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venerdì 18 novembre 2016

Racconto di un viaggio nel gelido Belgio (con pc e tesi in spalla)

Buongiorno amici! Ho contratto l'influenza senza fare in tempo a vaccinarmi ed eccomi qui, a casa, con una febbriciattola noiosa, mal di gola, tosse, mal di testa e dolore alle articolazioni. In pratica, sembro una vecchia. Almeno però sono riuscita a consegnare la tesi rilegata in segreteria! La gente dice che non sia influenza, ma stress accumulato (e ne ho fatto il pieno!) che si è manifestato in tutta la sua potenza. Potrebbe essere, ma anche mio fratello è nelle mie stesse condizioni, quindi direi di attribuire tutta la colpa a un fastidioso virus vacante che compie soltanto il suo dovere.
Una settimana fa ero in Belgio, con la mia tesi in spalla (il pc è stato sempre con me nello zaino).
Non mi aspettavo un gelo polare come quello che ho trovato. Immaginavo fosse decisamente più freddo di Roma (i turisti nordici si presentano a mezze maniche qui... e forse un motivo ci sarà), ma non ho mai provato la spiacevole sensazione di non riuscire più a muovere le mani - coperte dai guanti! - e di camminare con le gambe rigide. Si capisce poi perché, da quelle parti, si usi trangugiare birra a qualsiasi ora del giorno.
Il primo luogo che ho visto è stato l'aeroporto di Bruxelles (Zaventem). Ci ho impiegato parecchio per comprendere dove si potesse prendere il treno. E' davvero enorme e, come ben si sa, il mio orientamento è pari allo zero assoluto, nonostante le indicazioni. Mi sono persa (e ho fatto sbagliare strada a tutta la mia famiglia... sono un caso patologico), arrivando al gate d'imbarco per l'Africa. Per fortuna con una risata e un colloquio in inglese con gli addetti, si è risolto tutto e la strada per la ferrovia ci è stata indicata con precisione.
Già al principio era apparso evidente un "piccolo" particolare: quanto fosse elevato il costo di ogni cosa rispetto all'Italia (prendo in considerazione Roma. Da Firenze in su si paga molto più rispetto alla mia città. E' un dato di fatto). "Ristorante/bar Italiano" leggiamo... e ci dirigiamo lì, ma la delusione era alle porte. Il caffè - che non ci saremmo comunque aspettati lo sapessero preparare come noi - era un bibitone costato 2,90 euro, totalmente insipido, che hanno anche la pretesa di chiamare "Espresso". Questa esperienza, che ci ha segnato le papille gustative, ha fatto sì che rinunciassimo al caffè e alla colazione una volta per tutte, finché Panos ci ha illuminati con un caffè decente ("A coffee ristretto, please", "But it's strong, very strong"! "Like Italian one? It's OK! Perfect!"), con cornetti e choconuts niente male.


Il treno intercity - con vagoni nuovi e PULITISSIMI, così come i bagni (cosa che Trenitalia potrebbe sognarsi, si vd. mia esperienza a Ravenna... da brivido) - ci ha condotti a Lovanio. Non ho nemmeno guardato la strada che abbiamo percorso perché avevo gli occhi puntati sulla tesi. Per cinque secondi che mi sono distratta, ho visto due cimiterioli di campagna, separati dalla strada, con erba curatissima e fiori freschi ovunque.
La stazione di Lovanio è piccolina, con uno Starbucks collocato accanto alla sala d'attesa riscaldata. L'architettura è particolare: la copertura sembra composta da enormi vele.


Immediatamente si è prospettata una visuale che avevo osservato soltanto in fotografia: casette strette di 3-4 piani, una accanto all'altra, sopratutto in mattoncini rossi, con tetti a doppio spiovente e finestroni dagli infissi bianchi.


Un viale principale (Bondgenotenlaan), costellato di negozi, conduce dalla stazione al centro della piccola città, dove si erge il monumentale Municipio (Stadhuis) dalle guglie gotiche affrontato alla collegiata di San Pietro (Sint-Pieterskerk).



Lovanio è una cittadina elegante e molto giovane, popolata di studenti universitari provenienti da tutta Europa, che si muovono in bicicletta, sfrecciando accanto alla biblioteca universitaria con la sua magnifica torre campanaria e al Grande Beghinaggio. 


E' possibile scorgere, inserite in angoli caratteristici, piccole librerie e locali riscaldati dove sorseggiare un tè o anche un cappuccino. Uno di essi mi ha colpita per i tavolini esterni che avevano alcuni plaid poggiati sulle sedie. A Lovanio e in altre città belghe usano distribuire plaid per dare calore ai propri clienti, non essendo muniti di quelle stufe piramidali per esterni (con tutto il plaid, una come me morirebbe assiderata!).


Sono riuscita a visitare - sempre in compagnia di quel'incubo di tesi - anche Anversa, che dista in treno circa mezz'ora da Lovanio. La stazione è la prima vera opera d'arte che mi ha ricordato Hogwarts. E' difficile descriverla perché lascia senza fiato. Abituata alla Stazione Termini, quella di Anversa mi è sembrata il paradiso, sia per struttura, sia per pulizia.


Dalla stazione, il vialone lascia intravedere due cupole in stile "reggia di Versailles" che si affrontano con un luccichio d'oro sulla Kipdorpvest. L'atmosfera natalizia qui si sente sul serio. Ci siamo imbattuti in un grande magazzino pieno di luci, addobbi, carillon e palline di Natale... uno di quei luoghi visti solo nei film americani... un posto che a Roma, dove il Natale non si vive quasi più, possiamo solo sognare.


Perdendosi nei meandri di strade moderne e di vicoli più antichi, in cui si percepisce l'atmosfera fiamminga, si viene guidati dalle altissime guglie della cattedrale di Notre-Dame che merita veramente una visita (molto lunga) all'interno.


Finestroni creano giochi di luce e colori sui pilastri in pietra, mentre opere di Rubens osservano silenziosamente dalle tele. Sono visitabili anche gli scavi della chiesa romanica, con tombe di XI secolo d.C.


Il gelo si attenua man  mano che ci si avvicina alla Schelda, il fiume che accarezza Anversa, la quale si affaccia sulle sue acque con il piccolo castello medievale di Het Steen.


Infine non poteva mancare una visita a Bruxelles (ancora con il mio pesante fardello... alla disperata ricerca di una rete wi-fi libera per poter inviare la tesi in stampa!).
L'iter è cominciato dal Parlamento Europeo, collocato un po' fuori mano e immerso in un quartiere molto grigio e tutto vetri, in cui si respira l'aria di banche, economia, grandi imprese, etc.


L'ingresso è libero e il visitatore viene invitato a seguire un percorso espositivo in cui sono illustrati, tramite plastici e pannelli, i vari compiti delle tre sedi principali e la storia dell'UE.


Ho apprezzato molto l'utilizzo della tecnologia che, effettivamente, coinvolge pienamente il visitatore, ma a mio avviso risulta eccessivamente lunga la parte dedicata alle foto storiche. Sono inserite anche notizie che, secondo il mio modo di vedere, hanno ben poco a che fare con la nascita dell'Unione Europea. Si dovrebbe effettuare un taglio. Più volte mi sono stufata (e per dirlo io che nei musei ci passo le ore!) e ho saltato alcune parti a pie' pari.
Per raggiungere il centro di Bruxelles, bisogna percorrere molta strada a piedi, attraversando un vialone trafficato, un bellissimo parco (Warandepark) e la stazione centrale.


Effettivamente il centro storico di Bruxelles è piccolino se paragonato a tutto il centro abitato. Esso si concentra nella Grote Markt dove si affacciano il municipio e le sfavillanti case delle corporazioni.


Le viuzze che si dipartono da qui sono costellate di pasticcerie e cioccolaterie in cui è obbligatorio entrare.


Un'attrazione turistica è una piccola statua, che fa parte di una fontanella, rappresentante un bambino che fa pipì (in giro per Bruxelles ci sono anche una bambina e un cane che fanno pipì).


Proprio lì vicino si possono trovare tantissimi negozi che preparano waffles, dal più semplice con una spolverata di zucchero a velo, a quello con la nutella, oppure a quello (buonissimo) con fragole, panna e cioccolato fuso.


Tornando verso la stazione centrale, ci si imbatte nel Museo del fumetto. Purtroppo, ho visitato solo la libreria (fornitissima) e la hall con alcune statue tratte dal mondo animato, tra cui i Puffi (non lo sapevo, ma i piccoli mostriciattoli blu sono belgi).


Infine è necessario visitare la cattedrale gotica dei Santi Michele e Gudula. Anche qui è possibile accedere agli scavi (piuttosto limitati) della chiesa romanica precedente.


E' stato un bel viaggio. Forse me lo sarei goduto di più se non avessi avuto l'incombenza della tesi (e di una consegna non prevista in tempi così brevi), ma mi riprometto di tornarci con più calma, magari anche con qualche grado di temperatura in più.

(p.s. le foto, eccetto quelle del logo di Panos e del waffle, sono di mia proprietà. Pertanto, ne detengo ogni diritto). 

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