Ironia a parte, ho terminato di leggere "L'Ospite" di Stephenie Meyer.
Qualsiasi cosa se ne dica, avevo letto la saga di Twilight e devo dire che mi era piaciuta. Non mi ha fatto impazzire come "Harry Potter" della Rowling, ma l'avevo trovata carina. Lo stile della Meyer era scorrevole, giovanile, adatto ad una narrazione per teenagers sognatrici. Sono poi rimasta quasi disgustata dalla trasposizione cinematografica, ma questa è un'altra storia sulla quale è meglio stendere un velo pietoso.
Ammetto che "L'Ospite" lo avevo acquistato un'eternità fa, ma era rimasto sugli scaffali della mia libreria, sorpassato da mille altre letture. E' un po' di tempo invece che ho deciso di terminare tutti i libri che mi sono rimasti, prima di acquistarne altri, oppure di intervallare la loro lettura a quella di romanzi nuovi. Bisogna dare la precedenza agli "anziani".
Ovviamente con questo romanzo la Meyer non ci parla più di vampiri affascinanti e talvolta scintillanti. L'autrice affronta la fantascienza, narrandoci di un futuro prossimo in cui la Terra è invasa dagli alieni, ma gli umani non se ne sono accorti. Si sono ritrovati dominati e hanno iniziato a combatterli quando ormai era troppo tardi. Questi extraterrestri si chiamano "anime" e sono dei vermicelli argentati che si insediano nel cervello e prendono possesso del corpo ad esse destinato - che si chiamerà quindi "ospite" - per relegare e spesso annullare la coscienza del legittimo proprietario.
Piccola parentesi: quando ero "più giovine" mi piaceva leggere le storie degli "Animorphs" di K. A. Applegate, suddivise in circa 50 libri. Li ho ancora quasi tutti (ne avevano prodotto anche una serie televisiva). Tramite le esperienze di Jack, Rachel, Cassie, Marco, Tobias (il ragazzo falco) e Ax (l'alieno simil centauro) imparai tantissime cose sul mondo animale. E ricordo perfettamente che anche qui era in atto una silenziosa invasione aliena. I cattivi erano dei brutti vermi, gli Yeerk, che si insediavano all'interno del cervello e prendevano possesso del corpo umano, andandosi a ricaricare/nutrire da vasche che contenevano un liquido particolare (una si trovava nascosta in un Mc Donald's della cittadina in cui vivevano i protagonisti).
Con "L'Ospite" ho fatto un tuffo indietro nel tempo. Certo le "anime" sono sicuramente più eleganti e guardabili rispetto agli Yeerk, ma la sostanza è più o meno la stessa.
Dunque, le protagoniste sono Melanie, l'umana ospite, e Viandante, l'anima che è migrata sulla Terra dopo aver vissuto numerose altre vite in pianeti lontanissimi dal Sistema Solare.
Viandante viene inserita nel corpo di Melanie, ma la ragazza non vuole arrendersi al fatto di essere posseduta da un alieno. Lotta con tutta se stessa per rimanere e non essere distrutta dalla nuova coscienza all'interno del suo stesso cervello.
Viandante è un'anima gentile (in generale tutte le anime lo sono) e finisce per diventare amica della Melanie che prosegue a vivere all'interno del suo corpo. E' grazie a lei che i ricordi diventano comuni, anche quelli relativi al profondo affetto per il fratello Jamie e all'amore passionale per Jared.
Melanie voleva ritrovarli a tutti i costi e conduce Viandante verso il presunto luogo, nel mezzo del deserto, dove i suoi più grandi amori si sarebbero dovuti trovare.
Melanie/Viandante ritrova entrambi, ma c'è anche un'intera comunità umana che è riuscita a scappare dall'invasione e prosegue a combattere gli alieni. Jeb, lo zio dell'umana Melanie, è il capo delle circa 33 persone sopravvissute intatte, ed è un tipo strano, particolare e curioso. Mentre gli altri (tra cui Jared) vogliono uccidere Melanie convinti che della ragazza non sia rimasto nulla a parte il corpo, Jeb fornisce a Viandante/Melanie una possibilità, cercando di integrarla nella comunità che ormai vive in anguste caverne sotterranee nel mezzo del deserto.
Viandante (Wanda per gli amici) imparerà a comprendere il punto di vista degli umani, considerati dalle anime soltanto un genere violento e incivile, così come riuscirà a provare nuovi sentimenti come l'amicizia, l'affetto e l'amore. Viandante insegnerà molto agli umani che vivranno con lei e allo stesso tempo Melanie, sempre presente, insieme ai suoi compagni umani insegnerà altrettanto a Viandante.
Non dirò altro perchè una recensione non deve essere un riassunto, bensì una serie di impressioni suscitate nel lettore.
Fino alla metà della narrazione, il libro scorre un po' lentamente. L'autrice ha dovuto introdurre il lettore nel particolare mondo delle anime, in una Terra conquistata silenziosamente, nel deserto e nella routine che si svolge nelle caverne. L'altra metà è più interessante: i personaggi cominciano ad interagire con la protagonista e di ognuno si scopre un aspetto nuovo.
Ho apprezzato tantissimo la duplice storia d'amore (eh sì, sono una romanticona nel profondo).
Se infatti Melanie è innamorata di Jared, Ian è innamorato perdutamente di Viandante.
Già, una storia d'amore tra un umano e un'aliena, invisibile ad occhio comune.
Ian riesce ad amare la personalità, l'animo vero e proprio di Viandante, indipendentemente dal suo aspetto fisico.
Jared e Melanie invece sono l'esempio di un amore che, nonostante le mille difficoltà e una lontananza enorme, riesce a sopravvivere e a non spegnersi.
Questi sì che sono sentimenti da favola... esistono solo nei libri infatti.
Melanie e Viandante sono ormai diventate mie amiche.
Ci ho impiegato un po' a finire di leggere il romanzo, certamente non a causa della sua lunghezza (sono 569 pagine), ma per mancanza di tempo da parte mia. Sono però contenta di aver scelto di rimuovere la polvere dalla copertina e di immergermi in questa storia.
Ho saputo che ne è uscito anche il film nel 2013, "The Host" per l'appunto.
Adesso dovrò assolutamente guardarlo e vedere se è all'altezza del libro, sperando che non sia stato rovinato come è accaduto per Twilight.
Bene, adesso la prossima lettura sarà "Euphonia" della mia amica Marie Albes. Non vedo l'ora di ritrovare Ayres e James alle prese con la misteriosa Myosotis. Ne arriverà la recensione, ovviamente.
Buona serata a tutti!
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