Buongiorno e buona domenica amici e, come sempre, bentornati! Il traffico di Roma ha queste "qualità": è insopportabile, è troppo e, quindi, favorisce la lettura... perché durante quei 50 minuti/1 ora di mezzi per fare pochi chilometri bisognerà pur fare qualcosa per non impazzire, no? Ed ecco il motivo, direi positivo (almeno), per cui sono di nuovo qui a scrivere.
Ad ogni modo, qualche giorno fa, ho deciso di fare un rapido giro a un mercatino dell'usato che prevede anche una nutrita sezione dedicata ai libri. Vi dirò, mi piange il cuore a vedere tutte quelle storie accatastate, alcune delle quali dimenticate da anni, così come i bellissimi libri storico-artistici o archeologici che giacciono sugli scaffali. Notando un nome noto, ho alla fine deciso di "adottare" un libro (e mi sono dovuta trattenere perché avrei presi almeno una decina).
Il romanzo, che forse è preferibile definire racconto epistolare e di cui vi parlerò, è "Elisir d'amore" di Eric-Emmanuel Schmitt.
Trama: Dopo cinque anni di amore travolgente, Adam e Louise si lasciano. È una separazione dolorosa e straziante che porta Louise a trasferirsi a Montreal, in Canada, mentre Adam rimane a Parigi. Lontani migliaia di chilometri, e separati da un oceano, i due cominciano una corrispondenza volenterosamente improntata all'amicizia in quanto logica e saggia fine di un grande amore. Così si raccontano la nuova vita che stanno facendo, le nuove amicizie e soprattutto i nuovi amori, con quella confidenza intima e speciale che cinque anni di appassionata convivenza hanno conferito loro. Ma il gioco nasconde una trappola. È davvero possibile diventare amici di una persona con cui si è condivisa l'esperienza di un amore profondo, oppure passione e amicizia sono condannati a restare due mondi incompatibili?
Lui è uno psicanalista, lei una giurista presso uno studio internazionale. Sono stati insieme 5 anni, si conoscono perfettamente, si amano, eppure si lasciano. Le cose non funzionano più tra Louise e Adam. Louise si trasferisce persino da Parigi a Montreal, ponendo un oceano tra lei e Adam.
Perché si sono lasciati? Una storia già vista mille volte: mentre stava con Louise, Adam andava a letto con altre donne. Non erano storie importanti, non ne ricordava nemmeno i nomi, ma per una donna non è una pratica tollerabile.
A cosa preferisce ricorrere Adam, pur di non troncare i legami? All'amicizia, ritratto sbiadito e insipido dell'amore, che logicamente Louise non accetta: «L'amicizia dopo l'amore mi umilierebbe. Riconvertire una passione immensa in piccolo monolocale affettuoso non mi tenta, preferisco ritrovarmi direttamente in mezzo alla strada».
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Louise e Adam, quindi, iniziano a scriversi, si pongono a vicenda domande e, infine, accade che una collega di Louise, Lily, diventa paziente di Adam, colui che sostiene di avere un "elisir d'amore" innato.
Si nota la gelosia, mascherata da nonchalance perché nell'esistenza di Louise c'è ormai Brice, ma la vita continua e la corrispondenza pure, anzi, non manca un colpo, rivelando il latente desiderio di riprendere il rapporto dove lo avevano lasciato.
Chissà come finirà... Io termino con le parole di Antonello Venditti: "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano".
Attraverso le lettere (o forse email) di Louise e Adam il lettore si immedesima nelle pene d'amore che tutti (o quasi) viviamo: l'amarezza, la gelosia, la passione bruciante, l'affetto, l'amicizia, la lontananza, a volte (e per chi ci riesce) il perdono. Ed proprio questo, credo, l'obiettivo dello scrittore: tracciare una "psicologia" del sentimento tramite le frasi, a volte stringate, dei due protagonisti.
Vi lascio con qualche frase e vi aspetto alla prossima recensione!
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«Oggi, per esempio, ho pensato tutto il giorno alle cose buffe che mi succedevano e che avrei voluto raccontarti, ho desiderato condividere il libro, il film o la musica appena scoperti, ti ho fatto domande, dato risposte, dedicato sorrisi, sospiri, esclamazioni. Insomma, siamo stati sempre insieme. [...] Sei solidamente piazzata dentro di me, più di quanto potrebbe esserlo una semplice anatomia gradevole, sei incisa nella mia immaginazione, nel mio futuro, nei miei ricordi».
«Adam, si può essere padroni di ciò che si pensa, ma mai di ciò che si sente».
«Credo che l'amore sia stato inventato per rendere poetica la vita».
«La bellezza del primo amore viene dal fatto che non è ancora stato minacciato dalla fine, crediamo che il presente sia eterno, ignoriamo che si inaridirà».
«Caro Adam, a questo punto la domanda è: siamo liberi di amare il tale o il talaltro? Scegliamo? Veniamo scelti?».
«L'amore è la dimostrazione che percepiamo la realtà unicamente attraverso il filtro delle nostre fantasie. Peggio, è la prova che la realtà non è poi gran cosa».
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