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lunedì 10 settembre 2018

Recensione di "Dark Hall" di Lois Duncan

Attenzione: possibilità di SPOILER!

Di solito i thriller, o comunque i fantasy/paranormal con risvolti horror non sono i miei libri preferiti. "Dark Hall" faceva parte dei miei regali di compleanno e la copertina, al solo primo sguardo, mi ha intrigata: l'ombra di una ragazzina che ha le fattezze della mietitrice, la Morte. Ha così prevalso la curiosità e ho iniziato a sfogliare le pagine senza riuscire a fermarmi.


Trama: Dopo che la madre di Kit si è risposata , la ragazza è costretta a frequentare l'esclusiva Blackwood School di Madame Duret, dove la sua migliore amica, nonostante sia una studentessa migliore, non è stata accettata. Non appena giunge alla scuola, Kit sente che qualcosa non va e scopre che ci sono solo altre tre allieve oltre a lei. Dopo breve tempo tutte le ragazze cominciano a manifestare particolari talenti artistici che non sapevano di possedere, ma la sensazione che qualcosa di oscuro stia accadendo è sempre più forte in Kit.


Mi sono immedesimata in Kit, adolescente problematica, orfana di padre, che la madre in procinto di partire con il nuovo compagno per il viaggio di nozze, deve necessariamente lasciare in un istituto. Tra tutti i collegi, la scelta ricadrà su un luogo oscuro, che trasuda stranezza, oscurità e malvagità al solo primo sguardo: si tratta di Blackwood, una vecchia casa in cima a una collina, cui si giunge dopo curve tortuose, lontana dal villaggio. Dalle finestre traspare una luce aranciata, quasi danzassero al loro interno le fiamme dell'inferno, per non parlare poi dell'arredamento antico, tendente al vittoriano. La stanza di Kit ospita un letto a baldacchino con pesanti tende e una coperta di velluto, uno scrittoio, un mobile con uno specchio… e la porta si chiude solo dall'esterno. 


Madame Duret, la direttrice del collegio, nonché professoressa di lettere e arte (famosa per aver individuato un Vermeer in circostanze poco chiare), è una donna misteriosa, avvolta da un'aura di tenebra e, cosa ancor più strana, i professori sono solo due, uno anziano che insegna matematica e Jules, figlio di Madame, insegnante di musica.

Oltre all'ambiente, Kit si insospettisce quando alcuni elementi appaiono eccessivamente strani:

- la sua migliore amica non viene ammessa, pur essendo di gran lunga più brillante di lei negli studi

- i docenti sono solo tre

- le allieve ammesse sono quattro, nonostante la scuola sia considerata come un'eccellenza

- i cellulari non hanno rete e non esiste internet. Per comunicare, il solo modo è scrivere lettere… che devono essere però spedite dal professore di matematica. Inoltre, l'unico telefono è collocato nella stanza della direttrice.

- i sogni appaiono quasi veri, tenebrosi, gelidi… Kit vede un uomo, Sandy una donna di cui conosce persino il nome (tale Ellis). Forse si tratta di realtà diverse, eventi appena percepibili dalle normali persone, non da quattro ragazze con capacità particolari, quelle di entrare in contatto con altre entità, con persone che non ci sono più da molto tempo e che avrebbero voluto continuare a vivere, a dipingere, a suonare, a scrivere poesie e formule matematiche, anche a costo di prosciugare e annullare la personalità delle proprie vittime. 


E quelle vittime sono proprio loro, Kit, Sandy, Ruth e Lynda, riunite da Madame Duret… ma per quale scopo? Che fine hanno fatto le ragazze che hanno preceduto Kit e le sue amiche? Perché Jules, quel ragazzo apparentemente sensibile, aiuta sua madre in un piano tanto assurdo? E perché Blackwood è temuta dalla gente del paese e avvolta da quell'aura di malvagità? 


"Dark Hall" mi ha piacevolmente impressionata, tenendomi incollata alle pagine e immergendomi in un clima gotico, misterioso, composto di ombre e di un passato che ritorna in maniera inquietante a vivere nel flusso di tempo presente.

Ci sono stati elementi che mi hanno ricordato "Harry Potter" di J. K. Rowling (es. scuola esclusiva modello Hogwarts, entità paranormali, il gelo che precede gli spettri come fossero i malvagi Dissennatori) e la saga di "Everinght" dell'autrice Claudia Gray (anche qui gli spettri erano preceduti da un gelo micidiale).

Da archeologa cristiana, infine, ho piacevolmente notato che la mamma di Kit, in una telefonata fatta dall'Italia (sono commossa per la scelta), parla di visite a San Pietro, al Foro e – udite, udite – alle catacombe. La piccola archeologa rifugiata nel mio animo ha sorriso divertita.

"Dark Hall" è un romanzo decisamente consigliato, anche se credo che, dato il finale, nella mente dell'autrice dovesse esserci l'idea di un proseguimento. Lois Duncan è però venuta a mancare nel 2016, quindi "Dark Hall" termina qui. 


Ho scoperto, infine, che da questo libro è stato tratto un film, uscito agli inizi di agosto in Italia. Direi che il prossimo passo sarà sicuramente quello di confrontare la versione cinematografica con quella letteraria, seguendo l'ordine naturale degli eventi: prima il libro, terminato e apprezzato, poi il film. 

Buona serata!

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