Mi prendo una pausa dallo studio. Il mio cervello necessita di qualche minuto extra archeologico. E' da stamattina alle 08.30 che sto sfogliando solo pagine che parlano di mosaici, affreschi, stratigrafie e quant'altro.
Ho quindi terminato di leggere "L'isola delle farfalle" di Corina Bomann. Ammetto che, da quando ho scoperto Lucinda Riley, la serie dei romanzi editi dalla Giunti mi sta piacendo particolarmente perché seguono un po' tutti la stessa linea: magnifici paesaggi, tenute inglesi, quel clima alla Jane Austen. Si inizia però sempre dal principio, quindi via con la copertina e la trama!
Trama: È un triste risveglio per la giovane avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente infatti ha scoperto che suo marito l’ha di nuovo tradita e, come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e che vorrebbe vederla un’ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende, non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione – una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica –, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…
Tutto inizia con una lettera, spedita da Victoria alla sorella Grace con una richiesta di perdono. E' il 1888... ma è appunto solo un'introduzione. La storia prosegue nel 1945. Una giovane donna, Beatrice, arriva in Inghilterra e prova a chiedere ospitalità ad alcune sue parenti, Deidre ed Emmely, che non sembrano ben disposte verso la giovane nonostante la accolgano nella loro dimora, Tremayne House.
E' il 2008: Diana Wagenbach, la nostra protagonista, è avvocato a Berlino, ma il suo matrimonio non procede a gonfie a vele, anzi, suo marito la tradisce da tempo. Stavolta è decisa a troncare ogni rapporto con lui, ma d'un tratto arriva una telefonata inattesa dall'Inghilterra: sua zia, Emmely, molto malata, sta per morire.
La donna non esita a prendere il primo volo e a dirigersi a Tremayne House per sostenere sua zia, alla quale è molto affezionata. Ed è proprio lei a chiederle di scoprire un enigma strettamente legato al passato della sua famiglia.
Una tomba mancante, una lettera, un angelo dai tratti esotici a protezione della defunta Beatrice, una foglia di palma proveniente da un'antica biblioteca di Ceylon,
una vecchia guida turistica e una bustina di tè condurranno Diana a cercare il suo passato in Sri Lanka dove i suoi antenati si erano stabiliti all'epoca in cui vigeva il colonialismo inglese.
E' qui che, aiutata dall'affascinante Jonathan, amico di uno studioso conoscente di Diana, ripercorrerà le tappe della famiglia Tremayne e di quelle due sorelle, Grace e Victoria... Grace, della cui tomba non vi era traccia, e Victoria, l'autrice della misteriosa lettera.
Tra Diana e Jonathan sembra sbocciare l'amore, un sentimento però molto cauto sulle prime, passionale poi... esattamente come in passato era accaduto per Grace Tremayne e Vikrama, un tamil amministratore della piantagione di tè di cui Henry Tremayne era proprietario.
Attraverso gli occhi di Grace, si riesce a vivere quell'atmosfera esotica, tra le foglie di tè, la folla e i colori di Colombo, i rami dei rododendri e dei frangipane, la meravigliosa residenza di Vannuttuppucci che, in tamil, vuol dire "farfalla".
E una profezia sembra aleggiare, come una presenza costante, vegliando sui gesti di Grace e di quel misterioso meticcio che ha affascinato la ragazza sin dal primo momento.
Tra amore, sorellanza, enigmi e tradimenti, il romanzo assume dei toni che virano in alcuni tratti verso la poesia suscitata da Jane Austen nel suo celebre "Orgoglio e pregiudizio" e in cui il destino sembra giocare un ruolo fondamentale.
Narrarne tutte le sfumature è forse un po' difficile poiché la trama risulta strettamente intrecciata e svelare un singolo particolare significherebbe rivelare tutto il mistero del romanzo.
Ne consiglio la lettura. La narrazione procede in maniera scorrevole, mentre Diana interpreta la moderna "Sherlock Holmes" e coinvolge il lettore a conoscere altri particolari nascosti in angoli segreti delle dimore ottocentesche, a sollevare la polvere del tempo dal baule dimenticato che è stata la vita di Grace Tremayne.
Sono contenta di aver apprezzato questo libro che avevo acquistato ormai a novembre durante una passeggiata per le vie del centro. Ho terminato di leggere altri romanzi e infine è arrivato il suo turno.
E adesso? Chissà... la scelta è davvero vasta. Il mio comodino ha una discreta pila in attesa, tra regali e romanzi vinti in due giveaway. Stasera effettuerò la mia difficile selezione... e poi vi farò sapere.
Buon proseguimento di serata a tutti!
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