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venerdì 4 gennaio 2019

Recensione di "Il ritorno di Mary Poppins"

Buongiorno e buon anno amici! Come state? Vi siete ripresi da pranzi e cene in compagnia? Manca ancora l'Epifania, ve lo ricordo...

Torno sul mio blog per parlarvi del nuovo film Disney "Il Ritorno di Mary Poppins" che sono andata a vedere al cinema proprio qualche giorno fa.


Tutto incomincia dal magnifico viale dei ciliegi 17, Londra, negli anni della grande depressione, un periodo storico di crisi economica che condurrà alla Seconda Guerra Mondiale e parte dal 1929.
L'atmosfera è un po' cambiata da quella che ricordavamo nel primo film, dove carrozze e dame attraversavano le strade in una Londra molto curata. Adesso, invece, ci sono le automobili, il grigiore sembra essersi espanso e anche l'animo della famiglia Banks non è proprio quello allegro che avevamo lasciato.


Michael Banks si è sposato, ha avuto 3 figli, ma è anche rimasto vedovo in giovane età; sua sorella, Jane, è single e, sulla scia della madre che, all'epoca, era una suffraggetta, combatte per i diritti dei lavoratori sottopagati. Al numero 17 di viale dei ciliegi vive con i due fratelli Banks anche Ellen, la domestica, unico sostegno a un Michael che, confuso dalla perdita della moglie, non sa più come gestire i bambini e i suoi enormi problemi. L'uomo, infatti, dipendente della Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà di Londra, riceve un giorno la visita degli avvocati: la sua casa sarà pignorata se, entro pochi giorni, non riuscirà a saldare il debito con la stessa banca cui aveva chiesto un prestito. Disperato, Michael chiede aiuto a Jane la quale si ricorda che il padre, in quanto membro anziano dell'istituto bancario, doveva aver lasciato delle azioni.
Parte la ricerca disperata di quel foglio in cui tutto era attestato, ma si sa Michael è sempre stato distratto... il documento era stato utilizzato per alcuni suoi schizzi. Stava per essere gettato via insieme alla roba vecchia e ad alcuni ricordi (tra cui la palla di neve con la Cattedrale di San Paolo), senonché il figlio minore, Georgie, lo recupera, usandolo poi per riparare il famoso aquilone.


Il film si apre perciò con i due Banks, ormai cresciuti, che devono affrontare le difficoltà della vita e tendono a voler dimenticare il loro passato, compresa la magia vissuta con Mary Poppins. Ma si sa, Mary arriva sempre nel momento del bisogno e non per salvare i bambini.... bensì per aiutare i genitori. Mary, com'era giunta sospinta dal vento dell'est per George Banks, torna per suo figlio Michael. Ed ecco che, in un giorno di vento, il piccolo e irrequieto Georgie porta con sè l'aquilone. Suo fratello e sua sorella, John e Annabel, tentano di aiutarlo insieme al lampionaio Jack (ex apprendista dello spazzacamino Bert) a riportarlo giù, ma all'improvviso l'aquilone si abbassa con Mary Poppins aggrappata alle sue estremità.
Jack la riconosce e la saluta: Mary è tornata! Ed ecco che la governante più famosa del mondo fantastico si ripresenta a casa Banks, provocando lo sgomento di Jane e stupore misto a irritazione di Michael.


Come per il film originale, i tre bambini vivranno con Mary delle avventure magiche: tornerà la borsa più capiente dell'universo da cui estrarre di tutto; il tocco delle dita per rimettere in ordine le camere; vi è un salto nella vasca da bagno che diventa improvvisamente una nuotata nel fondo dell'oceano e che, agli appassionati Disney, ricorderà certamente un altro film "Pomi d'ottone e manici di scopa"; senza dimenticare un viaggio nella decorazione del vaso - evocando il salto nel dipinto di Bert - con la presenza di molti animali animati che ricordano ancora il già citato film che aveva come protagonista Angela Lansbury; una visita alla cugina di Mary, Topsy (interpretata da Meryl Streep), il cui mondo è tutto sottosopra, un po' come lo era quello di zio Albert;



infine, un'avventura tra le strade e i tetti di Londra con i lampionai, esattamente com'era accaduto precedentemente con gli spazzacamini, che si configurano come i custodi della città, angeli silenziosi che controllano tutto, concludendosi con una corsa nella banca per tentare una lotta contro il tempo e il nipote cattivo di Mr. Dawes, interpretato da Colin Firth.



Il film vede la comparsa di Angela Lansbury, nelle vesti della signora che, al termine dell'avventura, regala palloncini magici al parco, in grado di far volare solo chi ancora riesce a sognare e dell'unico, mitico e irrepetibile Dick Van Dyke che, alla bella età di 93 anni, inscena un balletto evocando i vecchi tempi, nelle vesti di Mr. Dawes.


Cosa ne penso? Sono in preda a sentimenti contrastanti. Prima di tutto, il viaggio nel tempo verso la Londra di Mary Poppins mi è sicuramente piaciuto. Adoravo viale dei ciliegi e amavo il film. Ho consumato la cassetta quand'ero piccola e ho sfogliato il libro per bambini non so quante volte. Ancora oggi osservando un affresco con gessetti su strada o una giostra dei cavalli penso al film che mi incantava tanti anni fa (purtroppo non sono mai riuscita a far volare un aquilone perché nessuno me lo ha mai insegnato, ma è rimasto un mio sogno).
Per il resto, direi che il film è stato probabilmente pensato dai produttori Disney per affermarsi come un nuovo punto di riferimento, quello delle nuove generazioni, così come il primo Mary Poppins lo era stato per i bambini degli anni '70-'80-'90. Nonostante ciò, sono rimasti dei ganci con il passato (includo l'ammiraglio che non ha smesso di far tuonare il cannone), compresi i riferimenti a "Pomi d'ottone e manici di scopa", oppure a Peter Pan e Basil l'investigatopo (il Big Ben vi dice nulla?) che, evidentemente, i piccoli di oggi non potranno comprendere senza prima aver visionato opportunamente i precedenti classici.




"Il ritorno di Mary Poppins", almeno per quel che mi riguarda, mi è sembrata una brutta copia del primo e originale "Mary Poppins", una ripresa di ogni singolo passaggio reinterpretato: ecco che il salto nell'affresco diventa quello nella decorazione del vaso; la scena dei tre bambini che entrano nella banca è del tutto simile a quella di Michael e Jane nel primo film; zio Albert diventa Popsy; gli spazzacamini si trasformano in lampionai e Bert diventa Jack; Bert che, nella scena finale del primo film distribuiva aquiloni, è sostituito dalla signora dei palloncini; lo stesso Michael che, con una pallida imitazione dei baffi del padre, sembra somigliare al buon vecchio George Banks senza tuttavia riuscire.

La nuova Mary Poppins, alias Emily Blunt, è brava, certo, ma chi ha nella mente Julie Andrews capirà che non c'è paragone che tenga. A tratti l'ho trovata apatica, troppo seria, mentre nella prima e originale Mary Poppins traspariva dolcezza oltre la perfezione.


Lo stesso discorso vale per Jack: Lin Manuel Miranda ha alcune espressioni che ricordano Bert, evidentemente studiato alla perfezione dall'attore, ma nulla in confronto a Dick van Dyke, con quel sorriso inconfondibile e contagioso, arricchito dallo sguardo allegro e azzurro.
Per terminare, le canzoni: non ci sono più un "Supercalifragilistichespiralidoso" da canticchiare, un "Camin caminì" oppure "Una pillola che va giù", ma motivetti musicali che, purtroppo, nel loro adattamento italiano il più delle volte non ho trovato orecchiabili, nonostante i pinguini canterini siano sempre quelli dei vecchi tempi.


«Le persone praticamente perfette non si lasciano confondere dai sentimenti» diceva Mary al suo ombrello al termine del primo film. Io non sono praticamente perfetta e mi sono lasciata confondere da tanta nostalgia. Tuttavia, ne consiglio la visione: il film è carino per i più piccoli, mentre i più grandi faticheranno a lasciar andare la loro infanzia trascorsa "a canticchiare sui tetti" insieme alla Andrews e a Van Dyke.

1 commento:

  1. Mi trovi più che d'accordo! Il richiamo di Mary Poppins mi ha portata al cinema, ma me ne sono tornata a casa un po' delusa.
    La vera Mary Poppins è dolce, ma molto severa. La nuova Mary manca un po' di questo spessore.
    E la mancanza di canzoni orecchiabili? Mi sarebbe piaciuto risentire qualcosa di famoso (un bel "basta un po' di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù") perché queste nuove canzoni non mi sono rimaste.
    È come se la magia Disney fosse un po' andata persa ��
    In compenso come film a sé è carino, ma non praticamente perfetto!

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