E visto che parliamo di ghiaccio (e anche a Sàkomar c'è un regno completamente dominato da questo elemento), annuncio che finalmente ho visto "Frozen - Il Regno del Ghiaccio", ultimo capolavoro della Disney.
Lo attendevo da tanto, sin da quando hanno cominciato a circolare notizie su questo film in internet e poi, per una cosa o per un'altra, non ero riuscita a trovare un'oretta e poco più di tempo per andarmi a gustare questa bella storia.
La Disney, con Ribelle e con Rapunzel, aveva già sperimentato altri due tipi di sentimenti: Merida e la regina Elinor dimostrano quanto grande possa essere l'affetto tra madre e figlia; Rapunzel invece sa nel suo cuore che i suoi genitori l'attendono, che il loro affetto non smetterà mai di esserci, che quello pseudo sentimento ossessivo della strega che la rapisce non è l'amore di una madre, e che esiste anche (come sempre nei Disney) il vero amore, che tutto fa accadere (persino resuscitare il bel Flynn).
Con Frozen, si assiste invece all'affetto e all'amicizia tra sorelle, Elsa, la maggiore, e Anna, la più piccola e molto scalmanata.
Elsa però comanda l'elemento del ghiaccio e non riesce a controllarlo perchè lo teme, soprattutto da quando capita un incidente che fa quasi morire sua sorella minore. Altri tre tipi di sentimenti analizza la Disney in questo bellissimo cartone, dominato da canzoni ed effetti grafici mozzafiato (io ADORO il vestito e il palazzo di Elsa!):
l'amore effimero, quello tra Anna e il principe Hans, di interesse per l'uno, semplice cotta e curiosità per l'altra;
l'amore vero, quello tra Anna e Kristoff, che deve maturare, diventare più solido, che ha bisogno di esperienza insieme;
l'affetto e l'amicizia tra due sorelle, Elsa e Anna, che nonostante le difficoltà ci saranno sempre l'una per l'altra... e se necessario ci saranno sacrifici molto grandi.
Non voglio anticipare altro a chi ancora non lo ha visto perchè il film d'animazione della Disney merita davvero e, come ogni classico creato da questa fantastica casa cinematografica, contiene messaggi che devono essere assimilati e compresi più dagli adulti che dai bambini.
In questa storia commovente, si inserisce perfettamente l'ironia di Olaf, il pupazzo di neve "che ama i caldi abbracci" e adora l'estate. Un fantastico Enrico Brignano doppia per la versione italiana.
La scenografia è semplicemente magica: gli ambienti del castello, il ghiaccio modellato in magistrali sculture, il vestito di Elsa che scintilla ai raggi del sole dai colori sfumati, la cittadella di Arendelle con le atmosfere dell'Europa del Nord... bello bello bello.
Termino con una replica alle critiche che sono state fatte, soprattutto per quanto riguarda la somiglianza con Rapunzel. E' vero, Anna e Rapunzel si somigliano molto a prima vista, ma in fondo anche in altri cartoni ci sono personaggi che sono quasi identici tra loro (Mowgli e Semola per esempio). Non vuol dire che non sia un cartone fatto bene. Ai bambini (il pubblico di riferimento è specialmente questo) piace trovare degli elementi che comunque siano loro familiari.
Se vogliamo dirla tutta, ci sono anche altri riferimenti a classici passati: Olaf quando balla con il gabbiano è vestito come Bert in Mary Poppins (forse una strategia disneyana per suggerire l'anticipo di "Saving Mr. Banks"?); oppure il medaglione messo al collo di Sven la renna, che ha come simbolo il fiocco di neve, in contrapposizione (secondo me) allo stemma con il fiore solare di Rapunzel che indossa Maximus; e ancora il balletto di Anna e Hans propone la stessa "mossa robotica" effettuata dalla Principessa Mia Thermopilis e dal suo ragazzo Michael (film "Pretty Princess"); ancora Anna e Hans quando si mettono seduti sul tetto del castello e vedono passare una stella cadente... parallelismo con Aladdin e Jasmine, e poi le porte che apre Anna sono identiche a quelle che Aurora (all'epoca Rosaspina) apre nella casetta delle Fate (La Bella Addormentata nel Bosco), la cascata sembra quella di Merida...
Ecco, non c'è bisogno di fare tutte quelle critiche. La Disney è così, e anche per questo la amiamo tanto.
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