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lunedì 16 dicembre 2019

Recensione di "Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull'amore" di Massimo Recalcati

Scrivo in notturna, mentre noto che sui vetri si forma la condensa. E' freddo fuori, siamo ormai a dicembre, le luci inondano le strade del centro di Roma, ma come sempre il Natale si sente meno. Eppure dovrebbe essere una festività calda, felice, con un pizzico di dolcezza, mi ripeto. Ma io sono la prima a non avvertire nulla di tutto ciò. Anche per il Natale, forse, esiste un tempo per viverlo appieno. Non basta il giorno in sé, ma occorrono vari elementi e bisogna far sì di possederli tutti per tornare a pensare che si tratti di un periodo magico.

Passeggiando, dunque, per Roma, qualche giorno fa, sono entrata in libreria. C'era gente che iniziava a radunarsi per la presentazione di un libro. A me invece interessava solo un po' di silenzio e l'odore di carta. Cercavo ispirazione nelle copertine nuove, nelle immagini che si susseguivano evocative finché, non trovando nulla che facesse al caso mio, mi venne alla mente una lettura, "Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull'amore" di Massimo Recalcati. Ricordavo perfettamente la foto di un uomo e una donna d'altri tempi che si tenevano per mano, guardandosi negli occhi, seduti nel vagone di un treno.
Nonostante non sia proprio nel mio miglior momento romantico, ho deciso di acquistarlo e leggerlo per cercare spiegazioni, più che risposte. Queste ultime può averle solo il singolo a seconda della propria esperienza.


Trama: Perché “ancora” è la parola dell’amore. Chi ha detto che l’empatia sia necessaria per fondare una buona relazione? Che l’amore sia anzitutto dialogo? E se quelle del “dialogo” e dell’“empatia” fossero delle parole d’ordine finalizzate proprio a scongiurare l’alterità dell’Altro, la sua radicale e irriducibile differenza, il suo essere straniero? Se la condizione di ogni amore non fosse dialogo ma l’incontro con un segreto indecifrabile, con un mistero che resiste a ogni sforzo empatico? Lacan affermava che il rapporto sessuale è impossibile, è sempre fallito. Non posso mai sentire quello che l’altro sente, confondermi, coincidere, essere lui. Ma è proprio dall’esperienza di questo fallimento che diviene possibile l’amore come amore per l’eteros. Si tratta di provare a condividere proprio l’impossibilità di condividere il rapporto. Se ti amo non è perché dialogo con te ma perché in te c’è qualcosa di te e di me che mi sfugge, impossibile da raggiungere. Scopro, cioè, in te un segreto che mi supera e si distanzia da ogni empatia possibile. Per questo Lacan identificava l’amore con la donna, se la donna è – come è – il nome più radicale del segreto impossibile da decifrare. In una ricerca intima e profonda, Massimo Recalcati indaga il miracolo dell’amore, il sentimento più misterioso di tutti. “La fedeltà non è una prigione, né una gabbia,” spiega, “se si trasforma in un sacrificio bisogna liberarsi. La fedeltà diventa una postura dell’amore perché trasforma lo stesso in nuovo, non c’è bisogno di andare altrove per trovarlo. Come quando guardiamo un’alba sorgere: l’abbiamo vista mille volte ma non ci stancheremmo mai di ammirarla, ogni volta ci appare diversa, nuova.”

Ricordo che Erri de Luca, nel suo libro "I pesci non chiudono gli occhi", scrisse riguardo la bellezza del verbo "mantenere". E qui Recalcati "Mantiene il bacio". Come si può mantenere un gesto tanto dolce, passionale, intimo come il bacio? Come si riesce a mantenere il legame che si crea tra due anime tramite il contatto dei corpi, delle bocche, delle lingue?

«Il bacio è forse l'immagine che, più di ogni altra, condensa la bellezza e la poesia dell'amore. [...] Se non c'è amore senza dichiarazione, non c'è amore senza bacio».


Mi tornano in mente anche i tempi andati, quando ero solo una studentessa delle scuole medie e il nostro professore di religione (eh sì) ci parlò della differenza tra tanti tipi di amore. Ci chiese "Ragazzi, quale dei due è il vero amore: quello dei genitori verso un figlio, o quello di una donna verso un uomo?".
Non ci pensai su due volte. Avevo le idee precise tanti anni fa, forse perché ero giovane e ancora non avevo incontrato chi davvero mi avrebbe far potuto battere il cuore, per poi puntualmente spezzarmelo. 
Risposi io: "Quello di una donna verso un uomo".
Il professore sorrise e mi chiese perché. Ero timida, già era un passo avanti l'aver alzato la mano per rispondere, dato che tendevo a confondermi con l'ambiente circostante. 
Proseguì lui: "L'amore di una madre per un figlio si chiama affetto; quello di una donna per un uomo è un amore intenso, diverso".
Ovviamente non andò oltre. Forse ai tempi d'oggi avrebbe persino iniziato una lezione di educazione sessuale, ma all'epoca no, ancora si tendeva a rimanere piuttosto neutrali in merito a certi discorsi.
E' proprio qui, però, che si inseriscono le riflessioni di Massimo Recalcati. Il bacio è l'inizio di tutto quel che si può chiamare amore nel vero senso della parola. Ogni bacio è una silenziosa dichiarazione d'amore, un "ti amo" scaturito dal cuore. Ed è il bacio d'amore quello che si ricorda chiudendo gli occhi, rivivendo ogni singola sensazione, ogni istante trascorso a intrecciare il proprio essere con l'altra persona, a respirare il respiro dell'altro.


Il bacio non unifica. Mantiene, infatti, due corpi separati, due entità distinte che trovano, in quel momento così intimo, un'intesa. E' proprio questo, però, la premessa per un amore probabilmente duraturo. Solo ed esclusivamente questa. 
L'amore non deve essere possessivo, altrimenti sfocia nella violenza; l'amore non deve annullare l'altro, ma lasciare all'altro la propria individualità e libertà; l'amore non deve riversarsi solo ed esclusivamente sui figli, ma deve proseguire ad essere provato per il partner, mentre si sarà consapevoli del legame filiare che, un giorno, si spezzerà, regalando indipendenza; l'amore è desiderio, brucia, ustiona e dura a lungo... ma forse non è per sempre, come tutti vorrebbero farci credere a cominciare dalle promesse matrimoniali; l'amore è anche separazione, laddove è meglio non farsi più del male e proseguire la propria vita singolarmente.


Non si possono tenere lezioni sull'amore. Questa è la premessa di Massimo Recalcati, ma ci si può solo limitare a riflettere, a cercare di capirne i meccanismi che hanno comunque e sempre una logica diversa a seconda della persona. L'amore è soggettivo e, proprio per questo, sempre differente. L'amore prima o poi capita a tutti ed è bello viverlo, che duri o meno. Forse siamo fatti per amare e l'amore «ci salva ogni volta dalla ferita del mondo».

«Mantengo il bacio nel buio della notte e nella luce del giorno. Lo mantengo nel tempo che passa. Lo mantengo nel furore acceso del mondo, nella sua ferocia. Gli amanti scavano il loro nascondiglio, la loro pace nella guerra, nell'infinito dolore dell'essere. Quando si baciano spengono il rumore del mondo, infrangono la sua legge, sequestrano il tempo dal suo movimento ordinario. Cadono insieme nelle loro lingue distinte e abbracciate».

sabato 2 maggio 2015

Recensione di "La probabilità statistica dell'amore a prima vista" di Jennifer E. Smith

Buongiorno amici, come state? Avete qualche bella lettura in cantiere?
Io sono di nuovo sommersa di romanzi da leggere e, tanto per cambiare, ho poco tempo per dedicarmici. Nonostante ciò, come dicono le signore di una certa età, "si va avanti"!
Ieri sera ho terminato di leggere un romanzo che avevo acquistato un po' per caso, soprattutto perché il titolo mi faceva ridere e mi appariva troppo lungo: "La probabilità statistica dell'amore a prima vista" di Jennifer E. Smith.


Trama: New York, aeroporto JFK. Basta una serie di minuscole coincidenze perché Hadley perda l'aereo che dovrebbe portarla a Londa, al matrimonio di suo padre. Non che le dispiaccia più di tanto visto che lei, a quel matrimonio, nemmeno ci voleva andare. E ora eccola lì, davanti a un check-in deserto, con la valigia in mano e un groppo in gola. L'aereo è decollato da soli quattro minuti e Hadley non può far altro che aspettare il volo successivo. Ma proprio in quel momento i suoi occhi si incontrano in quelli di Oliver, il ragazzo più carino che abbia mai visto. Un sorriso, qualche battuta e Hadley e Oliver si ritrovano seduti vicini, a chiacchierare come se si conoscessero da sempre. Quando il volo atterra, i due si scambiano un bacio appassionato prima di perdersi nella folla del ritiro bagagli. Sembra la fine di un idillio destinato a durare solo poche ore... e invece Hadley e Oliver si ritrovano. Nel posto più inaspettato di tutti, perché l'amore è sempre inaspettato. Un romanzo straordinariamente romantico, un caso editoriale internazionale da cui verrà tratto un film.

Romantico, non c'è che dire. E dolce, come solo l'amore adolescenziale può essere, nonostante l'età dei protagonisti sia di 19-20 anni. 
Un abito da provare, un libro da prendere, una discussione con la propria madre, un aereo che infine decolla... tutti fatti incidentali, con un certo gradiente di fastidio, che non se non fossero accaduti non avrebbero fatto incontrare Hadley e Oliver. Quando si dice il destino...
Oliver è il tipico ragazzo misterioso e affascinante, spiritoso, che nasconde qualcosa di triste dietro quella sua vena ironica. Hadley è una ragazza come tante, che sotto sotto sogna l'amore romantico.
E infatti viene subito sorpresa dall'atto cavalleresco di Oliver che le porta la valigia e passa del tempo con lei, prima e durante il volo. C'è complicità tra i due, sin dal primo scambio di battute e una percepibile vicinanza dei loro cuori. 



Hadley riesce a non avere paura dell'aereo (come la capisco!) e persino a ridere mentre si avvia verso quella che sarà una delle più brutte giornate di sempre: il secondo matrimonio di suo padre, con Charlotte, una tipa che non conosce e che l'ha tempestata di messaggi per far sì che fosse presente.
Di Oliver si conoscerà qualcosa solo dopo l'arrivo nella piovosa Londra, ma non voglio anticipare nulla. Dico solo che, dietro la sua ironia, nasconde appunto una nota di tristezza per un passato e un presente che non sono proprio il massimo per un ragazzo. Sia quella di Hadley che quella di Oliver sono storie legate alla famiglia e in particolare alla figura del padre che, per motivi diversi, viene disprezzata dai propri figli. Hadley lo perdonerà... per Oliver sarà un po' più difficile.
Ad unirli sarà anche un libro speciale di Charles Dickens, " Il nostro comune amico", la cui trama (sono andata a leggerla) rivelerà un piccolo dettaglio sulla vita di Oliver. E secondo me l'autrice non ha scelto il nome del nostro co-protagonista maschile a caso, ma si è ispirata proprio al piccolo Oliver Twist, protagonista di uno dei più famosi romanzi di Dickens.



E' affrontato soprattutto un tema: quello della separazione "forzata" tra figli e genitori. Nella società odierna i divorzi sono all'ordine del giorno purtroppo. E l'amore che fine fa? Finisce tutto? Un figlio non è forse frutto di quell'amore che c'è stato tra due persone? Ma soprattutto, dal "colpo di fulmine" o amore a prima vista può nascere una vera e propria storia destinata a durare?
Da quello che l'autrice fa intendere la scintilla in aeroporto tra Hadley e Oliver sarà proprio l'inizio di un rapporto speciale.
Consiglio questo libro. E' molto carino e scorrevole, con note dolci, a tratti malinconiche, adatto a chi ha voglia di sognare.
Unico aspetto che non mi è piaciuto è il tempo della narrazione. L'autrice usa il presente che a me non soddisfa appieno. 
Per il resto, direi di provare a prendere un aereo per Londra e attendere il proprio vicino di posto. Potrebbe essere proprio l'anima gemella. In fondo: <<Le probabilità che due persone si innamorino a prima vista sono del settantadue per cento superiori in un aeroporto che in qualsiasi altro posto>>.




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