book

domenica 4 settembre 2016

Recensione di "Mansfield Park" di Jane Austen. Si torna sul blog!

Buonasera e buona domenica, cari lettori! E' da circa un mesetto che il blog e la pagina Facebook sono stati fermi, ma la proprietaria - ovvero la sottoscritta - era davvero stanchissima e necessitava di una vacanza. Come avete trascorso i vostri giorni di pausa estiva? Avete avuto la compagnia di qualche libro? Per quanto mi riguarda, ovviamente sì. Penso di non averne mai divorati tanti. E' bello poter avere la mente libera da altri impegni per almeno un po' di tempo, accantonare il "lavoro" (vorrei lo fosse un lavoro nel vero senso del termine... in realtà, sono nel limbo tra la fine della stesura della tesi dottorale e la discussione in data indefinita) e dedicarsi anche ad altro.
Ora però è giunto il momento di tornare attiva e perciò eccomi qui.
Al mare con me ho portato come primo romanzo "Mansfield Park" di Jane Austen che avevo iniziato a leggere qui a Roma.


Trama: Fanny Price è diversa da tutte le altre eroine di Jane Austen: non ha il senso dell'umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, e nemmeno la consapevolezza di Elinor Dashwood o l'irruenza di sua sorella Marianne. Fanny è tutta buon senso, umiltà, riservatezza e vulnerabilità. è il personaggio più passivo del romanzo, eppure dal punto di vista dell'azione morale, Fanny è la più attiva perché è l'unica che riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva fin dal principio.Nella sua immobilità, è un personaggio chiave, simbolo di quel mondo di pacata quiete e solidi valori che era l'Inghilterra rurale del primo Settecento, contrapposto alla frenesia e dinamicità di una Londra ormai alle soglie della Rivoluzione industriale. Con Fanny, Jane Austen disegna il ritratto di un'eroina positiva non per abbondanza, ma per difetto di qualità mondane: un'eroina che fa dell'immobilità la propria forza, e vince senza fare nulla.

Sono una lettrice relativamente giovane in materia “Jane Austen”, nonostante adori la letteratura inglese, una delle mie materie preferite al liceo. Dell’autrice ho letto, al momento, solo “Orgoglio e Pregiudizio”, apprezzandone lo stile narrativo e il carattere di Lizzie, frizzantino e contemporaneo. “Mansfield Park” è il secondo romanzo della Austen che leggo, volendo interrompere per un po’ la lettura di romanzi della mia epoca e volendo accrescere la mia cultura letteraria.
La Austen effettua un cambiamento in questo romanzo: se in “Orgoglio e Pregiudizio” le parole si susseguivano in un incessante fiume in piena, quasi impazienti di introdurre il lettore nel rapporto controverso tra Elizabeth e Darcy, in “Mansfield Park” lo stile è più pacato e lento, atto a voler presentare il contesto quotidiano in cui si svolgerà la storia.
Fanny Price, la protagonista, è una bambina docile e molto molto timida, cresciuta con la famiglia degli zii, insieme ai due cugini Tom ed Edmund, e le due cugine Julia e Maria. Fanny proviene da una famiglia molto numerosa e piuttosto povera, quindi giunta a Mansfield Park viene istruita come una persona dell’alta società.


Julia e Maria sono viziate e adulate da Mrs. Norris, zia in comune, che svolgerà il ruolo di educatrice/tata. Si evidenzia il netto stacco tra le due cugine, sempre considerate migliori e sostenute in questo dalla zia Norris, e la povera Fanny, ritenuta notevolmente inferiore in ogni campo. Tutto ciò cambia quando le due ragazza lasciano casa: Julia fugge con il suo pretendente, mentre Maria si sposa. Finalmente anche Fanny viene notata per il suo valore e apprezzata sia dallo zio Bertram che da sua moglie.


Le figure cui Fanny è più affezionata sono William, suo fratello maggiore, l’unico nella sua “tribù” di fratelli e sorelle che la consideri e la protegga, e Edmund, il cugino che ha quasi un ruolo di “mentore” e consigliere, amico e fratello quando Fanny va a vivere con i Bertram. E sarà proprio questo crescente affetto a mutare in amore nel cuore di Fanny. Il sentimento sarà però tenuto ben nascosto, soprattutto quando Edmund inizia a corteggiare Mary Crawford. Allo stesso tempo Henry Crawford, notoriamente dongiovanni, inizia a corteggiare Fanny, causando il suo dispiacere nel non poterlo corrispondere. Il dispiacere durerà ben poco però perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio…
La Austen offre uno spaccato dell’alta società inglese tra tenute magnifiche, ville e balli, mezzi principali per conoscersi. È un tempo, quello di Mansfield Park, apparentemente così lontano dal nostro, eppure abbastanza vicino in termini storici. 


L’autrice sottolinea l’immenso divario tra l’agiatezza e l’ambiente culturalmente elevato di Mansfield e la povera dimora dei Price, adottando l’espediente di far tornare Fanny per 3 lunghi mesi a Porthsmouth, dove troverà un padre egoista che pensa solo ai suoi affari e a bere, senza curarsi nemmeno di salutarla; sua madre, per la quale Fanny appare come una dei tanti figli che ha partorito; i fratelli che, non avendola quasi mai vista, la considerano come un’estranea. Solo Susan e William la faranno sentire appartenente ai Price perché, in cuor suo, Mansfield è casa sua, così diversa dalla disordinata, piccola e sporca dimora di Porthsmouth. Lei, con maniere tanto raffinate, non tollera e non comprende più la sua “rozza famiglia”. Ci sono poi gli “scandali” derivati da matrimoni esclusivamente vantaggiosi, stretti per via della dote e non per amore che condurranno le redini del discorso.


Si percepisce una forte differenza tra Fanny e Lizzie, protagonista di “Orgoglio e Pregiudizio”. Mentre Lizzie è frizzante, ribelle, pungente e ovviamente orgogliosa, Fanny è il suo opposto, docile, pacata, timida, sottomessa. Entrambe sono donne forti, ma affrontano la vita diversamente: Lizzie è diretta, Fanny invece attende gli eventi. Tuttavia non mi sento di condannare totalmente Fanny Price perché è comunque reduce da una situazione particolare e, talvolta, ha avuto tutta la mia comprensione. È difficile emergere e far capire, specie in una famiglia numerosa, di pensarla diversamente da tutti gli altri, di avere un altro carattere e di non essere solo un numero.


Tra passeggiate placide per i campi, balli, sussurri e occhiate, pettegolezzi e frivoli passatempi borghesi come l’organizzazione di una rappresentazione teatrale, i giorni scorrono a Mansfield.
Nonostante la trama non sia malvagia, devo ammettere che questo romanzo mi ha annoiata in molte sue parti, in cui sono stati fatti eccessivi giri di parole corredati da una basilare lentezza nello svolgersi degli eventi.
Tuttavia Jane Austen è un pilastro letterario e come tale la ammiro tantissimo. Leggerò le altre sue opere (magari “Sense and sensibilità” oppure “Persuasione”, o ancora il gotico “Northanger Abbey”), scoprendo altri tasselli cronologici e abitudinari della società di fine ‘700-inizi ‘800.
E infine, avendo scoperto che di "Mansfield Park" esiste il film, lo guarderò ovviamente.

Al momento è tutto. Nei prossimi giorni seguiranno tantissime nuove recensioni! Buona serata!

Nessun commento:

Posta un commento

sito