Dunque, dunque... durante questi giorni oltre alle consuete letture archeologiche delle quali risparmio i dettagli almeno qui, mi sono dedicata a un "libriccino".
Nei supermercati Conad sono in promozione, con una raccolta punti, alcuni piccoli volumi di racconti, scritti da autori conosciuti, i quali si sono ispirati a storie inventate da varie classi scolastiche. Trovo che queste iniziative siano molto produttive, in primis per i ragazzi, che vengono messi alla prova e si appassionano alla scrittura e alla lettura (imparando a parlare l'italiano correttamente!). Quindi, ben vengano i progetti culturali!
Il primo libro scelto - della collana "Scrittori di classe" formata da otto volumi - che è ora qui accanto a me sulla scrivania, si intitola "Naran e Oyuna" ed è stato scritto da Roberto Piumini. Il racconto è ispirato a una storia prodotto delle penne della Classe 4B della Scuola Primaria Canale di Castelnuovo Magra (SP).
Trama: Il giovane Naran è in fuga dalla corte di Gengis Kahn. Allevato e istruito alle discipline guerresche, dopo essere stato rapito dal piccolo regno di Mathukar quando aveva due anni, Naran ha appena scoperto le sue vere origini e sa che la sua patria sta per essere attaccata. Il suo destino è legato a quello di un medaglione magico sottratto anni prima da regno di Mathukar. Con l'aiuto di Oyuna, dotata di poteri, Naran è deciso a riportarlo indietro e a salvare la sua gente.
Non fornirò anticipazioni. Il racconto è molto breve - appena 30 capitoli di due pagine circa ciascuno - e si legge velocemente. Il pubblico cui è rivolto è certamente giovane, così come quello che ha ideato la storia. Ho trovato molto bella l'idea di inserire all'inizio di ogni capitolo, un piccolo componimento in versi che in qualche modo fornisca l'idea di ciò che si andrà a scoprire nelle righe successive, una sorta di "profezia".
Il racconto di Naran e Oyuna si inserisce, a mio avviso, in quella categoria di testi che potrebbero benissimo far parte delle "Mille e una notte". I luoghi però sono differenti: si parla della steppa, di laghi ghiacciati, ma anche di praterie, immense distese d'erba verde dove lasciarsi andare in sella al proprio cavallo, accarezzati dal vento, e vedere il mondo dall'alto, sulle ali di Aki, la gazza fedele compagna di Oyuna, una maga davvero speciale.
Carina l'idea di inserire nel racconto l'esercito di pietra che ricorda molto - e secondo me l'allusione è proprio evidente - quello di terracotta dell'imperatore Qin Shi Huang Di, associandolo a una leggenda e automaticamente a un "incantesimo".
I disegni, opera dell'illustratore Cecco Mariniello, mi ricordano molto sia alcune opere indiane, sia le raffigurazioni presenti sulle antiche ceramiche cinesi. Il risultato è un mondo a metà tra la leggenda e il sogno con un finale degno di una fiaba.
Sono forse un po' di parte tentando di diventare un'autrice per ragazzi, ma ritengo, ancora una volta, che questo genere di letteratura faccia tanto bene anche a chi è "un po' più grande". Leggere le fiabe con gli occhi di un bambino e leggerle poi con quelli di un adulto non è la stessa cosa. Ci sono insegnamenti stupendi e concetti che dovrebbero essere tenuti presenti più spesso. Ovviamente quando si è piccoli non si comprende tutto. Le cose appaiono fatate e la fantasia regna sovrana. Quando si è cresciuti, si scoprono dei significati più profondi.
La prossima lettura sarà qualcosa di leggero e assolutamente differente, frutto di un incontro casuale tra il mio sguardo indagatore di scaffali e il titolo un po' bizzarro... misto anche al romanticismo nascosto nel profondo del mio animo. Qualcuno di voi l'ha letto? E quante probabilità può avere il leggendario "amore a prima vista" di riuscire in una storia seria?
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