book

giovedì 29 agosto 2024

Recensione di “Le ho mai raccontato del vento del Nord” di Daniel Glattauer


Buon pomeriggio amici! Qualcuno di voi sarà ancora al mare, qualcuno si appresterà ad andare in vacanza, ma sono certa che un buon libro vi farà comunque compagnia.

Oggi vi porto a conoscere il mondo di Emmi e Leo, protagonisti del romanzo di Daniel Glattauer "Le ho mai raccontato del vento del Nord".


Trama: Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro?


Che storia quella di Emmi e Leo, quasi da non crederci. Nell’epoca di internet, dove ogni cosa, purtroppo anche le relazioni, passano per il web, Emmi e Leo si incontrano per caso, per colpa di un’email di disdetta inviata all’indirizzo sbagliato. È la curiosità a far proseguire la loro relazione epistolare, il mistero che si cela dietro il detto/non detto di qualche parola digitata velocemente sulla tastiera.

Ogni giorno, a distanza di pochi minuti, anche secondi a volte, i due si scrivono per sapere cosa fanno, come si sentono, e solo a un certo punto iniziano ad aprirsi per raccontarsi di fatti personali. Subentra un sentimento infido, la gelosia… ma è possibile provare gelosia per una persona mai incontrata?

Ci sono le paure, soprattutto quelle. Emmi è sposata con un uomo di 14 anni più grande di lei, vedovo, che ha con sé due figli. Leo è single ed è appena stato lasciato da Marlene. È molto dolce e romantico, nonostante proceda cautamente. Emmi è ironica, a volte sarcastica, disillusa… eppure non c’è nulla da fare quando serpeggia quella sensazione di aver trovato, tra 8 miliardi di donne e uomini, la persona giusta che ti capisce e che potresti riconoscere (pur non avendola mai vista) in una stanza affollatissima.

Si incontreranno mai Emmi e Leo? Daranno un lieto fine alla loro storia via email, anche solo per incrociare il reciproco sguardo? Si piaceranno, o si saranno idealizzati? In cosa sfocerà tutto questo? In amicizia, in un rapporto occasionale o in qualcosa di più? Ma è giusto incontrarsi? O forse è meglio continuarsi a scrivere?

Sono tutte domande che i due si pongono fino a poche pagine dalla fine del romanzo. Vi anticipo solo che c’è una continuazione… che ovviamente leggerò.



Il mistero dell’email, al giorno d’oggi, è già stato superato da WhatsApp: videochiamate, vocali, foto, abbiamo tutto subito, nell’immediato. E poi ci sono le app di incontri, cui abbiamo delegato la “fatica” di provarci con chi attrae la nostra attenzione. Siamo tutti troppo impegnati, tutti bombardati di immagini e, nel frattempo, abbiamo perso molte cose: le sensazioni che sorgono a tu per tu, o la bellezza della calligrafia nella scrittura di una lettera, anche l’attesa. Sì, l’attesa. Perché nell’epoca delle chat non si aspetta più che l’altro rifletta. Si scrive di getto, anche con il rischio di (tanti) fraintendimenti. Dovremmo imparare ad aspettare, a pensare, a prenderci quel tempo che ci occorre per non vanificare ogni cosa.

E io, che sono una “millenial”, ho vissuto l’era delle lettere, quella delle email, poi degli SMS, degli MMS, di Msn, infine di WhatsApp e non ho mai ceduto alle app di incontri (qualcuno dirà che sbaglio e che rimarrò sola, ma non mi interessa. Credo ancora nelle emozioni oltre uno schermo). Sapete cosa mi è accaduto? Che sono tornata a scrivere lettere ed email… WhatsApp lo lascio alle comunicazioni istantanee per questioni lavorative, o per mettermi d’accordo sulle mie rare uscite tra amici. Non mi piace chattare, anche se a volte non ho scelta per comunicare con amici lontani. Ma sostanzialmente, non voglio perdere il tempo dell’attesa, la bellezza della scrittura a mano (con penna stilografica), o il sorriso che mi suscita la notifica della posta per una email che rimane, che posso stampare e rileggere quante volte voglio. Delle chat che rimane? Nulla.

Vi lascio con due piccoli estratti e vi aspetto con la prossima recensione!

Foto di Pexels da Pixabay

«[…] Emmi, mi scriva. Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente. Emmi, Emmi, Emmi».

«È già tornato dal teatro? Non riesco a dormire, stasera. Le ho mai raccontato del vento del Nord? Quando tengo la finestra aperta è insopportabile. Sarebbe bello se mi scrivesse qualche altra parola. Anche solo “Allora chiuda la finestra”. Al che ribatterei: Con la finestra chiusa non riesco a dormire».

«Ogni volta che ricevo una sua e-mail, mi batte forte il cuore. Mi succede oggi come ieri, come sette mesi fa».

Nessun commento:

Posta un commento

sito