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lunedì 26 agosto 2024

Recensione di "Il romanzo degli istanti perfetti" di Thomas Montasser



Buon pomeriggio a tutti, amici! Come state? Lo so che è quasi finito agosto e che per molti, me inclusa, questo significa soltanto una cosa: ritorno alla routine nelle nostre caotiche città (Roma va incontro al Giubileo... non riesco nemmeno a pensare a quale genere di traffico potrà esserci!), ma anche nuovi progetti. Settembre è il nono mese dell'anno in teoria, ma in pratica diventa il primo in relazione alle novità, o alla ripresa lavorativa.

Certamente, i libri mi hanno fatto compagnia e proseguiranno a farmene, quindi direi di iniziare con il primo della lista.


Trama: Marietta Piccini lavora nella redazione di una minuscola, raffinata casa editrice inglese. Un pomeriggio, sui gradini della London Library, viene investita da una folata di vento che manda all’aria le sue carte. Nell’affannarsi a raccoglierle, si appropria accidentalmente di un misterioso pacchetto che, una volta a casa, rivela un contenuto intrigante: il testo battuto a macchina di un romanzo che Marietta, curiosa, inizia a leggere senza più riuscire a smettere… È la storia, fitta di ostacoli e complicazioni, di un tale Paul Swift, impiegato di banca di trent’anni affetto da inguaribile ottimismo e da una profonda fame di vita. Affascinata, Marietta non può fare a meno di seguire gli indizi di cui il romanzo è disseminato nel tentativo di risalire al suo autore. Per provare a scrivere insieme a lui il proprio, meritatissimo lieto fine. Romantico, sognante e venato di saggia ironia, Il romanzo degli istanti perfetti è un inno ai capricci del caso e al potere della letteratura: un piccolo monumento all’amore per i libri, tutti i libri – anche e soprattutto quelli destinati a restare chiusi in un cassetto.


Marietta Piccini è di origini italiane – umbre nello specifico –, ma come tanti italiani lavora all’estero, a Londra, nella redazione di una piccola casa editrice diretta da Mr. e Mrs. Thornton.
Durante una giornata iniziata in modo apparentemente sfortunato, Marietta trova un dattiloscritto, quasi completo. Si guarda intorno, chiede in biblioteca, ma non trova il proprietario. Da brava redattrice, sfoglia qualche pagina, poi lo legge tutto e si innamora di quella storia senza finale, portandola all’attenzione del suo capo che, d’accordo con le sue impressioni, vuole pubblicarla. Ma una storia senza finale può essere pubblicata? I Thornton pensano di poter scrivere la parte mancante, o di affidarla a Marietta, ma nessuno dei tre, pur provandoci, trova corretto intervenire su un testo altrui.
Intanto, Paul Taylor Swift, dopo essere stato lasciato dalla compagna ed essere incappato in una serie di sfortunati eventi (sì, proprio come il noto ciclo di romanzi per ragazzi diLemony Snicket), perde anche il manoscritto e mette l’inserzione sul Times… peccato che Marietta, invece, metta l’inserzione riguardante il suo ritrovamento sul Guardian, sbagliando però il suo numero di telefono.

I due, quindi, si rincorrono quasi negli stessi posti, sempre a poca distanza l’uno dall’altro, senza incontrarsi mai. Marietta decide di cercare Paul, dopo aver capito che nel manoscritto è narrata la sua storia, òa storia del suo autore: uno dei personaggi è proprio lui, poi ci sono tutti gli altri che incontra sul bus la mattina, così come i luoghi di riferimento. Il manoscritto è pieno di indizi, ma la sfortuna di Swift è anche molto grande.


Si incontreranno alla fine Marietta e Paul? Questo lo scoprirete leggendo il libro. Sta di fatto che, se Marietta non avesse trovato il manoscritto, la sua vita avrebbe certamente proseguito a scorrere in modo costante e a tratti noioso. Quelle pagine dattiloscritte hanno aggiunto quel pizzico di pepe che, in una grigia, piovosa, ma anche affascinante Londra, ci voleva proprio!

La storia di per sé è molto carina. Si basa su una serie di coincidenze, che forse coincidenze non sono e il caso non è davvero un caso, ma una serie di eventi che dovevano proprio svolgersi in quel modo per far sì che accadesse dell’altro. Insomma, forse non è un caso che il manoscritto sia andato perduto perché Marietta e Paul, in qualche modo, dovevano pur venire in contatto.

D’altra parte, però, i primi 8 capitoli scorrono in modo molto lento. Ho trascorso gran parte del tempo a chiedermi “Che diamine aspetta Marietta a mettersi a indagare e a ritrovare Paul?!”. La narrazione si svolge sempre in modo suddiviso, tra la vita di Marietta, quella di Paul (che non si capisce se sia quella reale, oppure la trasposizione narrativa sul manoscritto), quella dei signori Thornton, quella dei personaggi del manoscritto e quella di Dylan, l’amico gallese di Marietta. L’ho trovato abbastanza confusionario nella scelta narrativa e, per tale motivo, può risultare noioso inizialmente. Vi consiglio di non fermarvi e di procedere fino alla fine. Come ho già detto, la storia è carina ed è sempre presente quel filo di magia intrecciato alla speranza che qualcosa di bello possa ancora capitare.

Vi lascio con due piccoli estratti e vi aspetto con la prossima recensione!


«Mr Swift cercava e trovava la felicità che si dischiude in un istante. Non la riconosci subito, di primo acchito. Ma è proprio la melodia dimenticata e riscoperta sul retro di un disco. È il profumo di un buon tè Earl Grey, la magia di un pomeriggio al parco. È la gioia di aiutare da lontano, contro tutte le regole, una coppia di sconosciuti oberata dai debiti. Non c’è era felicità più grande per lui».

«La felicità capita per caso, coltivando pensieri positivi». «Ci sono giorni in cui tutto cambia. È successo a chiunque, almeno una volta nella vita, e c’è addirittura chi, quei giorni, li sa riconoscere. Per alcune persone sono momenti in cui d’un tratto ogni cosa, anche le inezie, appare inspiegabilmente carica di significato. A Marietta Piccini capitò di vivere una di queste giornate nel memorabile ottobre di qualche anno fa».

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