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giovedì 12 settembre 2024

Recensione di "L'amore non è mai una cosa semplice" di Anna Premoli

Buongiorno a tutti amici! Devo ammettere che il rientro è proprio traumatico, soprattutto in una città come Roma che si sta preparando al Giubileo... mi viene voglia di migrare in un borgo e rimanerci.

Ad ogni modo, vi porto a conoscere un'altra lettura che mi ha fatto compagnia durante il mese di agosto. Si tratta di "L'amore non è mai una cosa semplice" di Anna Premoli, vincitrice del premio Bancarella.


Trama: E se per ottenere un buon voto all’università dovessi fare amici­zia con qualcuno che proprio non ti piace? Lavinia pensava che nel­la vita avrebbe insegnato e inve­ce, dopo la maturità, si è lasciata convincere dai genitori a iscriversi a Economia. È ormai al suo quinto anno alla Bocconi, quando si trova coinvolta in un insolito progetto: uno scambio con degli ingegneri informatici del Politecnico. Lo sco­po? Creare una squadra con uno studente mai visto prima, proprio come potrebbe capitare in un am­biente di lavoro. Peccato che Lavi­nia non abbia alcun interesse per il progetto. E che, per sua sfortuna, si trovi a far coppia con un certo Se­bastiano, ancor meno intenzionato di lei a partecipare all’iniziativa. E così, quando la fase operativa ha inizio e le sue amiche cominciano a lavorare in tandem, Lavinia è sola. Ma come si permette quel tipo assurdo – a detta di tutti un fuori­classe dell’informatica – di piantar­la in asso, per giunta senza spiega­zioni? Lavinia non ha scelta: non lo sopporta proprio, ma se vuole otte­nere i suoi crediti all’esame, dovrà inventarsi un modo per convincerlo a collaborare…

In un pomeriggio romano, afoso ed estivo, mi sono ritrovata con mia mamma in un centro commerciale vicino casa. La tappa alla Mondadori è stata d’obbligo e mia madre, conscia del fatto che mi occupi sempre di roba cervellotica e di ricerca che, probabilmente, mi sta portando alla pazzia, ha scelto questo libro e me lo ha regalato, sostenendo che, ogni tanto, sia necessario leggere anche qualcosa di leggero e poco impegnativo. Ho quindi iniziato a sfogliare la storia di Lavinia, che studia Economia alla Bocconi, uno degli atenei “in” di Milano. Dire che abbia scelto il percorso dei suoi sogni, sarebbe una grande bugia perché Lavinia si è fatta scegliere il corso di laurea dai genitori.

Il suo carattere è evidentemente un problema, perché tende ad accontentare tutti e, soprattutto, a seguire non i suoi personali gusti, ma quelli altrui. Fortunatamente è circondata da un paio di amiche, Giada e Alessandra, che provano a farla ragionare. Nell’ambito degli studi, un suo prof decide di far fare un progetto ai suoi studenti insieme a quelli di Ingegneria informatica ed è risaputo che gli ingegneri siano persone molte strane, a volte poco socievoli e immerse nel loro mondo nel quale è difficile, se non addirittura impossibile, entrare (confermo per esperienza!).

Foto di donterase da Pixabay

A Lavinia viene assegnato, come compagno di progetto, Sebastiano, il più strano e geniale di tutto il corso. Basti dire che, ancora non laureato, già fa mille lavori come programmatore, ma trova anche tempo per i giochi di ruolo, per la moto e per il karate. Lavinia e Sebastiano non potrebbero essere più diversi: lui è timido, ma ha carattere e le idee molto chiare; Lavinia è terribilmente curiosa e, soprattutto, non sopporta di non stargli simpatica, proprio lei che, pur di essere accettata, si è sempre adattata.
Giorno dopo giorno, lavorando insieme a questo progetto, i due finiranno per odiarsi… anzi, per amarsi.
Non posso dire molto di più, perché rischierei di rivelare troppo, essendo la trama molto semplice.

Come ho trovato questo libro? Scialbo a dire il vero. Mi hanno fatto sorridere alcune reazioni di Lavinia e i commenti di Giada, ma è tutto talmente lineare e prevedibile che sono andata avanti a rallentatore almeno fino al capitolo 9. Poi c’è un po’ di “pepe”, generato dall’attrazione che si crea fra i due protagonisti, ma era assai scontato che finisse così.

Un piccolo commento su Lavinia: viene presentata come ragazza adattabile a tutto e quasi sottomessa. A me pare una gran gattamorta, con tanto di medaglia d’oro. Se sarete tra i lettori, capirete cosa intendo.

In sintesi, la storia non mi ha coinvolta più di tanto, rivelandosi una lettura da fare, senza impegno, sotto l’ombrellone. Alla fine mia madre aveva ragione.

Vi aspetto alla prossima recensione e chiudo con un piccolissimo estratto.

Foto di s1601064 da Pixabay

«Quindi, appurato che, per qualche misterioso motivo, tra tutta la gente che hai incontrato nella tua vita proprio quella persona specifica – magari la più imperfetta – è anche l’unica che ti fa battere il cuore, non rimane che seguire l’istinto e lottare. E non perché si è romantici o pratici. No. La verità è che spesso si segue il cuore perché ci si sente una vera schifezza senza quel pezzettino che ci hanno strappato via. Quindi non è questione di scelta. Proprio per niente».

giovedì 22 settembre 2022

Recensione di "Tutto a posto tranne l'amore" di Anna Premoli

Buongiorno a tutti e ben ritrovati su Sàkomar blog! Con questo tempo autunnale in avvicinamento, io - che sono nostalgica - ripenso all'estate appena trascorsa e al fatto che, appena qualche settimana fa, ero ancora al mare, a godermi i raggi di sole e il fragore delle onde sulla spiaggia. Vi porto, quindi, a Milano, dove Anna Premoli ha ambientato "Tutto a posto tranne l'amore".





Trama: Ludovico Paravicini è decisamente prevenuto in fatto di donne, ma chi non lo sarebbe, al posto suo? L'epilogo del suo grande amore è stato infatti davvero infelice. In una parola: divorzio. E per giunta non è stato nemmeno amichevole: Ginevra, la sua ex moglie, anni fa ha fatto armi e bagagli e preteso da lui un lauto assegno di mantenimento, autorizzandolo a pensare il peggio di lei. E adesso Ludovico sarebbe ben lieto di continuare a nutrire questa convinzione. Ma all'improvviso Ginevra ricompare e sembra molto determinata a fargli cambiare idea. A volte capita che le persone che si pensa di conoscere meglio riservino delle sorprese assolutamente imprevedibili. E non è detto che queste sorprese siano negative...

Tutti noi abbiamo vissuto i mesi apocalittici della pandemia, i giorni apparivano uguali tra loro, senza alcun interesse; abbiamo perso di vista i nostri obiettivi, i nostri sogni, pensando che, se già sarebbe occorso tempo per realizzarli in condizioni normali, figurarsi dopo il blocco complessivo causato dal virus. Alcuni di noi non ne hanno risentito, soprattutto chi poteva lavorare in smart working, altri si sono trovati disoccupati. Quelli come me, che avevano necessità di andare in giro per biblioteche, archivi e siti archeologici, hanno forse avuto più tempo per elaborare le proprie ricerche, ma vi erano difficoltà notevoli, talvolta insuperabili, con mille regole da rispettare (compresi i libri in quarantena…).

In tempi di pandemia, essendosi ridotti i rapporti allo zero assoluto, molti si sono affidati alle app di dating (che, personalmente, non userò mai), senza purtroppo abbandonarle una volta tornati alla semi normalità.

Ci sono poi Ludovico e Ginevra, divorziati da 5 anni, che grazie al maledetto covid e alla quarantena, si sono ritrovati. Ne sono accadute di cose assurde e forse la loro storia rientra a pieno titolo in classifica. Ginevra, prima dell’arrivo del virus, aveva ottenuto anche la restituzione dell’assegno di mantenimento che Ludovico le aveva versato. Ma lei, “colpevole” di averlo tradito con un altro, si è messa a studiare, si è diplomata in interior design allo IED e ora è in grado di mantenersi autonomamente. Non ha bisogno di soldi versati dall’ex marito.


Lui è stupito, ma su quella storia che gli ha provocato immensa sofferenza non vorrebbe tornarci… non fosse per sua madre, ancora affezionata alla sua ex moglie, che prende contatti e decide che Ginevra dovrà in qualche modo arredare la casa di Ludovico. I rapporti sono ancora burrascosi, nessuno dei due sa come muoversi perché sembra di camminare sulle sabbie mobili: un passo falso e viene inghiottito. Eppure, tra le brevi uscite al supermercato e le videochiamate per l’assemblaggio dei mobili, Ludovico e Ginevra riescono a fare una cosa che avevano dimenticato e lasciato da parte nel loro matrimonio: parlare con sincerità. Si confessano le sensazioni, le paure, ridono insieme e affrontano le preoccupazioni… attraverso lo schermo del pc, finché il ritorno alla normalità non li costringe a confrontarsi di persona.

E cosa accadrà ai nostri protagonisti? Assurdo da credere, ma in un modo tutto loro, finiranno di nuovo insieme perché l’amore, quello vero, non si cancella mai. A volte ha bisogno di un aiutino laddove i problemi quotidiani minano la serenità, ma il dialogo è fondamentale.

“Tutto a posto tranne l’amore” è un romanzo divertente, con protagonisti ironici, scritto da entrambi i punti di vista, la cui storia è inserita in una cornice attualissima. Finale forse un po' scontato, ma piacevole per una lettura leggera.

Nota negativa: sono molto attenta ai dettagli e, quando mi ritrovo scritto più di una volta “pandemia mondiale” – che è una bella ripetizione – mi prende una fastidiosa sensazione.


Vi lascio con alcune frasi e appuntamento alla prossima recensione!

«È in quel particolare momento, mentre ce ne stiamo in coda su una polverosa strada cittadina, nel bel mezzo di una pandemia, in attesa di poter usufruire del grande privilegio di comprare qualcosa da mangiare nemmeno questo fosse il razionamento dell’epoca comunista, che mi rendo appieno conto della mutevolezza della condizione umana e dei suoi rapporti. Certe onde prima si allontanano e poi ritornano; qualche volta hai il tempo di prepararti al loro arrivo perché sono visibili e le sirene suonano per avvisarti, ma certe altre le onde sono molto più oblique e per questo potenzialmente più pericolose».

«Ma forse è esattamente questo il segreto dell’improvvisazione, mi ritrovo a ragionare: niente regole e zero aspettative. Possono nascere cose meravigliose quando non ci si aspetta nulla».

lunedì 9 settembre 2019

Recensione di "Un giorno perfetto per innamorarsi" di Anna Premoli

Buonasera amici! Eccomi tornata con il terzo e ultimo libro del mese di agosto. Lo so, durante gli anni precedenti ho sfogliato decisamente molti più romanzi, ma come già anticipato nei precedenti post, è stato un periodo particolarmente stressante, invece che rilassante come dovrebbe di norma essere una vacanza.



Trama: Kayla Davis è una donna "metropolitana". Di New York ama tutto: il traffico, il caos, le folle. Nota per il suo sarcasmo e le sue relazioni mordi e fuggi, Kayla aspira a diventare un'affermata giornalista. Anche se al momento si accontenta di scrivere recensioni sui posti più alla moda della città. L'occasione di fare il salto arriva quando il suo capo decide di mandarla in una sperduta cittadina dell'Arkansas, per preparare un pezzo di rilievo nazionale su un argomento del tutto particolare… Kayla coglie al volo la proposta e, abbandonata l'amata New York, prova a inserirsi nella vita di Heber Springs. L'impatto non è dei migliori: le sue scarpe tacco dodici, preferibilmente blu elettrico, mal tollerano le polverose zone dell'America del Sud, il suo temperamento frenetico mal si adegua alla calma di un posto dove tutti si conoscono. Ma soprattutto, Kayla non pensava di dover fare i conti con la comparsa di Greyson Moir. Ce la farà Kayla a dimostrare quanto vale?


Kayla è la tipica donna in carriera newyorkese, sempre in movimento, amante della vita frenetica, degli aperitivi a tutte le ore del giorno e della moda, nonché degli uomini belli e disinteressati a una relazione che duri più di una notte. È una giornalista, lavora per il New York Times e il suo capo la invia nella piccola cittadina di Heber Springs, in Arkansas, per riuscire a "indagare" sull'estrazione dello shale gas e sulle concessioni. 


Sarà per poco tempo, prosegue a ripetersi Kayla non appena arriva nel piccolo centro, dove già abita l'eccentrica zia Jill dai capelli colorati di blu, esattamente come i tacchi a spillo che la ragazza decide di indossare… quelle stesse scarpe notate, sin dal primo momento, da Greyson, l'affascinante e misterioso uomo per cui tutti farebbero di tutto. Quel Greyson che è anche il sindaco di Heber Springs. L'attrazione tra i due è esplosiva a cominciare dai primi sguardi e dai primi scambi di battute. Peccato che Kayla e Greyson la pensino in maniera diametralmente opposta sull'amore: se per lei l'amore quasi non esiste ed è meglio lasciarsi andare a relazioni occasionali per puro e semplice divertimento, Greyson è invece il classico bravo ragazzo, quasi un principe azzurro, che vuole amare ed essere ricambiato per costruire insieme alla sua donna un solido futuro. Ma com'è possibile che dietro quegli occhi incredibilmente azzurri, i muscoli ben allenati e quel bel viso si nasconda un uomo tanto profondo? Kayla non riesce a darsi pace e, tralasciando lo scopo lavorativo per cui si era trasferita in Arkansas, parte alla conquista di Greyson, per mettere alla prova sia l'affascinante sindaco che nessuna riesce a sedurre, sia se stessa. Questo pericoloso gioco le costerà però molto caro… perché a volte con il fuoco ci si ustiona, non solo con quello della passione, ma anche e soprattutto con quello dell'amore. 


Nonostante abbia apprezzato moltissimo il personaggio di Kayla con le sue battute brillanti e scene comiche talvolta degne di una Bridget Jones alla moda, il romanzo non mi è piaciuto e ho fatto fatica a terminarlo. Forse ne ero stata attratta inizialmente, ma la narrazione si svolge sempre nello stesso identico modo: Kayla e Greyson che si incontrano, si piacciono, si attraggono, giocano l'uno con l'altro, si lasciano e si riattraggono come due calamite, fin poi a cedere in un ritmo snervante di serate passionali che prendono il via solo a partire dagli ultimi capitoli. È chiaro però sin dalle prime righe l'intento di questa storia senza colpi di scena. 


Purtroppo già il nome Greyson mi aveva condotto sulla via dell'allarme, della serie "Ecco il nuovo Mr. Grey delle costanti Cinquanta sfumature" che ormai tutte le autrici riprendono per avere un nutrito pubblico femminile. La mia ipotesi è stata confermata. Certo, qui abbiamo un Greyson scottato che cerca una relazione seria e che pratica addirittura l'astinenza, mentre la parte della donna assetata di contatto fisico la gioca lei, ma alla fin fine è sempre verso un vortice di sesso sfrenato che si vuole arrivare. La stessa menzione – non dirò in quale contesto – del celebre libro non fa altro che deporre a favore del fatto che il romanzo di Anna Premoli echeggi le "Cinquanta Sfumature", oltre a riprendere le mode del momento verso Outlander e la passione da teenager per attori del calibro di Ryan Gosling.

Cercavo una storia leggera, divertente, ma anche meno scontata. Un vero peccato.
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