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martedì 28 ottobre 2025

Recensione di "Il romanzo della resurrezione" di Giuseppe Aragno

Buon pomeriggio amici e bentornati sul mio blog!

Oggi vi porto a conoscere "Il romanzo della resurrezione" di Giuseppe Aragno.


Trama: Giovanni Greco vive in un carcere senza sbarre. È l'Italia fascista che non consente scelte: ti pieghi o combatti. Giovanni si ribella, è ucciso ma nel suo nome Elvira e Antonio, la moglie e il figlio, combattono il fascismo e affrontano la vendetta. È l'Italia della doppia morale: le donne sono diavoli o sante. Per amore di Antonio, l'attrice Nina Azzaro lascia le scene ma, tradita dal marito, si perde e sul palcoscenico della vita recita una parte che non sente sua. Nell'Italia "libera" anche Giuseppe Greco, nipote di Giovanni e figlio di Antonio e Nina, non ha scelte: la condanna alla miseria voluta dal regime continua a cancellare diritti. Oppresso dalla tragedia della madre e da quella di Elvira, la nonna, che si lascia morire per non convivere coi fascisti di nuovo onnipresenti, lotta per un mondo più giusto. È una partita persa, ma non si arrende e affida a un romanzo piccole storie di chi scrive la "grande storia", la fede nel riscatto e il sogno di una resurrezione.

Foto tratta da: https://pixabay.com/it/photos/ww1-fiandre-belgio-ricordo-mondo-2111969/

Quando l'autore mi ha scritto un'email per presentarmi il suo romanzo, non ho esitato a dirgli che l'avrei letto. Non era certamente il mio genere, ma perché non ampliare i propri orizzonti? La curiosità che da sempre mi caratterizza mi ha, quindi, spinto ad accettare.

Giuseppe Greco, in punto di morte, viene risparmiato da Atropo - una delle Parche - affinché, assistito da Mnemosine, possa ripercorrere la sua esistenza e lasciare al prossimo le sue memorie. Gli avvenimenti del passato, infatti, devono essere ricordati affinché soprattutto quelli negativi non si ripetano.
E così, la storia della famiglia di Giuseppe inizia da suo nonno Giovanni, in un primo momento socialista e amico di Benito Mussolini, diviene antifascista non appena l'Italia viene risucchiata all'interno di una dittatura. Giovanni Greco sarà costretto ad allontanarsi, pur non riuscendo a salvarsi dal regime. La sua discendenza sarà antifascista, ma con il trascorrere del tempo, pur cambiando le cose e pur essendo caduta la dittatura, la vita del figlio, Antonio, e del nipote, Giuseppe, non sarà di certo semplice.
Giuseppe, in particolare, dovrà confrontarsi con un professore di matematica, ex fascista, che intende umiliarlo, nonché con idee politiche che stanno cambiando anche nella stessa sinistra, apparentemente rivoluzionaria, ma nella sostanza molto più mite, talvolta simile alla corrente avversaria per modus operandi. E poi c'è l'adorata mamma, Nina, ex attrice, che aveva abbandonato tutto per amore e che per amore del figlio avrebbe fatto qualsiasi cosa. La povera Nina terminerà, però, i suoi giorni in un manicomio, in seguito alla manifestazione di sintomi di quella che fu definita "pazzia" e dopo aver appreso, con immenso dolore, che il figlio aveva abbandonato la scuola.
Un peso sul cuore accompagnerà Giuseppe fino alla fine dei suoi giorni: non si perdonerà mai di aver lasciato che la madre fosse stata rinchiusa.
Il romanzo si articola tra ricordi personali ed eventi politici che hanno caratterizzato Napoli, città difficile, piena di controsensi, e di un trascorso pesante, a partire dalla fine della guerra.
La narrazione si conclude con la morte di Giuseppe, affiancato dall'amata Chiara, da Mnemosine, dea della memoria, da sua sorella Lete, dea dell'oblio, e da Atropo che, infine, recide il filo.

Qual è il senso del romanzo della resurrezione? Di certo quello precedentemente citato: ricordare per non ripetere gli errori passati, tramandando alle nuove generazioni quanto è stato per costruire un futuro diverso.
Non vi aspettate un libro leggero. "Il romanzo della resurrezione" è un libro di pura narrativa storica, il cui stile ben si affianca a quelle trasposizioni teatrali/cinematografiche che rimandano all'epoca della guerra. In poche parole: questo libro potrebbe essere idoneo a diventare un film o una serie televisiva.

Ho apprezzato molto l'idea di inserire le dee "pagane" come accompagnatrici della narrazione, di fatto laicizzando anche il concetto di morte e di aldilà. Non posso, però, negare che numerosi capitoli siano stati piuttosto lenti, mostrandosi quasi come veri trattati storici. Avrei preferito prevalesse la narrativa, lasciando alla storia un ruolo di sfondo entro cui inquadrare i fatti; molto spesso, invece, la storia è la protagonista e Giuseppe diventa un personaggio secondario, tramite il quale narrare gli eventi politici. E un altro appunto: ho trovato non molto chiari i dialoghi che uniscono la parte propriamente "parlata" con il pensiero che segue.

Ringrazio Giuseppe Aragno per avermi fatto conoscere la sua opera e vi aspetto alla prossima recensione, lasciandovi con una breve citazione estratta dal romanzo.


«Non ho mai creduto a chi afferma che l'uomo abbia bisogno di dimenticare, per evitare il dolore che gli causano i ricordi. È il potere che ci vuole pronti a dimenticare. Chi non ha storia può essere ingannato e dominato molto più facilmente di chi conserva e difende la memoria di ciò che è stato».


giovedì 9 ottobre 2025

Recensione di "Henry Drummond. Il Dono Supremo" di Paulo Coelho

Buon pomeriggio amici lettori e bentornati! Tra una lettura e l'altra, in questo pomeriggio in cui ho deciso di rimanere in casa a terminare alcuni "progetti", mi dedico alla recensione di un libriccino di Paulo Coelho che parte dall'opera "La migliore cosa del mondo" del pastore protestante Henry Drummond, "Il Dono Supremo".


Trama: Una moltitudine di persone, assetata di saggezza e spiritualità, si raccoglie intorno a un predicatore. La parola viene data a un giovane missionario seduto fra gli ascoltatori, Henry Drummond, che ha vissuto per alcuni anni in Africa. Henry apre la Bibbia e legge la Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Al centro dell'epistola è l'amore, che è superiore a tutto e non ha confronto con nessun'altra facoltà dello spirito, neanche la fede, dono supremo che culmina nell'inno alla carità del capitolo tredicesimo. A partire dagli insegnamenti del pastore protestante Henry Drummond, Paulo Coelho riflette sulla "cosa più importante del mondo: l'Amore".


Ho acquistato "Il Dono Supremo" tra i "libri al buio". Appena tolta la carta da pacchi esterna, mi sono incuriosita, ne ho letto qualche pagina poi, con l'intenzione di riprenderlo e dedicargli il tempo che meritava, l'ho lasciato ad aspettare un bel po'. Qualche giorno fa, un viaggio in treno ha fatto sì che decidessi di terminarlo.
Effettivamente, "Il Dono Supremo" non presenta un filo narrativo continuo. Si tratta, più che altro, di una serie di riflessioni che nascono dalla lettera di San Paolo ai Corinzi, letta da un giovane missionario tornato dall'Africa a un gruppo di persone riunite in cerca di spiritualità.
Tali profondi pensieri hanno come punto focale l'amore, inteso come nucleo di ogni cosa e della vita stessa, nonché come forza intrisa di eternità.
"Vivere con amore, restituendo amore", è questo il messaggio principale. E mentre le cose terrene termineranno, l'amore rimarrà.
Una breve recensione non rende giustizia ai contenuti del libro che dev'essere letto per poter essere compreso e assimilato.

Questa breve lettura è stata per me un modo per ritrovare i testi che sono alla base degli studi di storia del cristianesimo, ma anche dell'archeologia cristiana, e un mezzo per riflettere su concetti che, in un mondo fatto di apparenze, sono frequentemente ritenuti scontati.
Vi lascio con qualche piccolo estratto e vi aspetto sempre qui con la prossima recensione!


«L'Amore è la regola che riassume tutte le altre regole. L'Amore è il comandamento che giustifica tutti gli altri comandamenti. L'Amore è il segreto della vita.»

«L'Amore è paziente. Sopporta tutto. Crede in tutto. E tutto attende. Giacché esso sa comprendere.»

«Molte persone hanno l'abitudine di dire che la gentilezza è un sentimento superfluo. Non è vero: essa è l'Amore che si manifesta nelle piccole cose. L'Amore non sa essere aggressivo o sconveniente, non sa comportarsi in maniera inopportuna. Puoi essere la persona più timida del mondo, la più impreparata ad affrontare il prossimo, ma se possiedi una riserva d'amore nel cuore, agirai sempre nel modo giusto.»

«Se [l'uomo] non esercita l'anima, non avrà mai forza di carattere, né ideali, né la bellezza che deriva dal proprio miglioramento interiore.»

«Tu non puoi costringerti ad amare, e tanto meno puoi obbligare qualcun altro a farlo. Puoi soltanto osservare l'Amore, innamorartene e sforzarti di copiarlo.»

«La caducità è uno degli argomenti prediletti del Nuovo Testamento: lo stesso Giovanni non afferma che il mondo è errato, dice che "passerà". Nel mondo esistono cose belle: cose che ci affascinano, ci entusiasmano, ci rendono grandi. Ma non dureranno: i domini terreni, l'incanto di una visione, i piaceri della carne, l'orgoglio... tutto ciò esiste soltanto per un breve istante. Perciò non lasciate che il vostro amore si leghi alle cose di questo mondo. Nulla che è presente in esso vale la dedizione e il tempo di un'anima immortale. L'anima immortale deve consegnarsi a qualcosa che vive per l'eternità.» 

giovedì 25 settembre 2025

Recensione di "Ora amati" di Roberto Emanuelli

Buon pomeriggio amici e bentornati sul mio blog! Come vi avevo anticipato, i libri letti nel mese scorso sono stati numerosi. Oggi, quindi, termino con le mie letture estive, tornando poi al consueto ritmo di pubblicazione, portandovi a conoscere "Ora amati" di Roberto Emanuelli.


Trama: Fino a che punto possiamo andare contro noi stessi per amore? Fino a che punto si può concedere fiducia a chi ci inganna? Fin dove possiamo spingerci nel perdonare chi mostra indifferenza mentre andiamo in mille pezzi? Clara vive a Roma, dove gestisce una libreria. Ama il suo lavoro e crede che i libri non regalino solo sapere, ma a volte possano curare, persino salvare chi ne ha bisogno. Adesso però nemmeno lei riesce a trarre beneficio dalla lettura. La sua vita è una continua altalena da quando, tre anni prima, ha conosciuto Alessandro. Ha accettato una relazione costellata di distacchi improvvisi e mezze verità. Una storia che non è quasi mai come vorrebbe. Clara è diventata insicura, a volte stenta addirittura a riconoscersi. Senza i suoi amici, sarebbe già crollata. Anna invece vive a Milano e studia Economia alla Bocconi, per volontà dei genitori più che sua. Davanti a lei c’è un futuro già scritto: tornare in Calabria e prendere le redini dell’attività di famiglia. Ma non è questo che vuole: si sente fuori posto e incompresa. Poi incontra Francesco, e tutto sembra cambiare. La felicità, comincia a pensare, può esistere anche per lei. Ma Francesco è troppo preso da se stesso, e sembra dosare di continuo il tempo che le dedica. Un giorno la ricopre di attenzioni, quello dopo scompare gettandola nello sconforto. In nome dell’amore possiamo perderci e dimenticare chi siamo? Qual è, una volta toccato il fondo, la strada per rinascere e tornare ad amarci?

Questa è la storia di Anna Clara, o meglio, è la storia di tante di quelle persone da poterci scrivere un’enciclopedia. Perché, la verità è che nonostante ognuno di noi sia consapevole che certi amori tossici possano avvelenare lentamente l’esistenza fino ad annientarci, è anche vero che tutti anelano a un sentimento dolce e potente come l’amore. Esistono gli sbagli, esistono gli inganni, esistono dei vuoti incolmabili e, inevitabilmente, ci si ritrova in situazioni che mai si sarebbero immaginate.
Anna Clara è una libraia, lavora a Roma dove è approdata in seguito a un periodo trascorso a Milano, Bologna e Firenze. E nella Capitale ha trovato la sua dimensione, se non fosse per questo amore tormentato con Alessandro, sposato, con due figli, conosciuto in libreria. Sono tante le promesse che si sono stratificate nel tempo, dai sogni di case al mare a una nuova famiglia; desideri che si sono trasformati in illusioni cui Anna Clara, nonostante faccia male, continua a credere perché l’amore le benda gli occhi.
Nemmeno davanti all’evidenza, ai ritagli di tempo trascorsi assieme soppiantati da un’immensa solitudine, Clara riesce a convincersi del fatto che Alessandro non lascerà mai la moglie e che lei sarà sempre e solo l’amante, la seconda scelta, la persona da tenere nascosta e da presentare come un’amica.
Ma quando la corda è tesa, alla fine si spezza. Le bugie, come si suol dire, hanno le gambe corte e il castello di carte viene giù con il primo alito di vento. Fa male, malissimo, un dolore atroce che parte dal cuore e si irradia per tutto il corpo; poi il vuoto, sempre lì, nello stesso punto. Qualcosa è andato in frantumi, ma è allora che bisogna ricominciare. Clara lo capisce dopo tre anni, dopo menzogne mascherate da situazioni impossibili da superare, da sensi di colpa e da quello smisurato egoismo di Alessandro, nemmeno troppo velato, ma invisibile agli occhi della protagonista.

Foto di Hello Cdd20 da Pixabay

Ci sono storie che, a volte, sembrano scritte per noi. E questa storia è stata scritta anche per me.

È complicato uscire da rapporti definiti "tossici": ti senti inadeguata e mai abbastanza, ti assalgono i maledetti sensi di colpa, soprattutto se la persona in questione – come Alessandro – è manipolatrice e riesce a tessere trame fittissime usando i sentimenti in suo favore. È difficile vedere la realtà così com’è, capire che da lì non ne uscirai perché non c’è volontà condivisa per cambiare la situazione (nel caso di Anna Clara, Alessandro non voleva realmente divorziare, ma solo avere un’amante, anzi, più di una). Uno solo ne beneficia, mentre l’altro appassisce, si chiude in se stesso, capita persino che allontani amici e parenti. Ma esistono anche gli imprevisti, quelle “falle” nel sistema che, pur con dolore, ti destano dal sonno profondo in cui sei caduta. Ed è lì, che pur con mille difficoltà, inizia la rinascita. A volte è improvvisa, a volte è graduale, ma come la fenice risorge dalle proprie ceneri, anche le vittime di amori tossici possono farcela. Amare se stessi è il primo passo; colmare quei vuoti che sono rimasti e che, probabilmente, erano precedenti al rapporto distruttivo è il passo successivo. Tutto il resto viene da sé.

Consiglio di leggere “Ora amati”, non solo perché mi sono ritrovata all’interno di numerose parti di questa storia, ma anche perché ognuno di noi può essere Clara. Bisogna sapersi difendere, riconoscere chi non fa per noi (perché, attenzione, non cambierà con il tempo) ed essere consapevoli che, una storia andata male, non è la fine del mondo. Dal baratro sentimentale si può uscire e, con i propri tempi, tornare persino ad amare.
Da parte mia, grazie Roberto Emanuelli, grazie per questo bel libro. Ne avevo bisogno.

Vi lascio con qualche piccolo estratto significativo e vi aspetto con la prossima recensione.

Foto di Stephane da Pixabay

«L’armatura che mi sono costruita negli anni mi sembrava inscalfibile. Mi sono lasciata andare raramente. Ho sempre messo limiti e paletti con gli uomini. Poi è arrivato Alessandro. Solo lui ha saputo aprire una crepa. Si è insinuato nell’acciaio di quel mio secondo corpo, dietro al quale mi proteggevo e guardavo il mondo, sentendomi al sicuro. Con lui sono cadute tutte le mie difese. Con lui mi sono aperta, a lui ho raccontato ogni mia paura, le sofferenze passate, tutto quello che mi ha ferita, tutto quello che mi ha segnata. E quando, ora, lui mi colpisce e mi fa male, nonostante io tenti di reagire, nonostante io provi in tutti i modi a proteggermi, per non cadere ancora, per non cadere più, sembra che io non sia più capace di proteggermi. Con lui, solo con lui, mi sento disarmata. Vulnerabile. Indifesa».

«Gli ho sempre assicurato che non lo avrei giudicato se avesse scelto di rimanere con lei, per i figli o anche solo per paura. Non lo avrei giudicato nemmeno se fosse rimasto con lei solo per interesse. L’unica cosa che gli ho chiesto è stata di essere sincero, e di dirmi chiaramente come stavano le cose. Di non lasciarmi nell’incertezza».

«Ne approfitto anche per invitare tutti a non smettere mai di sostenere l’editoria e le librerie, continuando ad acquistare libri, a regalarli. Perché regalare un libro significa regalare la possibilità di sognare, di viaggiare in mondi che non sapevamo esistessero. Di essere liberi».

«Dici di amarmi, che sono la tua vita, che non puoi vivere senza di me. Mi parli del nostro futuro, della famiglia che avremo. Mi giuri che sono l’unica nel tuo cuore, quella a cui pensi la notte prima di dormire e la mattina appena sveglio. E allora perché adesso non ci sei? E perché mi sento così sola? Se mi ami più della tua vita, perché non ti accorgi che la mia sta andando a pezzi?»

«Oggi ho preso la macchina di mamma e ho guidato fino al mare. Dista solo venti minuti da casa. Il mare, fin da piccola, mi ha sempre salvata. Anche soltanto guardarlo, respirarlo mi fa sentire distante da questa realtà che non mi piace, mi alleggerisce il cuore, mi ricorda che, alla fine, comunque andrà, ci sarà un posto dove tornare. Un orizzonte nel quale perdersi».

«”Gli amori tossici, oltre a distruggerci, hanno il potere di farci credere che non ameremo mai più nessuno in quel modo. […] Ma sappi che non è così. O meglio: forse è vero che non ameremo più nessuno in quel modo. In quel modo malato. In quel modo sbagliato”».

«Ma forse è proprio questo che succede prima di rinascere, no? Si muore davvero un po’. Forse possiamo rinascere realmente solo quando siamo disposti a cambiare. Quando abbiamo il coraggio di diventare altro, lasciando andare il passato. E io riparto da qui, riparto da me stessa. Da una nuova me stessa».


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