Ho ripreso a scrivere e la mia vena creativa è anche buona, solo che giunge in notturna e dopo un po' mi coglie il sonno. Ahhh non ho più i miei 20 anni... i 26 si fanno sentire.
La smetto anche di parlare come una vecchia decrepita, d'accordo, però farò una delle mie solite riflessioni pseudo colte e pseudo filosofiche.
Stavo studiando etruscologia oggi pomeriggio, dopo essermi "deliziata" con protostoria e con ogni metodo per ricordarmi le varie suddivisioni temporali. Dunque, gli Etruschi. Leggevo su di loro notizie sull'economia, sui loro prodotti, sulla loro società, sulle città e mi facevo domande. Non è la prima volta che studio la materia. Venni a conoscenza di questo popolo che mi fece parecchia simpatia già in terza elementare e rimasi folgorata dal Museo di Villa Giulia e dalla visita a Tarquinia e Cerveteri (eh sì, ero pazza sin da piccola per l'archeologia. Avrebbero dovuto fermarmi prima... ormai è troppo tardi).
Riflettevo sui loro commerci e mi dicevo "erano evoluti"; osservavo le loro case e dicevo "erano evoluti"; leggevo a proposito della loro società e della posizione della donna e dicevo "erano molto evoluti". Poi arrivò Roma e pose fine a tutto questo, assorbendone la civiltà, facendo propria la loro cultura, soppiantandoli, facendoli divenire leggenda. Ecco, i Romani fanno la parte dei barbari (lo so che qualcuno non sarà d'accordo, ma leggete la storia. Di fatto è così). Sempre a zonzo a fare guerre e ad ammazzarsi, a conquistare. Gli Etruschi erano molto più pacifici per quanto ne sappiamo, la loro arte era a dir poco meravigliosa, la loro concezione della vita e della morte molto positiva. Non che gli Etruschi non abbiano combattuto battaglie, ma certamente non erano i Romani. Ok, non so se questo è solo un delirio serale post studio moooolto intensivo, però queste sono state le mie impressioni.
E vi dirò, non sono terminate qui. Passiamo alla mitologia che era di fatto la loro religione. Gli dèi si chiamavano in modo diverso, ma erano gli stessi dei Greci e dei Romani. Ecco, mi sono domandata quanta verità ci sia dietro a questi che noi chiamiamo "miti".
Non vorrei essere scomunicata per quanto sto per scrivere, ma poniamoci nell'ottica futura. Io sono un'umana che ritrova la Bibbia. Per qualche motivo catastrofico (incendio, terremoto, alluvione, perdita di banche dati in generale) i dati archeologici sugli scavi e le indagini che in passato furono effettuati sono andati persi. Io quindi non ho nulla di concreto davanti a me a parte quel libro, di cui so che era sacro per i fedeli delle religioni monoteistiche più importanti, Ebraismo e Cristianesimo, e qualche resto archeologico di cui non so dare interpretazioni affidabili.
Poniamo che per qualche assurdo motivo anche di sacerdoti non ve ne siano più molti e che questi non abbiano più le solide basi che invece avevano milioni di anni fa. Come leggerò, io umana del futuro, un libro come la Bibbia? Conosco alcune storie, ma non ho prove, non ho scritti a parte quello che tengo tra le mani e che ha avuto peraltro molte revisioni, traduzioni, etc. Mi sembrerà tutto molto strano e mitologico a volte. Mi viene in mente Balaam perchè su di lui ho fatto diversi studi, tra cui la tesi di laurea magistrale. Nel Vecchio Testamento (nel libro di Numeri per la precisione) è un profeta maledetto. Già al nostro tempo si crede comunemente che tale Balaam non sia realmente una figura storica, ma un personaggio inserito per dare un anticipo di ciò che sarà, dell'avvento del Signore. E tutto questo sarebbe vero e sarebbe una credenza comune se non fosse per l'esistenza di un'epigrafe in un luogo sperduto nella Trans Giordania, Deir Alla, che lo nomina. L'epigrafe parla di argomenti che addirittura precedono la religione Ebraica, il cui ceppo originario era nientedimeno che politeistico, ma non starò qui a rivoluzionarvi la vita, che già io sono tanto "sconvolta" di mio. Per dire che senza una minima testimonianza scritta e certa, ogni cosa diventerebbe leggenda (e anche lì, bisognerebbe porre attenzione alle falsificazioni e ad ogni genere di inganno). Magari tra un miliardo di anni, quando di Balaam rimarrà solo il suo nome nella Bibbia e l'epigrafe sarà scomparsa, così come gli studi ad essa relativi, il profeta diventerà un qualche strano dio capace di prevedere il futuro.
Intendiamoci, io sono una credente, ma mi sto solo ponendo nell'ottica della studiosa e a volte conciliare fede e ricerca è davvero complesso perchè si rischia di passare per atei.
Tornando al mio ragionamento, faccio un passo ora nel passato. Sono sempre un'umana, una Romana di epoca augustea (ammesso che sapessi leggere e che lo potessi fare... essendo una donna la vedo difficile, ma comunque tralasciamo il particolare), che ha davanti a sè le Tavole di Pyrgi, o un qualsiasi altro testo etrusco, in cui si parla di rituali, spiritualità, etc., in cui vengono nominati questi dèi, stranamente simili ai miei.
Della loro casta sacerdotale sono rimasti pochi elementi che si trovano a corte per interpretare segni nelle viscere di animali o nel volo di uccelli, o ancora nei fulmini. Le rare persone che hanno una minima conoscenza degli Etruschi, perchè magari sono loro lontani discendenti, si ricordano poche nozioni, imprecise, che si avvolgono tra loro fantasie e realtà, creando una sorta di leggenda e di mitologia.
Tutto ciò per dire cosa? Possiamo stabilire con sicurezza che Fufluns e Timnia non siano veramente esistiti? Su quale base stabiliamo che essi fossero solo dèi, esseri sovrannaturali confinati chissà dove, cui gli Etruschi avevano attribuito svariati poteri e caratteristiche?
Voglio dire, in assenza di prove concrete scritte, la tradizione orale può aver tramandato ciò che vuole, modificando a piacimento del soggetto che riceve e comunica, aggiungendo o sottraendo elementi importanti, magari storici. Potrebbe essere benissimo possibile che Timnia, dio del fulmine, corrispondente con Zeus/Giove, sempre rappresentato seduto su un trono, con barba fluente e fulmine in mano, fosse in realtà un potente sovrano (e il suo fulmine fosse uno scettro), cui la tradizione ha affibbiato poteri sovrannaturali e discendenze a volte assurde (perchè forse si era perso il filo).
Dietro quella che noi chiamiamo "mitologia" potrebbe esserci della storia che la mente umana ha offuscato con le sue fantasie primitive e con quelle tipiche di "chi racconta una storia dell'orrore intorno a un falò sulla spiaggia".
Così, darò i nomi comuni Greci e Romani per intenderci meglio, Nettuno/Poseidone potrebbe essere il sovrano di qualche paese circondato dal mare, con una flotta abile nella navigazione, per tale motivi chiamato "Re dei sette mari". Efesto poteva essere uno dei migliori fabbricanti di armi, un fabbro; Diana una semplice cacciatrice, molto abile, abitante di una foresta; Ares/Marte, il famoso dio della guerra, avrebbe potuto essere un temibile comandante di un esercito, e così via. Su di loro si sono tramandate storie, vicende, che poi con il tramandarsi della tradizione orale sono divenute leggende e addirittura religione.
E' ovvio che quanto sto dicendo potrebbe corrispondere al vero, ma nessuno potrà mai dimostrarlo. Le fonti che abbiamo già rivelano questi personaggi come dèi, perchè la tradizione era ormai stata assimilata dai popoli maggiori, però vorrei far riflettere... se questi "dèi" fossero davvero esistiti (ragionando come un Greco o un Romano o un Etrusco), con tutte le vicende sulla creazioni, anche gli uomini protostorici avrebbero dovuto perlomeno rappresentarli. Certamente uomini così speciali avrebbero dovuto essere ritratti al posto di cavalli, buoi, animali da caccia, etc. Invece non ci sono. Beh, a meno che la loro esistenza non sia di transizione tra l'epoca protostorica e l'apparizione della prima traccia di scrittura che dà il via convenzionale alla storia, questi dèi potrebbero essere solo alcuni dei primi uomini veramente speciali, con doti che gli altri non avevano o non erano ancora riusciti ad apprendere e per questo considerati magici.
Ho delirato abbastanza, ma spero il mio ragionamento abbia avuto un filo logico.
Bene, dopo questo poema che di per sè costituisce altre pagine di mitologia contemporanea, vi auguro buona notte!
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