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sabato 30 aprile 2016

Recensione di "Le parole del nostro destino" di Beatriz Williams

Buonasera a tutti, cari lettori. E' stato un periodo pieno di impegni di studio, senza un attimo di riposo. La lettura di un buon romanzo però è sempre rifocillante e stavolta, finalmente, sono riuscita ad immergermi in una storia romantica nel vero senso della parola. Non si è trattato del solito colpo di fulmine con il bello e miliardario di turno abbastanza insipido, a parte le sue doti da amatore professionale in camera da letto. Il miliardario biondo con gli occhi azzurri è un ex soldato britannico della Prima Guerra Mondiale... che incontra Kate, un'analista finanziaria di Wall Street. Com'è possibile? Beh, l'amore non ha confini, né di spazio, né di tempo, ma andiamo a leggere la trama.



Trama: Amiens, Francia, 1916. Incurante della pioggia battente, una donna è in attesa fuori della cattedrale. Tra i fedeli raccolti in preghiera, c’è il capitano Julian Ashford, l’uomo per cui lei ha sacrificato ogni cosa e che tuttavia non rivedrà mai più. Quando tornerà in trincea, Julian morirà. Ma lei è lì per riscrivere il loro destino. Il nome della donna è Kate…New York, oggi. Incurante del gelo, una donna è in attesa davanti alla porta di Julian Laurence: sebbene sia la vigilia di Natale, deve consegnargli dei documenti urgentissimi. I due si sono conosciuti il giorno precedente, eppure, quando lei entra in casa, lui si comporta come se l’aspettasse da sempre, come se l’amasse da sempre. Ricambiare quell’amore le sarà facile: Julian è uno degli uomini più ricchi e affascinanti di Manhattan, è romantico, appassionato, intenso. Per qualche mese, la vita diventa un sogno da cui non ci si vorrebbe svegliare mai più... Ma poi, dal nulla, spunta un libro: la biografia di Julian Ashford, un prezioso volume corredato di foto e di lettere scritte dal celebre poeta-soldato durante la prima guerra mondiale. La donna non ha dubbi: la calligrafia elegante e ordinata, gli occhi gentili, il volto che s’intravede sotto il berretto sono del suo Julian. E quel libro sta per segnare il loro destino. Il nome della donna è Kate…
In un turbine di sentimenti e di misteri, di speranze e di passione, Le parole del nostro destino racconta la storia di un amore vero, un amore unico, un amore eterno.

Concordo con le altre blogger: scrivere una recensione di una storia del genere non è affatto semplice, ma ci proverò perché il romanzo mi è davvero piaciuto.
Kate Wilson è una donna di 25 anni. E' analista finanziaria a Wall Street. Lavora per una società, la Sterling Bates. Un giorno, in occasione di una riunione, lo sguardo di Julian Lawrence, il ricchissimo proprietario di un'altra miliardaria società, si posa su di lei ed è come se conoscesse Kate da sempre.



Lui la ama già, pur avendola vista poche volte. Kate non riesce a spiegarselo, ma sente di ricambiare questo fortissimo sentimento. Julian è un galantuomo d'altri tempi, scrive poesie e suona il pianoforte in maniera incantevole. Eppure, è proprio lui a sembrare tanto possessivo nei confronti di Kate: vuole che lei stia attenta quando esce, vuole che esca soprattutto con qualcuno e mai da sola, che non si allontani troppo dalla loro villetta sul lago. Julian è immensamente preoccupato perché conosce qualcosa che a Kate ancora sfugge... fin quando l'attenzione della ragazza non è attratta da un volume, in cui è narrata la vita di Julian Ashford, capitano dell'esercito britannico durante la Prima Guerra Mondiale, morto durante un'incursione nemica, autore di poesie. La calligrafia visibile nelle lettere somiglia incredibilmente a quella del suo Julian... e l'uomo in foto è assolutamente identico a lui in una versione più giovane.




E' questa la storia di un uomo e di una donna disposti a morire e a cambiare il corso degli eventi pur di poter vivere il loro amore. E' una storia in cui il tempo ha un'importanza che l'amore non conosce.
Consiglio assolutamente questo romanzo. Sebbene all'inizio non mi stesse entusiasmando perché si parlava di Wall Street e io detesto gli argomenti finanziari, i capitoli si susseguono in un ritmo crescente, in cui il lettore brama la conoscenza della verità e del mistero nascosto dietro il magnifico Julian Lawrence. Perché, diciamolo, ma dove si trova al giorno d'oggi un uomo bello, affascinante, colto, romantico, premuroso? Sì, la conosco la risposta, ahimé... solo nei sogni. E non è che una ragazza vada cercando la perfezione (a me annoierebbe un uomo perfetto)! Andrebbe bene un ragazzo semplice, colto, educato che provi un vero sentimento... non un tipo scialbo, tutto estetista e palestra, discoteca, fumo e vodka che cerchi l'avventura e basta. Magari anche Julian, dietro l'apparenza, non è proprio il mio tipo... spesso fa dei discorsi troppo melensi, ma in fondo è giustificato: lui è un poeta.




L'autrice ha puntato proprio sul prototipo dell'amore struggente e romantico, quello delle storie che si instauravano durante la guerra in cui una lettera o una foto sbiadita erano gli unici oggetti che potessero far rimanere un uomo ancorato alla realtà. Oggetti evocativi che smuovevano l'animo e spingevano un uomo a combattere per tornare a casa dalla sua amata.
E Kate è invece l'esemplare della donna contemporanea. Non è la bella da salvare e da proteggere, bensì una donna che ama il suo uomo, ma vuole la sua indipendenza perché sa e vuole cavarsela da sola (com'è giusto che sia).
Ho portato questo romanzo sul treno con me fino a Firenze, solo per leggerne l'epilogo. Ho aggiunto un peso al mio zaino, ma non potevo attendere. Volevo conoscere la fine di questa meravigliosa e romantica storia che mi ha fatto sognare ad occhi aperti.



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