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venerdì 2 febbraio 2024

Recensione di "La libreria del Signor Livingstone" di Mónica Gutiérrez

Buonasera a tutti, amici lettori! Eccoci ritrovati qui in questo piccolo spazio virtuale che echeggia memorie della mia bella Sàkomar (per chi non sapesse di cosa parlo, provate a dare uno sguardo qui: link).

Dove vi porto oggi? A Londra. Ci siete mai stati? Io no, ma è una meta che ho sempre sognato di visitare, frutto del mio amore per la letteratura e la lingua inglese che, ai tempi d'oro liceali, mi avevano decisamente stregato.


Trama: A guardar bene, in fondo a una stradina di Londra, si può scorgere una palazzina su due piani tutta in legno dipinto di blu. Dietro le vetrine, pile e pile di romanzi. Aprendo la porta dalla curiosa maniglia a forma di penna, si incontra il signor Edward Livingstone, l'anima della libreria Moonlight Books. A prima vista può sembrare un po' burbero, ma non fateci troppo caso. Lo fa solo perché preferisce la compagnia dei libri a quella delle persone. Eppure, nessuno riesce a capire i bisogni dei lettori meglio di lui. Come quelli di Oliver, che, a otto anni, è un bambino prodigio, e passa in libreria molto del suo tempo, per non sentirsi solo; o Sioban, che tra quegli scaffali cerca l'ispirazione per un nuovo romanzo di cui ha perso le parole. Soprattutto, il signor Livingstone è stato capace di leggere nel cuore di Agnes. Un cuore un po' malandato che aveva deciso di chiudere le porte al mondo. Fino al magico giorno di pioggia in cui Agnes trova riparo alla Moonlight Books. È così che, tra i sussurri dei più bei versi mai scritti, Agnes scopre che la speranza di una vita migliore non deve mai morire. Che le strambe figure che abitano la libreria hanno l'immenso potere di farla sentire al sicuro. Perché il signor Livingstone ha riempito il suo negozio di generosità e di amicizia: all'avventura e agli imprevisti ci pensano i libri, con le loro storie che non smetteresti mai di leggere.

Non appena ho iniziato a leggere questo libro, che tanto mi aveva ispirata in libreria, mi è sembrato di avere sotto gli occhi la mia storia. Agnes è un'archeologa, una povera, triste e talentuosa archeologa spagnola, alla ricerca disperata di un lavoro (e di sé stessa), con il sogno di essere un giorno assunta al prestigioso British Museum.
Durante una giornata di pioggia, Agnes trova riparo all'interno di una libreria, la Moonlight Books. Il proprietario, Edward Livingstone, sembra un burbero signore uscito da un romanzo, gli occhiali inforcati, la pipa in bocca, parente del noto David Livingstone, di cui tiene il prezioso diario in una teca di vetro. Il locale, pieno zeppi di libri, è "abitato" da altre creature: uno scrittore residente che, sotto una lampadina blu, scrive romanzi; un bambino biondo di nome Oliver Twist, appassionato di stelle, che ama Peter Pan e il suo telescopio, puntato verso il cielo stellato visibile dal lucernario della libreria; Sioban, compagna di Edward, cui non manca mai un sorriso. E ovviamente, in perfetto stile "British", nella bellissima Moonlight Books non può mancare l'angolo romantico, dove si può sorseggiare un buon té in compagnia di un libro.

Foto di Emre Can Acer (https://www.pexels.com)

Agnes entra così in un mondo fatato, impressionata dai volumi e da quel luogo così accogliente. Edward, dal canto suo, sta cercando un'assistente e vede in quella "fatina dai piedi scalzi" (Agnes, infatti, bagnata dalla pioggia, era entrata togliendosi le scarpe) la persona ideale. L'archeologa ha un'opportunità per rimanere ancora a Londra e cercare il lavoro dei suoi sogni.
Tra acquirenti del tutto inusuali, letture di Peter Pan sottovoce in perfetta modalità "Wendy e i bambini sperduti", té aromatizzati e la caccia al ladro del diario di David Livingstone, Agnes troverà nella libreria Moonlight Books una seconda famiglia, in grado di accoglierla, proteggerla, curare le ali ferite e aiutarla a riprendere il volo verso il suo più grande sogno.
In tutto ciò, come nelle più belle fiabe, l'amore non è secondario: l'archeologa e l'ispettore Lockwood dagli occhi blu faranno sognare chiunque creda ancora nella magia dei sentimenti.

Foto di Vlada Karpovich (https://www.pexels.com)

Sarà perché Agnes è un'archeologa e, come me, disperata, con un pesante bagaglio di sogni infranti, che ho davvero amato questo libro. E sì, esattamente come lei, lavorerei molto volentieri in una libreria magica come la Moonlight.
Per il resto, la costruzione del personaggio di Edward Livingstone è, secondo me, la più interessante perché si tratta di uno scorbutico dal cuore tenero, un po' Ebenzer Scrooge e un po' Sherlock Holmes, ironico e pungente, difensore dei deboli, amante della letteratura e dei libri illustrati.
Se avete voglia di una fiaba moderna e dolce, proprio come un té inglese accompagnato da qualche biscotto, leggete il libro di Mónica Gutiérrez e non ve ne pentirete.

Vi lascio con qualche frase estratta dal libro e vi aspetto con la prossima recensione!

Foto di cottonbro studio (https://www.pexels.com)

«I libri non sono il nostro lavoro, sono la nostra vita. Da quando in qua vivere produce vantaggi economici?»

«Non dovrei neanche essere qui. Io sono un'archeologa.»
«È per questo che sei triste?»
«Non sono triste.»
«Se dico che sono un astronauta e resto sul pianeta Terra, mi deprimerò, perché che razza di astronauta non esce dal suo quartiere?» le spiegò pazientemente Oliver.
«Uno molto frustrato», borbottò di cattivo umore Agnes.
«Parli come la mia psicopedagoga.»
«Si sentirà così anche lei.»
«Il trucco è non dire "sono un'archeologa" o "sono un astronauta". Tu sei molte cose: una persona, l'aiutante del signor Livingstone, una bella ragazza...»
«Grazie.»
«... una brava lettrice di Peter Pan, una ragazza simpatica, sveglia... E tutte queste cose ti riescono benissimo. Non dovresti essere triste.»

«Non sapevo di essere triste», riepilogò, «ma forse in effetti lo sono. Non trovo il mio posto nel mondo, come se fossi un astronauta disperso nell'universo con una gran voglia di tornare a casa.»
«Allora io non mi preoccuperei.» [...]
«E perché?»
«Perché prima o poi arriva sempre qualcuno che ti vuole riportare a casa.»

«Ho degli amici innamorati dell'idea di innamorarsi, ma non riescono ad andare oltre la teoria», rifletté Jasmine nell'oscurità. «Altri non sanno stare soli e si convincono che ogni nuovo partner è quello perfetto e definitivo. Ma secondo me l'unica cosa perfetta è l'inizio di una storia d'amore, il momento in cui ci si guarda negli occhi e si capisce che la ricerca è finita, perché ormai ci si è trovati. La fine dell'attesa, quando tutto si risolve.»

«Esistono baci capaci di fermare il mondo. Paralizzano l'aria attorno, congelano il tempo e lasciano in sospeso il pensiero. La vita stessa ammutolisce, timorosa di spezzare con il suo palpito l'incantesimo di un così straordinario incontro. Solo i bambini che un tempo applaudivano forte perché credevano nelle fate possono capire da grandi che esistano baci così, capaci di trattenere il tempo.»

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