Ed io, nostalgica per eccellenza della mia cara e calda estate, ho terminato di leggere il mio ultimo libro delle vacanze. Si tratta, come già anticipato nel precedente post, di "Cosa che nessuno sa" di Alessandro D'Avenia.
Avevo sentito parlare di lui, o meglio, ne avevo letto in occasione dell'altro suo romanzo "Bianca come il latte, rossa come il sangue". L'altro ieri entrando in libreria (cosa nuova eh? Non posso farci nulla! Le librerie mi attirano come fossi un'ape con il miele!) ho trovato proprio quel libro e ne ho letto la quarta di copertina. Ho ritrovato degli elementi comuni anche a "Cose che nessuno sa": storie di ragazzi e di un professore, rigorosamente di lettere, che in qualche modo, con le sue parole, il suo insegnamento guida i propri studenti.
Arrivo quindi al romanzo che ho letto. I personaggi sono molteplici, ma una è la protagonista intorno alla quale ruota la storia: Margherita, dagli occhi verdissimi e dai capelli neri, il cui nome vuol dire "perla" (e qui mi veniva da sorridere... ricordo che il mio professore di epigrafia ha sempre puntualizzato su un'epigrafe di un certo "margaritarius"), strettamente collegata alle onde del mare.
Ecco, il mare: è proprio lui che con il suo azzurro, le sue onde, il suo carattere, un po' calmo e un po' in tempesta, unisce due luoghi centrali in questo romanzo, la Sicilia e Genova. E infine c'è Milano (mia adorata!) città in cui si svolgono gran parte degli eventi.
Margherita è molto affezionata al padre che le fa amare il mare e il suo canto che si può sentire accostando una conchiglia all'orecchio (era un gioco che facevo spesso da piccola, con una conchiglia a casa di mia nonna). Ma il padre un giorno scompare. Lascia la famiglia senza dire niente a nessuno.
Margherita non riesce ad ingoiare il colpo, proprio in un momento particolare per lei, l'inizio del liceo. Lei è una ragazzina timida, che sotto l'apparenza nasconde un carattere curioso e brioso, ma questo evento l'ha traumatizzata. E' sicura che non avrà amici, e invece è fortunata.
Marta, una ragazza buffa e alquanto stramba, ma molto dolce, la raccoglie come una conchiglia in riva al mare e l'accoglie nella sua vita, facendole anche amare il teatro.
In quella scuola c'è Giulio, il ragazzo misterioso, dai capelli e dagli occhi di ghiaccio, sprezzante di ognuno, o almeno quella è l'apparenza. Giulio è un ragazzo molto sensibile, ma la vita con lui non è stata clemente. E' stato abbandonato di suoi genitori e vive in una casa famiglia. Solo Filippo, uno dei volontari, è affezionato a lui come a un fratello.
Ed è quando gli sguardi di Margherita e di Giulio si incrociano, che scatta qualcosa nel cuore di entrambi, qualcosa di molto simile al colpo di fulmine. La curiosità li spinge a trovarsi e a non lasciarsi mai più. Giulio è il complice di Margherita nella ricerca di suo padre. Non ci pensa due volte ad assecondare la sua volontà... forse anche perchè il ragazzo farebbe lo stesso se solo sapesse dove poter cercare i suoi che l'hanno abbandonato.
Il professore di lettere è invece colui che tesse la rete di questa storia. Un prof atipico sono sincera. Avrei davvero avuto bisogno di una persona come lui che mi insegnasse ad amare la materia, ma io con il liceo non sono stata fortunata. Se esiste un opposto del prof di Margherita, ecco io ho avuto quell'opposto che ha fatto finta di insegnare. La scuola italiana è quella che ho incontrato io nella maggior parte dei casi, ma si bendano tutti gli occhi davanti a una realtà liceale fatta di bullismo ed incapacità dei professori ad insegnare, A questo proposito, rimando proprio a un intervento di Alessandro D'Avenia che appoggio in tutto e per tutto nei suoi pensieri: http://unacasasullaroccia.com/2013/12/06/se-i-docenti-diventano-indecenti/
Ad ogni modo, il prof di Margherita (non ha un nome questo personaggio, ma è molto probabile che sia un alter ego dell'autore), insegna con passioni ai suoi allievi. L'Odissea è stupenda spiegata da lui, un mondo che prende vita tra le pareti di una triste aula liceale, solcando i mari e avvertendo le sensazioni dei personaggi, tanto che Margherita si immedesima così tanto in Telemaco che appunto parte alla ricerca di suo padre, senza considerare pericoli e tutto il resto.
Anche il prof ha una situazione abbastanza complessa da affrontare. E' così preso dal suo mondo letterario che quasi si dimentica di vivere seriamente. La sua fidanzata Stella, che lavora in una libreria, vorrebbe sposarlo, ma lui ha paura e fugge. Capirà l'importanza di ciò da cui scappa di continuo solo quando un evento sconvolgerà la vita di tutti i personaggi, riunendo alla fine i fili della rete che è intessuta in "Cose che nessuno sa".
Non dimentico di certo Andrea, il fratellino di Margherita, il piccolo artista, che con i colori e l'immaginazione si esprime meglio che a parole (lo capisco perfettamente!), il piccolo "principe saggio"di Margherita. L'innocenza dei bambini è spesso fonte di sapienza, dagli adulti dimenticata, perchè sono proprio loro, con gli occhi cristallini dell'anima, a scorgere l'importanza delle piccole cose quotidiane.
Infine, la nonna di Margherita, con i suoi racconti in dialetto su una Sicilia di altri tempi, trasporta il lettore proprio lì, in riva al Mediterraneo, con i suoi colori, sapori e odori che mi hanno fatto venire nostalgia di un luogo che non ho mai visto realmente. Anche io ho origini siciliane. I miei nonni paterni lo erano entrambi, ma in Sicilia non ho mai avuto l'occasione di andare.
Lo stile di D'Avenia è molto poetico: con le parole riesce a dipingere.
Mi ha fatto affezionare ai personaggi e questo credo non lo dimenticherò. Non mi sono annoiata nemmeno per un attimo durante questa semplice narrazione di vite comuni con il canto del mare di sottofondo e un filo rosso che lega ognuno: quello dell'amore, in mille forme, di cui tutti parlano, ma del quale nessuno conosce realmente molto.
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