book

giovedì 15 luglio 2021

Recensione di "La casa delle farfalle" di Silvia Montemurro

Buon pomeriggio, cari lettori, come state? Nel mezzo dell'estate, condivido con voi la recensione dell'ultimo romanzo che ho letto e terminato poco fa: "La casa delle farfalle" di Sivila Montemurro.


Trama: Quando la vita di Anita, trent’anni e una carriera accademica avviata, viene sconvolta da un tragico evento, decide di lasciare Hans, il suo compagno, per tornare sul lago di Como, dov’è cresciuta. Lì incontra Yoko, una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa che, proprio come lei, è segnata da una ferita difficile da rimarginare. Presto Anita, leggendo il diario della nonna Lucrezia, scoprirà di essere legata a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni che unisce le loro famiglie e risale al 1943, quando la casa di Lucrezia, la villa delle Farfalle, venne occupata da alcuni ufficiali tedeschi. Un romanzo intimo e corale, che attraversa tre generazioni di donne e che dagli anni della guerra arriva fino ai nostri giorni seguendo il volo leggero e delicato delle farfalle.

Anita, trentenne in carriera, ormai sconvolta da un episodio della sua vita che l'ha lasciata profondamente ferita (e di cui non ci è dato sapere se non verso la fine del romanzo), lascia la Germania e il fidanzato Hans per trasferirsi nella Villa delle Farfalle, sul lago di Como, dove anche sua madre, Margherita, si è ritirata da qualche tempo.
Madre e figlia non hanno mai avuto un rapporto particolarmente affettuoso e le cose tra loro sembrano procedere più per cortesia che per altri sentimenti, in una dimora in cui aleggiano segreti e misteri. In quel luogo è vissuta Lucrezia, nonna di Anita e madre di Margherita; una casa che, nel 1943, fu occupata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, una casa in cui le vite di tre persone in particolare si sono intrecciate, influendo sul presente e sul futuro.
Nei dintorni della villa, Anita incontra una bambina giapponese, Yoko, dalla meravigliosa voce. Le due legano immediatamente, come se si conoscessero da sempre, ma Margherita è scettica: non vuole che Anita e Yoko si frequentino. Eppure le due iniziano un rapporto di amicizia, saldato anche da Filippo, padre di Yoko e vedovo di Cho, che le condurrà a restaurare e riattivare il farfallario di Lucrezia.
Ci sono però ancora troppi misteri che avvolgono quel posto e, conseguentemente, il passato delle persone che lo frequentano. Anita si cimenta, perciò, nella lettura del diario di sua nonna Lucrezia, venendo a conoscenza di quel che fu e ricostruendo una catena di eventi. In poco tempo la percezione della sua stessa esistenza cambia, le sue certezze si modificano e molte domande hanno ora una risposta.
Proprio come le farfalle, dal volo leggiadro e delicato, così Anita si soffermerà sui ricordi e i sentimenti che hanno coinvolto Lucrezia, Margherita, Cho, ma anche Will, suo nonno mai conosciuto, e Yu Kari, madre di Cho. Sfogliando le pagine e analizzando le sofferenze della sua famiglia, anche Anita riuscirà, finalmente e con l'aiuto di chi le vuole realmente bene, ad esorcizzare le sue paure e a liberarsi di un enorme peso sulla coscienza che non le permetteva di spiccare il volo verso la sua seconda opportunità di felicità.


Silvia Montemurro ha creato un romanzo delicato, che affonda le radici in un recente passato intriso di sofferenza e di grandi sentimenti, oggi a volte dimenticati, sottolineando l'immenso valore dell'amore, ma anche dell'affetto famigliare, sostegno di cui ognuno ha bisogno. Il rapporto madre-figlia viene ripreso più volte come base, così come quel filo rosso del destino che lega, a volte non si sa perché, svariate persone nel corso della loro esistenza.
Sono una fan dei romanzi di Lucinda Riley e quello della Montemurro mi è piaciuto; tuttavia, avrei voluto, da lettrice curiosa e romantica quale sono, conoscere più dettagli dei protagonisti uomini che, a tratti, sembrano privi di sentimenti o incapaci di esprimerli. Sono certa che Will avrà avuto una tempesta dentro che si sarà portato fino all'ultimo giorno di vita; Filippo, sconvolto dal dolore, ha provato a rialzarsi, aprendo il suo cuore a un'altra persona che non è la madre di sua figlia; Alfonso, fratello di Lucrezia, ha amato incondizionatamente, pur non essendo ricambiato allo stesso modo. Forse una descrizione più dettagliata li avrebbe caratterizzati maggiormente, ma queste sono mie riflessioni e richieste da lettrice esigente.
In sintesi, romanzo consigliato, ma attenzione: quando vedrete una farfalla, sarete sicuramente curiose di conoscerne il nome e le caratteristiche, trovando forse qualche risposta nell'incipit di ogni capitolo.
Vi auguro una buona serata, lasciandovi con qualche frase che mi è praticolarmente piaciuta.

«Ci sono persone destinate a incontrarsi e ad amarsi, qualsiasi cosa succeda intorno a loro».

«Ci sono amori che sono come piante bellissime: crescono in mezzo al fango, inizialmente non visti. Ma poi sbocciano e tutti si rendono conto della meraviglia che si sono persi. E ne diventano quasi gelosi. Allora possono decidere: proteggere la bellezza o distruggerla. Il loro amore era così. Per quanto facessero, per quanto provassero, ci sarebbe stato sempre qualcun altro in mezzo a loro. Qualcuno poco sensibile ai fiori nati sul selciato».

«Non era una donna forte, era solo una ragazza innamorata. C'era una bella differenza. Una donna forte può sopportare tutto. Una ragazza innamorata è come una farfalla esposta al gelo dell'inverno. Le sue ali rinsecchiscono e lei muore».


«Forse non tutti possiamo avere l'amore che ci meriteremmo».

«Un segreto si può custodire fino a che non inizia a fare troppo male».

«Koi no yokan» affermò lui. [...] «È un'espressione giapponese, intraducibile nella lingua italiana. [...] È la sensazione che provi quando incontri qualcuno per la prima volta e sai che è scritto nel tuo destino. Sai che comunque andranno le cose, avrà una parte importante nella tua vita, perché ti farà innamorare».

Nessun commento:

Posta un commento

sito