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martedì 18 novembre 2014

Archeologi: i lavoratori invisibili che in Italia operano gratis

Cari amici, non sono scomparsa... gli alieni non mi hanno ancora rapita. Dovrebbero nutrirmi, stare attenti a miei piani malefici per liberarmi di loro e starmi anche a sentire, quindi non gli converrebbe.
Ipotesi fantastiche a parte, sto scrivendo, ahimè non il romanzo. Al momento l'ho interrotto e aggiungo scene, proseguendo l'avventura, solo quando ho l'ispirazione.
Sto scrivendo la mia tesi di dottorato. Attualmente mi occupa un bel po' di tempo, soprattutto perchè la ricerca è tutt'altro che facile. E' bellissima e mi sta appassionando, ma la precisione è fondamentale, quindi niente distrazioni.
Vi chiederete se sia pagata per fare la famosa ricerca... ovviamente no. E non ho nemmeno un lavoro. L'archeologia in Italia è talmente svalutata e gli archeologi, insieme agli storici dell'arte e a tutti coloro che ruotano intorno al mondo della cultura, sono considerati così inutili, che i personaggi delle alte sfere non esitano a continuare ad occupare i loro bei caldi posticini fino a 100 anni, senza indire concorsi, facendo entrare solo chi dicono loro... e osando dire che i ragazzi italiani non si danno da fare e sono dei "bamboccioni".
Come diciamo sempre, l'Italia potrebbe vivere solo di archeologia, potremmo risollevarci ci pensate? Con la cultura, esattamente! Con quei "ruderi" che vedete passeggiando per Roma. Ecco, li vengono a vedere da tutto il mondo, quindi tanto schifo non fanno. Con il turismo potremmo campare di rendita. E invece niente.
Sicuramente avrete letto dei manufatti, collocati nell'Antiquarium comunale di Roma, inviati all'estero, in America, per essere studiati.


Avremmo potuto studiarli noi, quei "coccetti" avrebbero potuto darci lavoro. Invece siamo ancora una volta umiliati: sono preferiti gli americani a noi... che diciamocelo, quanto ci capiranno di roba romana??? Con questo non voglio dar loro degli stupidi, ma certamente non avranno l'esperienza di noi archeologi italiani che con l'antichità ci conviviamo. E questo perchè? Attenzione attenzione: grazie a un accordo con l'Enel il tutto sarà a "costo zero". Ma quanto piace la parola GRATIS ai politici? Tanto, tantissimo! Non credo che loro ricoprirebbero i propri posti se non fossero pagati profumatamente. Ecco, anche noi, che ci formiamo più di loro (senza presunzione, è solo la verità), vorremmo tanto essere retribuiti per ciò che facciamo.
Guardate qui che meravigliose idee che hanno...:

http://www.sovraintendenzaroma.it/amministrazione_trasparente/bandi_di_gara_e_contratti/avviso_pubblico_per_la_ricerca_di_associazioni_di_volontariato_associazioni_culturali_per_lo_svolgimento_di_attivita_gratuite_da_svolgersi_presso_musei_ed_aree_archeologiche_e_monumentali_di_competenza_della_sovrintendenza_capitolina

Volontariato. Dietro questa bella parola si nasconde lo sfruttamento di persone altamente qualificate, una presa per i fondelli, l'ennesima.
Ci dicono di studiare, di fare corsi di specializzazione, perfezionamenti, master, di conoscere più lingue possibili, di fare questo maledettissimo dottorato... per cosa?
Alla fine saremo sicuramente dei pozzi di scienza, sapremo tutto di ogni periodo storico, ma a cosa serve tutto questo? I nostri siti crollano a pezzi, alcuni non sono studiati affatto, chiudono cattedre universitarie di archeologia, e noi a casa. Noi giovani con le nostre risorse potremmo portare innovazione, l'Italia potrebbe essere leader nel campo dei beni culturali, e invece ci facciamo ridere dietro.



E non è finzione, è realtà, l'incubo che viviamo noi archeologi, studenti a vita, persone che vorrebbero un futuro e che per scelte altrui non possono averlo... gente che arriva a rimpiangere l'anno in cui si iscrisse a quella facoltà che tanto amava. Noi dobbiamo essere mantenuti dai nostri genitori fino a 30 anni se ci dice bene, altrimenti anche oltre. Ci rendiamo conto dell'assurdità?
In altre facoltà i ragazzi iniziano a lavorare quando non sono ancora laureati! E' l'università stessa che li inserisce nelle aziende perchè è così che deve essere.
Io ricordo solo che per il primo scavo che feci dovetti sudare sette camicie perchè c'erano anche lì i raccomandati che venivano prima di me... e uno scavo universitario è tirocinio formativo, ovvero gratis, di nuovo. Per dire che è proprio il nostro mondo che ruota al contrario.
Quindi chi ce lo fa fare a proseguire? Grande difetto di noi archeologi: siamo romantici, romanticissimi anzi. Siamo innamorati dell'antichità e visto che per amore si fa di tutto, andiamo avanti, nonostante le quotidiane umiliazioni, sperando sempre che qualcuno provi compassione e finalmente ci dia un lavoro tanto desiderato.
Ci attiriamo sguardi impietositi degli amici che, saggiamente, hanno scelto altre facoltà e quindi lavorano già da un pezzo, mentre noi siamo condannati a stare sui libri per non avere uno sbocco.
Perchè diciamocelo, sui libri ci stiamo più che volentieri (almeno per me è così) e anche a farci i muscoli sotto il sole cocente manovrando picconi e quant'altro alla stregua di operai (con tutto il rispetto per la categoria), ma forse saremmo più motivati sapendo che dopo tanta fatica ci sarà una "ricompensa" per i nostri meriti.



Ed io sono una dei tantissimi archeologi innamorati. Proseguo la mia ricerca, il mio dottorato senza borsa, sperando in un futuro migliore, in cui forse anch'io avrò la soddisfazione di portare qualche soldo a casa per aver svolto bene il mio lavoro. Un giorno in cui sarò finalmente io a pagare la pizza ai miei genitori e non il contrario.

Perdonate lo sfogo. Questo è un blog essenzialmente "letterario" e dedicato in particolare al "fantasy". Direi che però totalmente fuori tema non sono andata. C'è del fantasy anche nella situazione archeologica italiana, no?

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