potrebbero essere più diversi: lui è timido, ma ha carattere e le idee molto chiare; Lavinia è terribilmente curiosa e, soprattutto, non sopporta di non stargli simpatica, proprio lei che, pur di essere accettata, si è sempre adattata.
Giorno dopo giorno, lavorando insieme a questo progetto, i due finiranno per odiarsi… anzi, per amarsi.
Non posso dire molto di più, perché rischierei di rivelare troppo, essendo la trama molto semplice.
Come ho trovato questo libro? Scialbo a dire il vero. Mi hanno fatto sorridere alcune reazioni di Lavinia e i commenti di Giada, ma è tutto talmente lineare e prevedibile che sono andata avanti a rallentatore almeno fino al capitolo 9. Poi c’è un po’ di “pepe”, generato dall’attrazione che si crea fra i due protagonisti, ma era assai scontato che finisse così.
Un piccolo commento su Lavinia: viene presentata come ragazza adattabile a tutto e quasi sottomessa. A me pare una gran gattamorta, con tanto di medaglia d’oro. Se sarete tra i lettori, capirete cosa intendo.
In sintesi, la storia non mi ha coinvolta più di tanto, rivelandosi una lettura da fare, senza impegno, sotto l’ombrellone. Alla fine mia madre aveva ragione.
Vi aspetto alla prossima recensione e chiudo con un piccolissimo estratto.
«Quindi, appurato che, per qualche misterioso motivo, tra tutta la gente che hai incontrato nella tua vita proprio quella persona specifica – magari la più imperfetta – è anche l’unica che ti fa battere il cuore, non rimane che seguire l’istinto e lottare. E non perché si è romantici o pratici. No. La verità è che spesso si segue il cuore perché ci si sente una vera schifezza senza quel pezzettino che ci hanno strappato via. Quindi non è questione di scelta. Proprio per niente».
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