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sabato 25 maggio 2024

Recensione di "Dove si riparano i ricordi" di Jungeun Yun

Buon sabato a tutti, amici lettori! Oggi vi porto verso un luogo magico e orientale, un piccolo paese coerano dove, improvvisamente, è spuntata una lavanderia incantata.

Buffo il fatto che, tra tante strutture, emerga proprio una lavanderia, eppure ha una sua utilità: quella di lavare via le macchie della propria anima, oppure di stirare le pieghe delle "brutture" della vita.


Trama: Cosa faresti se fosse possibile cancellare il tuo ricordo più doloroso? Dalla cima della collina che sovrasta un piccolo paese della Corea spunta una casa isolata. Da fuori non ha nulla di insolito, ma al suo interno c’è una lavanderia speciale, in cui è possibile lavar via anche le macchie che portiamo sul cuore. Ji-eun, la proprietaria, è lì ad aspettare con una teiera fumante. Fa accomodare chiunque entri e gli pone la stessa domanda: hai un ricordo doloroso che vuoi cancellare? Perché lei ha il potere di farlo, bisogna solo avere il coraggio di dar voce a quella sensazione, quel sentimento che non si possono proprio dimenticare. Così Jae-ha ricorda la propria infanzia, in cui spesso si è sentito abbandonato; mentre Yeon-hee rivive una relazione che l’ha fatta soffrire. Ji-eun li ascolta con attenzione, e poi accade l’inaspettato: Jae-ha e Yeon-hee comprendono che non basta eliminare i brutti ricordi per ritrovare la felicità. Le cicatrici che quelle esperienze hanno lasciato fanno parte di loro. Ma, con il tempo, da quelle cicatrici potrebbero sbocciare dei fiori. Così Jae-ha realizza che i genitori avevano buone intenzioni e Yeon-hee torna a credere nella magia dell’amore. La stessa Ji-eun capisce che deve smettere di nascondersi in un passato che non può cambiare. Tutti escono dal negozio più forti, sereni e consapevoli. Perché a volte guarire significa accettare il dolore. Significa amarsi nonostante gli errori commessi. Bisogna sorridere anche quando gli abiti che portiamo sono macchiati, perché possono essere la tavolozza più bella del mondo. Il primo fenomeno editoriale che arriva dalla Corea. Finalmente esce in anteprima in Italia. Mezzo milione di copie vendute, sempre al primo posto delle classifiche. Un libro rifugio a cui affidare il cuore. Ognuno ha la magia di realizzare quello che vuole. Non bisogna dubitarne, bisogna crederci.

Foto di Polina Tankilevitch (www.pexels.com)

Mentre sfogliavo le pagine e mi immergevo nelle storie di coloro che, giunti per caso alla lavanderia di Ji-eun nel villaggio di Marygold, confessavano i loro dolori e si preparavano a cancellarli, pensavo ai miei: che cosa, della mia vita, vorrei cancellare per sempre? Cosa, invece, vorrei mantenere, ma "stirare", in modo che faccia meno male?
Difficile dirlo. Quel che sono oggi lo devo anche e soprattutto ai momenti difficili che ho vissuto, alle porte sbattute in faccia, ai lividi provocati da parole urlate, sussurrate, dette dietro le spalle, a quel maledetto bullismo e alle propotenze dell'adolescenza, agli amori andati in frantumi, a quelli mai realmente sbocciati e, infine, a quelli impossibili e illusori.
Tutti abbiamo macchie da cancellare e pieghe da stirare e, forse, la lavanderia magica di Ji-eun ci farebbe comodo.
Sulla cima di quel villaggio al confine con il mare, giungono vari visitatori: c'è chi ha fatto tante scelte sbagliate e, per seguire un sogno, si è ritrovato senza niente, provocando delusione ai propri cari; c'è chi vuole cancellare la macchia dell'amore perché quello stesso amore l'ha abbandonata a una vita di stenti, con un figlio da crescere e un'etichetta da amante; c'è chi, presa dall'onda social, ha perso i contatti con la realtà e vorrebbe soltanto tornare ad essere una persona normale; c'è chi ha vissuto un'esistenza oscurata da quella di qualcun altro e ha imparato a sperare che il tempo trascorresse velocemente perché il bullismo era insopportabilmente doloroso.
Ji-eun ascolta comprensiva, prepara un tè ai propri clienti, fa indossare loro una maglietta bianca che, al solo contatto, si riempie di macchie più o meno grandi e scure; poi si passa alla lavatrice dove la maglietta, immersa in acqua e sapone, torna pulita. Infine, c'è l'azione del vento e del sole sul terrazzo che completa l'opera di rimozione dei ricordi "malati" che, magicamente, si trasformano in petali rossi, quegli stessi che avvolgono l'elegante veste nera di Ji-eun.

Foto di Esra Korkmaz (www.pexels.com)

Ma della proprietaria si sa qualcosa? Ji-eun sembra una ragazza, ma è centenaria. Ha vissuto molte vite, ha cambiato luoghi, soprattutto per poter ritrovare i genitori. Quand'era poco più di una bambina e i genitori si apprestavano a parlarle dei suoi due poteri, lei scomparve improvvisamente, proprio a causa di quella magia che non era in grado di controllare.
Una devastante nostalgia pervade l'animo di Ji-eun, anche un senso di colpa profondo. Solo stando a contatto con i clienti della lavanderia che, pian piano, diventano amici e quindi una "famiglia", Ji-eun ritroverà quel calore perduto, ormai lontano secoli, giungendo persino a sentire nuovamente il battito del proprio cuore.

"Dove si riparano i ricordi" non è sicuramente un libro per tutti. Bisogna avere un po' di "dimestichezza" con la narrativa orientale per poterlo apprezzare e io, cresciuta con i manga e gli anime, l'ho amato subito.
E' un romanzo molto delicato e ricco di riflessioni che conducono dove? A pensare a un concetto molto importante, spesso sottovalutato, se non addirittura ritenuto banale: vivere il presente con tranquillità, senza ansie e preoccupazioni, godendosi quel che si ha, è forse il miglior modo di condurre la propria esistenza, amando non solo gli altri, ma anche sé stessi.
Infine, nessuno di noi deve essere condizionato dai ricordi e, quindi, dal passato. Proprio come le magliette lasciate ad asciugare, sul nostro animo è giusto far arrivare qualche raggio di sole, lasciando andare inutili pesi che ci tengono ancorati a terra.
Un consiglio per i futuri lettori: lasciate volare l'immaginazione. Le pagine di questo romanzo sono intrise di profumo di tè, di petali di camelia, di abiti puliti, di sole e mare, ma anche di qualche nostalgico raggio di luna.
Prima di lasciarvi con qualche estratto, vi chiedo: sapete cos'è il kimbap? A forza di nominarlo (Ji-eun ne è ghiotta), l'autrice mi ha messo in curiosità e ho scoperto che si tratta di un cibo molto simile a quelle rondelle giapponesi grandi, farcite di riso e altri ingredienti (di solito granchio, avocado e gambero), contenute in uno strato d'alga, che si mangiano nei nostri ristoranti a tema "sushi".
A presto e buon fine settimana!

Foto di Vishnu Murali (www.pexels.com)

«Se una cosa dentro la mente fa male, puoi sempre tirarla fuori, eliminare la macchia, stenderla al sole e lasciarla asciugare. Alla fine, ti sentirai tranquilla, con una mente pulita e asciutta».

«Come si pulisce la mente? O forse è il cuore il luogo dell'anima?»

«Jae-ha aveva l'abitudine di focalizzarsi sempre sulle pupille delle persone: perché la bocca può mentire, ma gli occhi no. Le parole sono il mezzo di comunicazione del pensiero. mentre è quasi del tutto impossibile fermare il tremolio delle pupille quando si mente. Come accade con coloro che dicono "Ti amo" con le labbra, ma negli occhi non hanno nessuna emozione».

«Si piange e si soffre quando si perde l'amore. La verità è che la cosa più triste è l'incapacità di odiare una persona per colpa dei ricordi felici. Si vive ancorati a quei momenti lieti e pieni d'amore».

«Se hai sbagliato, puoi scusarti e se qualcun altro ha sbagliato, puoi accettare le sue scuse e comprenderlo. E se non riesci a recuperare completamente, accettalo così com'è. Come può la vita essere sempre perfetta? Perdersi, tremare, fallire e cadere. E nonostante ciò, cercare sempre di rialzarsi per trovare un nuovo equilibrio».

«La ragione per cui è possibile sopportare l'inverno all'interno del proprio cuore è la speranza che passi. La speranza è ciò per cui le persone vivono. E' la speranza che la primavera sbocci nel cuore, fino a scaldare l'estate, per poi arrivare al fresco autunnale, ciò che mantiene in vita le persone. Come si potrebbe tollerare l'esistenza senza la speranza?»

«Doveva gettarsi tra le braccia del mare. Aveva bisogno di essere avvolto dall'abbraccio del mare. Il mare racchiude molte storie, accoglie i segreti che le persone custodiscono nel cuore e li dissolve con le proprie onde. E' per questo che il mare è così profondo».

«Si dice che la nostalgia si trasforma in stelle brillanti. Ji-eun osservò il cielo infinito, pensando alle stelle che risplendevano nella notte, invisibili durante il giorno. Rivolse lo sguardo a quel cielo così simile alle pupille di sua madre, fece un profondo respiro e si convinse che in quella giornata sarebbero accadute cose belle».

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