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mercoledì 6 maggio 2020

Recensione di "Una storia straordinaria" di Diego Galdino

Buonasera a tutti! Come state? Mentre le giornate si allungano, la speranza di uscire da questo momento buio forse si fa più tangibile, o almeno è così che voglio pensarla.
Intanto i libri, come sempre, mi hanno fatto compagnia. Stavolta è toccata a "Una storia straordinaria" di Diego Galdino.


Trama: Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Ancora una volta Diego Galdino ci catapulta nella realtà romana, in una piazza Barberini affollata, in una metro piena di gente, soprattutto quando piove e la Capitale si blocca. Ma Roma non è solo questo, è i suoi monumenti, la sua storia che fa capolino da ogni angolo, i suoi scorci romantici che, se osservati con la persona giusta, rendono il tutto più magico.

 
"Una storia straordinaria" narra di Luca e Silvia, due ragazzi che ancora non sanno quanto sia intrecciato il loro destino. Lavorano nello stesso luogo, prendono la metro alla stessa fermata, amano gli stessi gusti di gelato/frappè e si recano persino alla stessa gelateria. Le loro esistenze si sfiorano, ma non si incontrano mai davvero, eppure sarebbero perfetti l'uno per l'altra.
Due eventi particolari avvengono prima che il destino decida che sia arrivata l'ora di vivere la loro avventura insieme: Luca perde la vista per una malattia; Silvia, invece, viene aggredita e derubata, riportando uno shock che non le permette di fidarsi degli uomini, né di avvicinarsi a loro.
Una loro grande passione comune farà sì che, rigorosamente al buio, entrambi si "vedano". Si conoscono al cinema, si incontrano di nuovo al supermercato e così i due iniziano a frequentarsi, dando modo a un amore dolce, delicato e al contempo passionale di sbocciare e di assumere i più bei colori dell'arcobaleno.


Il mondo di Luca non è più buio, ma illuminato dalla luce di una candela di nome Silvia, e quello di Silvia ora è più bello, meno grigio e sicuro da quando c'è Luca. I due si compensano, incastrandosi perfettamente come parti di un puzzle.
Questa è una storia composta da coincidenze che assumono i contorni di quel destino, a volte un po' beffardo, che per un motivo o per un altro, riesce comunque a far incontrare le persone giuste (o almeno, il più delle volte). Ma è anche una storia di sofferenza, vissuta e superata, di due fenici che risorgono dalle proprie ceneri, alzandosi in volo e perdendo quota di tanto in tanto. Sì, perché donne e uomini non sono perfetti, ma è proprio nella loro imperfezione che riescono ad amarsi a vicenda.

L'autore intesse una trama composta da alcuni particolari elementi che, insieme, riescono a dar vita a una "storia straordinaria". In primis, c'è l'amore per Roma: Diego Galdino ama la sua città, in ogni sua sfaccettatura; la conosce a fondo e non la lascerebbe mai per nulla al mondo, come ogni buon vero romano (e da romana, archeologa per di più, lo capisco benissimo). In questo volume nomina alcuni luoghi a me molto familiari: il quartiere Prati, l'Aurelio, Corso Vittorio Emanuele II, la piazza della Cancelleria, Campo de' Fiori, l'Isola Tiberina... posti che non si possono dimenticare!


In seconda posizione, c'è la mancanza: Luca non ha più la vista, il senso forse più importante tra tutti, quello che permette di essere in contatto con il mondo, e Silvia non possiede più un pezzetto di se stessa, non fisicamente, ma nell'animo. Ad unirli c'è un amore profondo che si insedia proprio lì dove c'è assenza, per andare a riempire i vuoti e renderli parti solide. Si tratta di un amore dolce, forte, tenero, un amore che tutti vorrebbero vivere, quasi da film perché incontrare qualcosa di così speciale è raro... forse capita solo una volta in tutta l'esistenza.
"Una storia straordinaria" è un libro da gustare "ad occhi chiusi", fermandosi ogni tanto a immedesimarsi, a pensare alle frasi e ai concetti impressi tra le sue pagine.

Ho avuto modo di conoscere l'autore già nei suoi romanzi "Il primo caffè del mattino" e "L'ultimo caffè della sera" (peraltro chi come me li ha letti, troverà qualche rimando... ma non anticipo nulla. Trovateli voi). Mi aveva conquistata per il suo modo dolce di osservare le persone, descrivendone i sentimenti con semplicità, e per le belle vedute di una Roma vissuta veramente, passeggiando tra i suoi vicoli e godendone ogni minuscola parte.
Una sola cosa avrei evitato: gli eccessivi rimandi ai film. Luca è un appassionato di cinema, d'accordo, ma a volte cita troppe scene (caratteristica che anche gli amici stessi notano nella narrazione), quasi come vivesse in un collage cinematografico. A mio avviso, se anche ci sono dei parallelismi, il lettore vorrebbe trovarli da sé, senza il suggerimento del protagonista.

Per il resto, ringrazio Diego per avermi fatto compagnia anche in questa avventura. Quando sarà finita questa emergenza, dovrò assolutamente andarlo a trovare al bar per prendere un caffè speciale (che mi consiglierà lui) e farmi autografare i romanzi (con foto annessa ovviamente). Purtroppo non ci sono ancora riuscita, in quanto studio e lavoro non mi hanno permesso di prendere tante pause, ma stavolta non mi ferma nessuno.

Vi lascio con qualche piccola citazione... ho dovuto effettuare una scelta ardua, altrimenti avrei pubblicato tutto il libro.

«Lo avrebbe fatto di persona in un momento appropriato, giusto, magari mentre gli teneva le mani: un gesto che per lei avrebbe significato tantissimo, un gesto che avrebbe dato la giusta importanza a quel momento e soprattutto a lui, anzi a loro due. Tanti avrebbero scelto un bacio, un abbraccio, ma per lei stare insieme ora voleva dire lasciarsi prendere le mani, perché a volte basta afferrare una mano per farsi trarre in salvo».


«[...] L'amore va vissuto a piedi scalzi, comodamente; va passeggiato, sentendo ogni passo percorso insieme sulla pelle nuda, per viverlo il più intensamente possibile. Come quando vai al mare e appena arrivi in spiaggia senti il bisogno di affondare i piedi nella sabbia baciata dal sole per sentire quel calore che ti scalda prima piano e poi sempre più forte fino a bruciare così tanto che sei costretto a correre verso il bagnasciuga per immergerti nell'acqua fresca e godere di que refrigerio, perché la vita così è proprio bella».

 
«Quando le persone si amano i baci non finiscono mai».


«Ma dov'era finita la paura? La paura? Che cos'è la paura? L'amore non conosce paura. Vive la sua vita senza di essa. Perché non gli serve nemmeno per restare concentrato. L'amore non teme nessuno, perché sa di essere invincibile, oltre ogni logica».



«Luca assentì e poi prese la punta finale del cornetto Algida, notoriamente la più buona, e la diede a lei».


«Il destino spesso ci sorprende, mettendo sul nostro cammino persone con cui saremmo dovuti partire insieme e che invece ci ritroviamo ad aspettare seduti da qualche parte. Perché il bello di una storia d'amore banale e scontatissima non è il lieto fine, ma come ci si arriva».


 «Passiamo la vita ad affannarci per renderla migliore quando basterebbe trascorrerla con la persona che ci considera il modo più bello per migliorare la propria...».


«La luce non può impedire a qualcuno di farti del male, non può proteggerti, non è quello il suo scopo, la luce serve a farti vedere cosa è bello e cosa è brutto, serve a farti vedere la differenza. La luce fa la differenza».


«L'amore è coraggio. Il coraggio di amare, infischiandosene di tutto e di tutti. Che la gente soffra, che i cuori si spezzino a causa della tua decisione, se tu sei convinto che quella persona sia l'amore della tua vita, che è la persona capace ci renderti felice e di fare della tua vita una vita che merita di essere vissuta, allora devi scendere dal furgoncino e andare da lui, o da lei. Avere fede l'uno nell'altra».


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