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giovedì 28 novembre 2013

Recensione "Il richiamo della foresta", "Batard" e "Accendere un fuoco"

Buonasera amici! Questa settimana di fuoco sta per finire e attendo con ansia sabato e domenica per riposarmi.
Il gelo ha invaso l'Italia, ma mentre su tutto il territorio nevica, a Roma fa solo tanto tanto freddo. Cappotto, guanti, sciarpa, cappello (non l'ho mai indossato e sono arrivata a portarlo sempre con me!) servono a poco, soprattutto quando si alza quel venticello siberiano insopportabile.
In tutto questo, diciamo che l'atmosfera ha aiutato notevolmente a terminare la lettura del libro "Il richiamo della foresta" di Jack London, unito ai due racconti "Batard" e "Accendere un fuoco".
Non dirò nello specifico la trama dei tre (se volete andate a guardarla per il web), ma darò le mie impressioni. Dunque, è inevitabile che la mia mente eternamente fantasiosa e collegata in qualche modo con il mondo dei cartoni, essendo questi ultimi una delle mie passioni, abbia pensato immediatamente alla storia di Balto, che poi nella realtà l'eroe canino si chiamava Togo (andatevi a vedere la storia precisa).



Il protagonista di "Il richiamo della foresta" è Buck, cane delle terre del sud, un meticcio dall'aspetto lupoide e dalle dimensioni di un San Bernardo (è mezzo San Bernardo e mezzo Pastore scozzese... ovvero un Collie, Lassie per intenderci) che da una vita tranquilla, passa immediatamente ad essere venduto, maltrattato e infine ad essere usato come cane da slitta, passando di proprietario in proprietario, affezionandosi e poi subito perdendo fiducia nell'uomo, finchè non incontra "quello diverso", John Thornton per cui proverà un vero sentimento di amicizia e devozione.
Durante il racconto, si assiste alla crescita del personaggio attraverso la sofferenza, la civilizzazione e infine il risveglio dell'istinto lupesco. Il lettore si sente lupo, gli sembra di correre tra la neve alta, affondando le zampe, annusando l'aria gelida e l'odore delle conifere, azzannando conigli e combattendo per predominare.
L'istinto lupesco, proprio come nel cartone di Balto è rappresentato da un lupo, in questo caso grigio, che Buck incontra verso la fine del racconto e che lo condurrà ad essere capobranco.



Ho avuto l'impressione che nei vari cani che Buck incontra e che diventano a volte suoi collaboratori, a volte suoi nemici giurati, l'autore abbia avuto l'intenzione di nascondere dietro l'aspetto animale delle persone. I cani sono talmente ben descritti con un carattere definito che mi pare strano aver inventato totalmente.
In Batard, racconto notevolmente più breve, ritorna l'istinto lupesco che in questo cane metà husky e metà lupo si fa sempre più vivo (mentre lo leggevo, mi veniva continuamente in mente la frase detta dall'oca, zio Boris, in Balto "Non è cane, non è lupo. Sa soltanto quello che non è"). Mentre Buck aveva in qualche modo conosciuto l'uomo dal punto di vista affettivo, provando dei sentimenti verso di lui, Batard rimane sospettoso e distaccato, nemico del suo stesso padrone. E il padrone prova lo stesso per lui.
Infine "Accendere un fuoco" è un racconto triste, in cui il gelo e la natura sono certamente più potenti dell'uomo stesso che, piccolo essere qual è, non riesce a dominarli. L'uomo finirà per soccombere e qui il cane, invece che essere rappresentato come amico fedele, è diventato una creatura approfittatrice, priva di qualsiasi sentimento positivo verso il padrone.



E' stata una bella lettura. I classici dovrebbero essere letti più spesso e io stessa mi rammarico di averne letti pochi, purtroppo non per colpa mia. Solitamente, almeno una buona parte, andrebbero esaminati durante il periodo scolastico... e il mio passato non è di certo dei più rosei dal punto di vista dell'istruzione superiore. Sto recuperando però. Tra i classici di prossima lettura ci sarà "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen, seguito dal "Diario di Mr. Darcy" che è stato scritto da poco invece, e da "Il Gobbo di Notredame" di V. Hugo.
I libri sono lì che mi attendono... e in realtà anche il mio aspetta di essere scritto. Ultimamente ho dovuto interrompere troppo spesso la stesura per causa studio. Spero che prossimamente potrò dedicarmici di più, anche se a volte mi viene da pensare, negativamente, che è un lavoro inutile se tanto non verrà letto perchè ancora non pubblicato con nessuna casa editrice degna di tale nome. Vabbè speriamo...
Auguro una buona notte e sogni d'oro!

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