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sabato 6 dicembre 2014

Quando "Romeo e Giulietta" innescano profonde riflessioni...

Buona sera amici, o forse dovrei dire buona notte.
Sono mancata molto sul blog, lo so. Come al solito sto dedicando interamente il mio tempo a un lavoro per cui non sono pagata, ma per il quale vado avanti con passione e amore.
Si può amare così tanto una materia? Anni fa avrei risposto di no, dando del folle a chi me lo avesse chiesto. Ora però dico di sì. E forse insieme all'amore c'è anche la testardaggine, soprattutto quella anzi.
In un paese che sta andando a rotoli, in cui gli archeologi contano meno di niente e in cui solo i raccomandati vanno avanti, c'è ancora gente come me che non vuole lasciare il suo lavoro in mano a persone corrotte, che non vuole emigrare in altri stati in cui di archeologia c'è poco o niente. Ci sono persone che vogliono lavorare e che hanno stretto i denti per anni, piangendo e proseguendo a farlo, pur di raggiungere il proprio sogno: quello di conservare il passato, le nostre radici, di perpetuare la storia dell'uomo anche se, molto spesso, non c'è nulla di nobile nelle sue azioni.
Non nego che ultimamente mi sia ritrovata a ritenere che l'uomo non meritasse in nessun modo proseguire a vivere su questa Terra. Erano i Raptor, i Brontosauri, i T- Rex e le Tigri dai denti a sciabola a dover respirare ancora. Non noi.



Noi ci odiamo, ci uccidiamo, non ci portiamo rispetto, compiamo azioni solo per imbrogliare il prossimo e trarne vantaggio. Parliamo di sentimenti nobili come l'amore e l'amicizia, ma non conosciamo nemmeno più il loro significato. Sono ormai solo parole musicali e vuote.
Mai come in questi giorni me ne sto rendendo conto.
La vita non è stata clemente con me. Spesso mi sono illusa di avere degli amici, gente con cui poter condividere i momenti belli e anche quelli brutti, gente su cui poter contare... e mi sono ritrovata contornata da vipere che avevano i sensi di inferiorità, che mi parlavano alle spalle non appena mi voltavo e proseguivano a recitare.
Molte volte ho creduto di aver incontrato l'amore, quel sentimento che ti fa battere il cuore, che ti leva il respiro incontrando lo sguardo della persona amata, che ti fa tremare e ti fa svegliare al mattino con il sorriso, pronta ad affrontare un nuovo giorno con la consapevolezza che accanto a te ci sarà lui.
Questo mondo è ormai vuoto. Siamo tante macchine che svolgono il proprio compito, senza un bagaglio di sentimenti. Abbiamo un animo freddo, che è condotto a non fidarsi più del prossimo perchè semplicemente ti darà inevitabilmente la fregatura.



Disillusa mi chiamerete... o ci sarà sempre chi ci andrà giù pesante dandomi della depressa, chissà.
Sono sanissima di mente e so di scrivere cose vere, senza alcuna presunzione, solo con sincerità.
Quante volte vi sarà capitato l'amico/a che sarà uscito con voi non per piacere di farlo, ma perchè aveva un'ora libera da occupare, mentre aspettava di fare altro?
Vogliamo parlare di quelli per cui un'altra persona intorno è solo un numero in più, per fare bella figura, per farsi dire che è contornato/a da amici?
E della categoria più diffusa, degli amici per convenienza vogliamo discuterne? Mi servi per questo? Ok, ti conosco e ti sto appiccicato come una cozza allo scoglio. Non mi sei più utile? Benissimo, non ti ho mai conosciuto. Sai quanti amici ho là fuori?
E questa è l'amicizia. Ti dicono che è rara... d'accordo, ti rassegni all'idea. Ma l'amore?
Dovrebbe muovere il mondo... dovrebbe, al condizionale, perchè in realtà al mondo non esiste.
Vogliamo parlare del ragazzo che mentre si sente/esce/etc. con te ha anche un'altra con cui fa le stesse cose? E il tipo indeciso con cui se fai la prima mossa è sbagliato perchè sei donna, ma se non fai nulla vuol dire che non sei mai stata interessata?
Quello che colleziona ragazze come fossero figurine?
E poi c'è il peggio, quello che detesto di più in assoluto: l'uomo Facebook/Whatsapp. Ecco sì, lui ci prova con te solo tramite i social network/chat, gli piaci e tutto il resto, ma non ti inviterà mai ad uscire perchè non ha gli attributi per farlo, finchè tu perderai la pazienza mandandolo in quel posto, e lui in automatico (manco fosse una segreteria telefonica!) ti dirà che sei matta, paranoica e tutti i migliori aggettivi che gli passano per l'unico neurone che circola nel suo corpo.
Quanti si sono sposati con la persona che non amavano solo per paura di rimanere soli? E quelli costretti a sposarsi tramite matrimoni combinati (magari fossero terminati nel Medioevo!)?



Ovviamente ho parlato prevalentemente al femminile perchè sono una donna, ma per gli uomini sarà la stessa cosa. So bene che le tipologie elencate sopra sono le più diffuse, per cui se incontri qualcuno di un po' più diverso ti sembra di vivere nella fantasia.
Dopo tutto ciò, scriviamo le storie d'amore, romanzi bellissimi e cavallereschi, sogniamo dietro a "Romeo e Giulietta", alla favole... sogniamo, le creiamo con le nostre parole, ma non siamo in grado di costruire nulla che gli somigli.
Mi chiedo perchè. Come può una creatura come l'uomo, capace di plasmare opere d'arte, romanzi, etc. che racchiudono bellezza e sentimenti, non provare più nulla di autentico verso il prossimo?
Che fine sta facendo questo mondo? Sta diventando la dimensione degli orrori. Quotidianamente si sentono cose raccapriccianti per le quali le persone normali (poche) sono disgustate di appartenere al genere umano.

E' stato un sfogo, una riflessione... a volte serve anche questo. Ho guardato per l'appunto "Romeo e Giulietta" stasera. Shakespeare illustrò con quest'opera l'amore puro, per il quale non si ha paura nemmeno della morte. Alla scena finale (dopo qualche minuto di silenzio) mia madre ha detto: "Per quale motivo quelle due famiglie si sono riappacificate dopo la morte dei propri figli? Non potevano lasciarli amare?"
E io, romanticissima sotto la mia scorza difensiva di ghiaccio, ho risposto: "La deficienza non ha confini. Poveri ragazzi..."



Sotto il termine "deficienza" erano racchiusi mille altri concetti: orgoglio, presunzione, invidia, arrivismo... cose che ci faranno estinguere e allora potrò solo sostenere che, in fondo, ce lo siamo meritato.
Buona notte.

martedì 18 novembre 2014

Archeologi: i lavoratori invisibili che in Italia operano gratis

Cari amici, non sono scomparsa... gli alieni non mi hanno ancora rapita. Dovrebbero nutrirmi, stare attenti a miei piani malefici per liberarmi di loro e starmi anche a sentire, quindi non gli converrebbe.
Ipotesi fantastiche a parte, sto scrivendo, ahimè non il romanzo. Al momento l'ho interrotto e aggiungo scene, proseguendo l'avventura, solo quando ho l'ispirazione.
Sto scrivendo la mia tesi di dottorato. Attualmente mi occupa un bel po' di tempo, soprattutto perchè la ricerca è tutt'altro che facile. E' bellissima e mi sta appassionando, ma la precisione è fondamentale, quindi niente distrazioni.
Vi chiederete se sia pagata per fare la famosa ricerca... ovviamente no. E non ho nemmeno un lavoro. L'archeologia in Italia è talmente svalutata e gli archeologi, insieme agli storici dell'arte e a tutti coloro che ruotano intorno al mondo della cultura, sono considerati così inutili, che i personaggi delle alte sfere non esitano a continuare ad occupare i loro bei caldi posticini fino a 100 anni, senza indire concorsi, facendo entrare solo chi dicono loro... e osando dire che i ragazzi italiani non si danno da fare e sono dei "bamboccioni".
Come diciamo sempre, l'Italia potrebbe vivere solo di archeologia, potremmo risollevarci ci pensate? Con la cultura, esattamente! Con quei "ruderi" che vedete passeggiando per Roma. Ecco, li vengono a vedere da tutto il mondo, quindi tanto schifo non fanno. Con il turismo potremmo campare di rendita. E invece niente.
Sicuramente avrete letto dei manufatti, collocati nell'Antiquarium comunale di Roma, inviati all'estero, in America, per essere studiati.


Avremmo potuto studiarli noi, quei "coccetti" avrebbero potuto darci lavoro. Invece siamo ancora una volta umiliati: sono preferiti gli americani a noi... che diciamocelo, quanto ci capiranno di roba romana??? Con questo non voglio dar loro degli stupidi, ma certamente non avranno l'esperienza di noi archeologi italiani che con l'antichità ci conviviamo. E questo perchè? Attenzione attenzione: grazie a un accordo con l'Enel il tutto sarà a "costo zero". Ma quanto piace la parola GRATIS ai politici? Tanto, tantissimo! Non credo che loro ricoprirebbero i propri posti se non fossero pagati profumatamente. Ecco, anche noi, che ci formiamo più di loro (senza presunzione, è solo la verità), vorremmo tanto essere retribuiti per ciò che facciamo.
Guardate qui che meravigliose idee che hanno...:

http://www.sovraintendenzaroma.it/amministrazione_trasparente/bandi_di_gara_e_contratti/avviso_pubblico_per_la_ricerca_di_associazioni_di_volontariato_associazioni_culturali_per_lo_svolgimento_di_attivita_gratuite_da_svolgersi_presso_musei_ed_aree_archeologiche_e_monumentali_di_competenza_della_sovrintendenza_capitolina

Volontariato. Dietro questa bella parola si nasconde lo sfruttamento di persone altamente qualificate, una presa per i fondelli, l'ennesima.
Ci dicono di studiare, di fare corsi di specializzazione, perfezionamenti, master, di conoscere più lingue possibili, di fare questo maledettissimo dottorato... per cosa?
Alla fine saremo sicuramente dei pozzi di scienza, sapremo tutto di ogni periodo storico, ma a cosa serve tutto questo? I nostri siti crollano a pezzi, alcuni non sono studiati affatto, chiudono cattedre universitarie di archeologia, e noi a casa. Noi giovani con le nostre risorse potremmo portare innovazione, l'Italia potrebbe essere leader nel campo dei beni culturali, e invece ci facciamo ridere dietro.



E non è finzione, è realtà, l'incubo che viviamo noi archeologi, studenti a vita, persone che vorrebbero un futuro e che per scelte altrui non possono averlo... gente che arriva a rimpiangere l'anno in cui si iscrisse a quella facoltà che tanto amava. Noi dobbiamo essere mantenuti dai nostri genitori fino a 30 anni se ci dice bene, altrimenti anche oltre. Ci rendiamo conto dell'assurdità?
In altre facoltà i ragazzi iniziano a lavorare quando non sono ancora laureati! E' l'università stessa che li inserisce nelle aziende perchè è così che deve essere.
Io ricordo solo che per il primo scavo che feci dovetti sudare sette camicie perchè c'erano anche lì i raccomandati che venivano prima di me... e uno scavo universitario è tirocinio formativo, ovvero gratis, di nuovo. Per dire che è proprio il nostro mondo che ruota al contrario.
Quindi chi ce lo fa fare a proseguire? Grande difetto di noi archeologi: siamo romantici, romanticissimi anzi. Siamo innamorati dell'antichità e visto che per amore si fa di tutto, andiamo avanti, nonostante le quotidiane umiliazioni, sperando sempre che qualcuno provi compassione e finalmente ci dia un lavoro tanto desiderato.
Ci attiriamo sguardi impietositi degli amici che, saggiamente, hanno scelto altre facoltà e quindi lavorano già da un pezzo, mentre noi siamo condannati a stare sui libri per non avere uno sbocco.
Perchè diciamocelo, sui libri ci stiamo più che volentieri (almeno per me è così) e anche a farci i muscoli sotto il sole cocente manovrando picconi e quant'altro alla stregua di operai (con tutto il rispetto per la categoria), ma forse saremmo più motivati sapendo che dopo tanta fatica ci sarà una "ricompensa" per i nostri meriti.



Ed io sono una dei tantissimi archeologi innamorati. Proseguo la mia ricerca, il mio dottorato senza borsa, sperando in un futuro migliore, in cui forse anch'io avrò la soddisfazione di portare qualche soldo a casa per aver svolto bene il mio lavoro. Un giorno in cui sarò finalmente io a pagare la pizza ai miei genitori e non il contrario.

Perdonate lo sfogo. Questo è un blog essenzialmente "letterario" e dedicato in particolare al "fantasy". Direi che però totalmente fuori tema non sono andata. C'è del fantasy anche nella situazione archeologica italiana, no?

lunedì 3 novembre 2014

Recensione di "Dieci piccoli respiri" di K. A. Tucker

Buonasera amici! Dopo il successo di "Halloween on Read" promossa da noi Self Dreamers, posso riprendere a scrivere qualcosa sul mio blogguccio.
E' la volta della recensione di "Dieci piccoli respiri" dell'autrice K. A. Tucker, pubblicata in Italia dalla Newton & Compton.



Trama: Kacey Cleary ha solo vent’anni quando la sua vita va in pezzi. Un terribile incidente automobilistico le porta via i genitori, il fidanzato e la sua migliore amica. Dopo quattro anni trascorsi a casa degli zii nel Michigan, Kacey decide di fuggire via per sempre. Una notte lei e sua sorella Livie prendono un autobus per Miami e lì, nonostante le difficoltà economiche, possono finalmente ricominciare a progettare una nuova vita. Kacey però non è ancora pronta a lasciarsi alle spalle il passato e stringere nuove amicizie, neppure se a chiederglielo è l’affascinante vicino, Trent Emerson, un enigmatico ragazzo dagli ipnotici occhi blu. Eppure Trent è deciso a far breccia nel suo cuore, e presto Kacey dovrà smettere di chiudersi a riccio e arrendersi al suo amore…

Il mantra che davanti ad ogni difficoltà Kacey si ripete è: 

“Respira… dieci piccoli respiri… afferrali. Sentili. Amali.”

E' qualcosa che le disse sua madre e che non capì mai fino in fondo... ma soprattutto Kacey non è mai riuscita a farli questi dieci piccoli respiri. E' troppo disperata. La sua vita non ha più senso dopo l'incidente d'auto in cui perse i suoi genitori, la sua migliore amica e il suo ragazzo. Ogni notte è tormentata da incubi e la sua personalità ne risente. Diventa aggressiva, persa in un mondo di violenza, cercando di rifugiarsi prima nell'alcool, nella droga, infine nel sesso. 



Altro suo sfogo è la kickboxing. Kacey è sarcastica perchè ormai il suo animo è protetta da uno strato di ghiaccio. Odia tutti, odia il mondo intero e, come se non bastasse, lei e sua sorella sono quasi costrette a fuggire di casa perchè lo zio, che le aveva in affidamento, ha dilapidato la loro eredità nel gioco d'azzardo e ha tentato di abusare di Livie.
Così, le due sorelle Cleary si ritrovano a Miami, in un condominio popolato da strani personaggi che avranno però tutti un ruolo fondamentale nell'intera vicenda. 



E uno di questi è proprio Trent Emerson, l'inquilino del 1D, affascinante, muscoloso, occhi azzurri e capelli castano chiaro (io credo che esistano ormai solo nei libri perchè, almeno in Italia, sono fuori produzione!).
Scatta da subito un'attrazione irresistibile che condurrà Kacey ad innamorarsi di lui. Ma Trent nasconde anche un segreto, chiave del romanzo.



Il libro è suddiviso in 9 parti: piacevole torpore, negazione, resistenza, accettazione, dipendenza, sindrome da astinenza, crollo, guarigione, perdono. E non è un caso. Tutto è collegato al passato di Kacey e al segreto del bel Trent.
Non dirò di più altrimenti non c'è gusto, ma mi sento in dovere di dare due valutazioni differenti per questo romanzo. 3/5 alla prima parte e 4/5 alla seconda, più seria, che affronta temi che devono far riflettere.
Il 3 è dovuto all'uso di parolacce. Le detesto nei libri, soprattutto ripetute.
Inoltre Kacey mi sembra un personaggio molto "leggero", per la quale l'amore non è amore nel vero senso della parola, ma è appunto solo attrazione e inevitabilmente sesso. Quando vede Trent, sembra che voglia saltargli addosso da un momento all'altro... insomma, ho trovato elementi che sono propri di un romanzo erotico, cosa che poi l'intera storia non si rivela essere.
Anzi, nella seconda parte, la cui valutazione è 4/5 per me, Kacey sembra più matura, il dolore che ha dentro la dilania e molte cose che apparivano volgari nella prima parte, diventano improvvisamente comprensibili perchè esito di sofferenza.
L'autrice, anche nelle note di ringraziamento (da autrice vi dico, leggetele!!! Sono anch'esse parte del libro perchè vi fanno conoscere l'artefice del romanzo!), ha un preciso intento: quello di trasmettere un messaggio, ovvero di essere prudenti alla guida, di non intraprenderla in stato di ebrezza poichè il pericolo è per se stessi, per i propri cari e per gli altri automobilisti.
Nella seconda parte del romanzo la Tucker riesce a centrare in pieno questo obiettivo.
Concludendo, il romanzo è stato piacevole e, ripeto, ho apprezzato più la fine dell'inizio che non avevo trovato particolarmente brillante.

Ora cosa mi leggerò? Stasera farò un giretto nella mia libreria alla ricerca di romanzi dimenticati da una distrattissima sognatrice.
Buona serata a tutti!
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