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venerdì 9 ottobre 2015

Concerto "Astronave Max" al Palalottomatica di Roma! "Finalmente tu", caro Max!

Cari lettori, mi sono svegliata letteralmente distrutta stamattina, ma felicissima! Ieri sera sono andata al concertone del mio adorato Max Pezzali al Palalottomatica!
E' stato il mio primo concerto ed è stato MAGNIFICO!
Un regalo di compleanno letteralmente spaziale, per rimanere in tema con il titolo dell'album di Max "Astronave Max"!



In programma erano tutti i migliori pezzi, cominciando dai nuovi "Come Bonnie & Clyde", "È venerdì", proseguendo con un vecchio successo "Rotta per Casa di Dio" e il bellissimo "L’Universo tranne noi" che ci ha fatto battere il cuore qualche anno fa.
E come dimenticare "Gli anni"? La suonavo con la chitarra ai tempi del liceo, sognando di stare su un palco ad accompagnare la voce di Max... e ritrovandomi invece solista al saggio di chitarra di fine anno con un pezzo classico ispirato a Romeo e Giulietta. Ma si sa, i sogni son desideri...
Quella stessa sera di giugno Max cantava "Lo strano percorso", ripercorrendo i momenti belli e anche quelli bui delle nostre vite, quando sboccia l'amore, a volte incompreso, quando sembra che tutto vada bene e poi si litiga... ma il sorriso che "sembrava ormai lontano e distante, perso per sempre" torna infine a rischiarare il viso.



Il Palalottomatica trema sotto le note di "La dura legge del gol". Il calcio unisce con le sue emozioni, con i riflettori puntati contro un pallone che attraversa metri di campo verdissimo e finisce in porta, ma non una qualsiasi. Stavolta sullo schermo scorrono le immagini della finale del Mondiale 2006, quando siamo stati "Campioni!!!" in Germania contro la Francia di Zidane e Ribery.
Brividi allo stato puro... Ricordo bene quando sono andata ad aspettare la Nazionale a Palazzo Chigi e poi a rincorrere il pullman lungo Via del Corso...



Peccato per un attimo di panico in cui un gruppo di deficienti matricolati con la bandiera della Lazio (sono laziale anche io, ma la deficienza purtroppo non ha colore, né squadra specifica), ubriachi come fossero all'Oktoberfest, hanno proseguito con i cori da stadio fino a menarsi, provocando una carica che ha investito anche le prime file sotto il palco dove eravamo collocate io e le mie sorelle, insieme ad altre persone andate a sentire Max Pezzali, per amore della sua musica, non di questa folle delinquenza mascherata dietro i colori di una squadra.
Solo che io, come tanti altri, mi chiedo: la sorveglianza dove sta? Perché li hanno fatti entrare?
A me all'entrata hanno stappato una bottiglietta, gettando il tappo e lasciandomela aperta per "misure di sicurezza", mentre questi entrano con le bandiere e i fumogeni???
Ma soprattutto, quanta ipocrisia c'è dietro tutto ciò, quando i bar interni vendono tranquillamente bottiglie (con tutto il tappo) e birra? Andiamo su... andavano cacciati, perché la gente ha rischiato di farsi molto male. Fine delle discussioni. A un concerto si va per sentire la musica e per cantare, per godersi dei momenti. Se a loro piacciono le risse, le andassero a fare da qualche altra parte (evitando pure gli stadi, perché il calcio è un'altra cosa, non un incontro di gladiatori). 
A parte questo episodio, il resto si è svolto con tutta l'allegria che Max sa trasmettere da sempre al pubblico, incitandoci ad andare avanti nonostante tutto ("Sopravviverai", "Nessun rimpianto", oppure la bellissima "Come deve andare"), ad innamorarci ("Ti sento vivere", "Come mai", Il mondo insieme a te", "Una canzone d'amore", "Nient'altro che noi") e a trovare la propria strada affrontando le difficoltà della vita con il sostegno degli amici, della famiglia e delle persone a noi care.



Grazie di tutto Max... le tue canzoni accompagnano le mie giornate sin da quando avevo più o meno 7-8 anni. Ricordo ancora quei momenti in pullman, durante le gite alle elementari, in cui chiedevamo al guidatore di mettere l'audiocassetta. E lì attaccavamo, con le nostre vocine da bambini, "Come mai", "Ci sarò", "Con un deca", "Hanno ucciso l'uomo ragno", "Nord Sud Ovest Est", "Non me la menare", "Jolly Blue", "La regola dell'amico", "Sei un mito".


Caro "poeta" delle generazioni '80-'90 prosegui così, con l'amore per la musica a guidarti e null'altro, raccontando episodi che segnano la vita di ognuno di noi, cantando con umiltà, senza impegnarsi in dibattiti che con la musica hanno ben poco in comune. 
Io che sono "un peugeot che arranca in salita", superata più volte da numerosi "fifty neri" con il turbo - per citare "Come deve andare" - continuerò a seguirti, a camminare per la mia strada "ripida e dissestata", con le cuffie dell'Mp3 inserite mentre la tua voce mi accompagna sulle note delle tue poesie musicali.



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