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giovedì 2 ottobre 2014

Recensione di "Balthazar" di Claudia Gray

Buonasera bloggers, come avete trascorso la vostra giornata? Personalmente tra discussioni e questioni burocratiche di cui francamente mi sono stufata. Nel nostro stato purtroppo andare avanti è così difficile, che anche quelli con un carattere forte e una volontà di ferro come la mia, perdono però la pazienza.
Ad ogni modo, non è di me che volevo parlarvi (sarei noiosa forse... e anche complicata).
Ieri sera ho terminato il romanzo di Claudia Gray "Balthazar", ultimo capitolo (al momento) della saga di Evernight.



Storie di vampiri. Direte, "Ancora? Dopo la Meyer?". Premettendo che di Twilight ho letto tutta la saga e che i primi libri mi erano anche piaciuti, credo sia stata la trasposizione cinematografica a rovinare tutta la magia del rapporto tra Bella ed Edward (non sono riuscita nemmeno a guardarli tutti i film... e non credo vorrò recuperare questa mancanza). A parte i vampiri luccicanti e tutte le critiche che sono state fatte, è un'opera di fantasia e come tale, all'epoca, la apprezzai. Ognuno ha i suoi gusti in fin dei conti.
Diciamo che la Gray torna al modello di vampiro con un pizzico di umanità, non all'immortale praticamente invincibile che aveva creato la penna della Meyer.
I vampiri della Gray sono incredibilmente belli (quale vampiro non lo è?), ma possono essere sconfitti tramite il taglio della testa o per mezzo del fuoco. E hanno paura. Non dei licantropi, non ci sono, o almeno non fanno parte della storia. Della Croce Nera e degli spettri. La prima è un'organizzazione che si occupa di distruggere ogni vampiro sulla faccia della terra perchè li considera semplicemente bestie. I secondi sono "non morti", esattamente come i vampiri solo che sono spiriti, anime, ciò che i vampiri non possiedono più. Sono il loro perfetto opposto.
Per leggere "Balthazar" bisogna aver già approcciato con la saga di Evernight, terminata con la protagonista, Bianca, diventata spettro, e l'accademia dei vampiri (una specie di Hogwarts per non morti) distrutta. L'amore tra Bianca e l'adorato Lucas non si è spento e, nonostante lei sia uno spettro, può continuare (per ogni dettaglio, leggete la trama in rete).



Ora, Balthazar chi è? Il vampiro figo di turno, muscoloso e riservato, preciso, che tiene alla punteggiatura negli sms e un po' all'antica (in fondo è morto nel '600). In poche parole, il mio tipo (peccato sia solo fantasia). E Bianca lo ha sempre snobbato in favore di Lucas (povera pazza!).
Di Balthazar non si è saputo molto nei romanzi precedenti e almeno in questo libro veniamo a conoscenza dell'autore della sua trasformazione, del motivo per cui sua sorella Charity (un incubo di ragazzina, nel vero senso della parola!) lo odi tanto e appunto di quale sia l'epoca della sua morte, il che giustifica i suoi modi così antiquati.
La co-protagonista del romanzo è Skye, già incontrata in precedenza (che però non ricordavo un granchè, insieme alla sua amica Clementine), che aveva ospitato Bianca nel suo corpo in "Afterlife". Dopo quest'esperienza, Skye vede le morti violente, avverte le sensazioni delle vittime ed il suo sangue è straordinariamente importante per i vampiri perchè li riporta indietro nel loro passato, facendo loro rivivere per un attimo soltanto la sensazione di essere umani.



Skye è quindi un gioiellino per i vampiri vaganti e, non essendoci più l'Accademia di Evernight, la ragazza non è assolutamente protetta. Lucas invia quindi Balthazar a sorvegliarla. Skye è sempre stata attratta dal vampiro, ma era troppo innamorata del suo ragazzo (nel libro, ex) e sapeva che a Balthazar interessava Bianca pur non essendo ricambiato, quindi si limitava ad ammirarlo da lontano.
Questo nuovo compito di Balthy porterà i due ad un inevitabile avvicinamento. Dovranno affrontare una squadra di vampiri pronti a tenere prigioniera Bianca per l'eternità e i sentimenti, sempre più potenti che, ancora una volta non riusciranno completamente a decollare a causa dell'umanità di Skye e dell'immortalità di Balthazar.
Chissà se Claudia Gray proseguirà la storia di Balthy e Skye? Io spero proprio di sì, anche perchè molti punti sono rimasti in sospeso.



La lettura è piacevole e scorrevole. In un contorno sovrannaturale e ovviamente fantastico, si affrontano però problematiche adolescenziali. Credo proprio sia quest'ultimo il punto di forza di molti romanzi: trattare con fantasia i problemi comuni, trovando quindi consenso nel lettore che riesce perfettamente a comprendere la psiche dei personaggi.
Complessivamente, ho apprezzato più questo "spin-off" che la storia tra Bianca e Lucas ad essere sincera. Critiche? Sì, a chi ha tradotto il romanzo. Chiedono a noi emergenti di scrivere in un italiano comprensibile, senza refusi, con tempi verbali corretti (giustamente eh), e poi mi trovo un uso scorretto dei congiuntivi (senza nemmeno starlo a dire insomma! I libri stranieri tradotti in italiano riportano sempre l'imperfetto al posto del congiuntivo) e un uso sbagliato degli aggettivi dimostrativi "questo" e "quello", oppure degli avverbi di luogo "qua" e "là".
Sono particolarità che danno fastidio, quindi care grandi case editrici, dato che pretendete una qualità elevatissima da uno scrittore altrimenti non lo degnate di uno sguardo, almeno abbiate l'accortezza di ricontrollare, è importante.

Dopo la mia recensione, vi aspetto domani con un post riguardo una nuova iniziativa firmata Self Dreamers! Buona serata!

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