Buonasera amici lettori, e bentornati sul blog! Ho chiuso questo dicembre con un romanzo natalizio. Era da anni che avevo intenzione di immergermi in un'atmosfera tutta lucine e biscotti di pan di zenzero a Natale ma poi, tra libri cominciati e impegni vari, non mi ero applicata abbastanza da trovare un romanzo che mi ispirasse. Caso ha voluto che "Mille luci sulla Senna" di Nicolas Barreau, acquistato quest'estate insieme a un altro libro, fosse proprio a tema natalizio e che la protagonista, Joséphine, mi somigli incredibilmente. Anch'io vorrei una houseboat ereditata con annesso un inquilino niente male, ma per questo devo ancora attendere che il destino mi sia favorevole!
Trama: Quando, in una grigia giornata autunnale, Joséphine Beauregard esce dal suo monolocale sul canal Saint-Martin, a Parigi, trova due lettere nella casella della posta. Una è dell’editore con cui collabora come traduttrice e l’altra di un notaio sconosciuto.E così, in pochi minuti, Joséphine scopre di aver perso il lavoro, ma anche di aver ereditato una casa, per quanto atipica e un po’ fatiscente: l’amato zio Albert le ha lasciato la sua vecchia houseboat, ormeggiata lungo il quai accanto al pont de la Concorde.
Per sbarcare il lunario, Joséphine decide a malincuore di vendere la barca, nonostante i ricordi di una gita spensierata lungo la Senna con l’eccentrico zio, da sempre il suo preferito in una famiglia fin troppo convenzionale e severa.
Ma la sorpresa è grande quando, una volta a bordo, si trova di fronte un uomo che sostiene di essere il legittimo inquilino della Princesse de la Loire e che non ha nessuna intenzione di lasciarla.
È l’inizio di una brillante commedia degli equivoci in cui, tra ripetuti boicottaggi dei programmi di Joséphine, succederà di tutto. E a complicare le cose, la temuta réunion natalizia dei Beauregard si avvicina…
Dosando sapientemente sorprese e contrattempi, Nicolas Barreau – il maestro della commedia sentimentale – accompagna i lettori proprio nel cuore della città dell’amore, illuminata dalle mille luci di un Natale davvero speciale.
Foto di Leif Linding da Pixabay
Come anticipavo, la protagonista, Joséphine Beauregard, è una ragazza poco più che trentenne. Abita a Parigi, in una mansarda in affitto, e lavora come traduttrice di libri in finlandese. Purtroppo, però, gli imprevisti capitano tutti assieme: la sua casa editrice, a malincuore, chiude e suo zio, Albert, malato da tempo, muore. Due lettere in una sola giornata, entrambe portatrici di terribili notizie.
Eppure, quando tutto sembra crollare, la ragazza si abbatte, si lamenta, piange e si dispera, poi si rimbocca le maniche e tenta di ricostruire la propria vita. Grazie al suo più caro amico, durante una serata, conosce persone che le commissionano lavori e lo zio Albert la sorprende, lasciandole in eredità una houseboat sulla Senna. Joséphine, decide di venderla... Peccato che la barca sia abitata da un affittuario per niente intenzionato a lasciarla. A ciò si aggiungono una delusione amorosa (ahimé, un rapporto clandestino con un uomo sposato e molto più grande di lei) e una famiglia per niente comprensiva che non vede l'ora che Joséphine sia "sistemata".
A questo punto, è Joséphine a dover decidere di andare avanti con quel che ha, effettuando dei tagli netti con il proprio passato e con legami famigliari piuttosto ingombranti. La houseboat, che sembrava un peso di cui sbarazzarsi, diventa improvvisamente un mezzo per la libertà e per un amore alle porte del Natale.
Tutto si conclude bene, come nelle classiche fiabe natalizie. Ma anche questo genere di libri serve a ristorare il cuore di lettori che, come me, cercano un po' di positività e un angolo di mondo che, seppur immaginario, conceda loro una pausa e un sorso di aria pura. A volte, anche alle persone classicamente sfortunate, accadono cose belle e la storia di Joséphine ne è un esempio.
Per ultima, non per minor importanza, nominerò Parigi, un perfetto sfondo per le storie d'amore e per i sogni da realizzare. L'ho visitata rapidamente nel 2010 durante un viaggio di studi con l'università... c'era ancora così tanto da vedere! E da allora sogno di tornarci. Chissà...
Vi aspetto sempre qui, durante il nuovo anno, con le prossime letture!
Foto di Jill Wellington da Pixabay
«Tuttavia, mentre percorrevo rue des Canettes sfavillante di addobbi, ripensai alle parole di Monsieur Lassalle. Le cose non finivano mai davvero, cambiavano e basta. [...] Dovevo riprendere in mano la mia vita, dovevo uscire dalla torre in cui me ne stavo rinchiusa, invece di aspettare che altri decidessero per me.»
«Quando si aspetta qualcosa di importante troppo a lungo e con troppa intensità, a volte capita che nell'istante in cui quella cosa finalmente accade ci si ritrovi sopraffatti da un'immensa spossatezza. Forse è una reazione fisica, una forma di autodifesa. Come se all'improvviso il corpo volesse rimandare in maniera artificiale ciò che gli crea tensione.»






